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 Dubbio sulla tassonomia
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Carabus
Utente Senior


Città: Sciara
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


831 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 22 ottobre 2008 : 19:01:33 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Salve
Consultando diverse pubblicazioni scientifiche soprattutto entomologiche mi è sorto un dubbio:
ogni volta che un naturalista descrive una nuova specie, o fa una revisione tassonomica su un gruppo individuando sinonimie o splittando alcune specie, e ovviamente le pubblica su una rivista scienifica, da quel momento quelle specie entrano direttamente nel catalogo ufficiale (non so se dice così ) delle specie oppure un organismo super partes (ICZN?) deve prima ratificarle?

insomma mi è venuta l'immagine di un naturalista matto (o megalomane)che descrive decine e decine di specie magari senza troppe indagini o su un solo esemplare tipo, ingarbugliando il già ingarbugliato universo naturalistico per una malsana aberrazione del sacro fuoco della ricerca

MarcoU
Utente Senior


Città: Codevigo
Prov.: Padova

Regione: Veneto


697 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 22 ottobre 2008 : 19:20:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Classe: Hexapoda Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
Non c'è bisogno nessuna ratifica.
Una volta che una nuova specie è stata descritta su una pubblicazione a stampa il nome si considera valido, a meno di vizi di forma (ad esempio: manca una qualsiasi diagnosi o descrizione).

Il lavoro di "ratifica", in questo caso, è affidato principalmente ai referee cui le riviste normalmente sottopongono il lavoro prima della pubblicazione, che dovrebbero essere abbastanza zelanti da cassare i lavori pasticciati o richiedere all'autore precisazioni se necessario.

Purtroppo il meccanismo non funziona sempre bene, anche perchè non è facile per le redazioni delle riviste trovare un referee abbastanza esperto del gruppo in questione da saperne più o meno quanto l'autore del lavoro.

In effetti, anche nei nostri giorni, compaiono descrizioni decisamente... abominevoli.
A volte si resta col dubbio che l'autore descriva delle specie in modo volutamente poco chiaro, in modo da rendere difficile ad altri di lavorare sul suo stesso argomento.
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Carabus
Utente Senior


Città: Sciara
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


831 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 07 novembre 2008 : 11:02:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Classe: Hexapoda Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
Scusa il ritardo da poste italiane on cui ti ringrazio per la risposta

e già che ci sono pongo un'altro quesito:
Quanti individui sono necessari per descrivere una nuova specie?
Mi spiego, basta un solo esemplare per e su quello si descrive una nuova entità tassonomica,o oltre al tipo sono necessari (non facoltativi....)diversi paratipi?

Non so, ho l'impressione che per molti entomologi (ma anche botanici.....) sia sufficiene che un individuo differisca per qualche piccola cartteristica dal cosiddetto tipo originale per appioppare il proprio nome ad una specie....

Forse la mia è solo un'ingenua considerazione, ma mi chiedo cosa accadrebbe se dovessimo descrivere l'umanià coi parametri usati in entomologia, in quante specie diverse verrebbe splittata la specie Homo sapiens....

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MarcoU
Utente Senior


Città: Codevigo
Prov.: Padova

Regione: Veneto


697 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 07 novembre 2008 : 14:23:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Classe: Hexapoda Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
Non esiste alcuna regola circa il numero di esemplari necessari, ne basta uno.

Il buon senso dovrebbe suggerire allo specialista come agire, tenendo conto delle caratteristiche diagnostiche della presunta nuova specie e della variabilità cui sono soggette quelle affini, e della possibilità di recuperarne altri esemplari per lo studio.

Ci sono approcci diversi: c'è chi descrive di corsa su un solo esemplare e c'è chi lo tiene nel cassetto per decenni, in attesa (magari vana) di ulteriori esemplari simili o magari anche solo di più materiale da confronto delle specie affini.

Entrambi i casi hanno pro e contro: nel primo si rischia di appesantire la sistematica del gruppo con nomi inutili, nel secondo di rallentare la comprensione della stessa, precludendo alla comunità scientifica la conoscenza di qualcosa che può essere una specie a se stante o anche no, ma qualcosa di interessante deve averlo se lo specialista si pone il dubbio.
Magari è una forma che non verrà vista mai più perchè si è estinta in natura.
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