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Eventuali foto inerenti studi o indagini scientifiche possono essere postate previa autorizzazione da parte dei moderatori di sezione o degli amministratori.
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aspis
Moderatore

Città: Bari
Prov.: Bari

Regione: Puglia


2622 Messaggi
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Inserito il - 10 febbraio 2008 : 10:25:37 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Giusto per ravvivare il forum...,: so di scatenare una rovente polemica, ma vorrei una vostra opinione riguardo a questo che ritengo un problema sottovalutato:le grosse concentrazioni di rapaci (molto più tutelate dei rettili) attualmente formatesi, soprattutto nelle aree protette, riducono drasticamente la presenza di rettili, sin quasi a determinarne l'estinzione...

Modificato da - aspis in Data 10 febbraio 2008 10:38:07

MattFala
Utente V.I.P.


Città: Cardano al Campo
Prov.: Varese

Regione: Lombardia


499 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 10 febbraio 2008 : 10:47:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao aspis, potresti dare qualche dato in più per chi, come me, non ne sa molto riguardo questo argomento?
Grazie

Mattia
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


1432 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 10 febbraio 2008 : 12:41:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ancor più tutelate dei rapaci sono le grosse concentrazioni di umani: uno studio recentemente pubblicato (forse su Cronaca Vera o Focus Bimbi) ha provato che fa più danni ad una comunità di serpenti in un bosco una coppia di fidanzati in cerca di intimità, piuttosto che dieci coppie di bianconi in cerca di prede... Anche perché i bianconi, quando i serpenti scarseggiano, devono semplicemente sloggiare per non morire di fame: i fidanzatini no!



"E ove un dolente suono arcano a udir ti cogli, come se li nostri andati cari, fra noi qui sono in terra, e invocan, con voce mesta, o luce tenue e ignota, o tanfo estremo e nauseabondo, ecco, lì la mirauda ha ancor alcova, e la sua fetida stirpe ancor dà prole!"
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Emanuele
Utente V.I.P.

Città: Pistoia


292 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 10 febbraio 2008 : 13:19:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi è capitato una volta vedere un biancone ingoiare un grosso biacco, la scena è stata stupenda, io da tifoso di parte sono rimasto dispiaciuto per il serpente, però capisco che è il normale ciclo della natura.
Una cosa che mi ha dato più noia ed è roba di pochi giorni fa è stato il vedere spazzare via nel mio paese un quadratino di verde dove c'era una foltissima colonia di Podarcis sicula, per costruire una rotonda, senza stare a contare le molte vittime dei gatti...
saluti
EMa

Modificato da - Emanuele in data 10 febbraio 2008 13:20:07
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Carlmor
Moderatore Trasversale


Città: Varese
Prov.: Varese

Regione: Lombardia


8940 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 10 febbraio 2008 : 14:38:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
scusa Aspis ma dove ci sono grosse concentrazioni di rapaci che predano rettili ?
mi sembra un evento poco probabile anche nelle aree protette e ammesso che possa verificarsi la riduzione delle prede disponibili causerebbe anche una riduzione dei rapaci predatori di rettili ...

Carlo
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Flavia
Utente Senior

Città: Terni
Prov.: Terni

Regione: Umbria


565 Messaggi
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Inserito il - 10 febbraio 2008 : 15:31:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Salve sono nuova del forum e sono laureata in Scienze Naturali. Ma vi vorrei dire una cosa...
I rapaci è vero che stano aumentando, soprattutto nei parchi, ma aggiungerei grazie a Dio.
Vedete la natura tende a regolarsi da sola è logico che quando la presenza antropica è grande ci sono squilibri, ma quando l'uomo se ne va o una zona viene protetta la natura si riprende ciò che è suo. I rapaci sono all'apice della catena alimentare ed è loro compito nutrirsi di micromammiferi, rettili, anfibi e quant'altro.
Dovete sapere che negli anni '70 quando la caccia era meno regolamentata di oggi, le nostre campagne erano piene di serpenti tra cui vipere e c'erano pochissimi rapaci, perchè erano considerati animali dannosi (dei competitori per i cacciatori)Inoltre erano pochissime le lepri, cinghiali,i caoprioli, i lupi, le volpi, le faine, ....eravamo al minimo della biodiversità.
Ora è logico che gli animali che vivono a terra sono sfavoriti, soprattutto se di dimensioni piccole.....ma state certi che in condizioni naturali non si estinguerebbero.
Invece ritengo che l'uomo sia molto più dannoso per i serpenti...infatti spessissimo si vedono persone che uccidono serpenti solo perchè gli fanno schifo o perchè non li conoscono e pensano siano velenosi.


