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 La speciazione. Selezione k ed r in ambiente mediterraneo
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Bigeye
Moderatore


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6269 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 17 settembre 2008 : 19:44:30 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

nn appena torno (sett. prossima= vorrei riprendere il discorso terminologico relativo all'ornitologia, ivi compresi argomenti ecologici e biogeografici legati agli uccelli.

si accettano suggerimenti e alla fine tirerò le somme e cambierò questo titolo insulso del topic.

orsù chi ha curiosità e voglia di approfondire un tema faccia un passo avanti :)

okkione

Bigeye
Moderatore


Città: viterbo
Prov.: Viterbo

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6269 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 23 settembre 2008 : 19:42:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ad una settimana dalla mia sollecitazione nessuno ha proposto nulla.
sinceramente io ho chiesto ad aldo e ben di aprire questo sub-forum con l'intento di essere utile agli utenti e amici di nm.

ciò non mi sembra.
mi sembra invece che si preferisca vedere e discutere su foto in modo esclusivo. mi sfugge il perchè ma sarò limitato io.....

D'altro canto è totalmente insensato che io me la canti e me la suoni da solo.

Senza alcun agonismo, se in tempi brevi non vi saranno argomenti proposti dagli utenti chiederò agli admin di chiudere la sub-sessione.

spiacent'okkione
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Gyps
Utente Senior


Città: Nuoro
Prov.: Nuoro

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Inserito il - 26 settembre 2008 : 12:47:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Bigeye:
Senza alcun agonismo, se in tempi brevi non vi saranno argomenti proposti dagli utenti chiederò agli admin di chiudere la sub-sessione.


Nooo..
Dai gente, i temi son tanti..

Inizio con il proporne due: le strategie riproduttive r e k nell'avifauna mediterranea e tutte le varianti.
Oppure, per me più affascinante, la speciazione cioè quali sono i meccanismi che hanno favorito la speciazione in due specie che in origine avevano stesso habitat e stessa alimentazione..

Che dite?

Ciao,
Laura

PS: Ottobre sarà per me un mese "di fuoco", ma farò di tutto per intervenire in questa sezione. Son sicura che non interessa solo me, e sarebbe davvero un peccato se questa sezione sparisse...

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"per viverli nella loro totale indifferenza. Oltre c'è il disturbo. E il disturbo significherebbe una cocente imperdonabile sconfitta" [D.Ruiu "I miei rapaci"]

Modificato da - Gyps in data 26 settembre 2008 12:49:48
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cinclus
Utente V.I.P.

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Flora e Fauna

Inserito il - 26 settembre 2008 : 14:44:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
posso iniziare dicendo che del primo argomento proposto da laura non so nulla...

per quanto riguarda la speciazione posso dire che un motivo fondamentale sono le caratteristiche geo morfologiche del luogo.
Mi ricordo l'esempio di due specie di picchio muratore nordamericano che sono molto simili tra di loro ma che hanno distribuzioni differenti: uno a est delle Montagne Rocciose e l'altro a ovest di queste.

spero possa bastare come inizio..

ciao

Umberto


Modificato da - cinclus in data 26 settembre 2008 14:44:18
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Gyps
Utente Senior


Città: Nuoro
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1386 Messaggi
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Inserito il - 26 settembre 2008 : 14:57:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di cinclus:
Mi ricordo l'esempio di due specie di picchio muratore nordamericano che sono molto simili tra di loro ma che hanno distribuzioni differenti: uno a est delle Montagne Rocciose e l'altro a ovest di queste.


Quello che mi chiedo è come mai sono diventate due specie.. Si trattasse di altre classi mi basterebbe come motivazione l'ostacolo delle Montagne Rocciose; però si parla di creature alate.. Com'è avvenuta la speciazione?

Aspettiamo altre proposte, poi il Big deciderà..

Ciao,
Laura

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"per viverli nella loro totale indifferenza. Oltre c'è il disturbo. E il disturbo significherebbe una cocente imperdonabile sconfitta" [D.Ruiu "I miei rapaci"]
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cinclus
Utente V.I.P.

