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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
paolofon
Utente Super
Città: Reggio nell'Emilia
Prov.: Reggio Emilia
Regione: Emilia Romagna
7471 Messaggi Tutti i Forum |
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paolofon
Utente Super
Città: Reggio nell'Emilia
Prov.: Reggio Emilia
Regione: Emilia Romagna
7471 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 luglio 2008 : 11:23:44
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2) 4 occhi: sempre microscopica, sempre non misurata
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Paofon |
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paolofon
Utente Super
Città: Reggio nell'Emilia
Prov.: Reggio Emilia
Regione: Emilia Romagna
7471 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 luglio 2008 : 11:35:33
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3) 6 occhi: lunghezza sui 5 mm, bellissima livrea maculata
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Paofon |
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chiton
Moderatore
Città: Sabaudia
Prov.: Latina
Regione: Lazio
883 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 luglio 2008 : 14:44:40
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Che belle!!! bisogna andare a rivedersi qualcosa su questi animaletti....non ci ricordiamo niente!!!
Silvia e Bruno "Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola." (Giovanni Falcone)
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Volvox
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3685 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 luglio 2008 : 20:54:46
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| Messaggio originario di chiton:
Che belle!!! bisogna andare a rivedersi qualcosa su questi animaletti....non ci ricordiamo niente!!!
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Detto fatto, Chiton, agli ordini: da "Il Pianeta invisibile - I Microrganismi dello stagno raccontati da un'Ameba illuminista" di Franco Cantarano, per i tipi delle Edizioni ETS - Pisa - 2008, pagg. 141-144
I Turbellari (sempre raccontati dall'Ameba illuminista, una Pelomixa palustris)
"I Turbellàri (dal latino, rimescolanti, con allusione al vortice prodotto dalle cilia di cui essi sono totalmente o parzialmente rivestiti) costituiscono una Classe della divisione dei Platelmìnti (vermi piatti), la quale comprende anche Cestòdi e Trematòdi, che, però, non interessano noi, ma medici e veterinari, perché sono tutti parassìti.
"I Turbellàri, invece, vivono quasi esclusivamente nell’acqua, sotto i sassi del fondo, nel fango o sulle piante acquatiche. Essi, in genere, non superano qualche millimetro di lunghezza: poiché sono rivestiti da un’epidermide di cellule ciliate, le loro specie più piccole, capaci di nuotare, possono addirittura essere facilmente confuse con Ciliàti. Non mancano, tuttavia, le eccezioni sia all’una che all’altra circostanza: il Placocephalus, per esempio, è un Turbellàre di terra (Planària) ed è lungo fino a 60 centimetri.
"Rispetto ai Porìferi e agli Cnidàri, essi presentano già progressi evolutivi importanti: hanno maturato un livello di sviluppo articolato su di un primitivo sistema di organi (bocca e intestino senza ano, organi sessuali), una struttura centralizzata del sistema nervoso, cioè un semplice cervello (che comincia a comparire — appunto, nei Platelmìnti — intorno a 570 milioni di anni fa), un sistema escretore primordiale e numerosi organi sensoriali: così equipaggiati, essi sono i primi animali ad essersi avventurati nell’esplorazione delle terre emerse.
"Il sistema circolatorio, ancora inesistente, è sostituito dall’azione dei movimenti muscolari sul liquido in cui sono immersi gli organi, equivalente, per funzione, al vostro sangue e che, inoltre, svolge il ruolo di scheletro idrostatico dell’animale. "Nello stesso liquido sono presenti anche le solite cellule staminali totipotenti (cellule formative), di struttura amebòide: nelle specie che si riproducono asessualmente per scissione trasversale (l’animale si restringe a metà e si divide in due parti), ciascun troncone deve rigenerare le parti e gli organi che, per conseguenza, gli vengono a mancare, e le cellule formative prontamente provvedono al riguardo, così come si dànno da fare per ricostruire le parti e gli organi dell’animale che dovessero danneggiarsi.
"La respirazione avviene attraverso l’epidermide.
