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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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mitra
Utente Senior
Città: copertino
Prov.: Lecce
Regione: Puglia
1458 Messaggi Biologia Marina |
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Ermanno
Moderatore
Città: Longare
Prov.: Vicenza
Regione: Veneto
6436 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 27 luglio 2009 : 20:43:40
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...turbinoides ? .. confronta.
Ermanno |
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raphitoma
Utente V.I.P.
Città: anguillara
Prov.: Roma
Regione: Lazio
450 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 27 luglio 2009 : 22:41:41
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no la multicincata è diversa, ma colgo l'occasione per chiedere a tutti voi un parere su ciò che mi frulla per la testa da un po' di tempo. Come gli ormai non pochi (mi sembra di capire) possessori di detrito tunisino hanno chiaro, le specie che vi si ritrovano hanno due caratteristiche peculiari: sono numericamente tante (a meno che non ve ne abbiano rifilato uno già guardato) e sono “diverse” da quelle di altri detriti mediterranei. Come senso generale a Gabes tutto tende, con rispetto parlando, ad allungarsi. Dai casi limite delle columbelle e dei vexillum fino ai rissoidi ma perfino della payraudeatia a cui monterosato fu costretto a cambiar nome in similis. Ci sono poche eccezioni tra cui la umbilicaris che si allarga a disco nella sua forma latior e la pisania che è piccola e tozza e poco altro. Ma in ogni caso tutte sembrano “un po’ diverse da quelle che conosciamo”. Tanto che perfino una specie come la trivia (palesemente pulex) ha portato vari autori a nominarla in altro modo (africana, spongicola o chissà come altro la hanno chiamata). Ma vogliamo parlare di muricopsis e ocinebrine, di mitrelle, mangelie rissoe, clanculus (ma perché diavolo il C. striatus è una forma del jusseui???) .Ora andiamo all’altra caratteristica: le specie si ritrovano in quantità industriale. Esistono tanatocenosi che formano accumuli millenari: a Djerba in una spiaggia c’era uno strato spesso almeno un metro di pinctada radiata. Ma - occhio - in mare gli stessi esemplari si ritrovano viventi (di quelli ve ne hanno dati meno neh?) e quindi non sorgono i dubbi che ti assalgono rovistando i fanghi abissali del Tirreno (quanti eoni fa si estinse questa specie che sembra morta ieri?). Tanti e tutti uguali, senza possibilità di errore. Emarginula crebrisculpta (o facente funzione): decine di esemplari, tutti che assomigliano come una goccia d’acqua ad una crenisculpata e poco ad una huzardi. Tutto farebbe pensare ad un luogo in cui esista una fauna malacologica assolutamente unica. Curiosamente l’unica specie su cui sono stati fatti studi su un marcatore genetico, il J unidentatus, risulta l’unico che secondo questo approccio non è bona specie ma una forma dell’exasperatus. Curiosamente perché l’unidentatus oltre ad essere vistosamente differente dall’exasperatus e senza forme di passaggio, è uno dei pochi che vive bene anche fuori del paludone di Gabes (coste nord della tunisia, algeria etc). Ormai la mia fiducia sui metodi genetici per sbrogliare questioni riguardanti singole specie è di gran lunga inferiore perfino all’approccio occhiometrico di molti rappresentanti della “scuola romana”, quindi per me quell’esperimento lascia il tempo che trova, ma insomma fa pensare anche questo. In compenso il J. striatus possiede tutte le possibili forma di passaggio verso i due “classici” must della jujubinologia mediterranea (smaragdinus e fraterculus). Mah!
Chissà che volevo dire in questo post? probabilmente è che se facessi il malacologo di professione, considererei il paludone che va da Djerba alle Kerkennah una meravigliosa opportunità per riuscire a capire meglio di cosa si parla quando si parla di specie. Ci sono molte caratteristiche in quel paludone che lo rendono appetibile per uno studio "importante": tanti esemplari, facilmente accessibili, vistosamente diversi, ottimo cous cous quando uno finisce di lavorare etc...
Buona notte stefano
PS non oso ritornare a parlare di turdus, ma pure quella storia di una specie del mar rosso che si trova bene solo in due-tre di spiaggette di Djerba (forse quattro ma non cinque) e basta mica mi è tanto chiara.
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mitra
Utente Senior
Città: copertino
Prov.: Lecce
Regione: Puglia
1458 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 27 luglio 2009 : 23:37:42
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| Messaggio originario di Ermanno:
...turbinoides ? .. confronta.
Ermanno
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Grazie, confronterò
X Stefano: Purtroppo non ho avuto detrito ma solo 4-5 specie, quindi non ho potuto appurare la grande quantità di esemplari e quant'altro dici nel post (che fa sbavare ) .
Daniele |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 28 luglio 2009 : 13:57:09
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| Messaggio originario di raphitoma: Come gli ormai non pochi (mi sembra di capire) possessori di detrito tunisino hanno chiaro...
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In qualità di membro dei pochi (mi sembra di capire) non possessori di detrito tunisino faccio appello al buon cuore dei tanti, nella speranza che qualcuno voglia liberarsi di qualche eccedenza molesta
Ciao, Andrea |
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francesca rosati
Utente Senior
Città: Roma
1003 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 28 luglio 2009 : 15:15:40
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| Messaggio originario di raphitoma:
Chissà che volevo dire in questo post? probabilmente è che se facessi il malacologo di professione, considererei il paludone che va da Djerba alle Kerkennah una meravigliosa opportunità per riuscire a capire meglio di cosa si parla quando si parla di specie. Ci sono molte caratteristiche in quel paludone che lo rendono appetibile per uno studio "importante": tanti esemplari, facilmente accessibili, vistosamente diversi, ottimo cous cous quando uno finisce di lavorare etc...
Buona notte stefano
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due domande profane: da quale ipotesi si partirebbe per uno studio del genere? quali sono i pezzi del DNA che consentono la riproduzione di organismi fecondi?
francesca |
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oliv
Utente Senior
Città: Livorno
Prov.: Livorno
Regione: Toscana
607 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 28 luglio 2009 : 17:59:56
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La piccola dimesione la colorazione a macchiette chiare la foto un po' inclinata , mah.... potrebbe far pensare a qualsiasi specie. Secondo me non dovrebbe essere G. turbinoides , somiglia molto a G. ardens var. subcincta , specie diffusa per il golfo del Gabes. Oliv. |
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