Città: como
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470 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 settembre 2008 : 17:18:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
scusa,errata corrige
Gli areali delle due specie sono sì divisi dalle montagne rocciose ma non sono state queste la causa della speciazione
Infatti entrambe le specie(sitta pusilla e sitta pygmaea) sono legate alla pineta ma alla fine dell'ultima glaciazione(Gunz credo) la continuità della pineta si è interrotta e questo ha troncato la comunicazione tra i due areali in cui si sono sviluppate specie simili ma diverse.

scusate ancora per l'imprecisione

ciao

umberto

Modificato da - cinclus in data 26 settembre 2008 17:19:04
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angela
Utente Senior


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Flora e Fauna

Inserito il - 26 settembre 2008 : 18:33:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
io provo a raccontarvi ciò che ricordo rispetto alle strategie "r" e "k". (senza pretese, eh....)

allora.. credo che la strategia r (random) riguardi quegli animali, (in questo caso prendiamo ad esempio gli uccelli), che hanno una strategia di riproduzione che prevede la nascita di molti piccoli per volta, in questo caso, la deposizione di molte uova;
su molte uova, un buon numero si schiude e nascono quindi parecchi piccoli;
le cure dei genitori però, in questi casi, non sono particolarmente attive o attente o persistenti...
diaciamo che un po' si affidano al caso..
quindi su molti nati, si contano comunque diverse perdite.
Siccome però in genere questi animali sono molto prolifici, la specie è in grado di perpetrarsi. Per fare un esempio, mi vengono in mente i fagiani, le gallinelle d'acqua...

nel caso degli animali che si affidano alla strategia k, invece, le cure parentali sono estremamente importanti, attente, prolungate nel tempo; gli uccelli che si riproducono con questa strategia hanno magari una sola covata all'anno, depongono poche uova che proteggono con tutte le loro forze; si occupano dei piccoli, insegnano loro a cacciare, a volare, ecc.
praticamente investono tempo ed energie nella cura di pochi piccoli, uno o due, e tentano di assicurarsi la sopravvivenza di almeno quei piccoli su cui contano molto per diffondere il loro patrimonio genetico. Per fare l'esempio pratico, penso alla cicogna o ai grandi rapaci...

naturalmente in entrambi i casi ci sono i pro e i contro;
nel caso della strategia r, può succedere che anche un unico fattore incognito possa determinare la scomparsa anche di tutti i piccoli.
Però queste specie in genere hanno una capacità di ripresa più rapida e possono aumentare velocemente, così come velocemente erano state messe in crisi.
Nel caso della strategia k, i fattori che possono determinare un disturbo grave devono essere maggiori o persistenti nel tempo; diciamo (per semplificare) che queste specie difficilmente entrano in grave crisi, ma una volta che sono in difficoltà, la loro capacità di ripresa è molto minore rispetto alle altre specie.
Ok, io ci ho provato.... Adesso però aspetto con ansia le correzioni di BIg Okkione e degli altri esperti !!!!!

La natura fa ovunque un sublime disordine.
Diderot
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Bigeye
Moderatore


Città: viterbo
Prov.: Viterbo

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 26 settembre 2008 : 19:35:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
OHHHHHHHH sono contento.....

chiudere questa sessione sarebbe stato delittuoso :)

sono molto impegnato ma leggerò tutto....

ci diamo un tempo lungo.... fino al 10 ottobre sono accettati contributi.

ringrazio già laura, cinclus ed angela (ottime valutazioni) :)))

dai che siamo forti.... invito tutti (esperti o meno) a cercare di definire in modo ampio i concetti.

il titolo allora: "Speciazione: Concetti generali. Selezione k ed r in ambiente mediterraneo".

in realtà sarebbero due temi diversi, ma li possiamo tenere assieme.


bello :)


okkione
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Gyps
Utente Senior


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Inserito il - 26 settembre 2008 : 20:40:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Complimenti ad Angela!

Ho molte domande e poche risposte:
strategia r= fagiani e gallinelle d'acqua; strategia k=cicogne e grandi rapaci
Prede e predatori.. Sinceramente non mi viene in mente, in questo momento, una preda con strategia k e un predatore con strategia r..

