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 Scarites laevigatus ?
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vespa90ss
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Inserito il - 18 settembre 2008 : 22:44:59 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia


A mio avviso dovrebbe trattarsi di Scarites (Parallelomorphus) laevigatus.
Rinvenuto in un luogo che non preciso nel Parco dell'Uccellina nel mese di agosto 2008.
Nel corso di tutta l'estate, nonostante numerose escursioni all'interno della zona protetta, ne ho individuati solo due esemplari.
L'ho fotografato accanto ad una moneta di 5 cent il cui diametro è di mm 21.
Eseguendo la proporzione ne ho ricavato che quell'esemplare è grande circa 15,4 mm
E' considerato a rischio d'estinzione per cui prelevare questo Carabide, oltre ad essere un crimine contro la natura è da considerarsi un reato vero e proprio perchè localizzato all'interno di un Parco Naturale.

Il tratto costiero della Maremma toscana che va da Principina a Mare fino a Talamone, ed è limitato ad Est in parte dalla via Aurelia, è diventato, a partire dal 1975 il Parco Naturale della Maremma.

Mi sembra superfluo anche ricordare che non è possibile prelevare alcunchè nelle aree protette. Nulla di nulla. Cha sia sabbia, conchiglie, semi, rocce od altro. Fortunatamente la presenza delle guardie è costante e spesso appaiono armate di binocolo da dietro le dune.

Dedico questo post all'amico Luigi (ElleElle) che si domandava che fine avessero fatto i "suoi" piccoli scarites degli anni 70.
Beppe



Scarites laevigatus ?





Scarites laevigatus ?






Scarites laevigatus ?



La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.

Beppe Miceli

gomphus
Moderatore


Città: Milano
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


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Inserito il - 19 settembre 2008 : 11:15:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao beppe

due domande sul sito del tuo Scarites laevigatus, a proposito della rarità di questo:
1) all'interno del parco, almeno in alcune aree, è consentita la balneazione?
2) se sì, il tuo sito rientra in queste aree?

il laevigatus, al contrario del buparius, è strettamente legato alle immediate prossimità della battigia, come predatore specializzato di anfipodi talitridi

il divieto di raccolta (e il controllo che tale divieto venga rispettato... non mi riferisco al parco dell'uccellina, dove il controllo è sicuramente efficiente) è certamente quanto mai opportuno, ma da solo non può molto se poi abbiamo la sistematica pulizia delle alghe spiaggiate per il comfort dei piedini dei vacanzieri, il calpestio che continuamente schiaccia le tane e i suoi abitanti (un laevigatus adulto può anche resistervi, ma poi non può mica mangiare la sabbia) e così via

se mi dici che i miei timori erano infondati e che lì non succede nulla di tutto ciò, mi fai felice

maurizio

quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato,
allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare

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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 19 settembre 2008 : 12:56:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao Maurizio,

mi trovo costretto a non dover divulgare il luogo esatto dove ho trovato i miei due esemplari.
Purtroppo Maurizio, il Parco dell'Uccellina è veramente molto esteso ed interessa anche una zona direttamente confinante con le spiagge dei bagnanti. In pratica il parco inizia proprio dove termina la zona adibita ai Bagni di Principina a Mare in cui è logicamente consentita la balneazione.
Purtroppo la consuetudine locale è quella che esiste in tutte le spiagge italiane, di percorrere cioè lunghi tratti della battigia in passeggiate estenuanti a scopo terapeutico. Il calpestio è pesante e continuo. Praticamente la gente si inoltra fin quasi alla foce dell' Ombrone: puoi comprendere come questa consuetudine sia dannosa a tutti gli invertebrati che frequentano la battigia. Oltre la Foce dell'Ombrone in direzione sud si entra nel cuore del Parco dell'Uccellina ma subito incontriamo un altro ostacolo: un affollatissimo campo di naturisti che non gradiscono la presenza di individui "vestiti" magari cone la macchina fotografica al collo.
Le alghe non vengono in alcun modo rimosse, almeno all'interno dell' area protetta, ma considera che dal Parco dell'Uccellina, procedendo in direzione nord non esistono più luoghi dove la presenza dell'uomo non abbia escluso la possibilità di sopravvivenza degli Scarites (buparius e laevigatus).
Forse qualche incontro occasionale si potrebbe ancora fare nella piccola area del WWF fra Marina di Grosseto e Castiglion della Pescaia anche se quel tratto di spiaggia è adiacente ad una zona balneabile dove è possibile portare i propri cani. Poi, da lì fino alle Rocchette solo qualche piccolissimo tratto dell'ordine di poche decine di metri potrebbe essere adatto alla loro sopravvivenza. Da Punta Ala fino alla Tenuta di San Rossore non esiste molta possibilità di sopravvivenza (forse a Torre Mozza o vicino Baratti). All'interno di San Rossore non ho frequentato la spiaggia ma suppongo che ci siano tutte le caratteristiche adatte per la sopravvivenza di esemplari isolati, anche se è estremamente pesante la vicinanza con la Bocca d'Arno, Livorno e la Solvay di Rosignano che distrugge ogni forma di vita relativa agli organismi inferiori. Ciò accade a causa del forte inquinamento di tipo fisico (polveri infinitesimali sospese) e chimico (mercurio, clorurati e CVM) che interessa un tratto costiero e le acque marine per decine e decine di chilometri. Muore tutto. Il mare per molti chilometri di fronte e di lato è un cimitero.
Il link a Google mostra gli effetti del Fosso Bianco (lo scarico a mare della Solvay): potete zoomare e comprendere gli effetti di questo "latte" che da generazioni, giorno e notte, viene scaricato in mare. Le famose Spiagge Bianche utilizzate come sfondo esotico per moltissimi spot sono una creatura artificiale della Solvay, estesa per circa due chilometri ed almeno 80 metri in profondità. Una sterminata, agognatissima spiaggia dagli amanti della tintarella, di purissima candida sabbia di carbonato di calcio.


