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Stefano Tasca
Utente V.I.P.

Città: Crespano del Grappa
Prov.: Treviso

Regione: Veneto


441 Messaggi
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Inserito il - 04 giugno 2009 : 09:19:25 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Buongiorno a tutti,
volevo chiedere un parere ai tanti esperti del forum...
Nel versante trevigiano del Monte Grappa è comparso da circa 5/6 anni il Muflone, che è andando aumentando fino a costituire un piccolo nucleo di non precisata entità (non si fanno censimenti).
La Provincia di Treviso, contrariamente alle province confinanti Belluno e Vicenza, è partita fin da subito con un programma di eradicazione di questo ungulato, che avrebbe dovuto concludersi nel giro di due anni.
Personalmente ho forti perplessità sull'opportunità di un tale drastico intervento.
Mi piacerebbe conoscere il parere degli iscritti al forum.
Grazie per l'attenzione
Stefano Tasca

Modificato da - Flavior in Data 05 ottobre 2010 23:45:57

pigrofalco
Utente Junior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


72 Messaggi
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Inserito il - 04 giugno 2009 : 12:44:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Condivido la tua perplessità, eradicare una specie verosimilmente sulla base della capacità biotica presunta dell'area è a mio avviso plausibile quanto tirarsi su per la cravatta dopo essersi buttati dalla finestra : ci si aggrappa cioè ad un dato quanto mai convenzionale nel senso di vago, vario, mutevole e pressochè inaffidabile come la capacità biotica per desumerne un altro in modo deterministico.Questo appare folklore più di quanto non sia scienza gestionale, biologia gestionale.

E' un pò quello che succede al daino in certi distretti della provincia di Firenze, dove la capacità biotica dell'area, equivalente alla capacità di rimborsare i produttori di 'chianti', indicherebbe come via ineludibile la eradicazione della specie, col presupposto scientifico per cui il daino sarebbe specie alloctona essendo stato introdotto dall'uomo forse da solo due millenni..

non si capisce che anche volendo fare affidamento su parametri farlocchi come 'capacità biotica', a parità di tale capacità un'area è più biodiversificata e quindi ricca se accoglie 3 o 4 specie invece di due.Con una caccia di selezione oculata e chirurgica sarebbe già oggi possibile ridurre magari le specie capriolo e cervo per rendere plausibile la presenza anche di muflone e daino in modo più esteso sul territorio nazionale nella aree vocate.
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cedrone
Utente Senior

Città: territori della magnifica comunità di fiemme
Prov.: Trento

Regione: Trentino - Alto Adige


547 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 giugno 2009 : 19:55:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Stefano Tasca:

Buongiorno a tutti,
volevo chiedere un parere ai tanti esperti del forum...
Nel versante trevigiano del Monte Grappa è comparso da circa 5/6 anni il Muflone, che è andando aumentando fino a costituire un piccolo nucleo di non precisata entità (non si fanno censimenti).
La Provincia di Treviso, contrariamente alle province confinanti Belluno e Vicenza, è partita fin da subito con un programma di eradicazione di questo ungulato, che avrebbe dovuto concludersi nel giro di due anni.
Personalmente ho forti perplessità sull'opportunità di un tale drastico intervento.
Mi piacerebbe conoscere il parere degli iscritti al forum.
Grazie per l'attenzione
Stefano Tasca


Spesso si parla di muflone come la peste bubbonica....a torto e comunque un animale superbo anche in provincia di TN si parlava di eradicazione della specie ora si e visto che ,vero il muflone mangia erba anche lui ma spesso alleggerisce la pressione venatoria su alcune speci autoctone quindi perche ...eradicarli? meglio gestirli
ciao

cedrone
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Stefano Tasca
Utente V.I.P.

Città: Crespano del Grappa
Prov.: Treviso

Regione: Veneto


441 Messaggi
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Inserito il - 04 giugno 2009 : 20:08:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' incredibile come con la comparsa di questo ungulato, arrivato da Province limitrofe, in pochissimi anni (2/3) le modalità di prelievo venatorio siano immediatamente migliorate, passando da modalità assolutamente predatorie e irrazionali, ad una caccia di selezione molto seria e rigidamente condotta, annullando quasi la pressione su specie che stavano soffrendo, come il Capriolo.

Si è quindi avverato quello che il grandissimo Franco Perco sosteneva nel suo "Il Muflone" pubblicato, se non sbaglio, in un'altra era: anni 70.

