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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 24 novembre 2007 : 13:51:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Guardate ora con attenzione la FORMA e le DIMENSIONI delle squame dorsali, di questo B.andamanensis, che sono poste sulla linea mediana (quelle cioè poste in corrispondenza della colonna vertebrale). Tutti i bungari presentano questa caratteristica, siano essi bandati o di colore scuro uniforme come capita per alcune specie.


Immagine:
andaman islands
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Notate come queste sono molto più grandi delle altre e presentano una peculiare forma trapezioidale?



"E ove un dolente suono arcano a udir ti cogli, come se li nostri andati cari, fra noi qui sono in terra, e invocan, con voce mesta, o luce tenue e ignota, o tanfo estremo e nauseabondo, ecco, lì la mirauda ha ancor alcova, e la sua fetida stirpe ancor dà prole!"
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macromicro
Utente Super


Città: Piovene Rocchette
Prov.: Vicenza

Regione: Veneto


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Macrofotografia

Inserito il - 26 novembre 2007 : 12:11:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Interessanti

Gianfranco
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 27 novembre 2007 : 00:02:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sperando di non annoiare nessuno, vorrei ora raccontare agli interessati cosa spinse il nostro gruppetto di erpetofili all’esplorazione di una piccola isola del Mar delle Andamane, scomoda da raggiungere e altrettanto scomoda da esplorare.
Il movente era per noi in realtà il voler accertare la presenza di un rettile sull’isola, proprio come sul “Forum rettili”, poco tempo prima della partenza, eravamo tutti curiosi di ricever conferme circa la presenza del colubro lacertino (Malpolon monspessulanus) sull’isola di Gallinara.
Ma il nostro rettile doveva essere ben più temibile e misterioso del colubro lacertino: si trattava infatti del cobra reale (Ophiophagus hannah), il re dei serpenti. Con una lunghezza massima teorica prossima ai 5 metri, una quantità di veleno sufficiente a uccidere un elefante e una dieta quasi esclusiva a base di altri ofidi (Ophiophagus!), il cobra reale, per un appassionato di serpenti, è un po’ come la tigre siberiana per un appassionato di felini: riuscire a scorgere un cobra reale in natura, fosse anche per un solo istante, penso sia il sogno di tutti gli erpetofili.
Ma quali dati concreti avevamo in mano, alla partenza, per poter solo ipotizzare la presenza di tale “gigante” sulla piccola isola? Pochi.
1) La letteratura, che riporta il cobra reale come genericamente “presente” sulle Isole Andamane, con parecchi esemplari dalla colorazione anomala “deep rust-brown, unbanded, and that resemble indian ratsnakes”;
2) una fotografia (un cobra reale sorpreso mentre riposa su una barca), forse scattata sull’isola;
3) la parola di un esperto in materia, che, pur non avendo avuto contatti personali con la specie sull’isola, sapeva del racconto del “cobra sulla barca” e ci rassicurava quindi circa la presenza del rettile sull’isola.

Doccia fredda al nostro arrivo a Port Blair, capitale delle Andamane e sede dell’antico carcere britannico: una donna, che parla bene l’inglese e che si occupa per contratto dei turisti appena sbarcati, ci “tranquillizza” (almeno così lei crede), spiegandoci che sull’isola vivono sì dei serpenti, ma che sono verdi, piccoli e innocui.
Mannaggia…” penso io, “…tutta ‘sta strada per due Dendrelaphis… speriamo almeno che il mare sia bello…”