Flavia
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Il campagnolo
Utente V.I.P.

Città: Matera
Prov.: Matera

Regione: Basilicata


173 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 10 febbraio 2008 : 19:09:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono d'accordo con Zoro: l'uomo è sicuramente la minaccia maggiore per i nostri amati rettili, soprattutto per quanto riguarda la distruzione del loro habitat.
Se poi a ciò si aggiunge che i serpenti non sono certo gli animali preferiti per la maggior parte della gente (e quindi spesso non vengono tutelati quanto altri animali) ecco che non se la passano certo bene questi animali.
Ricordo ancora come se fosse oggi un meravigioso esemplare di saettone di circa 2 metri che trovai ucciso al lato di una strada in un parco naturale in provincia di Matera.Per non parlare di un cervone davvero enorme che, vi giuro, era stato appeso non so come sui fili di un palo dell' alta tensione.
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perfect
Utente Senior

Città: Roma


1790 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 10 febbraio 2008 : 20:43:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Al fattore disgusto aggiungerei anche il fattore "trofeo"...molti ostentano l'uccisione del serpente perchè lì fa sentire importanti...in che tipo di ottica non mi è dato saperlo. Che l'uomo sia la causa massima di disagio per i rettili è indubbio..." che schifo, striscia, ma è viscido?" tipiche locuzioni del cittadino medio di fronte ad un serpente, ignorando quanti milioni di anni di evoluzione abbia quella specie e tantomeno il ruolo esclusivo ed importantissimo che riveste all'interno dell'ecosistema.
Al tempo stesso però in determinate condizioni ambientali la pressione dei predatori può, potrebbe, essere eccessiva nei confronti dei rettili sopratutto da parte di quelle specie come i rapaci che sono super tutelate e diciamocelo determinate specie come i gheppi raggiungono concentrazioni molto elevate. Io sono il primo ad essere un birdwatcher ed amo molto gli uccelli ma in ecosistemi mal strutturati e molto modificati come possono essere ad esempio ambienti di periferia cittadina il numero di piccoli rapaci è davvero notevole...lo stesso discorso mi è venuto in mente in primis per quanto riguarda la concentrazione di Ardeidi (anch'essi davvero molto comuni negli ultimi anni) nei confronti delle popolazioni di anfibi. Credo che quella di Aspis sia una bella provocazione perchè ovviamente la prima causa di rarefazione dipende dalle modificazioni ambientali causate dall'uomo...la presenza di un maggior numero di predatori, specie se piuttosto opportunisti (e penso ancora al gheppio)che sfruttano ogni preda possibile ne è la diretta conseguenza, un discorso analogo è fattibile per i corvidi, non avete idea che tipo di impatto possano avere le cornacchie nei confronti dei rospi. Sono sempre convinto che sia prima di tutto necessario proteggere le basi della catena trofica!

Modificato da - perfect in data 10 febbraio 2008 20:45:32
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Giacomo
Utente Senior


Città: Sesto Fiorentino

Regione: Toscana


1538 Messaggi
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Inserito il - 10 febbraio 2008 : 21:33:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Più che con i rapaci, io ho esperienze dirette riguardo l'aumento degli ardeidi e la diminuzione delle natrici.
A causa dell'arrivo del gambero rosso della Louisiana, e forse anche dell'introduzione di specie ittiche, gli aironi sono aumentati moltissimo in numero e di natrici dal collare ne trovo sempre meno, e quelle che trovo sono rifugiate in zone più boscose....
Mi raccontavano che a Pianoro le natrici tassellate son diventate rarissime a causa dell'aumento di garzette e aironi cenerini! mentre prima lungo il fiume se ne vedevano molte.

