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 LA NATURA NELLE PAROLE
 Poesie di montagna
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Barracuda
Utente V.I.P.


Città: Sarzana


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Inserito il - 19 marzo 2008 : 18:02:18 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

MA I BASTIONI DEL GRANDE MONTE

Ma i bastioni del grande Monte
svettano come castelli eterni
sulla pochezza dell'uomo.
Quando di propone di vincere
con l'astuzia e la provocazione
la verginità della montagna
non sa che questa
mai vinta, né conquistata
prepara il giorno della punizione.
I bastioni del grande monte
castelli di pietra e ghiaccio proiettati nel cielo
aspettano l'uomo predatore
le sue ruspe le sue mine,
i palazzi e le fabbriche,
le ciminiere e i serbatoi,
qui non albergheranno.
Bianche le sue cime
il riverbero di luce
la sua anima millenaria
il turbinio della tormenta.
Bianca la sua purezza
l'infinito dello sguardo
la memoria
la selve di ghiaccio
e le acque e i suoi occhi.
Bianche le cascate e la sua amarezza.
Il Monte Bianco aspetta
la città ha rapito la sua gente
il ritorno è prossimo
lo annuncia il vento delle vette.
Questa sera l'aquila e il camoscio sono irrequieti
qualcuno cerca sulla montagna una casa perduta
ci sono passi sulla neve
qualcuno tossisce
e bussa alla vecchia porta abbandonata


IL CUORE LIMPIDO DELLA MONTAGNA

L'uomo della pianura quassù
cerca il tempo passato
e la sua identità.
La purezza è rimasta intatta
nelle pieghe remote
del volto della montagna.
Il cuore della montagna aveva un battito profondo
come il cuore del montanaro
battevano in accordo,
come ali di farfalla.
L'alba richiama zampilli d'acqua,
dai ruscelli
nascosti nell'intrigo dei pini
rovescia zaffate di luce
sulle vecchie lose
cementate dalle lente stagioni.
La luce del giorno
scopre un muro,
una porta cigolante.
Da quella porta
un tempo correva lo sguardo
sull'arco immenso che la valle
aprendosi al cielo
lasciava scoprire.
Oltre il manto dei boschi
volavano, nubi, farfalle,
fagiani di monte.
Dietro quella porta
si intravvede controluce
un tavolino massiccio di noce
con il cesto del pane raffermo,
pane scuro di segala.
Una ciotola vuota,
latte raggrumato,
mezza candela spenta


AMICO MULO ADDIO

Cataste di legna antiche
bruciate dal sole
consumate dalla neve,
spruzzate di muffa
dormono scomposte
nell'angolo del portico
in abbandono.
Il boscaiolo
aveva i muscoli d'acciaio
il mulo
la forza del trattore,
insieme con slitta e catene
hanno trascinato i tronchi
sino al casolare
una voce, un nitrito,
una carezza sul collo del mulo
arranca, scalpita,
scivola sul ghiaione.
I tronchi prima rovesciati dal crinale
sono giunti a mezza costa del monte.
L'uomo e il mulo, formiche del bosco
hanno accumulato nell'anfratto
scavato nella roccia
legna robusta
per tutto l'inverno.
Il braciere di pietra esultava,
crepitava in penombra il calore.
Quando l'uomo ha lasciato la montagna
il suo mulo si è dissolto
come zolla di terra alla pioggia,
non ha lasciato impronte lo zoccolo,
i suoi finimenti logori
sono appesi al chiodo della stalla.
La finestrella è aperta tutto l'anno
entrano foglie e rami
sospinti dal vento
escono in allegria
scoiattoli bruni e scompaiono
nell'intrigo della catasta.
Il mulo non ha voluto scendere a valle.
Un masso gigantesco
rotolato una notte
su un prato di primule nane
racchiude il suo corpo
come un sarcofago di pietra


Le poesie sono tratte dal libro "La Montagna" di E. Dulevant
Fra le tante cose il libro contiene stupende foto di una delle più suggestive regioni italiane: La Valle D'Aosta

Barracuda
Utente V.I.P.


Città: Sarzana


214 Messaggi
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Inserito il - 21 marzo 2008 : 14:57:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia



Temperato d'estate; ricca la vegetazione digradante per varietà di colori dal fosco rossastro dei faggi, che coprono fitti la parte superiore del monte, e dal verde intenso dei castagni e dal cupo degli abeti e dei cerri sottostanti, al cinereo degli olivi e al verde chiaro dei vigneti sparsi lungo il pendio fino al piano.... All'ombra degli antichi castagni, per i luoghi più solitari, nella pace dei meriggi estivi, sulle praterie ondulate sparse di muschio, ove luccicano serpeggiando vene chiarissime, fra le grandi scogliere, sparse di licheni, pare aliti ancora un'aura di leggende.

(Giacomo Barzellotti, )

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Candidi soli e riso di tramonti

mormoreggiar di selve brune, ai venti

con sussurrio di fresche acque cadenti

giù per li verdi tramiti dei monti.