Raggiunta l’isola inizia la prima parte del lavoro di ogni buon cercatore di serpenti: cercare gli “umani” giusti, cioè selezionare le poche persone affidabili a cui chiedere informazioni.
Le risposte che otteniamo sono le più varie, spesso assurde e contraddittorie:
Sì il cobra reale vive sull’isola, ma è difficilissimo incontrarlo” (“Bella forza! …” penso io ”…fosse facile non starei qui a perder tempo con te”);
No, sull’isola credo non viva il cobra reale”;
Il cobra reale è molto comune”;
Mai visti cobra reali”;
Sì, sulle Andamane vive il cobra reale, ma certo non su quest’isola”.
E non si capiva neanche bene fino a che punto tali risposte venissero influenzate, vuoi in difetto, vuoi in eccesso, dal timore di far fuggire via, oppure, al contrario, di deludere un gruppo di stravaganti turisti armati di strane pinze, torce, binocoli e macchine fotografiche….
Finché qualche barcaiolo, che non ha timore di spaventare nessuno, inizia a portarci in zone molto isolate e scomode da percorrere a piedi: le cosiddette “mangrovie”. E lì ci assicura di aver visto, con il sole, serpenti molto grandi.
A parte il fatto che da giorni non faceva che piovere, anche per quanto riguarda le dimensioni dei serpenti, la gente risulta spesso poco affidabile: normalmente gli indiani, e non solo loro, allargano le braccia per indicare le dimensioni di un serpente, sia che si tratti di una biscia di 70 cm, sia che si tratti di un serpentone di 3 metri. Quindi non si può mai veramente sapere di preciso cosa abbiano in testa le persone, o cosa abbiano realmente visto nella loro vita. Un altro classico dell'erpetologo frustrato è anche sentirsi dire: “Dovevate venire qua fra tre mesi, con il sole.” E bisogna far l’abitudine a questo, oltre al fatto di non vedere mai niente dove invece la gente racconta di incontrare serpenti ogni volta che passa... ogni volta tranne quella in cui è con voi!