L'impatto è comunque forte su tutta l'erpetofauna in genere



Una persona non dovrebbe mai lasciare tracce così profonde che il vento non le possa cancellare.

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aspis
Moderatore

Città: Bari
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Inserito il - 11 febbraio 2008 : 09:17:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quoto al massimo Perfect e Giacomo che hanno centrato in pieno il problema, peraltro ricordando gli ardeidi e corvidi, e sono daccordo con Zoro, Emanuele ed il Campagnolo: la colpa è sempre dell'uomo!
Quello che voglio dire viene confermato da Flavia, (cui sicuramente non piacciono le vipere)la diminuzione di rettili ed in particolare di vipere è direttamente proporzionale all'aumento dei rapaci, che oltre ad essere loro diretti predatori sono anche competitori in campo alimentare!
Sono un birdwatcher anch'io ed amo gli uccelli quanto i rettili, ma perchè finanziare progetti di reintroduzione del biancone predatore superspecializzato che si ciba esclusivamente di rettili?
Basta digitare su un qualsiasi motore di ricerca queste parole per constatare come l'aumento di questa specie venga auspicata da numerose amministrazioni!
Per non parlare poi della reintroduzione delle cicogne: una assurdità! ma si ha idea di quanti anfibi e rettili mangi ogni giorno uno di questi splendidi uccelli?
Ecco gli squilibri a cui mi riferisco, cari Mattia e CarlMor: un biancone, una cicogna, in un territorio vergine ed incontaminato può anche mangiare dieci serpenti al giorno senza fare grande danno, ma in zone già gravemente defedate come quelle che costituiscono il territorio italiano, produrrà estinzione prima di spostarsi in un'altra zona volando, cosa che i rettili non possono fare!


Modificato da - aspis in data 11 febbraio 2008 09:36:02
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
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Flora e Fauna

Inserito il - 11 febbraio 2008 : 09:48:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dovete sapere che negli anni '70 quando la caccia era meno regolamentata di oggi, le nostre campagne erano piene di serpenti tra cui vipere

Mi piacerebbe sapere su cosa si basa questa affermazione: negli anni '70 mi occupavo già di serpenti, e ti assicuro che vedere una Vipera aspis era difficile quanto lo è oggi; certo, la percezione a livello di grande pubblico che se ne aveva era ben diversa, ma solo per delle campagne di (dis)informazione, come quelle della Sclavo che produceva il siero antiofidico polivalente, o le altre stupidaggini sui lanci dagli elicotteri e simili leggende, che avevano purtroppo creato una sorta di psicosi, facilmente attecchita a causa delle radici culturali del nostro paese (serpente = simbolo del male).



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Flavia
Utente Senior

Città: Terni
Prov.: Terni

Regione: Umbria


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Inserito il - 11 febbraio 2008 : 10:08:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Innanzi tutto non è vero che non mi piacciono le vipere, anzi pagherei per vedere una volta la vipera dell'orsini che non ho mai avuto il piacere di incontrare.
Poi devo essere sincera, effettivamente la mia affermazione sugli anni '70 non ha propriamente basi scientifiche, più che altro è basata su racconti da parte di persone che vivevono in campagna, del resto io non ero neanche nata. Comunque apprezzo la critica.
Non so come sia la condizione delle vipere nel Lazio, ma attualmente in Umbria ci sono posti in cui le vipere sono molto comuni e posti in cui invece le vipere non si incontrano mai.Vi faccio un esempio io abito a Terni (Sud dell'Umbria) ma ho una casa in campagna verso Città di Castello (Nord dell'Umbria). Sulle montagne intorno a Terni non ho mai incontrato una vipera e le ho girate parecchio. Vicino alla mia casa in campagna è pieno. Spesso mi è capitatodi andare al Terminillo (Lazio) e li ho avuto il piacere di incontrarne qualcuna.Ora di rapaci ne ho visti in tutte queste zone, come si puòspiegare questa cosa.