"I Turbellàri, scivolando sulle cilia addominali, strisciano come lumache e, come le lumache, lasciano dietro di sé una scia di muco (prodotto da ghiandole poste alla base delle cilia stesse) che, però, è velenoso per i predatori ed è anche in grado di proteggere l’essere nel caso in cui si ferisca o sia insidiato da funghi parassìti.
"Un altro loro sistema di difesa è costituito da “bastoncini gonfiabili” (rabdìti, corti, e ramnìti, più lunghi), formati da cellule dell’epidermide e da ghiandole sottocutanee, che svolgono una funzione repulsiva capace di allontanare i malintenzionati.
"Non manca neppure chi (Gyratrix hermaphroditus) disponga di un vero e proprio pungiglione velenoso per difendersi o colpire le prede e che, quando non è impiegato per questi scopi, funge da organo sessuale maschile: il corteggiamento da parte di questi individui dev’essere piuttosto imbarazzante per chi ne costituisce l’oggetto !
"Si vocifera, inoltre, che alcune specie di Turbellàri siano anche capaci di appropriarsi, a proprio uso e consumo, delle cnidocìsti degli Idrozòi che hanno ingerito: durante la digestione delle parti molli dell’Idrozòo, le cnidocìsti verrebbero liberate e, dall’intestino, migrerebbero nello strato superficiale dell’epidermide del Turbellàre, ove s’insedierebbero per svolgere la stessa funzione che avevano nell’Idrozòo, cioè quella di catturare le prede o di contrastare eventuali attacchi di predatori.
"Me ne rammarico vieppiù, ma cotanto arsenale, vero o supposto, reale o millantato che sia, è, tuttavia, più che convincente nel dissuadermi dal verificare di persona se le cose stiano precisamente così !
"Una ghiandola frontale, collocata in prossimità del ganglio cerebrale e con sbocchi dotati di numerose terminazioni nervose sensibili alle variazioni chimiche ed elettriche indotte nell’ambiente dalla presenza delle sostanze alimentari interessanti, secerne un muco vischioso per catturare le prede e con funzione protettiva, e che serve anche per incollare a sostegni fissi le uova deposte.
"Variamente presenti nelle numerose specie di Turbellari, altri recettori nervosi, nella zona anteriore, si manifestano all’esterno con ciuffi di peli tattili (aurìcole) e gustativi (chemiorecettori), con sensori che avvertono la direzione della corrente (reorecettori), con fossette tappezzate alla base da cellule pigmentate fotosensibili (macchie oculari e ocèlli), cioè occhi estremamente elementari, e, all’interno, con statocisti, organelli che servono al Metazòo per rendersi conto della propria posizione nello spazio: si tratta di capsule che contengono, praticamente, dei “granelli di sabbia” (statolìti) i quali, per quanto infinitesimali, sono, comunque, soggetti alla forza di gravità, e, assestandosi a seconda dei movimenti dell’animale, vanno a stimolare apposite terminazioni nervose che tappezzano l’interno della capsula, con un meccanismo in tutto analogo a quello degli otolìti che i Vertebrati hanno collocati nell’apparato vestibolare posto nell’orecchio interno e che serve loro per tenersi in equilibrio.
"Tra la cute e lo strato muscolare, alcune specie di Turbellàri ospitano in simbiòsi le solite Alghe unicellulari.
"L’intestino, che origina da una bocca collocata davanti, dietro o nel mezzo (insomma, dove capita) sul lato ventrale, produce enzìmi che trasformano le particelle digeribili in sostanze che possono essere assorbite dall’epitelio intestinale e passare nel liquido interstiziale, dal quale, per pinocitòsi, tutte le cellule dell’animale attingono le sostanze nutritizie. Le particelle indigeribili, invece, vengono espulse dalla stessa bocca, mediante un’operazione di lavaggio intestinale. A proposito: questi simpatici animalucci non disdegnano di mangiarsi tra di loro.
"I Turbellàri sono capaci di digiunare a lungo, riducendosi progressivamente di dimensioni perché digeriscono se stessi: cominciano dagli organi sessuali; passano, poi, ai tessuti che riempiono gli interstizi tra gli organi; quindi, degustano l’intestino e i muscoli, finché non resta che il solo sistema nervoso. Naturalmente, non appena possono tornare ad un’alimentazione adeguata, i Turbellàri rigenerano tutti gli organi, grazie all’opera delle loro cellule formative.