Eppure niente da fare, nonostante i danni siano meno di zero e le evidenze positive moltissime, sembra che sia arrivata una piaga biblica e si procede con piani di prelievo esorbitanti perfino senza fare alcun censimento (anche la conoscenza sarà eradicata?).

Vi ringrazio, non mi spiacerebbe avere qualche parere anche favorevole a questo tipo di interventi, in modo da capire quale sia la ratio della cosa.
Ciao e grazie
Stefano Tasca
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4965 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 giugno 2009 : 20:54:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di pigrofalco:
..... non si capisce che anche volendo fare affidamento su parametri farlocchi come 'capacità biotica', a parità di tale capacità un'area è più biodiversificata e quindi ricca se accoglie 3 o 4 specie invece di due.Con una caccia di selezione oculata e chirurgica sarebbe già oggi possibile ridurre magari le specie capriolo e cervo per rendere plausibile la presenza anche di muflone e daino in modo più esteso sul territorio nazionale nella aree vocate.


Se questo pensiero vuol dire che si potrebbero cacciare specie sicuramente autoctone come cervo e capriolo, ... per lasciare un po' più di spazio a quelle alloctone ... così da aumentare la biodiversita .... non condivido assolutamente!!
Eradicazione è un termine che non mi piace, ... di difficile attuazione e sicuramente (se possibile) da evitare; si possono però verificare situazioni nelle quali (per la salvaguardia di specie autoctone minacciate) si renda necessario perseguirla.
Ciaoo.

P.s.1 Aggiungo che, o non ho capito nulla io .... o qualcosa mi sfugge! ... per aumentare la biodiversità quindi è sufficiente introdurre altre specie!? ..... proponiamolo allora, .... introduciamo oltre al visone americano, alla nutria, allo scoiattolo grigio, ... ecc ecc ecc .... anche il cervo coda bianca, .... magari il Wapiti ... o l'alce, .... se ci sono poche risorse trofiche, magari si può abbattere qualche cervo o capriolo.

P.s.2 .. ci sono alcuni termini che non mi sono molto chiari; ... chiederei quindi qualche lume sul significato di "caccia di selezione chirurgica" (quella che conosco io non è neppure "farmacologica") ... magari con MP ... visto il tema un po' scabroso!

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albill
Utente Senior

Città: Poncarale
Prov.: Brescia

Regione: Lombardia


640 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 giugno 2009 : 23:11:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
condivido il pensiero di Luciano, la ricchezza della biodiversità nn dipende da un numero di specie inserite fuori contesto, pechè queste con tutta probabilità la diminuirebberro anziche aumentarla, è la complessità dell'ecosistema che va tutelata (ovviamente anche con azioni mirate alle singole specie).

Il muflone se lo si intende come un parafulmine che devia la pressione venatoria di altre specie ha forse un significato, e mi piacerebbe che qualcuno più competente di me in materia sviscerasse; però una sua itroduzione dove nn c'è mai stato, per il solo gusto di avercelo nn ha senso, a questo punto facciamo come in Inghilterra con i loro cervidi asiatici (molto carini).....

Alberto

Modificato da - albill in data 04 giugno 2009 23:14:14
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Stefano Tasca
Utente V.I.P.

Città: Crespano del Grappa
Prov.: Treviso

Regione: Veneto


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Inserito il - 05 giugno 2009 : 08:29:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sì, condivido anch'io il pensiero di Luciano, sicuramente il problema dell'alloctonia è grave e va affrontato...
Però parliamo di un animale presente da molti decenni in quasi tutta Europa, e in molte parti d'Italia, la cui presenza sembrerebbe avere anche effetti positivi sulla biocenosi nel suo complesso.
Ha un senso insistere su una dannosità probabilmente inesistente in ambienti in cui già tutto è dannoso? Il capriolo (diffonde le zecche e disturba la caccia alla lepre), il cinghiale, il Camoscio (dove c'è fanno i parchi), la volpe, tutti i corvidi, compresi i gracchi, tutti i rapaci, tutti i rettili, perfino il cuculo (distruttore di nidiate!!!!!).
A me sembrano interventi che hanno pesanti effetti negativi in termini pedagogici, che ricadono poi su tutte le specie, mentre i fatti dimostrano che una gestione oculata di queste risorse può portare grandi benefici.
Ciao
Stefano Tasca
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pigrofalco
Utente Junior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 05 giugno 2009 : 11:05:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Luciano54:
Se questo pensiero vuol dire che si potrebbero cacciare specie sicuramente autoctone come cervo e capriolo, ... per lasciare un po' più di spazio a quelle alloctone ... così da aumentare la biodiversita .... non condivido assolutamente!!
Eradicazione è un termine che non mi piace, ... di difficile attuazione e sicuramente (se possibile) da evitare; si possono però verificare situazioni nelle quali (per la salvaguardia di specie autoctone minacciate) si renda necessario perseguirla.