Flavia
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aspis
Moderatore

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Inserito il - 11 febbraio 2008 : 11:13:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La diminuzione totale delle Vipere in Italia negli ultimi quarantanni è un fatto certo ed innegabile, (fatta eccezione solo per pochissimi siti), sia per la diminuzione degli areali che per alterazione degli habitat.
Comunque cito testualmente quanto riportato da Silvio Bruno ne "Le vipere d'Italia e d'Europa": nel 1974 furono prelevati 1000 es. adulti di vipera da alcune note località del Piemonte; 6000 rettili (in gran parte vipere comuni) furono uccisi dai cacciatori in provincia di Bologna tra il 1966 ed il 1973; dal "68 al "70 è stato calcolato che in tutta Italia siano stati sterminati 50.000 es. del genere Vipera: se anche si volesse effettuare qualche strage oggigiorno questi numeri non si potrebbero mai raggiungere!

Modificato da - aspis in data 11 febbraio 2008 11:14:49
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mazzeip
Moderatore


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Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 11 febbraio 2008 : 11:38:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un conto è quello che riteniamo plausibile e consistente con la nostra conoscenza o le nostre impressioni, o con la nostra idea di ciò che è verosimile, un conto i dati "certi ed innegabili"; tralasciando i numeri di Silvio Bruno (quei numeri hanno ben pochi riscontri, non sono confrontabili con osservazioni successive, e si riferiscono in parte a contesti in cui sulle vipere c'era una vera e propria "taglia"), conoscete voi qualche studio di popolazione/comunità, condotto seriamente dal punto di vista statistico, che dimostri in modo inequivocabile quanto asserito, cioè una diminuzione significativa della consistenza numerica delle popolazioni di vipera sul territorio nazionale negli ultimi quarantanni?

La "diminuzione degli areali" e la "alterazione degli habitat" non sono di per sé condizioni sufficienti per dimostrare la diminuzione numerica in questione.



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situla
Utente Junior


Città: Bari

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Flora e Fauna

Inserito il - 11 febbraio 2008 : 13:12:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sicuramente in assenza di dati "certi" e di studi specifici sulle popolazioni di serpenti in determinate aree, è impossibile fornire statistiche aventi valore scientifico , però allo stesso tempo dati forniti da chi osserva o vive da anni una determinata zona ritengo che possano essere almeno un plausibile campanello d'allarme. Il fatto che non ci siano studi in corso non vuol dire che il problemai non sussista!Spesso l'attenzione resta erronemante concentrata su determinate carenze ambientali e non sempre è supportata da un'analisi approfondita degli equilibri; Non voglio assolutamente criticare il sistema, ma posso portare alcune mie testimonianze : avendo per molto tempo preso parte a diverse iniziative locali per conto del WWF, ed essendo da sempre molto sensibile alle tematiche ambientali, specie se coinvolgono la fauna cosiddetta minore (rettili e anfibi nella fattispecie), ho potuto osservare diverse liberazioni di rapaci nella mia regione; in nessun caso la destinazione dei magnifici volatili è stata determinata da una rigorosa scelta scientifica, semplici accordi statutari tra associazioni e cf dello stato sulla base di competenze relative o presunte tali.
Secondo il mio modesto parere l'argomento offerto da aspis dovrebbe far riflettere in maniera + propositiva, perchè senza alcuna base statistica l'immissione di rapaci, unita ad un indubbio aumento della presenza di ardeidi e corvidi, condita con l'immancabile "mano nera" dell'uomo che danneggia sempre e senza controllo, creano una premessa che da ogni punto di vista mal si concilia con la prosperità di molte specie di rettili e anfibi.
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hierophis
Utente V.I.P.

Città: Pavia
Prov.: Pavia

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Inserito il - 11 febbraio 2008 : 13:46:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di mazzeip:
conoscete voi qualche studio di popolazione/comunità, condotto seriamente dal punto di vista statistico, che dimostri in modo inequivocabile quanto asserito, cioè una diminuzione significativa della consistenza numerica delle popolazioni di vipera sul territorio nazionale negli ultimi quarantanni


Io ho presente un lavoro pubblicato su Amphibia Reptilia di qualche anno or sono che dimostrava il declino di Vipera aspis in alcune zone della Svizzera a causa dell'abbandono dei pascoli e dell'avanzare del bosco. Questo tipo di dato mi sembra in linea con la mia esperienza, sono le alterazioni ambientali il problema principale per i rettili in Italia.