"Gli organi escretori, cioè quelli necessari per l’eliminazione dei catabolìti e per il mantenimento dell’equilibrio osmotico (osmoregolazione) del Metazòo, sono costituiti da una rete di tubuli ramificati che collegano i vari “reparti” interni dell’animale con l’esterno attraverso pori di uscita (nefridiòpori). Cellule particolari, le cosiddette cellule a fiamma, mediante le vibrazioni delle proprie cilia, creano un risucchio che aspira i liquidi in eccesso e i catabolìti dagli spazi intercellulari e li convoglia attraverso l’”impianto”: nel complesso, si parla di protonefrìdi o apparato protonefridiale.
"Alcune specie si riproducono esclusivamente per scissione trasversale (per es., varie specie di Stenostomum); altre alternano la scissione alla riproduzione sessuale (per es., Microstomum lineare); altre ancora presentano esclusivamente riproduzione sessuale (per esempio, Macrostomum rostratum). I Turbellàri sessuati sono tutti ermafrodìti: proteràndrici, che sviluppano, cioè, prima, gli organi sessuali maschili e, in un secondo momento, quelli femminili".
Volvox
"Omnia ab ovo. Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!" |
Modificato da - Volvox in data 24 luglio 2008 20:57:52 |
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paolofon
Utente Super
Città: Reggio nell'Emilia
Prov.: Reggio Emilia
Regione: Emilia Romagna
7471 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 luglio 2008 : 22:43:13
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| da "Il Pianeta invisibile - I Microrganismi dello stagno raccontati da un'Ameba illuminista" di Franco Cantarano, per i tipi delle Edizioni ETS - Pisa - 2008, pagg. 141-144 |
C'è poco da aggiungere.... E' un libro da comprare!!!
Paofon |
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Volvox
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3685 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 25 luglio 2008 : 00:27:00
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| Messaggio originario di paolofon:
| da "Il Pianeta invisibile - I Microrganismi dello stagno raccontati da un'Ameba illuminista" di Franco Cantarano, per i tipi delle Edizioni ETS - Pisa - 2008, pagg. 141-144 |
C'è poco da aggiungere.... E' un libro da comprare!!!
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Senza dubbio alcuno...!!!
Volvox
"Omnia ab ovo. Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!" |
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Maurizio Gazzaniga
Utente Senior
Città: Borgarello
Prov.: Pavia
2838 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 25 luglio 2008 : 08:42:42
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| Messaggio originario di paolofon:
| da "Il Pianeta invisibile - I Microrganismi dello stagno raccontati da un'Ameba illuminista" di Franco Cantarano, per i tipi delle Edizioni ETS - Pisa - 2008, pagg. 141-144 |
C'è poco da aggiungere.... E' un libro da comprare!!!
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Assolutamente! Io credo di essere stato tra i primi ad acquistarlo e ne sono rimasto favorevolmente colpito. Credo che Franco abbia fatto devvero un bel lavoro. Decisamente un ottimo testo divulgativo.
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Volvox
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3685 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 25 luglio 2008 : 20:48:15
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| Messaggio originario di chiton:
Che belle!!! bisogna andare a rivedersi qualcosa su questi animaletti....non ci ricordiamo niente!!!
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Richiamo l'attenzione dei Chiton, acciocchè essi possano abbeverarsi alla scienza per soddisfare la loro avida curiosità di notizie sui Turbellari, inappagata dagli studi della lor giovinezza.
Volvox, chiudete er coperchio der biologgico, che entreno le mosche!!! |
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chiton
Moderatore
Città: Sabaudia
Prov.: Latina
Regione: Lazio
883 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 26 luglio 2008 : 23:33:52
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Grazie, Volvox... davvero un bel regalo per chi (come noi..) non si ricordava praticamente niente sui Turbellari!!!(e in realtà anche su tanti altri animaletti....) Complimenti!!! Simpatica l'Ameba, e Paolo ha ragione: il tuo è davvero un libro da comprare!!!! Lo cercheremo al più presto!