Link

Una situazione di degrado ambientale del genere non può che amplificarsi sommandosi a tutta la pressione antropica collegata al turismo. Pertanto ecco perchè non esistono le condizioni minime per la sopravvivenza di alcunchè dal Golfo di Follonica fino alla Tenuta di San Rossore.
Qualche piccola isola di popolazione superstite di Scarites potrebbe spingersi dalla Tenuta in direzione nord, fino a poco oltre la Foce del Serchio per poi precipitare nel buio più assoluto lungo tutta la Versilia fino al confine con la Liguria.
Una situazione davvero pietosa. Raccapricciante oserei dire. Ma tant'è.
Ecco il motivo per cui, avendo la fortuna di trovare uno Scarites di qualsiasi specie fosse, non bisogna assolutamente prelevarlo dal luogo dove si trova.
Avreste trovato un superstite.



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Beppe Miceli
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liangi
Moderatore


Città: Castel Mella
Prov.: Brescia


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Flora e Fauna

Inserito il - 19 settembre 2008 : 14:30:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:

ciao Maurizio,

mi trovo costretto a non dover divulgare il luogo esatto dove ho trovato i miei due esemplari.

Ciao Beppe.
Mi sembra che Maurizio non te lo abbia chiesto () e comunque fai benissimo a non divulgarlo ... anche se le informazioni via via aggiunte incominciano ad essere un po' troppe!
Segnalo una curiosità sullo S. laevigatus:
"Se esso cade accidentalmente in acqua, è in grado di nuotare verso la riva utilizzando diversi meccanismi di orientamento: solare cronometrico durante il giorno, lunare o magnetico durante la notte (Costa et al., 1982)".
L'informazione la rilevo in questo lavoro:
Link




Ciao,
Livio
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 19 settembre 2008 : 14:55:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Livio per aprirmi gli occhi, ma nel 2008, basta saper usare un pc che abbia l'accesso ad internet e con Google maps e un po' di cervello, vai a colpo sicuro.
Maurizio non mi ha chiesto il luogo preciso ma non credo sia il caso di approfondire l'argomento su una pagina del forum.
L'unico modo per arginare i comportamenti di cui tutti abbiamo paura è quello di sensibilizzare le persone. Far comprendere la drammaticità della situazione che altrimenti non risulta ben chiara. Conosco le coste toscane come le mie tasche, sia sulla terraferma che in immersione e credetemi, la situazione che vi ho riferito è reale. Ed ognuno deve portare il proprio contributo come può.
Grazie anche per le notizie aggiuntive che hai inserito
Beppe


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Beppe Miceli
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 02 ottobre 2008 : 20:56:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Tutto quadra con quello che evevo visto io a metà anni '70. Effettivamente, gli Scarites levigatus si trovavano proprio sulla fascia dove la gente passeggia. Appena catturato qualcosa, si interravano e quindi erano un po' protetti rispetto ai talloni della gente. Ma, a proposito, anche le larve vivono lì? Loro si che rischierebbero molto!