Il problema "biancone" invece mi ricorda certi discorsi triti e ritriti sui "nocivi"; sono discorsi che sento ripetere spesso in vari ambienti (vedi cormorani e pescatori oppure volpi/faine e cacciatori)

H
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Emanuele
Utente V.I.P.

Città: Pistoia


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Flora e Fauna

Inserito il - 11 febbraio 2008 : 14:05:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riporto delle osservazioni personali, niente di scientifico, solo un oggettivo cambiamento degli "avvistamenti vari" andando spesso a fare escursioni in Toscana. Negli ultimi 15 anni cè stato un incremento notevole di cinghiali, ardeidi, corvidi, rapaci, nel primo caso frutto di ripopolamenti fatti alla leggera per il ludo dei cacciatori, negli altri non so trovare una risposta spero magari di trovarla su questo forum.
Mentre l'invasione di cinghiali è un fattore deleterio imputabile ad un azione indiretta dell'uomo, l'aumento delle altre specie che banchettano con l'erpetofauna a cosa è imputabile? normale iter naturale? o cè anche qui una responsabilità diretta o indiretta da parte dell'uomo magari nella gestione del territorio?
saluti
EMa
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 11 febbraio 2008 : 16:35:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciò che scrive situla è giustissimo: la mancanza di studi non indica che tutto vada liscio per rettili e anfibi... Non ci sono studi e conteggi al proposito: ma vi assicuro che i miei capelli sono molti meno rispetto a quando avevo vent'anni...
Osservazioni ripetute e costanti negli anni, effettuate da parte di persone affidabili (e Zoro si autoconsidera tale ) possono avere grande valore, anche in mancanza di studi precisi o di rigorose analisi statistiche.
Posso affermare con assoluta certezza che, in alcune aree collinari dell'Oltrepò Pavese, il Colubro d'Esculapio (insieme a biacchi e ramarri) era comunissimo fino ai primi anni '80 (numerose osservazioni ogni anno, soprattutto di individui uccisi su strada). Dalla metà degli anni '80 in poi le mie osservazioni divennero ogni anno più rare, fino a cessare del tutto.
L'area in questione (il dato può interessare a Hiero) è quella compresa fra Chiusani-Rocca Susella e il versante che da Rocca Susella scende verso l'Ardivestra.
Stessa sorte toccò a biacchi, luscengole e ramarri nel territorio sassoso con timo selvatico appena sopra Godiasco, versante di Gomo.
Vi erano primavere in cui, da ragazzo, trovavo in pochi metri quadrati di "pietraia" decine di biacchi, oltre che ramarri, lucertole, luscengole e, ricordo ancora, un enorme saettone lineato ucciso da chissà chi: aspettavo, in giugno, che il sole scaldasse il terreno, e, verso le dieci del mattino, iniziavano questi miei strepitosi incontri.
Da un anno all'altro non ho più incontrato niente: un agricoltore aveva piantato una vigna poco sotto e faceva saltuarie "incursioni" nella mia oasi erpetologica... Bastò così poco a far scomparire i miei rettili? Forse sì...
Da bambino c'erano versanti collinari che brulicavano di ramarri: oggi, negli stessi posti, si è fortunati se se ne vede uno o due....
Sono ricordi, non studi: ma vi assicuro che non sono solo "impressioni vaghe e nebulose"...
Per le vipere non so proprio cosa dire. I miei incontri con le vipere iniziarono più avanti con gli anni, ed è difficile quindi per me fare confronti.
In collina, da me, non ne ho mai incontrate. In provincia di Pavia, la vipera la si trova solo o in pianura, lungo i boschi del Ticino, o in montagna, a partire da Varzi verso sud: sia i boschi ripariali che le zone di montagna hanno subito a mio avviso in misura minore l'impatto distruttivo dell'uomo (turismo, traffico stradale, disboscamenti, ecc.) e quindi probabilmente le vipere vivono ancora in quei luoghi (in montagna mi capita di trovarne più o meno con la frequenza di un tempo). Grosse concentrazioni di vipere e di serpenti in generale lungo il Ticino, come mi capitava di trovare ai tempi dell'Università, devo però dire che non ne ho più viste da anni. Sarà che la pianura la giro molto meno, ma un ruolo deleterio può aver avuto secondo me la chimica usata in agricoltura, unita, come ovunque, ad una pressione antropica sempre maggiore (apertura di piste per mountain bike, aumento dei turisti in mountain bike appunto , aumento del traffico stradale, ecc.).