Silvia e Bruno "Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola." (Giovanni Falcone)
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Volvox
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3685 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 26 luglio 2008 : 23:59:36
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| Messaggio originario di chiton:
Grazie, Volvox... davvero un bel regalo per chi (come noi..) non si ricordava praticamente niente sui Turbellari!!!(e in realtà anche su tanti altri animaletti....) Complimenti!!! Simpatica l'Ameba, e Paolo ha ragione: il tuo è davvero un libro da comprare!!!! Lo cercheremo al più presto!
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La cosa mi lusinga vieppiù, ma non sono certo che il mio, libro da profano, sia in grado di soddisfare le aspettative di professionisti e accademici!!!
Volvox |
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Volvox
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3685 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 29 luglio 2008 : 23:11:56
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| Messaggio originario di paolofon:
3) 6 occhi: lunghezza sui 5 mm, bellissima livrea maculata
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Paofon
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Riesumo le immagini di Paolofon per una precisazione. Le ultime immagini non si riferiscono a un Turbellare, ma a un Nemertino. I Nemertini sono Platelminti prevalentemente marini, che possono raggiungere anche la lunghezza di 25 metri: d'acqua dolce c'è solo il genere Prostoma, lungo fino a 15 mm, dotato di proboscide con stiletto velenoso. I nemertini presentano già un orifizio anale, non presente, invece, nei Turbellari. Gli adulti hanno 6 occhi, i giovanotti solo 4.
Volvox |
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Volvox
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3685 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 luglio 2008 : 23:43:23
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| Messaggio originario di paolofon:
3) 6 occhi: lunghezza sui 5 mm, bellissima livrea maculata
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Paofon
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Dopo le informazioni da me postate sui Turbellari, non mi sembra che alcuno abbia colto la precisazione relativa alle ultime immagini di Paolofon, le quali non si riferiscono a un Turbellare, ma a un Nemertino. I Nemertini sono Platelminti prevalentemente marini, che possono raggiungere anche la lunghezza di 2,5 metri: d'acqua dolce c'è solo il genere Prostoma, lungo fino a 15 mm, dotato di proboscide con stiletto velenoso. Anche i Nemertini sono acelòmati, ma presentano già un orifizio anale, non presente, invece, nei Turbellari. Gli adulti hanno 6 occhi, i giovanotti solo 4.
Volvox |
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marcopic
Moderatore
Città: Padova
Prov.: Padova
Regione: Veneto
1854 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 luglio 2008 : 23:50:12
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| Messaggio originario di chiton:
Grazie, Volvox... davvero un bel regalo per chi (come noi..) non si ricordava praticamente niente sui Turbellari!!!(e in realtà anche su tanti altri animaletti....) |
Mi associo ai Chiton. Questo come altri animaletti non hanno mai particolarmente attirato la mia attenzione e questo mi duole ora di fronte alle foto di Paolo e alla ricca spiegazione di Volvox. Ciao Marco |
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marcopic
Moderatore
Città: Padova
Prov.: Padova
Regione: Veneto
1854 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 luglio 2008 : 23:52:09
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| Messaggio originario di Volvox: Dopo le informazioni da me postate sui Turbellari, non mi sembra che alcuno abbia colto la precisazione relativa alle ultime immagini di Paolofon, le quali non si riferiscono a un Turbellare, ma a un Nemertino. |
Io mi ero accorto della precisazione, solo che i nemertini sono solo un vago ricordo della giovinezza accademica. Ciao Marco |
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Roby68
Utente V.I.P.
Città: Cagno
Prov.: Como
Regione: Lombardia
185 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 31 luglio 2008 : 00:05:40
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@Volvox:
Io ho apprezzato molto la tua spiegazione, con tanto di rettifica, al punto tale... che ho ordinato il tuo libro! |
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paolofon
Utente Super
Città: Reggio nell'Emilia
Prov.: Reggio Emilia
Regione: Emilia Romagna
7471 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 31 luglio 2008 : 15:24:54
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Ciao Volvox ! Grazie della precisazione! Non sempre si ha tempo di rispondere subito....
Anch'io avevo qualche dubbio che fosse una planaria. Dove dovrebbe essere la proboscide con stiletto velenoso?