Per cui penso che per le motivazioni che ha detto Angela ci sia una correlazione.. Predare è molto dispendioso dal punto di vista energetico, sicuramente lo è meno nascondersi.
Se gli aquilotti in un nido fossero 8-10.. poveri genitori!

Altra domanda: esiste una specie con una strategia riproduttiva intermedia?

Ciao,
Laura

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"per viverli nella loro totale indifferenza. Oltre c'è il disturbo. E il disturbo significherebbe una cocente imperdonabile sconfitta" [D.Ruiu "I miei rapaci"]
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Hemerobius
Moderatore


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Flora e Fauna

Inserito il - 26 settembre 2008 : 20:41:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di angela:

io provo a raccontarvi ciò che ricordo rispetto alle strategie "r" e "k". (senza pretese, eh....)

allora.. credo che la strategia r (random) riguardi quegli animali, (in questo caso prendiamo ad esempio gli uccelli), che hanno una strategia di riproduzione che prevede la nascita di molti piccoli per volta, in questo caso, la deposizione di molte uova;
su molte uova, un buon numero si schiude e nascono quindi parecchi piccoli;
le cure dei genitori però, in questi casi, non sono particolarmente attive o attente o persistenti...
diaciamo che un po' si affidano al caso..
quindi su molti nati, si contano comunque diverse perdite.
Siccome però in genere questi animali sono molto prolifici, la specie è in grado di perpetrarsi. Per fare un esempio, mi vengono in mente i fagiani, le gallinelle d'acqua...

nel caso degli animali che si affidano alla strategia k, invece, le cure parentali sono estremamente importanti, attente, prolungate nel tempo; gli uccelli che si riproducono con questa strategia hanno magari una sola covata all'anno, depongono poche uova che proteggono con tutte le loro forze; si occupano dei piccoli, insegnano loro a cacciare, a volare, ecc.
praticamente investono tempo ed energie nella cura di pochi piccoli, uno o due, e tentano di assicurarsi la sopravvivenza di almeno quei piccoli su cui contano molto per diffondere il loro patrimonio genetico. Per fare l'esempio pratico, penso alla cicogna o ai grandi rapaci...

naturalmente in entrambi i casi ci sono i pro e i contro;
nel caso della strategia r, può succedere che anche un unico fattore incognito possa determinare la scomparsa anche di tutti i piccoli.
Però queste specie in genere hanno una capacità di ripresa più rapida e possono aumentare velocemente, così come velocemente erano state messe in crisi.
Nel caso della strategia k, i fattori che possono determinare un disturbo grave devono essere maggiori o persistenti nel tempo; diciamo (per semplificare) che queste specie difficilmente entrano in grave crisi, ma una volta che sono in difficoltà, la loro capacità di ripresa è molto minore rispetto alle altre specie.
Ok, io ci ho provato.... Adesso però aspetto con ansia le correzioni di BIg Okkione e degli altri esperti !!!!!

Beh, avete trovato proprio un gruppo di animali in cui la descrizione delle strategie r e K è piuttosto difficile.
La terminologia prima di tutto deriva dalla cosiddetta curva logistica o curva di accrescimento di una popolazione.
r è il tasso di crescita potenziale nell'unità di tempo, rappresenta la potenzialità di crescita di una popolazione. Più è elevato r più riesce a crescere velocemente.
K è la capacità portante dell'ecosistema, il valore asintotico vicino al quale la curva assume una crescita zero.
Le specie r strateghe fanno uova più numerose, più piccole e contemporaneamente non investono nella cura della prole (brava Angela!), le specie K fanno uova più grandi, meno numerose, ed investono enormi risorse sulla cura della prole. Ma ci sono anche altre caratteristiche ecologiche proprie delle due strategie. Per sintetizzare le specie r sono specie generaliste ed euriecie (a largo spettro ecologico) mentre le specie K sono estremamente specializzate. Le prime sono migliori competitrici in ambienti instabili, le seconde in ambienti stabili, spesso di climax.
Non saprei farvi esempi tra gli uccelli, mentre ve ne sono infiniti tra insetti ed altri gruppi. Pensate, tra gli anfibi, al rospo smeraldino (specie r) a ai geotritoni (specie K) ed alla loro "gestione" della prole.

?