Dico semplicemente che il muflone non è alloctono , diversamente non vedo come potrebbe essere inserito da decenni nella lista delle specie in pericolo di estinzione in Italia, lista ribadita proprio nella giornata mondiale della biodiversità il 22 maggio scorso :
Link


P.s.1 Aggiungo che, o non ho capito nulla io .... o qualcosa mi sfugge! ... per aumentare la biodiversità quindi è sufficiente introdurre altre specie!? .....

Il rischio dell'introduzione di specie 'diverse' nel senso di alloctone, aliene o esotiche è ovviamente quello dello 'stravolgimento' dell'ecosistema quando non della distruzione dello stesso.Ora, a parte che sul concetto di biodiversità potremmo disquisire mesi e mesi......in quanto il medesimo è il solito portato culturale, alias dato fortemente antropocentrico, è altrettanto ovvio che a parità di capacità biotica, e quindi a capacità biotica mantenuta e NON stravolta , una maggiore ricchezza di specie a carico di uno stesso ecosistema equivale certamente a biodiversità (biological diversity).

proponiamolo allora, .... introduciamo oltre al visone americano, alla nutria, allo scoiattolo grigio, ... ecc ecc ecc .... anche il cervo coda bianca, .... magari il Wapiti ... o l'alce, .... se ci sono poche risorse trofiche, magari si può abbattere qualche cervo o capriolo.

diciamo quindi che questa tua considerazione è alloctona rispetto al contesto ecologico-dialettico sul quale insistevo io


P.s.2 .. ci sono alcuni termini che non mi sono molto chiari; ... chiederei quindi qualche lume sul significato di "caccia di selezione chirurgica" (quella che conosco io non è neppure "farmacologica") ... magari con MP ... visto il tema un po' scabroso!

senza perorare nè screditare la caccia come causa più o meno necessaria, più o meno degna in sè, la caccia di selezione è 'chirurgica' per definizione, ove operi appunto una selezione nei 'prelievi' da effettuare secondo determinati criteri, presuntamente scientifici, più o meno scientifici, proprio a partire dai censimenti, come ho spiegato nell'altra discussione.Metodi di censimento faunistico migliori di quelli fin qui in uso permetterebbero una gestione senza dubbio migliore, ma oggi già possibile, di più specie compresenti sulla medesima area, senza necessità di eradicare e con arricchimento genetico, specifico ed ecosistemico.
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forestry
Utente V.I.P.


Città: Vicenza

Regione: Veneto


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Flora e Fauna

Inserito il - 05 giugno 2009 : 11:50:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di pigrofalco:

Dico semplicemente che il muflone non è alloctono , diversamente non vedo come potrebbe essere inserito da decenni nella lista delle specie in pericolo di estinzione in Italia, lista ribadita proprio nella giornata mondiale della biodiversità il 22 maggio scorso :





Gentilmente ti chiedo di spiegarmi perchè il muflone non è alloctono nelle Alpi.
Se una specie è presente in Sardegna (quindi in Italia è autoctono) e viene introdotta sul Grappa, in questa zona, essendo sempre Italia, è ancora autoctona? Non direi. Alcuni decenni di presenza provocata dall'uomo possono voler dire che una specie è autoctona?Io credo di no, personalmente considero alloctona anche la Robinia pseudoacacia, presente da più di qualche decennio.



"Per quanto riguarda più in particolare l'arco alpino, la presenza della specie è legata in via esclusiva ad operazioni di introduzione iniziate a partire dagli anni '55-60 e concentratesi soprattutto negli anni '70 ed '80."

Fonte: Ministero dell'Ambiente, Iconografia dei mammiferi d'Italia.