Dopo parecchi giorni di pioggia, marce nel fango da forzati della Cayenna, vari avvistamenti di Dendrelaphis (i famigerati “serpenti verdi e innocui” della donna di Port Blair: i cyanochloris verdi e azzurri, peraltro bellissimi, che ti cascano davanti ai piedi quando meno te lo aspetti, ma che non riuscirebbero a saziare un cobra reale adulto neanche se offerti in mucchio come un piatto di spaghetti), un gruppetto di giovani barcaioli, dalle età indefinibili fra i 7 e i 32 anni e un peso medio di 40 kg cadauno, ci accompagnano, fra sbuffi di nafta e salsedine, all’ennesima mangrovia.
Quasi infastidito chiedo: “Why here? Are there corals on this beach?
I ragazzi non capiscono. Io non ne potevo davvero più di marce nel fango ed eravamo d’accordo, fra di noi e con i barcaioli, che ci saremmo dedicati allo snorkeling in quel momento, per cui non capivo proprio il motivo di quella sosta, su una spiaggia bruttissima, peraltro circondata da mangrovie puzzolenti.
Rifaccio la domanda ai barcaioli, sempre più seccato: “Are there corals here? Or fishes?
No corals: snakes!” Fu la risposta di una delle nostre guide.
La solita bufala” penso io. Ma tant’è: si sbarca tutti e ci si incammina nel fitto della mangrovia.
I miei compagni di viaggio hanno evidentemente meno voglia di me di osservare pesci e coralli…
Questa mangrovia, però, non è la solita mangrovia di rito: è ben peggio. Al fango in cui si affonda fino alle ginocchia, e a cui eravamo già da tempo abituati, si aggiunge, in questo caso, l’estrema difficoltà del procedere in bilico sulle radici.
E se un ragazzo di 7-32 anni e di un peso medio di 40 kg riesce a saltellare come uno scoiattolo da una radice all’altra (si veda foto), lo stesso non può dirsi di noi occidentali quarantenni, sedentari, in sovrappeso di almeno 10 chili, e con il senso d’equilibrio di una testuggine delle Galapagos: le radici si spezzano fragorose sotto il nostro peso, le gambe subiscono una continua flagellazione, e l’ombra di virilità che un uomo trattiene a stento in quelle circostanze rischia di venir annientata per sempre da un brusco atterraggio a gambe aperte su qualche radice bernoccoluta….
Finchè, dopo alcuni minuti di patimento indicibile ad arrancare dietro alla nostra agile guida, il cenno e il bisbiglio tanto attesi: “Sir… sir…”
Yes ?” chiedo io.
Sir… sir…. snake...”.
Where...?” incalzo io, alcuni metri più indietro, col cuore in gola, tentando di scorgere qualcosa fra l’acqua scura, la melma e le radici, incespicando il meno goffamente possibile.
Sir… sir… snake...!”.
La nostra guida salta, se possibile ancor più agilmente, da una radice all’altra, come inseguendo un qualcosa che si allontana velocemente e che né io né i miei amici riusciamo ancora a intuire.
Ma che caspita ha visto quello ?” mi chiedo io “Avrà visto una biscia d’acqua… o uno di quei serpentelli di palude tipo Cerberus...” penso. Ma dentro di me non ne sono del tutto convinto.
C’è un qualcosa di strano in quell’habitat di mangrovia fuori dal mondo, nella velocità con cui il ragazzo balza di radice in radice, e nel modo concitato e sincero in cui richiama continuamente la mia attenzione.
Decido di rovinarmi del tutto le gambe e salto, ignorando graffi, colpi e cadute, riuscendo infine a raggiungere il ragazzo, che mi indica, finalmente, un punto preciso fra le radici: “Do you see?… brown snake…
Brown snake ?!” penso io “...sarà senz’altro un Cerberus di una cinquantina di centimetri...
Ed in effetti riesco a scorgere una coda che scompare fra le radici.
Una coda marrone scuro, lo stesso colore delle radici di mangrovia, ma rossa sulla parte ventrale. Un Cerberus? Strano…
Corro come un forsennato per rimettermi alla pari con il ragazzo, che è in continuo movimento, e che indica, ora, dall’alto, un punto ancora diverso, in lontananza.
Finalmente riesco a vedere tutto il serpente, che ondeggia sinuoso sull’acqua allontanandosi velocemente da noi.
Altro che Cerberus.
Il testone è imponente, e quasi si intuiscono le grosse placche tipiche dell’Ophiophagus: testone ben elevato sopra la superficie dell’acqua e, forse, con il cappuccio parzialmente aperto. E’ una bestia di almeno due metri, bruna superiormente e rossastra sui lati e sul ventre, e avanza veloce sull’acqua come solo il re dei serpenti sa fare. E una taglia e una colorazione simile (“deep rust-brown”), tipica di molti cobra reali delle Isole Andamane, non la può possedere nessun altro serpente sull’isola!
King cobraaa !!!” urlo agli amici, che però avevano già visto tutto anche loro dall’alto delle loro postazioni sulle radici…
Il tempo di urlare di gioia e il serpente è già scomparso, e questa volta per sempre.
Nessuna prova fotografica. Solo le impressioni di pochi secondi stampate nella memoria di tre amici.
Sarà stato davvero il cobra reale?
Tutti pensammo di averlo incontrato, il re dei serpenti, in quei brevi, fugaci, concitati momenti su un'isola del mar delle Andamane...



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"E ove un dolente suono arcano a udir ti cogli, come se li nostri andati cari, fra noi qui sono in terra, e invocan, con voce mesta, o luce tenue e ignota, o tanfo estremo e nauseabondo, ecco, lì la mirauda ha ancor alcova, e la sua fetida stirpe ancor dà prole!"

