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 Direttiva Habitat, SIC, ZSC e Natura 2000
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Istrice
Amministratore


Città: Ostia
Prov.: Roma

Regione: Lazio


10849 Messaggi
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Inserito il - 18 settembre 2005 : 21:55:25 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

La direttiva "Habitat" (92/43/CEE) rappresenta il principale atto legislativo comunitario in favore del mantenimento della biodiversità in quanto introduce l'obbligo di conservare gli habitat e le specie animali e vegetali a rischio di estinzione e/o minacciate dalle attività antropiche.
Ai sensi della direttiva "Habitat" gli Stati membri sono tenuti a individuare delle aree dette Siti D'importanza Comunitaria (SIC), rilevanti ai fini della tutela di uno o più habitat e/o specie elencati dalla direttiva.

Le aree SIC sono destinate ad essere designate come Zone Speciali di Conservazione (ZSC) nel momento in cui saranno attivate le idonee misure di conservazione e protezione e formulati piani di gestione che prefigurino una tutela di tali ambienti in una prospettiva di sviluppo sostenibile, nell'integrazione tra attività umane e esigenze di conservazione.

L'insieme delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) designate dagli Stati membri costituisce la rete europea dei siti protetti denominata "Natura 2000".



Istrice

gciavarella
Utente Senior

Città: Foggia
Prov.: Foggia

Regione: Puglia


665 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 10 dicembre 2005 : 09:53:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
purtroppo non mi risulta che gli errori fatti nelle designazioni siano correggibili

a me risultano chiari quelli effettuati per le isole tremiti che risulta essere solo una zsc, avendo "dimenticato" solo gli endemismi in mare e le aree delle grotte sotto e sopra il mare stesso (per parlare dei più macroscopici)

ad esempio non si menziona la presenza dei datteri ...

spero che sia l'unico errore e non una nuova lezione da riportare alla maniera "italiana" di fare le cose ...

gennaro ciavarella
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pallinopinco
Utente Senior


Città: .
Prov.: Reggio Calabria

Regione: Calabria


567 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 10 dicembre 2005 : 10:35:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questa è un post che avevo scritto in questo stesso forum

Faccio una riflessione e spero di non prendermi strali
Mi sono riguardato i Sic e le proposte di Sic di Calabria e Sicilia, a cui bisognerebbe aggiungere gli Zps ed i Parchi. Forse vogliamo proteggere troppo ed alla fine non proteggiamo bene niente. Di troppi siti si sa pochissimo dal punto di vista faunistico, e quando dico faunistico non intendo i vertebrati, ma gli invertebrati, che sono altrettanto importanti e forse di più. Provo a fare un esempio. Tra i Sic dell'Aspromonte, in Calabria, c'è lo Zomaro che è già compreso peraltro dentro il Parco Nazionale della Calabria. Lo Zomaro è un'area molto antropizzata in cui non c'è nulla da salvare. Anche a livello di invertebrati (molluschi, coleotteri,,,) e molto povera di specie, come tutti quei luoghi dove l'uomo frequenta con abitudine; viceversa nè nel Parco, nè tra i Sic o gli Zps c'è la rocca di Palizzi Superiore, rocca calcarea del Secondario immersa e circondata dalle rocce cristalline acide dell'Aspromonte, ricchissima di endemismi calciofili sia di piante che di invertebrati. Mi domando: ha un senso tutto ciò?
Che senso ha proteggere i fondali di Taormina con le centinaia di migliaia di turisti che ci sguazzano sopra e disturbano la normale quiete degli animali? Chi potrà dire mai che questo è un sito veramente tutelato?
Spesso i siti vengono proposti dai soliti noti che si innamorano di un'idea, si fanno guidare dal gusto estetico, ad esempio, di una parete di gorgonie vista in foto, ma nulla sanno di zoologia e botanica (spesso, però, spacciandosi in specialisti in biodiversità senza nemmeno una laurea). Bisognerebbe fare studi approfonditi per stabilire cosa c'è, dov'è e se merita realmente spendere soldi ed energie per salvaguardalo a scapito di biotopi magari più interessanti e meno reclamizzati e che possono essere esteticamente nulli. Conosco decine di siti sicuramente più interessanti di quelli proposti in Calabria e Sicilia con specie rarissime, a volte endemiche o addirittura da poter definire dei fossili viventi, come certe Felci e che ci dicono moltissimo sulla storia geologica e ambientale di intere aree. Ma nessuno sa dove sono perchè non sono belle da poterci fare foto o da poterci sponsorizzare un diving.
Di quanto poco si sappia di certe specie lo rilevo in quel sito sulle farfalle (molto bello) che ha suscitato polemiche in altra parte del forum.
Papilio alexanor è una specie rara ed endemica di un'area della Costa Azzurra e dello Stretto di Messina, che peraltro hanno geologie simili. La specie vive dal livello del mare sino a 4/500 metri d'altezza e non dove dice la scheda. La pianta su cui crescono i bruchi non è quella, ma un'ombrellifera. E' una specie che si riconosce anche a distanza per la lentezza del suo volo che la fa distinguere subito da Papilo macaone che gli è simile per colori e dimensioni. E se tentassimo di proteggere l'habitat di questa specie, invece di proteggere cose che non sono proteggibili come la costa di Brucoli, in Sicilia che migliaia di turisti calpestano tutti gli anni?
Faccio l'ultimo esempio. Nello Stretto di Messina vive dai -80 in giù un madreporario, l'Errina aspera. Questa specie è stato inserita nella convenzione di Berna sulle specie protette. Tenendo conto che a 80 metri i sub non ci arrivano e che i pescatori non calano le reti da posta in quella aree perchè distruggono le reti, io mi sono sempre chiesto che senso ha spendere soldi, anche in ricerche delle Università per piani di salvaguardia, per una specie che si protegge benissimo da sola. Forse perchè è bella?

Come vedi giungo più o meno ai tuoi stessi dubbi


...cerco l'atollo dei miei sogni
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gciavarella
Utente Senior

Città: Foggia
Prov.: Foggia

Regione: Puglia


665 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 18 dicembre 2005 : 14:58:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
leggo solo ora

hai perfettamente ragione e questo è ancora più vero a mare, quando io ho mostrato le mie perlessità in puglia è venuto fuori che il gruppo di lavoro era composta in gran parte da botanici e da ornitologi con grossi buchi in biologia marina

e allora che si fà ci si inventa decine e decine di riserve marine senza arte ne parte con dei criteri assurdi con permessi incredibili dati alla pesca professionale senza una briciola di finanziamento con l'unico risultato reale che nelle statistiche risulta protetto il territorio ma nei fatti quest'ultimo è più depauperato di prima

gennaro
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