Messaggio originario di pigrofalco:

ovvio che a parità di capacità biotica, e quindi a capacità biotica mantenuta e NON stravolta , una maggiore ricchezza di specie a carico di uno stesso ecosistema equivale certamente a biodiversità (biological diversity).



La mia domanda allora è: l'introduzione (perchè di questo si tratta) del muflone mantiene la capacità biologia o la stravolge?
E come è l'impatto sulle specie autoctone, o meglio sulle specie già presenti?
Ci sarebbero altre cose che vorrei dire ma meglio sorvolare, visto che sono argomenti già affrontati.

Ciao a tutti buona giornata!


non si produce più per consumare si consuma per produrre
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

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Flora e Fauna

Inserito il - 05 giugno 2009 : 12:34:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Condivido in toto la risposta di Forestry (al quale faccio i complimenti per la chiarezza e arguzia dimostrate) .... aggiungo solo per Stefano che alcune considerazioni sue sono piuttosto "agghiaccianti" ...

Messaggio originario di Stefano Tasca:
.... Il capriolo (diffonde le zecche e disturba la caccia alla lepre), il cinghiale, il Camoscio (dove c'è fanno i parchi), la volpe, tutti i corvidi, compresi i gracchi, tutti i rapaci, tutti i rettili, perfino il cuculo (distruttore di nidiate!!!!!).


... credo che questa serie di considerazioni si commenti da sola ... ma stai scherzando o cosa?? ... il capriolo è dannoso perchè "disturba la caccia alla lepre"???? .... tutti i rapaci e i rettili sono dannosi a cosa????? ...
Ciao.

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Stefano Tasca
Utente V.I.P.

Città: Crespano del Grappa
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Inserito il - 05 giugno 2009 : 13:24:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Scusami,
mi hai completamente frainteso, forse è colpa mia, ma sono argomenti complessi e se uno approfondisce va a finire che posta un trattato, non un messaggio.

Con quell'elenco mi riferivo esclusivamente ad una serie di idee che sono purtroppo molto diffuse, un pò per malafede un pò per ignoranza. Basta frequentare ambienti che non siano quelli accademici per sentire come siano tuttora radicate in molte persone. Idee, mi sembrava ovvio ma forse non lo era, che sono completamente prive di qualsiasi fondamento, e come dici tu "agghiaccianti".

Ero quindi perplesso sul fatto che la comparsa di questo alloctono, neppure tanto alloctono visto che la sua origine potrebbe essere proprio continentale, potesse servire come volano pedagogico e formativo (miglioramento delle pratiche venatorie e gestionali), piuttosto che come rinforzo del concetto di "dannoso", cosa di cui non si sente certo il bisogno.

Spero ora di aver chiarito, altrimenti riprovo.
Ciao
Stefano Tasca


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pigrofalco
Utente Junior

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Prov.: Firenze

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Inserito il - 05 giugno 2009 : 13:58:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di forestry:
Gentilmente ti chiedo di spiegarmi perchè il muflone non è alloctono nelle Alpi.
Se una specie è presente in Sardegna (quindi in Italia è autoctono) e viene introdotta sul Grappa, in questa zona, essendo sempre Italia, è ancora autoctona? Non direi. Alcuni decenni di presenza provocata dall'uomo possono voler dire che una specie è autoctona?Io credo di no, personalmente considero alloctona anche la Robinia pseudoacacia, presente da più di qualche decennio.

La provocazione è sul concetto di alloctonia, appare evidente come il medesimo sia fin troppo una funzione della variabile tempo, il muflone è sì alloctono (ma naturalizzato) sulle alpi - il che vuol dire che l'interazione con le altre specie presenti è già stata studiata, Ramanzin, Apollonio e Boggiato hanno osservato già 10 anni fa possibilità di competizione solo con camoscio, gestibile con prelievo selettivo - ma al tempo stesso presente in tutte le liste di specie a rischio estinzione di wwf e onu da 30 anni, per quanto riguarda l'Italia .Tale 'schizofrenia' dovrebbe far riflettere sulla elasticità del concetto di alloctonia e cmq sulla necessità di integrarlo con osservazioni specifiche a carico dei singoli ecosistemi coninvolti.


La mia domanda allora è: l'introduzione (perchè di questo si tratta) del muflone mantiene la capacità biologia o la stravolge?

la mantiene non essendo la specie aggressiva dal punto di vista del trofismo ambientale.Per le ricerche sul campo ti rimando ancora a ramanzin e apollonio.
La domanda che faccio a mia volta è: se non gestissimo cervo e capriolo ad ex., per riferirsi a specie autoctone, la capacità biotica sarebbe stravolta o no?



