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 La morfologia Pollinica
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Daleo
Moderatore

Città: Reggio Calabria

Regione: Calabria


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Inserito il - 30 marzo 2009 : 12:47:20 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

E'grazie alle dimensioni, alla forma, alle varie sculturazioni della parete esterna (esina) che possiamo andare a compiere un’identificazione delle varie specie polliniche, con un’accuratezza tale che in moltissimi casi ci permette di arrivare a distinguere le varie specie in un singola famiglia.
La prima questione che si deve affrontare ancor prima di parlare della morfologia vera e propria del granulo è il concetto di polarità. Si intende per polarità la posizione del granulo pollinico all’interno della tetrade ovvero prima che venga liberato come entità singola. Per chiarire meglio questo concetto bisogna avere chiari i termini di asse polare, poli, faccia prossimale e faccia distale.

Immagine:
La morfologia Pollinica
4,13 KB

La faccia prossimale è la superficie del granulo pollinico che è rivolta verso il centro della tetrade, mentre la faccia distale è quella che si rivolge verso l’esterno in opposizione alla precedente. La linea congiungente le due facce viene definita asse polare, mentre l’asse equatoriale è perpendicolare al primo e si trova lungo appunto l’equatore del granulo pollinico. I pollini dunque grazie alle definizioni che abbiamo appena dato possono essere distinti in :
1. Isopolari, che sono formati da due uniti perfettamente identiche ma è pur sempre possibile identificare i due poli.
2. Eteropolari, che sono costituite da due metà asimmetriche.
3. Apolari, se dopo lo scioglimento della tetrade non è più possibile andare ad identificare i due poli.
Un altro concetto essenziale per lo studio della morfologia ma che accenneremo solamente è sicuramente quello di simmetria; e anche questo parametro dipende da come erano disposti i granuli all’interno della tetrade. Il granulo infatti può essere simmetrico o meno frequentemente asimmetrico.
Un parametro di fondamentale importanza è invece la forma del granulo. Nella maggior parte dei casi la forma pollinica è compresa tra la sferica e l’ovoidale, ma esistono numerose altre forme.

Immagine:
La morfologia Pollinica
73,31 KB

A seconda del valore assunto tra l’asse polare (P) e il diametro (E) i granuli vengono designati secondo lo schema seguente:
Forma P/E
Oblato 4/8 – 6/8 = 0,50 – 0,75
Subsferoidale 6/8 – 8/6 = 0,75 – 1,33
Suboblato 6/8 – 7/8 = 0,75 – 0,88
Sferoidale 7/8 – 8/7 = 0,88 – 1,14
Subprolato 7/8 – 8/6 = 1,14 – 1,33
Prolato 8/6 – 8/4 = 1,33 – 2,00
Perprolato #61656; 8/4 = 2,00

Le diverse sculturazioni che si riconoscono all’esterno del granulo pollino sono il risultato della sexina la parte più esterna dell’esina e rappresentano insieme alla forma e alla dimensione la caratteristica più importante che ci consente di riconoscere le varie specie .

Immagine:
La morfologia Pollinica
4,5 KB

Nelle Angiosperme il polline risulta di tipo columellato in alcune famiglie, vale a dire che dallo strato di nexina si dipartono delle estroflessioni bastoncellari che vengono definite columelle o baculum (bacula). Le columelle fanno parte della sexina ovvero lo strato più esterno dell’esina. Queste strutture sorreggono un ulteriore strato che prende il nome di tectum che può essere perforato, continuo o sculturato in maniera caratteristica. Il tectum dunque permettere di distinguere tre tipi di granuli:
1. Granuli tectati dove il tectum si presenta completo.
2. Granuli semitectati dove il tectum si presenta con ampie perforazione e non completo su tutta la superficie.
3. Granuli intectati dove il tectum è completamente assente.
Quando il tectum è presente in maniera continua (quindi granuli tectati) può presentarsi completamente liscio andando a definire una superficie psilata e dunque il granulo verrà definito psilato o liscio; o presentare dei processi di vario tipo:

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La morfologia Pollinica
133,49 KB

(1)Spinae, (2)Spirulae, (3)Bacula, (4)Verrucae, (5)Gemmae, (6)Pilae, (7)Clavae.
Alcune volte possono apparire sulla superficie del granulo delle escrescenze definite scabre. In alcuni granuli semitectati le estremità della columelle si connettono in maniera tale da andare a formare una sorta di reticolo. Le pareti del reticolo vengono chiamate muri e gli spazi da essi delimitati lumina.
I disegni esterni che i vari processi formano sulla superficie dell’esina ci consentono di identificarne diversi tipi:

Immagine:
La morfologia Pollinica
84,31 KB

Psilata: la superficie del granulo pollinico si presenta completamente liscia. E’ il caso delle Cupressaceae.
Scabrata o Granulata: la superficie del granulo si presenta con sculturazioni più o meno isodiametriche.
Rugulata: la superficie del granulo ha elementi di proiezione allungati e irregolarmente distribuiti.
Striata: caratterizzata dal fatto che gli elementi di proiezione sono allungati e più o meno longitudinalmente paralleli.
Reticolata: dove gli elementi di proiezione formano una sorta di rete.
Verrucata: dove gli elementi di proiezione sono alti tanto quanto larghi.
Faveolata: con superficie perforata e i cui pori sono maggiori di un micron di diametro.
Echinata: con elementi di proiezione a forma di spina.


Le aperture dei granuli e la grandezza sono altri due parametri che ci consentono di identificare le varie specie. Cominciamo ad parlare delle aperture. La maggior parte dei granuli pollinici può presentare due tipi di aperture:
1) I pori
Oppure,
2) I colpi

Immagine:
La morfologia Pollinica
53,02 KB

I primi come indica il nome stesso non sono altro che dei “semplici” fori sulla superficie del granulo. I secondi invece, i colpi, non sono altro che dei “solchi” tracciati longitudinalmente dal polo prossimale al polo distale nella maggior parte dei casi. In prossimità delle aperture la componente esinica è ridotta cosi da consentire un facile collegamento tra l’interno del granulo e l’ambiente esterni.
Le aperture assolvono a tre importanti funzioni:
1) Funzione germinativa: è attraverso le aperture infatti che il tubetto pollinico fuoriesce dal granulo.
2) Funzione armomegatica: che consente al granulo di variare il proprio volume in base all’idratazione.
3) Funzione di riconoscimento: tra il granulo e lo stimma.
I granuli pollinici dunque possono essere suddivisi in base al numero e alla posizione e alle caratteristiche delle loro aperture.




Ciao,
Francesco

Daleo
Moderatore

Città: Reggio Calabria

Regione: Calabria


2028 Messaggi
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Inserito il - 30 marzo 2009 : 12:48:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
...le immagini naturalmente non sono mie, ma solo il contenuto.

Ciao,
Francesco
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sapiens
Utente Senior

Città: valeggio sul mincio VR


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Inserito il - 30 marzo 2009 : 22:42:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Daleo



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erika
Utente V.I.P.

Città: Quartu S.E.
Prov.: Cagliari

Regione: Sardegna


237 Messaggi
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Inserito il - 01 giugno 2009 : 19:53:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
grazie daleo per tutte le spiegazioni, ho visto solo ora questa sezione e sto scoprendo un sacco di discussioni interessanti!!
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