"E ove un dolente suono arcano a udir ti cogli, come se li nostri andati cari, fra noi qui sono in terra, e invocan, con voce mesta, o luce tenue e ignota, o tanfo estremo e nauseabondo, ecco, lì la mirauda ha ancor alcova, e la sua fetida stirpe ancor dà prole!"

Modificato da - Zoroaster in data 11 febbraio 2008 16:37:45
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mazzeip
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Flora e Fauna

Inserito il - 11 febbraio 2008 : 17:52:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non ho dubbi che i capelli cadano, che l'entropia aumenti e che i serpenti spariscano : chiedevo solo che evidenza c'è di quello che ci sembra una ovvia tendenza.

I chirotterologi si lamentano che i pipistrelli spariscono, e le bat boxes proliferano; ma, ogni volta che accendo una lampada al mercurio da qualche parte per attirare le farfalle, nella bella stagione, arrivano stormi di pipistrelli e ne fanno fuori a frotte, gnam gnam .

Se studiassi i pipistrelli, naturalmente tenderei a dire che i pipistrelli sono in declino; ma mi occupo di farfalle, e mi sembra che i pipistrelli siano una delle comunità più floride, in quanto antagoniste di quello che cerco io...



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situla
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Città: Bari

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Flora e Fauna

Inserito il - 11 febbraio 2008 : 17:58:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Condivido in toto l'analisi di Zoroaster e vorrei aggiungere altre considerazioni: per i progetti di tutela e conservazione di altri animali (mammiferi e uccelli ad esempio) esistono dei protocolli ormai collaudati che godono di procedure come l'inanellamento, o l'inserimento di microchip, che garantiscono una certa attendibilità dei dati, per quanto riguarda rettili o anfibi - se non per qualche piccola reintroduzione di Testudo hermanni fornite di chip identificativo - l'unica maniera per ottenere degli indicatori è la mera osservazione empirica sul campo! Sia chiaro è certamente molto utile, ma sulla valenza scientifica quasi "dogmatica", consentitemi il paradosso , mi sentirei di poter avvallare più di qualche dubbio. Inoltre se per gli anfibi si può ricorrere all'osservazione dei siti riproduttivi stagionalmente, per avere una stima plausibile, per specie di ofidi o sauri tutto questo non è possibile! Anche se conscio che il metodo scientifico sia tutt'altro, non sarei così rigoroso nel sottovalutare in pieno quelle che possono essere le osservazioni, diciamo "non scientifiche"... in mancanza d'altro...
Perdonate il manifesto razzismo pro-striscianti
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aspis
Moderatore

Città: Bari
Prov.: Bari

Regione: Puglia


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Inserito il - 11 febbraio 2008 : 18:25:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non conosco la situazione delle altre Regioni, ma posso descrivere quella pugliese, sia per conoscenza diretta che sulla base dei dati raccolti negli ultimi decenni da molti osservatori, utilizzati per la compilazione degli Atlanti Erpetologici della Provincia di Foggia, della Provincia di Bari e per l'Atlante degli Anfibi e dei Rettili d'Italia;
il monitoraggio della situazione nel settore veterinario, pubblico e privato, mi permette inoltre di affermare con sicurezza che le popolazioni di vipera pugliesi sono in assoluto regresso!
Conosco le stazioni in cui nei decenni passati potevano osservarsi con quasi sicurezza questi rettili, ed esse sono state trasformate in terreni agricoli coltivati a grano, oppure in villaggi turistici!
Nel Leccese, Tarantino e Brindisino il ritrovamento di vipere pare sia ormai un evento epocale e gli incendi di quest'anno hanno inferto un colpo mortale alla sopravvivenza di questa specie.

Modificato da - aspis in data 11 febbraio 2008 18:26:13
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