Modificato da - Zoroaster in data 27 novembre 2007 00:37:19
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Zoroaster
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Inserito il - 27 novembre 2007 : 05:01:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nella fretta di scrivere ho dimenticato di raccontare che, durante le nostre ricerche, e prima del nostro avvistamento, altre “prove” si erano nel frattempo aggiunte a sostegno della tesi della presenza del rettile sull’isola. Una foto scattata con un cellulare, e la testimonianza da parte di una persona da noi giudicata attendibile circa la presenza di un cobra reale, che soggiornò per un certo tempo, anni prima, proprio davanti alla reception di un albergo.
La foto sul cellulare, tuttavia, pur rappresentando un qualcosa di finalmente concreto e tangibile, fu oggetto di discussione da parte del nostro gruppo e aumentò i dubbi dei miei compagni, anziché diradarli.
Io sostenevo che in quei pochi pollici di monitor di cellulare si riconosceva perfettamente la sagoma del cobra reale; i miei amici erano incerti, e mi obiettavano che, in quel francobollo di foto, poteva benissimo essere ritratto un grosso “ratsnake” (Ptyas mucosa), un colubride non velenoso che può comunque raggiungere lunghezze prossime, se non superiori, ai 3 metri. Serpente che noi non avevamo ancora incontrato sull’isola e che in genere rappresenta una delle prede favorite proprio del cobra reale.
Nella foto si vedeva, in lontananza, un serpente massiccio, già ucciso, e legato per il collo con un cappio di corda.
La grossa testa era a mio avviso inconfondibile (gli Ptyas hanno una testa molto più appuntita, sottile e affusolata), e il colore dell’animale era bruno scuro.
Chi aveva scattato la foto ci disse che il serpente era stato ucciso, tempo addietro, di mattina, vicino al villaggio e che era grande quanto il braccio di un uomo.
Il cobra reale era quindi presente sull’isola: io ne avevo la certezza, i miei amici ancora dubitavano….

Per mostrarvi cosa è esattamente un Ptyas mucosa, vi propongo un esemplare di medie dimensioni da me catturato sui Ghati Occidentali in India e fotografato da R.Becker:

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Per inciso, poco dopo l'avvistamento di cobra reale, trovai poco distante dalla mangrovia un enorme Ptyas che riposava nascosto sotto un bambù spinoso: era giallo paglia chiaro, del tutto diverso come colorazione rispetto all'animale che avevamo visto poco prima fuggire sull'acqua.




"E ove un dolente suono arcano a udir ti cogli, come se li nostri andati cari, fra noi qui sono in terra, e invocan, con voce mesta, o luce tenue e ignota, o tanfo estremo e nauseabondo, ecco, lì la mirauda ha ancor alcova, e la sua fetida stirpe ancor dà prole!"

Modificato da - Zoroaster in data 27 novembre 2007 05:03:20
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Zoroaster
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Inserito il - 27 novembre 2007 : 05:05:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ed ecco cos'è il cobra reale (foto R.Becker, Ghati Occidentali):


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"E ove un dolente suono arcano a udir ti cogli, come se li nostri andati cari, fra noi qui sono in terra, e invocan, con voce mesta, o luce tenue e ignota, o tanfo estremo e nauseabondo, ecco, lì la mirauda ha ancor alcova, e la sua fetida stirpe ancor dà prole!"
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Zoroaster
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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:22:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Voglio tornare ad animaletti più simpatici alla gente e davvero carini.
Paolo Mazzei ci ha presentato nel suo post sulle Seychelles delle bellissime foto di Phelsuma, con le quali non oso e non posso competere.
Incredibilmente però una specie di Phelsuma vive anche sulle Isole Andamane, ed io sono riuscito a vedere e a fotografare, a malapena, con un unico scatto, (foto pessima e sbiadita) un solo esemplare di Phelsuma andamanense.
Habitat: la doccia del bungalow dei miei amici!


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"E ove un dolente suono arcano a udir ti cogli, come se li nostri andati cari, fra noi qui sono in terra, e invocan, con voce mesta, o luce tenue e ignota, o tanfo estremo e nauseabondo, ecco, lì la mirauda ha ancor alcova, e la sua fetida stirpe ancor dà prole!"
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Zoroaster
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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:23:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un simpatico gechetto...


