|
|
|
Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
|
|
|
Autore |
Discussione |
|
maxthewildcat
Utente V.I.P.
Città: roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
303 Messaggi Tutti i Forum |
|
maxthewildcat
Utente V.I.P.
Città: roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
303 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 novembre 2007 : 10:16:09
|
Immagine: 162,5 KB
Immagine: 133,58 KB
LE BETULLE: Immagine: 179,77 KB |
Modificato da - maxthewildcat in data 24 novembre 2007 10:27:33 |
|
|
maxthewildcat
Utente V.I.P.
Città: roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
303 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 novembre 2007 : 10:17:09
|
Immagine: 87,61 KB
LA TORBIERA Immagine: 170,74 KB
Immagine: 140,84 KB |
Modificato da - maxthewildcat in data 24 novembre 2007 10:28:13 |
|
|
maxthewildcat
Utente V.I.P.
Città: roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
303 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 novembre 2007 : 10:18:09
|
Immagine: 138,17 KB
Immagine: 74,84 KB |
Modificato da - maxthewildcat in data 24 novembre 2007 10:21:19 |
|
|
maxthewildcat
Utente V.I.P.
Città: roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
303 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 novembre 2007 : 10:19:22
|
CIANOBATTERI: Immagine: 84,84 KB
Immagine: 96,89 KB |
Modificato da - maxthewildcat in data 24 novembre 2007 10:28:49 |
|
|
maxthewildcat
Utente V.I.P.
Città: roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
303 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 novembre 2007 : 10:26:31
|
un po' di bibliografia riportata:
Istituito con legge regionale n. 64 del 26 settembre 1988 il Monumento Naturale della Caldara ha una estensione di 90 ha, di proprietà dell'Università Agraria di Manziana, ed è situato alle estreme propaggini sud-occidentali del complesso vulcanico Sabatino. Per garantire una fruizione compatibile con il rispetto dell'ambiente sono state create due zone: la zona A considerata a maggior tutela, affinché si possa osservare e studiare l'evoluzione del sistema naturale; la zona B , che comprende la restante parte della riserva, destinata a scopi turistici e di puro svago, nonchè a diverse attività di tipo didattico-educative. L'area vulcanica Sabatina si estende per alcune centinaia di kmq occupando un vasto settore del Lazio centro-settentrionale. Con le sue caratteristiche formazioni idrogeologiche testimonia le intense attività vulcaniche, avvenute poco meno di un milione di anni fa. Il nome Caldara probabilmente deriva dal gergo popolare che assimila questo ambiente caratteristico ad un pentolone d'acqua bollente, ovvero un calderone. In questo comprensorio le temperature medie massime mensili sono comprese tra i 9,3°C, nel mese di gennaio, ed i 31,9°C, nel mese di luglio; mentre nei mesi invernali le minime normalmente non scendono al di sotto dei 5°C. Le precipitazioni medie annue possono raggiungere i 970 mm, i valori massimi si hanno nel mese di novembre.
Aspetti geomorfologici - Fenomeni idrotermali. L'attività vulcanica del complesso Sabatino si è protratta per un lungo arco di tempo che va dal Pliocene superiore al Pleistocene. E' però soltanto al termine di una lunga fase di quiescenza che una generale ripresa dell'attività vulcanica segna l'inizio di quello che costituisce il vero e proprio vulcanismo sabatino, tra 900 e 500 mila anni fa. Il Monumento Naturale della Caldara tutela una depressione di origine vulcanica. Nel sito affiorano depositi di ignimbrite, un accumulo vulcanico formato da frammenti rocciosi di varia natura, rocce vetrificate, cristalli e pomici saldatisi tra loro al momento della deposizione, a temperature oltre i 500°C. L'ignimbrite si forma in seguito ad una nube ardente, un tipo di eruzione vulcanica esplosiva. Si verifica quando i gas ad altissime temperature fuggono dal condotto vulcanico con estrema violenza trascinando con loro i frammenti delle rocce sottostanti e minerali allo stato fluido. Fenomeni legati all'attività di un vulcano sono anche quelli che caratterizzano la fase di estinzione. Vengono considerati estinti quei vulcani che da qualche millennio non danno manifestazioni di sorta. Nell'area centrale della Caldara è presente una polla che costituisce un affascinante e peculiare fenomeno postvulcanico. Le manifestazioni idrotermali e gassose consistono principalmente nell'emissione di notevoli quantità di due tipi di gas: anidride solforosa e anidride carbonica. Questi gas, che continuano a risalire dal profondo, sono responsabili di quei fenomeni che sembrano far ribollire l'acqua o il fango di polle e laghetti. L'acqua fredda, meteorica o di falda, scende in profondità lungo le fessure muovendosi entro rocce permeabili; durante il suo tragitto si miscela ai gas rilasciati dalle rocce e se ne arricchisce mineralizzandosi. Può incontrare, inoltre, zone con attività vulcanica residuale ad elevata temperatura e surriscaldarsi senza però passare allo stato di vapore a causa della forte pressione esistente in profondità. L'acqua riscaldata, meno densa dell'acqua fredda circostante, risale