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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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siciliaria
Utente Senior
Città: Catania
Prov.: Catania
Regione: Sicilia
2017 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 09 agosto 2007 : 20:23:11
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Cari amici, sperando di ricevere un feedback, soprattutto, da parte di chi si occupa di malacofaune fossili, ho pensato di mettere a punto delle schede, che possono servirci per semplice consulatazione o per intraprendere disussioni interessanti, di molluschi marini che hanno caratterizzato il pleistocene del Mediterraneo. Da premettere, molto brevemente, che: Durante il Pleistocene (iniziato approsimativamente 1.800.000 anni fa e conclusosi 10.000 anni fa) periodi freddi, si sono alternati a periodi caldi, soprattutto nell'emisfero boreale. Durante i periodi freddi, ovvero le glaciazioni: le calotte polari si estesero (quella settentrionale raggiungeva l'attuale arco alpino); la temperatura diminuì mediamente di 10-15 gradi rispetto alle attuali medie annuali; il livello marino si abbassò, causandò, come conseguenza, l'emersione di vaste fasce costiere. Invece, durante i periodi caldi, meglio noti come interglaciali, temperatura aumentò oltre le attuali medie annuali, tant'è che il conseguente scioglimento di gran parte delle calotte polari, determinò l'innalzamento del livello marino. Le linee di costa, raggiunserò così livelli superiori a quelli attuali.
Le suddette oscillazioni climatiche produssero dei significativi cambiamenti nell'assetto faunistico e vegetazionale del bacino del Mediterraneo, soprattutto da parte di quegli organismi che migrarono in relazione alle avanzate, quindi alle regressioni delle calotte. I fossili che appartengono a queste categorie di organismi, vengono definiti per l'appunto "fossili climatici", poichè danno precise informazioni riguardo a trascorse condizioni paleoclimatiche e paleoambientali.
Relativamente ai periodi freddi, abbiamo i cosiddetti "ospiti boreali" o "ospiti freddi" o ancora "ospiti celtico-nordici". Tra i molluschi annoveriamo alcuni dei più noti, ma ne aggiungeremo successivamente altri: Arctica islandica (Linnè, 1767), Mya truncata (Linnè, 1758), Neptunea contraria (Linnè, 1771), Panopaea norvegica (Spengler, 1793), Macoma obliqua (Sowerby, 1817), Spisula elliptica (Brown, 1827), Buccinum undatum, Linnè, 1767, ecc.....
L'Arctica islandica (L.), è un grosso bivalve (Bivalvia>Heterodonta>Veneroida>Arcticidae) attualmente distribuito in un ampia fascia compresa tra l'oceano Atlantico settentrionale e il Mar Baltico. Si rinviene, talvolta in enormi concentrazioni, nei depositi pleistocenici (freddi) di gran parte dell'Italia. In Sicilia, in particolare, si rinveniva in famosi giacimenti, oggi scomparsi, del palermitano (Ficarazzi in particolar modo), Grammichele, Valle del Belice, e Augusta, località dove i lavori di cava ne massacra talvolta decine di migliaia al giorno (alla faccia della legislazione).
Immagine: 32,11 KB
...continua
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Modificato da - siciliaria in Data 09 agosto 2007 21:18:17
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ang
Moderatore
Città: roma
Regione: Lazio
11322 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 28 ottobre 2007 : 12:10:37
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... vedo che il feedback non è arrivato, però l'argomento è interessante specialmente in relazione alla malacofauna attuale
ciao
ang
C'è sempre un baco nella mela. E il baco siamo noi (Alan Burdick) |
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siciliaria
Utente Senior
Città: Catania
Prov.: Catania
Regione: Sicilia
2017 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 novembre 2007 : 13:17:43
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A proposito di Arctica islandica....lo sapevate che: Link
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fossilhunter
Utente V.I.P.
Città: lecce
303 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 marzo 2009 : 00:50:45
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Complimenti per la chiarezza espositiva e per il tema molto interessante.