Ed Espero che roseo sormonti

nel profondo seren de' firmamenti,

e chiara luna che i sentier tacenti

inalbi e scherzi entro laghetti e fonti.

Questo m'era nei voti. Or miei desiri

pace ebber qui tra fiumi e tra montagne

dfelle secure muse in compagnia.

(Giosuè Carducci, )

=========================================================

L'aria vi è purissima; il clima aspro d'inverno, piacevolmente

Vieni, crudel, vieni e vedi la pressura

dei tuoi gentili, e cura lor magagne,

e vedrai Santafior com'è sicura.

(Dante Alighieri, Purgatorio, canto VI)

===============================================================

Se alcun luogo mai attrasse i poeti con le soavi ombre, o con le fonti argentine, e con le verdeggianti erbe dei ridenti prati, qui essi rimarranno tutta l'estate; poichè noi stimiamo che a questi gioghi dell'Amiata non siano da paragonarsi quelli di Cirra e Nisa, tanto esaltati dalle mitiche favole, e neppure da preferirsi sia la valle di Tempe col suo fiuma Peneo.

(Pio II Enea Silvio Piccolomini)

=================================================================

Felicissimo monte, ove natura

col ciel concorde ogni sua grazia pose,

lieta e dolce stagion, ch'a l'amorose

alme da vita, e luce eterna e pura;

Bene a te larga fu l'eterna cura

in darti tante doti altrui nascose,

raro pregio dei monti, in cui ripose

l'uman diletto ogni più nobile cura.

Splenda in te dunque il ciel chiaro e lucente

d'ogni stagione, nè mai nembi e procelle

turbino il ciel del tuo liet'oriente.

(Gian Domenico Peri)

================================================================

Io morirò con la nostalgia di questi luoghi, e se la mia anima resta, prego che ella si avvolga col vento che dai macigni dell'Amiata va lungo la Fiora malinconica fino al mare.

(Mario Pratesi)

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Se gli aspetti della natura e le tradizioni religiose possano contribuire alla formazione dell'anima mistica delle folle anonime ed alla stessa ascesi del predestinato alla grazia, nessuna terra in Toscana più della montagna di Siena ebbe ed offre ancora nei silenzi eloquenti dei suoi solenni e luminosi tramonti, ammirati dalle cime boschive, la visione della verità eterna e assoluta, adombrata, nella vastità del creato e nella soave mestizia dell'ora, da leggende e da storie spirituali.

(Eugenio Lazzareschi)


==================================================================

Il fuoco d'artifizio del maltempo

sarà murmure d'arnie a tarda sera.

La stanza ha travature

tarlate ed un sentore di meloni

penetra dall'assito. Le fumate

morbide che risalgono la valle

d'elfi e di funghi fino al cono diafano

della cima m'intorbidano i vetri,

e ti scrivo da qui, da questo tavolo

remoto, dalla cellula di miele

di una sfera lanciata nello spazio

e le gabbie coperte, il focolare

dove i marroni esplodono, le vene

di salnitro e di muffa sono il quadro

dove tra poco romperai. La vita

che t'affabula è ancora troppo breve

se ti contiene! Schiude la tua icona

il fondo luminoso. Fuori piove.

E tu seguissi le fragili architetture

annerite dal tempo e dal carbone,

i cortili quadrati che hanno nel mezzo

il pozzo profondissimo; tu seguissi

il volo infagottato degli uccelli

notturni e in fondo al borro l'allucciolio

della galassia, la fascia d'ogni tormento.

Ma il passo che risuona a lungo nell'oscuro

è di chi va solitario e altro non vede

che questo cadere di archi, di ombre e di pieghe.

Le stelle hanno trapunti troppo sottili,

l'occhio del campanile è fermo sulle due ore,

i rampicanti anch'essi sono un'ascesa

di tenebre e dil loro profumo duole amaro.

Ritorna domani più freddo, vento del nord,

spezza le antiche mani dell'arenaria,

sconvolge i libri d'ore nei solai,

e tutto sia lente tranquilla, dominio, prigione

del semso che non dispera! Ritorna più forte

vento di settentrione che rendi care

le catene e suggelli le spore del possibile!

Son troppo strette le strade, gli asini neri

che zoccolano in fila danno scintille,

dal picco nascosto rispondono vampate di magnesio...

...Questa rissa cristiana che non ha

se non parole d'ombra e di lamento

che ti porta di me? Meno di quanto

t'ha rapito la gora che s'interra

dolce nella sua chiusa di cemento.

Una ruota di mola, un vecchio tronco,

confini ultimi al mondo. Si disfà

( anonimo)

Queste poesie sono invece tratte dall'antologia della poesia dedicata al Monte Amiata, monte situato in un'altra bella regione della nostra Italia: la Toscana

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franci
Utente Senior

Città: Morbegno
Prov.: Sondrio

Regione: Lombardia


1364 Messaggi
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Inserito il - 22 marzo 2008 : 09:32:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vedo che non sono l'unica abituata a trascriversi le poesie preferite...

Franci
Morbegno (SO)
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