verso l'alto lungo ogni possibile via d'uscita. Infine giunta in prossimità della superficie, per la bassa pressione e per il rilascio dei gas inizia a "gorgogliare". In superficie la temperatura dell'acqua nella sorgente della Caldara è di circa 20°C. L'acqua mineralizzata, ricca soprattutto di composti dello zolfo come l'anidride solforosa, incontra le acque superficiali di origine meteorica più ossigenate dando luogo al processo di deposizione dello zolfo. Lo zolfo elementare, depositandosi, assume quel caratteristico colore che va dal bianco, al grigio, al giallo e quell'inconfondibile odore che accompagna ogni visitatore nelle passeggiate alla Caldara. Aspetti geomorfologici - La "torbiera" Camminando nel centro della depressione possiamo accorgerci che ai nostri passi il terreno è morbido e risuona come se fosse vuoto. Questa sensazione ci indica che sotto i nostri piedi non c'è una roccia dura, ma un accumulo do sostanze organiche che col tempo si sono compattate, dando origine ad una sorta di torbiera. La Caldara, con la sua forma a conca, tende a trattenere le acque meteoriche trasformandosi presto in un ambiente palustre. Con il tempo, la massa vegetale che muore, i materiali portati dai piccoli corsi d'acqua provenienti dai rilievi circostanti, si depositano nel centro della depressione. L'ambiente ricco d'acqua innesca dei processi chimici che gradualmente arricchiscono di carbonio la sostanza vegetale sepolta, creando contemporaneamente la perdita progressiva degli altri elementi chimici vegetali (ossigeno, idrogeno e azoto). La torba è un carbone fossile e viene utilizzata come combustibile. Essendo di formazione recente, è povera di carbonio, quindi di calorie ed è all'inizio di un processo che la potrebbe portare, in circa due milioni di anni, a diventare lignite,combustibile fossile ricco di carbonio. Questo tipo di ambiente è l'esempio di come la natura ci metta a disposizione energia da poter usare gratuitamente; ma bisogna ricordare che i tempi con cui si accumula questa energia sono molto lunghi. Spesso si fa uso delle risorse naturali maggiore di quanto la natura sia in grado di produrre, portandole all'esaurimento.
la Caldara, per le sue caratteristiche geomorfologiche, assume un aspetto molto interessante dal punto di vista scientifico e crea un'atmosfera affascinante per il visitatore occasionale. Un'altra caratteristica di questo luogo è la presenza insolita di un boschetto di betulle (Betula pendula), specie arborea che vive di solito in climi freddi, in ambienti di tundra, ad alte quote nell'Europa centro-settentrionale e in Italia in popolazioni appenniniche. Ma qui siamo solo a 250 metri sul livello del mare e a solo 13 km in linea d'aria dal mare stesso! Sull'origine di questa unicità botanica ci sono due ipotesi. Potrebbe essere che il popolamento di betulle sia un relitto post-glaciale. Durante le glaciazioni le specie vegetali di clima più freddo allargavano il loro areale di distribuzione colonizzando zone a latitudini più basse contraddistinte da climi precedentemente più caldi. Con lo sciogliersi dei ghiacci, a partire da 8-10.000 anni fa, la vegetazione di tundra arretrava progressivamente, ritornando nelle zone che conservavano il loro habitat ideale. In questo caso però le betulle sarebbero rimaste perché qui avrebbero trovato il loro microhabitat, adattandosi perfettamente all'ambiente. La seconda ipotesi è che le betulle siano state introdotte qui nell'antichità da parte dell'uomo. Qualunque delle due ipotesi sia vera, certo è che questa specie si è totalmente acclimatata in un sito che è molto lontano dai suoi originari ambienti di provenienza. La Caldara, infatti, conserva un microclima che si differenzia dal tipo climatico mediterraneo temperato caldo del comprensorio Sabatino. Il cinto craterico esplica una funzione protettiva contro l'eccessiva traspirazione causata dal vento, consentendo una maggiore permanenza dell'umidità che attenua l'aridità durante i mesi estivi. La betulla, inoltre, colonizzatrice di terreni umidi, fortemente mineralizzati e molto acidi, non entra in competizione con le specie arboree indigene tipiche del clima mediterraneo; crescendo incontrastata, mostra un notevole dinamismo tanto da entrare a far parte del querceto, che occupa la zona sud-occidentale della Caldara, e concorre con l'ontano comune (Alnus glutinosa) nella vegetazione ripariale.
|
|
|
macromicro
Utente Super
Città: Piovene Rocchette
Prov.: Vicenza
Regione: Veneto
7113 Messaggi Macrofotografia |
Inserito il - 24 novembre 2007 : 10:28:18
|
C'è stato il primo raduno di NM. Avendo partecipato ho avuto modo di apprezzarla
Gianfranco |
|
|
FOX
Moderatore
Città: BAGNO A RIPOLI
Regione: Toscana
21536 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 novembre 2007 : 10:59:28
|
Grazie Massimiliano,
bella documentazione dettagliata e ricca di preziose informazioni... ci hai portati indietro a delle giornate meravigliose...
simo
Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan |
|
|
|
Discussione |
|
|
|
Natura Mediterraneo |
© 2003-2024 Natura Mediterraneo |
|
|
Leps.it | Herp.it | Lynkos.net
|