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enneaccatre
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:32:06
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:32:51
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:35:01
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Si tratta dell'accumulo di un sedimento molto fine depositatosi sul fondo di un piccolo lago che durante una delle ultime fasi glaciali occupava evidentemente questo tratto del corso del fiume. Questo piccolo affioramento consente di ricostruire le caratteristiche dell'antico ambiente di deposizione del sedimento.
Cominciamo innanzi tutto ad osservare che la valle è in questo punto abbastanza ripida ed è improbabile che il suo profilo fosse sensibilmente diverso durante l’epoca di deposizione della varva. Ma allora, perché avrebbe dovuto formarsi un lago? Bisogna pensare che qualche cosa ostruisse il decorso dell’acqua che scendeva, come oggi, dalla Costa del Monte San Primo puntando rapidamente verso Nord, in direzione del Lario fino a sboccare in esso in prossimità dell’attuale abitato di S. Giovanni di Bellagio. Inoltre, ci dobbiamo aspettare che anche a monte dello sbarramento esistesse un argine naturale che contribuisse a delimitare l’invaso.
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:36:03
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In effetti basta risalire per circa cento metri il solco vallivo per trovare la prima risposta. Il Perlo precipita spumeggiando da una piccola cascata lungo una parete verticale che sigilla completamente il solco vallivo.
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:37:35
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Possiamo ora dedicarci alla ricerca dello sbarramento “a valle”. Anche la seconda risposta che cerchiamo è molto semplice: la valle del Perlo ha un andamento quasi esattamente sud – nord, e quindi è ragionevole supporre che essa non offrisse nessun ostacolo alla risalita di una delle tante piccole propaggini del grande ghiacciaio che dal centro del solco lariano allungava i suoi tentacoli ad insidiare i rilievi del Triangolo lariano che ancora svettavano al di sopra del deserto di ghiaccio. Non è difficile riconoscere nel materiale sciolto che ingombra il sentiero e l’alveo del fiume un abbondante detrito morenico, che ci permette di rafforzare la nostra ipotesi.
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Dunque la presenza di un muro di ghiaccio poteva essere la causa dell’ostruzione al deflusso delle acque. |
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:39:32
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Concentriamoci ora sul nostro affioramento di varve. La sedimentazione in un lago, dove l’acqua è generalmente ferma, e quindi non può trascinare detrito grossolano, è generalmente molto fine, e costituita dalla sola decantazione del finissimo materiale in sospensione. La deposizione sul fondo avviene in modo così tranquillo e indisturbato che le varve presentano una tipica, sottilissima e molto regolare stratificazione. Questo è proprio l’aspetto del nostro affioramento, ed è ciò che ci ha permesso di formulare l’ipotesi di partenza.
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:40:43
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Osserviamo però che tra i finissimi strati di limo spiccano alcuni ciottoli molto più grossolani.
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:41:35
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:42:41
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Come possono essere finiti in mezzo ad un fango così fine? Possiamo azzardare l’ipotesi che essi siano franati dai versanti sovrastanti il lago, però in questo caso ci aspetteremmo che fossero ciottoli calcarei, della stessa litologia cioè delle rocce affioranti. E’ evidente invece che si tratta di materiale morenico.
Ecco dunque una elegante spiegazione in perfetto accordo con l’ipotesi del lago: dal fronte della lingua glaciale si staccavano piccoli iceberg alla deriva verso il centro del laghetto. Sciogliendosi progressivamente, lasciavano cadere il detriti che sicuramente il ghiaccio imprigionava e che andavano così a “punteggiare” il finissimo fango del fondo. |
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:43:55
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Un’ultima osservazione. Uno dei principi alla base della stratigrafia è che, in assenza di elementi di disturbo, i sedimenti si depongono, con pochissime eccezioni, costituendo accumuli di strati orizzontali. Osserviamo attentamente le immagini seguenti, scattate ovviamente sempre sul nostro affioramento: vediamo che i sedimenti più antichi hanno un aspetto differente da quelli più recenti. Inoltre il passaggio da una tipologia all’altra non avviene gradualmente, ma bensì all’improvviso, in corrispondenza di un livello più grossolano, caratterizzato dalla presenza di ciottoli. Questi ultimi costituiscono uno strato che non appoggia sui precedenti lungo un piano regolare, ma, per così dire, li taglia obliquamente verso sinistra.
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:44:45
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enneaccatre
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Inserito il - 22 novembre 2007 : 18:50:01
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Come possiamo interpretare questo fatto? La brusca transizione rappresenta una superficie di erosione, cioè l’effetto di una fase in cui la sedimentazione è cessata e ad essa ha fatto seguito un processo di erosione di una parte dei sedimenti accumulati. La presenza dei ciottoli testimonia che ciò fu dovuto al ritorno dell’energia erosiva della corrente. E la “discordanza angolare” è dovuta probabilmente alla formazione di una tasca di erosione nella quale i sedimenti successivi alla prima fase lacustre si sono depositati assumendo già in origine una giacitura non orizzontale. Successivamente dunque il lago si è ricostituito, determinando il ritorno alla sedimentazione tranquilla.
L’argine di ghiaccio dunque che “teneva” il lago, ad un certo punto si era rotto, probabilmente a seguito dell’affermarsi di una fase “calda” di una delle frequenti fluttuazioni climatiche del Pleistocene, ma il successivo ritorno del freddo ha puntualmente riaffermato l’immutabile ciclicità dei grandi processi naturali.
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