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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:40:14
Nazione: Italia Regione: Toscana Provincia: GR Comune: Sorano Localitŕ: fraz. Sovana
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Sovana: la Necropoli e le Vie Cave
Provenendo dall'escursione alla Via Cava di San Rocco a Sorano e non avendo più molto tempo a disposizione per poter visitare il paese di Sovana, decido con Sofi e Simone di spingermi direttamente all'esplorazione della sua Necropoli e delle Vie Cave limitrofe. In questo fazzoletto di territorio delimitato da Pitigliano, Sorano, Sovana e Vitozza (oggi San Quirico) sono racchiuse diverse necropoli la cui presenza giustifica questo intrecciarsi di vie scavate nel tufo. Sono state create non solo per poter attraversare agevolmente la foresta che ricopriva tutto il territorio collegando i quattro insediamenti ma anche e sopratutto per condurre i vivi a visitare il mondo dei morti. Sappiamo benissimo quale è stato lo stretto legame che univa il popolo etrusco all'aldilà, dove i defunti stavano continuando a vivere la loro esistenza. Lo scambio di dialogo, di preghiera, di frequentazione, di offerte votive era continuo e particolarmente sentito. Da ciò è opinabile la necessità negli animi di questa gente di scavare nel profondo della madre terra un percorso che li conducesse in preghiera e mistico raccoglimento nell'aldilà, attraversando un camminamento tortuoso che rappresentasse simbolicamente il difficoltoso procedere nella vita terrena.
Intorno a Sovana l'intreccio di Vie Cave è particolarmente fitto: alcune interpretazioni ritengono che il livello del suolo si sia abbassato nel corso dei secoli a causa del logorio del piano di calpestio (sempre in tufo) che di volta in volta veniva livellato eliminando i solchi che si andavano formando attraverso lavori di manutenzione. Queste azioni di pareggiamento avrebbero prodotto lo sprofondamento della via. Mi domando però quanti milioni di persone ci sarebbero dovute transitare per rendere necessari scavi fino a 25 metri di profondità anche se si sta parlando di circa 2500 anni di storia.
Giungiamo quindi alla Necropoli dove viene richiesto il pagamento di un biglietto per accedere alla zona archeologica. Paghiamo e solo dopo ci viene detto che molti percorsi sono stati chiusi. Ma noi siamo abituati a girare seguendo nostri itinerari di tipo naturalistico per cui spesso ci siamo trovati ad aggirare gli sbarramenti senza volerlo e a percorrere Vie Cave chiuse da almeno due anni in attesa di lavori di consolidamento.
La Tomba Ildebranda, la più conosciuta e fotografata costituisce la ricostruzione di un classico tempietto etrusco, non edificato ma scavato con certosina pazienza nel tufo, colonne comprese.
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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:40:52
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E' possibile visitarla anche nella parte inferiore, all'interno della camera sepolcrale, in quanto è stato creato un impianto di illuminazione a pannelli solari.
La Tomba Ildebranda è considerata una delle più significative opere rupestri dell'architettura sepolcrale etrusca. Nelle immediate vicinanze esistono tutta una serie di fori scavati nel suolo o nella roccia a misura d'uomo che testimoniano la vivace attività non solo degli addetti ai lavori ma anche dei tombaroli. Ne ho esplorato uno che mi ha condotto in una grande cavità completamente al buio dove ho trovato la solita fauna ipogea: degli esemplari di ortotteri appartenenti alla famiglia dei Rhaphidophoridae. Sono i Dolichopoda laetitiae, grilli cavernicoli che frequentano le pareti delle grotte, talvolta in colonie numerosissime. Nell'angolo opposto all'ingresso un solo esemplare di aracnide appartenente alla famiglia dei Tetragnathidae: la Meta menardi, tipica di queste grotte buie.
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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:41:43
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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:42:06
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Proseguiamo nella Via Cava di Poggio Prisca che si presenta con un ingresso molto promettente
Chiedo a Sofia di farmi provare la sua Sony 350 col Sigma 10/20 maxigrandangolo e di reggermi la Pentax per qualche istante: e .....lei, non facendoselo dire due volte mi becca di nascosto in una posizione che più zingaresca non si potrebbe...