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Lucabio
Utente Senior
Città: Mongardino
Prov.: Asti
Regione: Piemonte
4359 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 marzo 2009 : 01:24:02
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Molto interessante questo discorso sulle oscillazioni climatiche avvenute nel pleistocene che mi ero perso.. Altrettanto interessante, mi sono reso conto proprio oggi pomeriggio, pensare a quanti cambiamenti hanno subito i nostri territori prima di presentarsi come li vediamo noi oggi.. chissà come e quante volte le linee costiere sono cambiate, a quanti sali scendi di livello, il mare nostrum è stato sottoposto.. a partire dall'oligocene, attraverso il miocene, passando per il periodo evaporitico e la crisi di salinità, e giù per il pliocene e il pleistocene... fino a oggi, mentre da sud la zolla africana spingeva e faceva innalzare le alpi, e da ovest la spagna ci regalava parte dell'attuale italia che facendo perno sulla liguria portava alla formazione degli appennini.. andando a delimitare quell'immenso golfo pliocenico padano che tutti conosciamo!
Scavare alla ricerca di ossa presenta qualche rischio, quanto basta per dare un minimo di brivido all'avventura, e probabilmente quel tanto che se ne corre anche, in media, quando si fa della caccia grossa in auto. Il rischio, inoltre, qui lo corre soltanto il cacciatore. Vi sono l'incertezza e l'eccitazione e tutte le emozioni del gioco d'azzardo, senza però i suoi aspetti deteriori. Il cacciatore non sa mai che cosa sarà il suo bottino: forse nulla o forse un animale che nessun occhio umano ha mai visto prima. Oltre il prossimo colle può aspettarlo una grande scoperta! La caccia alle ossa richiede conoscenza, abilità ed una certa dose di coraggio. E i risultati sono molto più importanti, molto più degni e molto più durevoli di quelli di qualsiasi altro sport! Il cacciatore di fossile non uccide, anzi resuscita. E il frutto della sua fatica è quello di aggiungere qualcosa in più alla somma dell'umano piacere e ai tesori dell'umana conoscenza" (George Gaylord Simpson, Attending Marvels 1934)
Link |
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Varasc
Utente V.I.P.
Città: Biella
318 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 marzo 2009 : 10:00:29
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ne ero all'oscuro.. Molto molto interessante.
Dici che questo genere di "fauna fredda" non riguarda la zona piemontese, però?
Varasc
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Lucabio
Utente Senior
Città: Mongardino
Prov.: Asti
Regione: Piemonte
4359 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 marzo 2009 : 11:48:47
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Per quanto riguarda il pliocene piemontese si tratta di un clima strettamente tropicale, e lo stesso vale pe le ere precedenti miocene ed oligocene, in quanto le specie che si rinvengono nelle langhe (piemonte meridionale) sono principalmente attribuibili, dai molluschi, alle piante, fino agli insetti e alcuni mammiferi a climi comunque caldi. Pe quanto riguarda il pleistocene, purtroppo per mia mancanza, non saprei dirti se ci sono affioramenti "freddi" piemontesi... dando però un rapido sguardo alle mappe geologiche penso però che in quel periodo la linea di costa fosse già arretrata verso l'attuale mar adriatico.. almeno per quanto riguarda la provincia di Asti e Alessandria, che sono quelle che conosco meglio, dove a partire dal pleistocene inferiore abbiamo ancora qualche traccia di Villafranchiano.. che lascia però presto spazio solo a terreni di origine alluvionale.
Scavare alla ricerca di ossa presenta qualche rischio, quanto basta per dare un minimo di brivido all'avventura, e probabilmente quel tanto che se ne corre anche, in media, quando si fa della caccia grossa in auto. Il rischio, inoltre, qui lo corre soltanto il cacciatore. Vi sono l'incertezza e l'eccitazione e tutte le emozioni del gioco d'azzardo, senza però i suoi aspetti deteriori. Il cacciatore non sa mai che cosa sarà il suo bottino: forse nulla o forse un animale che nessun occhio umano ha mai visto prima. Oltre il prossimo colle può aspettarlo una grande scoperta! La caccia alle ossa richiede conoscenza, abilità ed una certa dose di coraggio. E i risultati sono molto più importanti, molto più degni e molto più durevoli di quelli di qualsiasi altro sport! Il cacciatore di fossile non uccide, anzi resuscita. E il frutto della sua fatica è quello di aggiungere qualcosa in più alla somma dell'umano piacere e ai tesori dell'umana conoscenza" (George Gaylord Simpson, Attending Marvels 1934)
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Modificato da - Lucabio in data 24 marzo 2009 11:50:15 |
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