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pigrofalco
Utente Junior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 05 giugno 2009 : 18:49:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di pigrofalco:
[..] Ramanzin, Apollonio e Boggiato hanno osservato già 10 anni fa possibilità di competizione solo con camoscio, gestibile con prelievo selettivo..


correggo il refuso in Foggiato (Barbara)!
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

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Flora e Fauna

Inserito il - 05 giugno 2009 : 20:25:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Stefano Tasca:
.... mi hai completamente frainteso, forse è colpa mia ....


No no, .... ho riletto il tuo post ... ed è esclusivamente colpa mia ... non ho inquadrato il fatto che l'eleco era riferito ad modo comune di pensare ... e non al tuo modo di pensare! ... scusami di nuovo! (a dimostrazione che la fretta è una cattiva consigliera)
Continuo a ritenere quantomeno strano l'atteggiamento di Pigrofalco .... che bolla come "farlocchi" tutti gli studi e i metodi di censimento che non soddisfano le sue aspettative, ... salvo poi citare come verità assoluta uno studio addirittura sulla interazione con le altre specie ....
Messaggio originario di pigrofalco:
l'interazione con le altre specie presenti è già stata studiata, Ramanzin, Apollonio e Boggiato hanno osservato già 10 anni fa possibilità di competizione solo con camoscio, gestibile con prelievo selettivo ....


.. di una specie presente solo da alcuni decenni .... non solo!!! ... si indica anche la cura per "gestire" questa competizione .... che guarda caso .. è il prelievo selettivo! In questo caso lo studio non è farlocco .... ma probabilmente molto attendibile ... e sicuramente a prescindere dalle metodologie di censimento utilizzate!
Ciaoo.


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forestry
Utente V.I.P.


Città: Vicenza

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Flora e Fauna

Inserito il - 05 giugno 2009 : 21:57:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Concordo nel definire l'alloctonia una funzione del tempo, ma naturalizzato non è in ogni caso equivalente ad autoctono.
Consideriamo il muflone come naturalizzato, ma l'ambiente come ha reagito a questa presenza mai presente prima?
In più se fosse arrivato da solo allora è un conto, il fatto è che ce lo ha portato l'uomo..
L'interazione con le altre specie non è ancora stata BEN studiata, lo stesso Ramanzin dice che i dati sono molto scarsi e che si posson solo fare delle supposizioni ancora, in quanto bisogna studiare ancora il fenomeno:
DA quel che so Ramanzin ha studiato una zona (Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi) dove sono presenti entrambi e lo studio riguardava una possibile interazione col camoscio coi risultati:

"per ora si può dire che:
le interazioni avvengono solo in estate, il muflone in inverno scende molto più a fondovalle;
C'è una separazione spaziale, ma non si sa ancora bene se dovuta a diverse ricerche di habitat o se ad esclusione reciproca (e in questo caso non si sa chi è il dominante); la sovrapposizione trofica può essere elevata; negli ambienti alpini è più adattato il camoscio (mi verrebbe da dire: ovviamente); ogni situazione va valutata caso per caso"


Poi non so se sono state studiate possibili interazioni con altre specie, magari si e sono state escluse, ma questo punto lo ignoro e se tu ne sei al corrente son qui per imparare

Messaggio originario di pigrofalco
presente in tutte le liste di specie a rischio estinzione di wwf e onu da 30 anni, per quanto riguarda l'Italia

Si vabbè ma scusa se una specie è a rischio di estinzione e vive in determinate zone allora per salvarla la introduciamo in zone dove non c'entra proprio niente? non credo!

Il sopravvivere e naturalizzarsi non contano, una specie in un ambiente diverso può benissimo adattarsi ma comunque non è nel suo ambiente e può portare modificazioni ad esso. Però allora qualcuno parla di incremento di biodiversità e magari anche miglioramento dell'ambiente? in base a cosa? Solo perchè c'è una specie in più? Magari nello stesso tempo sono scomparse 20 specie di insetti o chissà cosa (dovuto o meno al muflone) e noi non lo sappiamo, l'ambiente non è migliorato nonostante una specie in più.