Che strano: secondo la Check List della Fauna Italiana, in Italia c'è solo Prostoma graecense, ma segnalato esclusivamente per il Sud; Link a sua volta risponde "no data" in "Italian mainland" per tutto il genere Prostoma....
Paofon |
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Volvox
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3685 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 31 luglio 2008 : 19:16:22
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| Messaggio originario di paolofon:
Ciao Volvox ! Grazie della precisazione! Non sempre si ha tempo di rispondere subito....
Anch'io avevo qualche dubbio che fosse una planaria. Dove dovrebbe essere la proboscide con stiletto velenoso?
Che strano: secondo la Check List della Fauna Italiana, in Italia c'è solo Prostoma graecense, ma segnalato esclusivamente per il Sud; Link a sua volta risponde "no data" in "Italian mainland" per tutto il genere Prostoma.... Paofon
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Secondo le Scritture dei Santi Streble & Krauter, lo stiletto velenoso è inguainato sopra il canale intestinale ed è estroflessibile all'occorrenza. Qui, per quel poco che è dato vedere, non sembra estroflesso: del resto, chi estrofletterebbe uno stiletto velenoso contro Paolofon o contro Roby68???
Volvox |
Modificato da - Volvox in data 31 luglio 2008 19:17:43 |
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Volvox
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3685 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 19 settembre 2008 : 12:11:42
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| Messaggio originario di Volvox:
...da "Il Pianeta invisibile - I Microrganismi dello stagno raccontati da un'Ameba illuminista" di Franco Cantarano, per i tipi delle Edizioni ETS - Pisa - 2008, pagg. 141-144
I Turbellari (sempre raccontati dall'Ameba illuminista, una Pelomixa palustris)
"I Turbellàri (dal latino, rimescolanti, con allusione al vortice prodotto dalle cilia di cui essi sono totalmente o parzialmente rivestiti) costituiscono una Classe della divisione dei Platelmìnti (vermi piatti), la quale comprende anche Cestòdi e Trematòdi, che, però, non interessano noi, ma medici e veterinari, perché sono tutti parassìti.
"I Turbellàri, invece, vivono quasi esclusivamente nell’acqua, sotto i sassi del fondo, nel fango o sulle piante acquatiche. Essi, in genere, non superano qualche millimetro di lunghezza: poiché sono rivestiti da un’epidermide di cellule ciliate, le loro specie più piccole, capaci di nuotare, possono addirittura essere facilmente confuse con Ciliàti. Non mancano, tuttavia, le eccezioni sia all’una che all’altra circostanza: il Placocephalus, per esempio, è un Turbellàre di terra (Planària) ed è lungo fino a 60 centimetri.
"Rispetto ai Porìferi e agli Cnidàri, essi presentano già progressi evolutivi importanti: hanno maturato un livello di sviluppo articolato su di un primitivo sistema di organi (bocca e intestino senza ano, organi sessuali), una struttura centralizzata del sistema nervoso, cioè un semplice cervello (che comincia a comparire — appunto, nei Platelmìnti — intorno a 570 milioni di anni fa), un sistema escretore primordiale e numerosi organi sensoriali: così equipaggiati, essi sono i primi animali ad essersi avventurati nell’esplorazione delle terre emerse.
"Il sistema circolatorio, ancora inesistente, è sostituito dall’azione dei movimenti muscolari sul liquido in cui sono immersi gli organi, equivalente, per funzione, al vostro sangue e che, inoltre, svolge il ruolo di scheletro idrostatico dell’animale. "Nello stesso liquido sono presenti anche le solite cellule staminali totipotenti (cellule formative), di struttura amebòide: nelle specie che si riproducono asessualmente per scissione trasversale (l’animale si restringe a metà e si divide in due parti), ciascun troncone deve rigenerare le parti e gli organi che, per conseguenza, gli vengono a mancare, e le cellule formative prontamente provvedono al riguardo, così come si dànno da fare per ricostruire le parti e gli organi dell’animale che dovessero danneggiarsi.
"La respirazione avviene attraverso l’epidermide.
