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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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Subpoto
Moderatore
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
9027 Messaggi Tutti i Forum |
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Lepurisposu
Utente Senior
Città: Su Masu
Regione: Sardegna
1912 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 ottobre 2007 : 17:54:30
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Ciao Sandro, il tuo è un post per cui vale davvero la pena di approfondire l'argomento. Da parte mia non mi sento in grado di esprimere delle osservazioni in merito a segnali che le comunità malacologiche possono darci a riguardo del surriscaldamento globale, ma posso dire la mia su alcuni caratteri che a parer mio dobbiamo tenere in grande considerazione per approfondire questi interessantissimi argomenti:
primo tra tutti il fatto che le popolazioni di moltissime specie di invertebrati (gastropodi terrestri compresi) hanno spesso un trand demografico quasi mai stabile e addirittura "oscillante", a seconda delle caratteristiche ambientali (climatiche, pluviometriche, di risorse alimentari etc) di ogni diverso "ciclo generazionale": ovvero, per esempio, in annate particolarmente secche molte popolazioni crollano demograficamente anche per alcuni anni (ma anche per molto più tempo) per poi, alla prima serie di annate umide e piovose, recuperare sorprendentemente il tasso demografico con eccezionali "esplosioni". Questo vale per tantissimi e per i più svariati taxa: dagli anellidi a molti gruppi di artropodi, ai molluschi, tanto acquatici (basti pensare alle biocenosi che occupano gli ecosistemi di tante piccole zone umide temporanee) che terrestri. Ma bisogna anche considerare le capacità di ripresa specifiche, che variano da specie a specie, spesso da popolazione a popolazione, e che sono strettamente legate ai trands adattativi di cui le singole entità possono usufruire durante i "periodi difficili" (forse nel bagaglio genetico di Medora e Leucostigma sono presenti anche dei caratteri che non erano ancora comparsi -per quanto ne sappiamo noi almeno- come ci hai mostrato tu, e che non era ancora mai stato necessario "sfruttare") : molte specie, dunque, potrebbero subire periodicamente delle crisi che sono in grado di superare..altre invece potrebbero davvero essere in pericolo.
Aver visto delle specie ad altitudini inusuali per le loro nicchie ecologiche classiche significa ovviamente che queste entità stanno occupando nuovi areali: un motivo ci dev'essere e forse potrebbe davvero consistere nell' innalzamento degli habitat a causa dei cambiamenti climatici e quindi ambientali. Ma per intuire qualcosa in più su questi fenomeni che riguardano le singole specie bisognerebbe conoscere meglio la loro biologia ed ecologia: raramente infatti una popolazione occupa un nuovo settore che non ha nulla a che fare con l'areale d'origine..in parole povere: anche le condizioni ambientali starebbero quindi cambiando e, nonostante sia vero che spesso le esigenze dei gastropodi terrestri siano spesso poco percettibili ai nostri occhi, qualche cambiamento nel nuovo ambiente di colonizzazzione dovremmo riuscire a intuirlo(uno di questi potrebbe essere davvero un tasso di umidità che in decine di anni è sempre andato in costante calo).
Queste le mie poche considerazioni personali per un argomento molto importante, che spero venga approfondito da pareri ben più autorevoli del mio
un caro saluto a tutti Frantzì
àiri a pinta de caddaxu. pinnicadì linna crabaxu |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2351 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 12 ottobre 2007 : 21:17:46
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Come ho menzionato in un altro messaggio, da noi e' successo qualcosa di simile nel 2003, l'anno piu' caldo e secco che ci sia stato da queste parti. In particolare ho notato un'autentica strage di Chondrina soprattutto in montagna, anche se con ampie variazioni locali. In alcune zone non ne ho piu' visto dalla primavera del 2003! Invece clausilidi e cochlostoma (per restare a specie tipiche delle stesse pareti rocciose) hanno retto meglio. Fern |
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ang
Moderatore
Città: roma
Regione: Lazio
11324 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 ottobre 2007 : 01:07:55
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| Messaggio originario di fern:
Invece clausilidi e cochlostoma (per restare a specie tipiche delle stesse pareti rocciose) hanno retto meglio. Fern
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questo è interessante perché contribuisce all'ipotesi che il clausilio possa funzionare da protezione contro l'essiccamento, proprio come l'opercolo dei cochlostoma
ciao
ang
C'è sempre un baco nella mela. E il baco siamo noi (Alan Burdick) |
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