Ciao Roberto



verum stabile cetera fumus
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Bigeye
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Flora e Fauna

Inserito il - 26 settembre 2008 : 21:01:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
beh ringrazio roberto per una spiegazione formale ineccepibile (io l'avrei data peggio senza dubbio)
poi en passant do una risposta alla laura :)

strategia intermedia? si moltissime specie la attuano. mi vengono in mente ad esempio i migratori insettivori. le specie per meglio dire migratrici e nidificanti.
Queste a differenza delle specie residenti che compiono spesso n. riproduzioni annue (hanno più tempo per la detection dei siti riproduttivi ad esempio) effettuano una sola covata/anno. Mi vengono in mente tre Non-Passeriformes:
Rondone, Ghiandaia marina, Gruccione. Non più di 7 uova, ca.20 giorni di incubazione, cure parentali buone ma con fenologia della riproduzione piuttosto compressa.
direi una strategia intermedia....

:)

angelo



p.s. qualcuno si esercita a scovare passeriformi con strategia intermedia? :)
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Gyps
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Inserito il - 26 settembre 2008 : 21:09:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Bigeye:
Mi vengono in mente tre Non-Passeriformes:
Rondone, Ghiandaia marina, Gruccione. Non più di 7 uova, ca.20 giorni di incubazione, cure parentali buone ma con fenologia della riproduzione piuttosto compressa.
direi una strategia intermedia....


Thank you! Sui passeriformi passo, il Big lo sa che li ignoro!

Ciao,
Laura

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Gyps
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Inserito il - 02 ottobre 2008 : 12:34:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
SVEGLIA!!!

Sulla speciazione non mi risponde nessuno?

Ciao,
Laura

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"per viverli nella loro totale indifferenza. Oltre c'è il disturbo. E il disturbo significherebbe una cocente imperdonabile sconfitta" [D.Ruiu "I miei rapaci"]
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Cleo
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Flora e Fauna

Inserito il - 02 ottobre 2008 : 17:02:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In effetti si batte un pò la fiacca.
Su forza!!
Sono argomenti interassantissimi e io li leggo con avidità. Putroppo non li conosco così bene da lanciarmi in spiegazioni.... sono un tecnico informatico
Olivia
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Hemerobius
Moderatore


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Flora e Fauna

Inserito il - 02 ottobre 2008 : 17:39:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Accidenti, il massimo teorico del tradizionale concetto biologico di specie era un ornitologo, Ernst Mayr (qui e qui). I meccanismi di speciazione tra gli uccelli sono conosciutissimi! Guardate che chiamo gli entomologi ...




()


Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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Bigeye
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Flora e Fauna

Inserito il - 08 ottobre 2008 : 12:32:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
visti gli impegni okkionici (imprevisti) decido unilaterlmente et arbitrariamente la prorogatio del topic. io nn posso metterci mano per 4-5 giorni

allora il termine scade (come gli yogurt) il 20 ottobre.

speriamo da qui ad allora di vedere altri approfondimenti o su speciazione o s selezione r e k.


angelo




perdon :)


angelo
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Bigeye
Moderatore


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Flora e Fauna

Inserito il - 10 ottobre 2008 : 10:13:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ci provo:

Il tema è così vasto che solo provare una sintesi è operazione titanica. comunque partiamo.

Normalmente il processo di speciazione agisce nel seguente modo: una specie già esistente subisce processi estrinseci: la popolazione si isola, diverge geneticamente e successivamente processi intrinseci quali l'isolamento sessuale, l’incompatibilità genetica. Si giunge quindi alla formazione di una nuova specie.

Tre modelli di speciazione sono teoricamente possibili: la speciazione allopatrica, parapatrica e simpatrica. Questi termini si riferiscono al pattern di areali specifici e più in dettaglio di popolazioni specifiche. Popolazioni allopatriche sono quelle in cui i due areali non presentano aree di contatto, popolazioni parapatriche sono quelle in cui gli areali presentano un confine sovrapposto e popolazioni simpatriche sono quelle per le quali la sovrapposizione dell'areale è pressoché totale.