"I Turbellàri, scivolando sulle cilia addominali, strisciano come lumache e, come le lumache, lasciano dietro di sé una scia di muco (prodotto da ghiandole poste alla base delle cilia stesse) che, però, è velenoso per i predatori ed è anche in grado di proteggere l’essere nel caso in cui si ferisca o sia insidiato da funghi parassìti.
"Un altro loro sistema di difesa è costituito da “bastoncini gonfiabili” (rabdìti, corti, e ramnìti, più lunghi), formati da cellule dell’epidermide e da ghiandole sottocutanee, che svolgono una funzione repulsiva capace di allontanare i malintenzionati.
"Non manca neppure chi (Gyratrix hermaphroditus) disponga di un vero e proprio pungiglione velenoso per difendersi o colpire le prede e che, quando non è impiegato per questi scopi, funge da organo sessuale maschile: il corteggiamento da parte di questi individui dev’essere piuttosto imbarazzante per chi ne costituisce l’oggetto !
"Si vocifera, inoltre, che alcune specie di Turbellàri siano anche capaci di appropriarsi, a proprio uso e consumo, delle cnidocìsti degli Idrozòi che hanno ingerito: durante la digestione delle parti molli dell’Idrozòo, le cnidocìsti verrebbero liberate e, dall’intestino, migrerebbero nello strato superficiale dell’epidermide del Turbellàre, ove s’insedierebbero per svolgere la stessa funzione che avevano nell’Idrozòo, cioè quella di catturare le prede o di contrastare eventuali attacchi di predatori.
"Me ne rammarico vieppiù, ma cotanto arsenale, vero o supposto, reale o millantato che sia, è, tuttavia, più che convincente nel dissuadermi dal verificare di persona se le cose stiano precisamente così !
"Una ghiandola frontale, collocata in prossimità del ganglio cerebrale e con sbocchi dotati di numerose terminazioni nervose sensibili alle variazioni chimiche ed elettriche indotte nell’ambiente dalla presenza delle sostanze alimentari interessanti, secerne un muco vischioso per catturare le prede e con funzione protettiva, e che serve anche per incollare a sostegni fissi le uova deposte.
"Variamente presenti nelle numerose specie di Turbellari, altri recettori nervosi, nella zona anteriore, si manifestano all’esterno con ciuffi di peli tattili (aurìcole) e gustativi (chemiorecettori), con sensori che avvertono la direzione della corrente (reorecettori), con fossette tappezzate alla base da cellule pigmentate fotosensibili (macchie oculari e ocèlli), cioè occhi estremamente elementari, e, all’interno, con statocisti, organelli che servono al Metazòo per rendersi conto della propria posizione nello spazio: si tratta di capsule che contengono, praticamente, dei “granelli di sabbia” (statolìti) i quali, per quanto infinitesimali, sono, comunque, soggetti alla forza di gravità, e, assestandosi a seconda dei movimenti dell’animale, vanno a stimolare apposite terminazioni nervose che tappezzano l’interno della capsula, con un meccanismo in tutto analogo a quello degli otolìti che i Vertebrati hanno collocati nell’apparato vestibolare posto nell’orecchio interno e che serve loro per tenersi in equilibrio.
"Tra la cute e lo strato muscolare, alcune specie di Turbellàri ospitano in simbiòsi le solite Alghe unicellulari.
"L’intestino, che origina da una bocca collocata davanti, dietro o nel mezzo (insomma, dove capita) sul lato ventrale, produce enzìmi che trasformano le particelle digeribili in sostanze che possono essere assorbite dall’epitelio intestinale e passare nel liquido interstiziale, dal quale, per pinocitòsi, tutte le cellule dell’animale attingono le sostanze nutritizie. Le particelle indigeribili, invece, vengono espulse dalla stessa bocca, mediante un’operazione di lavaggio intestinale. A proposito: questi simpatici animalucci non disdegnano di mangiarsi tra di loro.
"I Turbellàri sono capaci di digiunare a lungo, riducendosi progressivamente di dimensioni perché digeriscono se stessi: cominciano dagli organi sessuali; passano, poi, ai tessuti che riempiono gli interstizi tra gli organi; quindi, degustano l’intestino e i muscoli, finché non resta che il solo sistema nervoso. Naturalmente, non appena possono tornare ad un’alimentazione adeguata, i Turbellàri rigenerano tutti gli organi, grazie all’opera delle loro cellule formative.