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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:42:31
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La Via Cava di Poggio Prisca con ogni probabilità ha rappresentato in un passato recente ma forse anche contemporaneo, un percorso abituale per mezzi agricoli a motore che ne hanno ferito in profondità le pareti lasciando vistose cicatrici.
Lungo la via si incontra la Tomba del Tifone anche questa scavata nel tufo per qualche personaggio di alto rango.
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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:42:57
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Purtroppo non posso operare in sincronia con Sofi che è impegnata in altre incombenze, altrimenti avremmo potuto concertare gli inserimenti delle foto in simultanea. Le lascio quindi l'opportunità di accodare le altre belle immagini che ha eseguito nella Via Prisca particolarmente adatte ad evidenziare le potenzialità del suo SIGMA 10/20
Prossima tappa Il Cavone: una via cava in salita, all'apparenza molto larga anche se abbastanza alta, da cui scendeva un venticello piuttosto fresco. Chiaramente abbiamo subito immaginato che Il Cavone dovesse essere un luogo dove la luce del sole penetrasse con difficoltà a causa delle alte pareti e dello sbocco rivolto a nord. Una via cava, questa volta, dove il coinvolgimento non era propriamente totale per un qualcosa che lì per lì ci stava sfuggendo. Nonostante tutto ci stavamo concentrando moltissimo sui particolari: le nicchie con i reliquari, la svastica etrusca incisa sulle pareti, i capelvenere che ricoprivano superfici estesissime, le ragnatele in controluce, le radici che scendevano dall'alto e ricamavano il tufo.
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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:43:19
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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:43:48
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E mentre eravamo completamente distratti e immersi negli scatti delle foto sarebbe potuto accadere di tutto: persino che un cinghiale travestito da umano alla guida di un gigantesco fuoristrada fosse potuto sbucare da una curva, in terza, lungo la discesa del Cavone sfiorando le pareti ed i nostri corpi appiattiti su di esse. Ecco cos'era che non ci faceva sentire a nostro agio: il suolo. Era una strada di terra battuta con i segni evidenti del transito di veicoli, ma non ci avevamo fatto propriamente caso anche se qualcosa di anomalo l’avevamo percepita.. Abbiamo rischiato di essere travolti, in un'area di interesse archeologico, dall'unico abitante superstite del luogo che ci stava grugnendo nel suo dialetto grossetano di avere le tasche piene di tutti questi visitatori. Rimasti assolutamente senza parole sia per lo shock dell'apparizione dantesca che per il puzzo di gasolio incombusto che stuprava il Cavone abbandoniamo quell'area archeologica e torniamo indietro di circa duecento metri per raggiungere l'ultima tappa della nostra visita. Il costone di Sopraripa .
In questo versante della collina denominato di Sopraripa, prospiciente l'altura dove troneggia la tomba Ildebranda, l'atmosfera è diversa in quanto questa costa è esposta a nord. Ci troviamo in una zona più umida rispetto all'altra che invece è esposta a sud e quindi al sole pieno. C'è molta meno luce e la temperatura è leggermente inferiore. Fra le due colline separate da un pianoro non più lungo di duecento metri scorre un corso d'acqua che attraverseremo. Decidiamo di visitare prima la Tomba della Sirena per lasciarci come ciliegina finale la Via Cava di San Sebastiano. Attraversando un bosco di castagni dove di tanto in tanto si scorgono delle tombe a dado e a semidado, raggiungiamo un piccolo pianoro su cui si affacciano una serie di bellissime tombe a edicola, allineate e scavate nella viva roccia. Poco oltre delle tombe a camera. Sicuramente appartenevano a famiglie importanti considerate le dimensioni e la raffinatezza delle forme e delle decorazioni.