Un accenno breve va fatto anche alla variabilità genetica intro-popolazione che interessa di norma popolazioni uniformemente distribuite. Questa variabilità segue generalmente dei clini. Le variazioni clinali sono genetiche e hanno significato adattivo. Un elemento che ci introduce ancora complessità dunque.

Ma torniamo alle modalità della speciazione: La speciazione allopatrica prevede che una specie ancestrale è divisa in due o più popolazioni da barriere geografiche complete come una catena montuosa, un oceano ecc. ciò avviene per cause relative all’orogenesi o ai cambiamenti climatici. L'isolamento sul lungo periodo e talora anche sul breve periodo (in funzione questo della velocità del flusso genico) può dar vita a divergenze genetiche ampie nelle due popolazioni. E' questo il modo più frequente di differenziazione e splitting di due nuove specie.

Nella speciazione parapatrica non si necessita di un isolamento completo a causa di barriere fisiche complete perchè la distanza tra due metapopolazioni (sottopopolazioni separate da patches di ambienti non favorevoli) può costituire essa stessa una barriera.
In questo caso, due o più popolazioni di una specie pur separate tra loro nello spazio, ma in contatto in una zona buffer di confine, mantengono normalmente pool genici intermedi.
Se le metapopolazioni restano separate a causa di disgiunzioni di areale o per flessione numerica associata ad una minore dispersione degli individui di una delle popolazioni, le differenze genetiche aumentano si può giungere ad un isolamento riproduttivo per incompatibilità genetica. Ovviamente se le differenze genetiche sono insufficienti l'isolamento intrinseco non si evolve. E' questo ad esempio il caso del gen. Corvus in Europa.

Un aspetto parallelo della speciazione parapatrica è quello delle "ring species" Una specie si divide in numerose sottospecie e forme intermedie. Talora gli estremi possono divergere geneticamente al punto di creare due specie buone. E'il caso ad esempio di Apus apus/pallidus e Larus argentatus/fuscus.

Nella speciazione simpatrica l'isolamento è basato non su distanze fisiche ma è generalmente riferito alla fenologia riproduttiva e a precise esigenze ecologiche della specie. Quindi in questo caso il ruolo principale è giocato dalla selezione naturale. Il meccanismo con cui opera è quello dell'accoppiamento assortativo: individui con un certo genotipo hanno maggiore probabilità di accoppiarsi con individui di altro genotipo rispetto a quanto atteso dall'analisi delle frequenze. Questo cambia le frequenze genotipiche e può portare popolazioni ad "isolarsi" e formare le cosiddette "criptospecie". E' stato dimostrata in modo inequivoco per gli Insetti. Ad esempio nelle mosche frugivore del gen. Rhagoletis. In questa specie corteggiamento e riproduzione avvengono sulla pianta ospite e quindi accoppiamento e selezione dell'ospite sono altamente correlate e quindi al cambiamento dell'ospite si sono rilevate differenze genetiche rilevanti al punto di derivarne sottospecie e sono tuttora in divergenza rapida. Un altro caso è l'allocronia (sfasamento di ciclo riproduttivo e fioritura della pianta nutrice) osservato in Rhagoletis pomonella che vivono su Melo e Biancospino in America nordorientale. Anche per i Ciclidi (pesci di acqua dolce esistono prove non confutabili. Negli Uccelli l'accoppiamento assortativo è stato osservato in Anser caerulescens, ma non ci sono evidenze sperimentali stringenti del fenomeno.
Vi saluto dicendo che mentre leggiamo il giornale e prendiamo un cappuccino con la brioche la speciazione è in atto. attenti :)


p.s. 1n ringraziamento ai signori mayr, ricklefs, campbell e tanti altri.
p.s 2 fu nella notte insonne passata al lume del pipone che preparai sto post farneticai di speciazione.


:)


okkione
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Bigeye
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Inserito il - 12 ottobre 2008 : 06:19:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ps3: devo aver scritto delle sciocchezze considerato che non interessano nessuno.

ps4: la prossima volta dormo.

okk
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Gyps
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Inserito il - 12 ottobre 2008 : 10:27:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Bigeye:

ps3: devo aver scritto delle sciocchezze considerato che non interessano nessuno.


Torra!!!