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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 02 ottobre 2008 : 21:17:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Tutto quadra con quello che evevo visto io a metà anni '70. Effettivamente, gli Scarites levigatus si trovavano proprio sulla fascia dove la gente passeggia. Appena catturato qualcosa, si interravano e quindi erano un po' protetti rispetto ai talloni della gente. Ma, a proposito, anche le larve vivono lì? Loro si che rischierebbero molto!




eh eh eh !!! ora vuoi sapere troppo!
posso solo ricordarti che 30 anni fa era un altro mondo.



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Beppe Miceli
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gomphus
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Città: Milano
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Inserito il - 03 ottobre 2008 : 10:30:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao beppe

visto che la discussione è ripresa, ritorno su un dettaglio che volevo approfondire a suo tempo e poi il tutto mi era uscito di mente

premesso che non ho nessuna intenzione di estorcerti con l'inganno l'informazione magari decisiva... , anzi mi associo all'amico livio, fai attenzione a tutto quello che scrivi !

piuttosto, provo a riepilogare, se non ho capito male :

1) nel cuore del parco le autorità (ir)responsabili non hanno trovato di meglio che consentire l'insediamento di un campo di nudisti (preciso che se fossero vestiti non cambierebbe nulla), i quali per giunta, e per tutto ringraziamento, si permettono di considerare quella spiaggia come una loro proprietà privata ed esclusiva, impedendo l'accesso a chi non fa comodo a loro

2) nel parco, per quanto riguarda la linea di spiaggia, non esistono zone di riserva integrale con accesso rigorosamente limitato ai soli autorizzati per fini di ricerca scientifica; lungo tutta la costa bagnanti e amanti del sole & vita all'aria aperta (magari quelli che si autodefiniscono "amanti della natura") possono passeggiare liberamente avanti e indietro calpestando allegramente scarites, eurinebrie, anfipodi e quant'altro ; anche arrivando alla famosa area riservata, se io mi spoglio di tutto il superfluo (in senso letterale! p.s. gli occhiali posso tenerli?) a questo punto posso, raccogliere no di certo, ma calpestare e distruggere questo sì!

ho capito bene? spero proprio di no !

un caro saluto

maurizio

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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 03 ottobre 2008 : 15:10:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi intrometto per un attimo. Ai tempi in cui fu istituito il parco e io abitavo a Grosseto e frequentavo quei posti, sia a piedi che con la barca a vela (zef), non c'era un vero campo naturisti, ma solo una zona dove, per usanza ormai affermata e tollerata, si ritrovavano le persone che volevano stare nude. Niente di ufficiale; come i "Sassi Neri" tra Sirolo e Portonovo (AN) o la "Valle della Luna" di Capo Testa (OT).
Per quanto riguarda la battigia, forse ci sono dei problemi legali, dato che si tratta du un'area demaniale e non so in quale modo si possa vietare il transito. Se altrove lo hanno fatto, bisognerebbe "copiarli".
A Beppe gli aggiornamenti della situazione.
Ciao

Luigi





Modificato da - elleelle in data 03 ottobre 2008 15:11:45
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vespa90ss
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Inserito il - 03 ottobre 2008 : 19:10:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Prima però vorrei spiegarvi come andò quella volta dell'incontro con i naturisti, poi vi aggiorno su tutto.

Giungo alle otto circa al parcheggio di Marina di Alberese: oltre a questo non c'è nulla di nulla. Solo boscaglia spiaggia e mare. Non c'è assolutamente nient'altro.
Lascio la macchina (l'unica) e comincio la mia escursione. Noto subito che qualcosa non quadrava: mentre a nord della foce dell'Ombrone (per intenderci i luoghi adiacenti a Principina che frequento spesso) erano ricchissimi di invertebrati e vegetali do ogni genere, quelle dune e retrodune erano incredibilmente deserte. Daccordo, era il 31 marzo....ma non c'era nemmeno una carcassa di pimelia, di scarites di scarabaeus semipunctatus. Tutto molto deserto e strano.
Procedo lungo le dune ed il retroduna ed anche la vegetazione è stranamente diversa....eppure ci sono meno di tre chilometri di distanza dai luoghi interessanti e mi trovo proprio nel cuore del Parco, non nella parte che è regolarmente battuta dalle orde dei bagnanti sul bagnasciuga.
Ma dove sono i Pancratium maritimum, così abbondanti e ricchi di fioriture a nord della foce? Non è possibile. Non ci sono le piante.
Il retroduna è di tipo desertico. Dietro le ammophila qualche pianta di Eryngium maritimum, Medicago marina, Euphorbia maritima, Ginepro, Euphorbia paralias. Ma molto diradate. Troppo diradate.
E troppo poche specie. E tutto il resto dov'è?