"Gli organi escretori, cioè quelli necessari per l’eliminazione dei catabolìti e per il mantenimento dell’equilibrio osmotico (osmoregolazione) del Metazòo, sono costituiti da una rete di tubuli ramificati che collegano i vari “reparti” interni dell’animale con l’esterno attraverso pori di uscita (nefridiòpori). Cellule particolari, le cosiddette cellule a fiamma, mediante le vibrazioni delle proprie cilia, creano un risucchio che aspira i liquidi in eccesso e i catabolìti dagli spazi intercellulari e li convoglia attraverso l’”impianto”: nel complesso, si parla di protonefrìdi o apparato protonefridiale.
"Alcune specie si riproducono esclusivamente per scissione trasversale (per es., varie specie di Stenostomum); altre alternano la scissione alla riproduzione sessuale (per es., Microstomum lineare); altre ancora presentano esclusivamente riproduzione sessuale (per esempio, Macrostomum rostratum). I Turbellàri sessuati sono tutti ermafrodìti: proteràndrici, che sviluppano, cioè, prima, gli organi sessuali maschili e, in un secondo momento, quelli femminili".
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Per Marcopic, in relazione a quanto si era detto, questo era il mio racconto sui Turbellari, che potrebbe essere integrato con le immagini di Paolofon o con le altre che fossero disponibili. Nel seguito del topic (credo l'insieme dei post della stessa "discussione" si chiami così) ci sono immagini di Nemertini e qualche mia piccola precisazione in merito a questi ultimi. Ora vado in cerca di altri post contenenti approfondimenti.
Volvox
"Omnia ab ovo. Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!" |
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Arayan72
Utente Junior
Città: Tolentino
Prov.: Macerata
Regione: Marche
47 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 07 giugno 2011 : 19:04:50
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Complimentoni a Volvox, di sicuro quando tornerò a Pisa comprerò questo libro, le premesse sono di un libro validissimo per la didattica :D
Dato che a (a volte) mi occupo anche dello studio "etologico" di microturbellari, vi riporto questo mio lavoro semi-recente nel caso interessasse a qualcuno:
Zoological Science 26(7):443-447. 2009 doi: 10.2108/zsj.26.443
Antipredator Behavior of the Freshwater Microturbellarian Stenostomum sphagnetorum Against the Predatory Ciliate Dileptus margaritifer
Federico Buonanno1,2*
1 Department of Molecular, Cellular and Animal Biology, University of Camerino, Via Gentile III da Varano, 62032 Camerino (MC), Italy
2 Department of Education Science, University of Macerata, Piazzale Luigi Bertelli, 62100 Macerata, Italy
This study investigated defensive behavior by the microturbellarian Stenostomum sphagnetorum against the predatory ciliate Dileptus margaritifer. When S. sphagnetorum was attacked by D. margaritifer, the microturbellarian released a mass of mucous material from the site of attack and swam away, while D. margaritifer ingested the released material. If the attack was repeated, S. sphagnetorum was killed and eaten by the predator. Observations on the predator-prey interactions between these two organisms suggest that the discharge of mucous material by S. sphagnetorum is the main component of defensive behavior. The following findings support this hypothesis: 1) individuals of S. sphagnetorum artificially deprived of glandular secretions through lysozyme treatment were more vulnerable to D. margaritifer and were more sensitive to the predator's toxin than were untreated animals, while they were indistinguishable from intact S. sphagnetorum in external morphology and in the capacity to grow; 2) supernatant containing the D. margaritifer toxin induced in S. sphagnetorum the same behavioral reactions observed in actual encounters with D. margaritifer.
Il testo dell'abstract (e dello studio) è in inglese ma potete chiedere direttamente a me per qualsiasi cosa ;) |
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Volvox
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3685 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 07 giugno 2011 : 19:52:16
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Mi hai colpito sul callo più dolente: l'Inglese! Sob!
Volvox
"Omnia ab ovo". Le còcce, pe' piacere, ner biologgico! |
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