Chiarissima la tua trattazione, Big, come sempre! Ma sinceramente continuo a chiedermi come inizia, in caso delle creature alate.
Esempio: nel Falco eleonorae (abbiate pazienza, sono un po’ autistica!) la speciazione dal Falco concolor si presume sia avvenuta da 7 a 11 mila anni fa.
Quindi provo a fare un saltino indietro nel tempo, e mi immagino un falchetto coloniale che passava l’inverno in quel del Madagascar e che migrava a nord per riprodursi.
Poi ha iniziato a dividersi, un gruppo è diventato “mediterraneo” dando origine al F. eleonorae, mentre l’antenato del F. concolor è rimasto un po’ più a sud, nella zona dell’Arabia, Mar Rosso e Libia.

Ciò che mi chiedo è perché sia avvenuta questa divisione. Si ipotizza per competizione alimentare. Ma non mi basta. Se l’individuo A va in zona mediterranea, e quello B va a vedere che si dice nel Mar Rosso.. cosa spinge l’individuo C e D a seguire la direzione A o B? E gli anni successivi? Cosa porta a questa speciazione, anche considerando il fatto che i quartieri di svernamento son gli stessi ancora oggi?

E’ una curiosità “inutile”, lo so, ma c’è! E penso rimarrà tale fino a quando non inventeranno la macchina del tempo..

Ora basta, ritorno sui libri!

Ciao,
Laura


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Hemerobius
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Flora e Fauna

Inserito il - 12 ottobre 2008 : 11:08:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Orpo, voi mi perdonate vero se ogni tanto arrivo in volo tra gli ornitologi? Ma questi argomenti mi piacciono dal punto di vista generale ed è un peccato rimangano isolati nelle rispettive sezioni!

Cara Laura sono mooolto perplesso.

Messaggio originario di Gyps:
Esempio: nel Falco eleonorae (abbiate pazienza, sono un po’ autistica!) la speciazione dal Falco concolor si presume sia avvenuta da 7 a 11 mila anni fa.

Vorresti dire che i tuoi antenati (e forse anche i miei visto che se andiamo un po' indietro nel tempo siamo tutti parenti) avrebbero potuto, avendolo saputo fare, osservare il processo di speciazione del Falco della Regina? Sicura di non aver sbagliato almeno un ordine di grandezza?


Messaggio originario di Gyps:
Quindi provo a fare un saltino indietro nel tempo, e mi immagino un falchetto coloniale che passava l’inverno in quel del Madagascar e che migrava a nord per riprodursi.
Poi ha iniziato a dividersi, un gruppo è diventato “mediterraneo” dando origine al F. eleonorae, mentre l’antenato del F. concolor è rimasto un po’ più a sud, nella zona dell’Arabia, Mar Rosso e Libia.
Ciò che mi chiedo è perché sia avvenuta questa divisione. Si ipotizza per competizione alimentare.

Competizione con chi? Mi pare che la popolazione "mediterranea" abbia semplicemente scoperto una nuova risorsa alimentare senza entrare in competizione con gli "arabi".


Messaggio originario di Gyps:
Ma non mi basta. Se l’individuo A va in zona mediterranea, e quello B va a vedere che si dice nel Mar Rosso.. cosa spinge l’individuo C e D a seguire la direzione A o B? E gli anni successivi? Cosa porta a questa speciazione, anche considerando il fatto che i quartieri di svernamento son gli stessi ancora oggi?

Scusa ma non avete l'imprinting giovanile negli uccelli? Così come avviene nei pesci e negli insetti, i giovani tendono a fare quel che hanno fatto i genitori, quindi il costituirsi di una popolazione mediterranea non mi sembra crei problemi. O, naturalmente io sono ignorante sull'argomento, il tuo problema è legato al periodo di convivenza in Madagascar?


Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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angela
Utente Senior


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Flora e Fauna

Inserito il - 12 ottobre 2008 : 14:57:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Big Okkione...... ma quante ne sai!!!!!
troppo interessante la tua spiegazione... ancora ancora..
....anche io sono curiosa di sapere la storia di Falco eleonorae!
purtroppo io non ho più nulla da aggiungere; le mie nozioni sono terminate...
illuminatemi, grazie!!

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Diderot
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