Il nostro percorse ora volge verso la fase finale: rientriamo nel bosco e ci arrampichiamo in alto fino a trovarci proprio sulla verticale della Via Cava di San Sebastiano. Siamo a venticinque metri sopra il piano di calpestio della Via Cava! L' altezza delle pareti è appunto tale e credetemi, non è affatto una sensazione gradevole sporgersi per guardare di sotto, sentendo sotto i piedi un terreno friabile e poco rassicurante. Il bordo è recintato ma... per caso mi sono ritrovato al di là della staccionata......ed ho approfittato per scattare queste foto. L'oscurità cominciava ad essere forte sul fondo per cui ho dovuto usare mille accorgimenti per ottenere un'immagine ferma e sufficientemente leggibile.
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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:44:11
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vespa90ss
Utente Super
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 20:44:35
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In quel punto esiste un oratorio rupestre scavato nel tufo affacciato sulla via cava: sì, esatto, lassù...proprio a strapiombo sul vuoto. Un luogo suggestivo dove si respira ancora l'atmosfera della preghiera.
Scendiamo facendo molta attenzione a non scivolare e raggiungiamo il fondo dello strettissimo canalone. A mio avviso e' questo il luogo in assoluto più incantevole di tutto il territorio dei tufi. Non credo che esista un altro punto tanto coinvolgente dove l'assenza di suoni è reale e palpabile. Dove l'ombra è un mantello di pesante feltro che riscalda il cuore. Dove l'umidità del tufo fa ristagnare l'aria e con essa i pensieri e le idee. Dove il senso di profonda appartenenza alla madre terra ti sprofonda ancora di più nelle viscere della tua coscienza.
Percorriamo quel liquido silenzio solcandone il contorno: le pareti scorrono ai lati sfiorando le tempie come carezza materna. Pochissime frasi fino all'uscita.
Esattamente come quella prima volta.
La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.
Beppe Miceli |
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BIBIUS
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 21:29:06
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Aggiungo anch'io il mio contributo... Immagine: [size=1] |
Modificato da - BIBIUS in data 20 ottobre 2008 21:30:49 |
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BIBIUS
Utente V.I.P.
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 21:32:48
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Ildebranda 2: 291,28 KB
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla. (Lao Tzu) |
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BIBIUS
Utente V.I.P.
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 21:34:38
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Tomba di Ildebranda:
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BIBIUS
Utente V.I.P.
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 21:37:56
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Poggio Prisca:
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BIBIUS
Utente V.I.P.
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Prov.: Firenze
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 21:39:23
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MI dispiace per il mosso |
Modificato da - BIBIUS in data 20 ottobre 2008 21:43:31 |
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BIBIUS
Utente V.I.P.
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Prov.: Firenze
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 21:42:07
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D'un tratto un albero che pare un'opera d'arte.. Immagine:
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BIBIUS
Utente V.I.P.
Città: Scandicci
Prov.: Firenze
Regione: Toscana
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 21:46:09
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Via cava di San Sebastiano: Ipogeo :
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BIBIUS
Utente V.I.P.
Città: Scandicci
Prov.: Firenze
Regione: Toscana
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 21:47:27
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Ipogeo2:
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BIBIUS
Utente V.I.P.
Città: Scandicci
Prov.: Firenze
Regione: Toscana
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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 21:51:13
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Concludo con la via di San Sebastiano:
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla. (Lao Tzu) |
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FOX
Moderatore
Città: BAGNO A RIPOLI
Regione: Toscana
21536 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 20 ottobre 2008 : 22:22:06
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Sofia, ora capisco le tue emozioni raccontandomi di questa meravigliosa passeggiata, in questo percorso pieno di mistero..
simo
Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
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Inserito il - 21 ottobre 2008 : 05:20:10
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Stavo aspettando questo post da tempo e di certo non ha deluso. Siete una squadra eccezionale. Avendo conosciuto Pitigliano, ho la fortuna di poter aggiungere suoni e odori alle vostre immagini e parole per ripercorrere quelle vie cave con tutti i sensi. L'unica cosa che rimane da dire è... a quando la prossima gita?
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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