Poi continui a parlare di gestione con prelievo selettivo, dando una giustificazione ambientalista direi, cioè la salvaguardia di una specie a rischio(che li a rischio non è per le motivazioni già esposte)...Forse ho capito male ma.. allora per poter "salvare" il muflone bisogna aumentare la quota di camosci cacciabili in modo che ci siano abbastanza risorse per mantenere entrambe le popolazioni?

Sta diventando un papiro quindi libero il campo ad altri interventi
ciao notte

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cedrone
Utente Senior

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Regione: Trentino - Alto Adige


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Flora e Fauna

Inserito il - 06 giugno 2009 : 12:37:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
questa discussione comincia a piacermi

cedrone
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Stefano Tasca
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Inserito il - 06 giugno 2009 : 14:08:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Scusate se continuo a pungolare...

allora, mi sembra si possa confermare che il Muflone è uno di quei rarissimi casi in cui un alloctono (sempre che di alloctono si tratti) non ha un impatto gravemente negativo sulla biocenosi in cui viene inserito. O almeno il suo impatto negativo è lieve e tale da poter essere controllato. La sua presenza in gran parte dell'Europa da decine di anni confermerebbe questo, almeno fino a quando non ci saranno evidenze contrarie.

Si è anche visto come la sua presenza possa avere un effetto positivo su tutta una serie di variabili, per lo più collegate alla pratica venatoria, che poi hanno a loro volta una ricaduta positiva anche su altre specie, magari più importanti da un punto di vista conservazionistico; è invece l'eradicazione in sè ad avere effetti negativi in termini pedagogici e di sensibilità faunistica, ma non solo, questo sì un danno per la biocenosi.

Rimane ancora irrisolta la questione: può essere l'eradicazione di questa specie un errore biologico?
Ciao
Stefano Tasca

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Luciano54
Moderatore


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Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


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Flora e Fauna

Inserito il - 06 giugno 2009 : 15:49:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Stefano Tasca:
..... mi sembra si possa confermare che il Muflone è uno di quei rarissimi casi in cui un alloctono (sempre che di alloctono si tratti) non ha un impatto gravemente negativo sulla biocenosi in cui viene inserito. O almeno il suo impatto negativo è lieve e tale da poter essere controllato ....


Chi .... lo dice??

Messaggio originario di Stefano Tasca:
Si è anche visto come la sua presenza possa avere un effetto positivo su tutta una serie di variabili, per lo più collegate alla pratica venatoria, che poi hanno a loro volta una ricaduta positiva anche su altre specie, magari più importanti da un punto di vista conservazionistico ....


Dove si è visto ... e di nuovo chi lo dice????

Cito un "passaggio" di un poster presentato al VI Congresso Italiano di Teriologia da Alessandra Gagliardi, Adriano Martinoli e Guido Tosi; il titolo era "Un berbero in Lombardia: il caso dell'ammotrago, Ammotragus lervia, Bovidae, Artiodactyla, in provincia di Varese"

.... Nonostante la maggior parte delle specie che vengono immesse in contesti ambientali differenti dall'originario siano destinate a non insediarsi stabilmente, per diverse motivazioni (demografiche, ecologiche, ...), in molti casi gli effetti dell'introduzione hanno ripercussioni negative sugli ecosistemi naturali, arrecando danni a livello economico e ambientale. Il monitoraggio dei nuclei acclimatati o naturalizzati di specie alloctone, con particolare attenzione a distribuzione e tendenza demografica, è fondamentale per definire idonee strategie di intervento. In Lombardia le specie segnalate di Mammiferi esotici sono attualmente 12: coniglio selvatico, silvilago, scoiattolo grigio, topo domestico, ratto nero, ratto delle chiaviche, nutria, procione, visone americano, daino, muflone, ammotrago.


A buoni intenditori .... poche citazioni! ..... (sto cercando come un matto)
Ciaoo.

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forestry
Utente V.I.P.


Città: Vicenza

Regione: Veneto


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Flora e Fauna

Inserito il - 06 giugno 2009 : 17:03:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Stefano Tasca
allora, mi sembra si possa confermare che il Muflone è uno di quei rarissimi casi in cui un alloctono (sempre che di alloctono si tratti) non ha un impatto gravemente negativo sulla biocenosi in cui viene inserito. O almeno il suo impatto negativo è lieve e tale da poter essere controllato.