Proseguo nella mia escursione (che da qualche parte troverete nella sezione regioni), proseguendo all'interno del Parco dell'Uccellina.
Incontro le palme nane, le volpi, la Emys. Scatto tante foto.
Le ore volano e decido di rientrare....
Beh ad un certo punto, mentre percorrevo la fascia dunale comincio a notare a distanza un brulicare di gente fra le dune.
Immaginatevi che io ero in tenuta mimetica con attrezzatura fotografica al collo....
Per poco non ho rischiato il linciaggio anche se, pur facendosi avanti con aria spavalda, non hanno avuto il coraggio di dirmi una sola parola. Ero finito nel bel mezzo dell'area occupata dai naturisti che occupava un buon chilometro di retroduna (non di spiaggia). In pratica, percorrendo il litorale non si sarebbero notati, ma dietro le dune ce n'erano a centinaia.
A quel punto ho compreso perchè non c'erano che quattro piante spelacchiate...
Sono dovuto tornare con la coda fra le gambe percorrendo la spiaggia sulla fascia di battigia per non infastidire la gente dietro le dune.
Giungo finalmente al parcheggio e.....al 31 di marzo trovo ...non saprei, diciamo trecento macchine almeno.

Quindi, all'interno del Parco dell'Uccellina, la fascia dunale e retrodunale è per un buon chilometro di lunghezza, ma forse anche due, di appannaggio dei naturisti.
Non sta a me giudicare se la cosa sia giusta o meno ma ritengo che bisogna prendere una decisione coraggiosa. O si fa un campo naturisti, o si fa area protetta. Le due cose non possono assolutamente convivere.

Mi chiedevate se c'erano gli Scarites? Non ho trovato nemmeno i resti delle pimelie......che a nord dell'Ombrone in pieno inverno sono a centinaia come carri armati abbandonati nel deserto..

A nord della foce la situazione cambia: e nonostante la frequentazione dei bagnanti e dei pescatori, l'ambiente è ancora abbastanza integro, avvalendosi anche della presenza delle serafiche che fanno buona guardia sul retroduna estivo in una zona estremamente ricca di laghetti e canali interdunali. Ma aiutata anche da un'arenile molto profondo.

Quindi chiunque può inoltrarsi all'interno del Parco percorrendo la fascia costiera secondo il proprio gradimento perchè nessun divieto esiste e nessuna recinzione. Evidentemente viene applicato anche nel caso di un Parco, il diritto da parte di tutti a percorrere la battigia di proprietà demaniale, così come accennava Luigi.

Quali soluzioni prendere? Non sono il legislatore e non saprei nemmeno quali diritti esistano per la salvaguardia del patrimonio naturale, ma certamente qualcosa andrebbe fatta.
Beppe




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Beppe Miceli
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 04 ottobre 2008 : 00:05:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ora che mi viene in mente, la foce dell'Ombrone è afflitta anche dal problema dell'erosione della spiaggia, provocata probabilmente dalla riduzione di portata subita dal fiume a causa dei tanti prelievi per l'irrigazione.
Per questo, entro un paio di km dalla foce, la spiaggia attuale e l'attuale duna sono l'ex pineta; quindi l'ecosistema potrebbe essere ancora in fase di assestamento.
Questo non spiega però la differenza tra la costa a nord e a sud della foce, perché l'erosione è simile, anche se, forse, a sud è un pochino più accentuata.

Sono d'accordo sulla necessità di contingentare gli accessi di visitatori nel parco - nudi o vestiti che siano.
Purtroppo, chi gestisce i parchi si vanta del numero di visitatori, come se gestisse Gardaland; forse - speriamo di no - riceve addirittura un budget proporzionato al numero di visite; quindi è difficile convincerli che il territorio dei parchi deve prima di tutto essere lasciato in pace.
Ricordo che il territorio dell'Uccellina si è mantenuto ricco di biodiversità e ha meritato di diventare parco, proprio grazie al fatto di essere stato del tutto trascurato per decenni dai vecchi proprietari (l'Opera nazionale combattenti) che non sapevano che farsene dell'area a ridosso della spiaggia; così che praticamente non ci andava mai nessuno.

Il miglior modo per salvare la biodiversità sarebbe di costituire i parchi, recintarli e poi non parlarne più.
E dare i permessi solo per finalità scientifiche, non per balneazione, trekking ecc...

Per conservare le cose belle, bisogna fare qualche sacrificio.



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