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Zoroaster
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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:24:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E il geco gigante delle Andamane, preso in mano (mi perdonerete) solo per dare un'idea delle sue dimensioni:


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aspis
Moderatore

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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:24:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bellissimo racconto, Zoro!!
Sei riuscito a descrivere così bene l'atmosfera della spedizione che ad un certo punto mi sono girato spaventato perchè ho sentito un king cobra che mi soffiava alle spalle!
Sembrava quasi di vederti mentre zompettavi da una mangrovia al'altra e l’ombra di virilità che un uomo trattiene a stento in quelle circostanze rischia di venir annientata per sempre da un brusco atterraggio a gambe aperte su qualche radice bernoccoluta….
Ma allora trovar serpenti è uguale in tutto il mondo.... è sempre una faticaccia!!

Modificato da - aspis in data 27 novembre 2007 07:26:00
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Zoroaster
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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:26:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il nostro gechetto, nel frattempo, si è avvicinato un po' troppo ad un coinquilino che può diventare pericoloso...


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In quei pochi metri quadrati, detto per inciso, abbiamo trovato nello stesso istante: il Trimeresurus, il gechetto, un Lycodon e uno Xenochrophis!



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Zoroaster
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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:27:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ed ecco un melanzostus che si riposa in bella vista...


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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:28:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un altro esemplare, preso in mano (mi perdonerete) per mostrarvelo meglio....


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Zoroaster
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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:31:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
A confronto con un bel Xenochrophis piscator, rossastro, della regione del Karnataka (foto R.Becker), trovato dal sottoscritto a mollo in un torrente.
In effetti, lo Xenochrophis delle Andamane era considerato una sua sottospecie: Xenochrophis piscator melanzostus...


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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:33:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E il Dendrelaphis dove lo mettiamo?

Effettivamente, visti in foresta...


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... i Dendrelaphis sembrano serpenti verdi.
Ma il nome della specie "cyanochloris" vuol dire blu e verde!
Dov'è il blu?



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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:35:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Basta che il nostro serpentello si agiti un poco, distendendo la pelle del collo e del tronco, ed ecco comparire come per magia le sue belle tonalità blu-azzurre...



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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:38:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lycodon con preda, trovato su una strada asfaltata, di notte, e prontamente allontanato dal pericolo...


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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:39:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lycodon trovato dai miei amici... sotto il mio bungalow mentre io ero altrove, e consegnatomi come regalo al mio ritorno!



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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:41:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Wow... un serpente di mare?
No: una semplice murenetta...


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Inserito il - 27 novembre 2007 : 07:46:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di aspis:

Bellissimo racconto, Zoro!!
Sei riuscito a descrivere così bene l'atmosfera della spedizione che ad un certo punto mi sono girato spaventato perchè ho sentito un king cobra che mi soffiava alle spalle!
Sembrava quasi di vederti mentre zompettavi da una mangrovia al'altra e l’ombra di virilità che un uomo trattiene a stento in quelle circostanze rischia di venir annientata per sempre da un brusco atterraggio a gambe aperte su qualche radice bernoccoluta….
Ma allora trovar serpenti è uguale in tutto il mondo.... è sempre una faticaccia!!



Grazie Franci!
Ci sono posti, per fortuna, meno faticosi e rischiosi delle mangrovie...



"E ove un dolente suono arcano a udir ti cogli, come se li nostri andati cari, fra noi qui sono in terra, e invocan, con voce mesta, o luce tenue e ignota, o tanfo estremo e nauseabondo, ecco, lì la mirauda ha ancor alcova, e la sua fetida stirpe ancor dà prole!"
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 27 novembre 2007 : 12:16:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Reduce dalle Seychelles, destinazione a misura di figlia piccola, con qualche endemismo carino ma abbastanza povera in fatto di fauna, mi sono letto e guardato il tuo resoconto con l'acquolina in bocca... molto bello, veramente tante cose interessanti, immagino cosa possa essere per gli invertebrati e cosa si potrebbe vedere accendendo una lampada al mercurio di notte...

Dal punto di vista sanitario come sono le Andamane?



andaman islands Paolo Mazzei   Link   Link
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