Concordo con Luciano e non giungo alla tua stessa conclusione.
Al massimo arrivo a dire che ancora troppo poco si sa per quantificare il suo impatto (negativo(/positivo) e quanto appunto).
Possiamo supporre che un minimo di danno inteso come modificazioni dell'ambiente ci sia stato, una specie nuova in un ambiente comunque è soggetta ad adattamento ma (bruttissima questa mia frase) fa adattare anche l'ambiente a sè stessa.

Per me l'errore biologico è stata l'introduzione.
Al momento in cui si eradica la specie si pone rimedio a tale errore. Finche siamo in tempo possiamo anche pensare di attuare un piano del genere, tra tot anni assolutamente no.


Che poi la maggior parte degli aspetti positivi sia concentrato su aspetti faunistico venatori, beh allora non lo commento.

Se poi non si riesce nell'eradicazione, allora bisogna vedere come vogliamo relazionarci alla sua presenza e alle interazioni del muflone con l'ambiente che lo ospita, sia con interventi gestionali che non.
Resto comunque scettico sulla riuscita del piano senza una collaborazione con le altre province, in quanto gli animali si sposteranno dove non viene cacciato quindi un nucleo riproduttivo sarà comunque presente.

Ciao buon pomeriggio


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Tetrao
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Prov.: Sondrio

Regione: Lombardia


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Flora e Fauna

Inserito il - 06 giugno 2009 : 18:04:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
A me invece,non so perchè,l'argomento non attrae granchè!

Condivido la relatività del concetto di alloctonia,ma mi pare più importante concentrarsi sulle specie autoctone o di insediamento naturale,alcune a volte in difficoltà!

Estremizzando anche il Gipeto che attualmente nidifica sulle Alpi non è autoctono ed i riproduttori sono stati presi un pò quà e un pò là!

Però nessuno si lamenta e anzi son tutti contenti!

Vero è che dannoso o no,utile o no fin quasi al '900 volava sulle Alpi,quindi è stato giusto se possibile reintrodurlo,a mio parere!

Il Muflone invece non merita secondo me tutte le Vostre attenzioni,le merita negli areali originari!Con un bel dubbio se la Sardegna vi appartenga!

Ben pochi piangerebbero dell'assenza del Muflone tra la fauna Alpina!


Non trovo giustificata tutta la preoccupazione pedagogica di Stefano,Noi italiani ci accorgiamo di ben poco,se non istigati e anche quando la cosa ci impressiona abbiamo poi la memoria molto corta!

Personalmente li ho cercati anche nella mia provincia,c'è un piccolo nucleo,in una riserva privata,che non mi pare dia problemi e sia molto restia ad espandersi!

Modificato da - Tetrao in data 06 giugno 2009 18:09:31
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cedrone
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Inserito il - 06 giugno 2009 : 19:52:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Tetrao:

A me invece,non so perchè,l'argomento non attrae granchè!

Condivido la relatività del concetto di alloctonia,ma mi pare più importante concentrarsi sulle specie autoctone o di insediamento naturale,alcune a volte in difficoltà!

Estremizzando anche il Gipeto che attualmente nidifica sulle Alpi non è autoctono ed i riproduttori sono stati presi un pò quà e un pò là!

Però nessuno si lamenta e anzi son tutti contenti!

Vero è che dannoso o no,utile o no fin quasi al '900 volava sulle Alpi,quindi è stato giusto se possibile reintrodurlo,a mio parere!

Il Muflone invece non merita secondo me tutte le Vostre attenzioni,le merita negli areali originari!Con un bel dubbio se la Sardegna vi appartenga!

Ben pochi piangerebbero dell'assenza del Muflone tra la fauna Alpina!


Non trovo giustificata tutta la preoccupazione pedagogica di Stefano,Noi italiani ci accorgiamo di ben poco,se non istigati e anche quando la cosa ci impressiona abbiamo poi la memoria molto corta!

Personalmente li ho cercati anche nella mia provincia,c'è un piccolo nucleo,in una riserva privata,che non mi pare dia problemi e sia molto restia ad espandersi!


quoto il pensiero non ritengo un problema la presenza o no del muflone qui in Val di Fassa dagli anni 70 e presente una nutrita popolazione di questo ungulato ...trattato spesso con disprezzo perche non autoctono ma ....in fondo per il momento non porta via spazio a nessuno...questo intendevo con il mio post in piu risolve altri piccoli problemi di cui io te ad alcuni altri siamo a conoscenza.......ciao

cedrone
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