testata Forum Natura Mediterraneo
Forum | Registrati | Msg attivi | Msg Recenti | Msg Pvt | Utenti | Galleria | Map | Gadgets | Cerca | | FAQ | Regole |NUOVA Tassonomia | Pagina Facebook di Natura Mediterraneo | Google+
Suggerimento: L'iscrizione al nostro Forum è gratuita e permette di accedere a tutte le discussioni.
Cerca
Salva
Password dimenticata

 Galleria Tassonomica
 di Natura Mediterraneo
 



 Tutti i Forum
 Forum Animali - Natura Mediterraneo
 MOLLUSCHI TERRESTRI E DULCIACQUICOLI
 Lo strano caso del bivalve e dell'idrofilo
 Nuova Discussione
 Versione Stampabile my nm Leggi più tardi
I seguenti utenti stanno leggendo questo Forum Qui c'è:
Autore Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva  

Stregatto
Utente Senior


Città: Arezzo


2179 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 17 febbraio 2019 : 12:35:24 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao a tutti!
La lettura di un libro mi ha suscitato in questi giorni una grande curiosità che riguarda la relazione tra due invertebrati d'acqua dolce, di cui non ero a conoscenza. Considerando che uno dei due “attori” in questione è un mollusco bivalve, ho pensato di rivolgermi a voi per saperne di più.

Arrivo subito al dunque...
Sto leggendo “E Marx tacque del giardino di Darwin”, un avvincente romanzo storico della scrittrice tedesca Ilona Jerger, che ho segnalato tempo fa in questo post: Link
Nel capitolo “La morte e la scommessa” viene ricostruita una conversazione tra Darwin e suo cugino Francis Galton, incentrata su di un articolo che il padre dell'evoluzionismo aveva appena pubblicato su Nature (è il 18 aprile 1882, la vigilia della morte del padre dell'evoluzionismo!). Nell'articolo in questione, Darwin descrive un mollusco bivalve che utilizza un idrofilo come “mezzo di locomozione”: per l'esattezza, si aggrappa alla sua zampa per farsi trasferire da uno stagno all'altro. Vi riporto le parole testuali del dialogo: “Lo sapevi che questo mollusco bivalve si aggrappa alla zampa di un idrofilo per farsi trasportare in volo da uno stagno all'altro? Non è cosa da poco”- dice Darwin, entusiasta, al cugino Francis.

Ho fatto qualche ricerca in rete ma non sono riuscito a trovare niente in proposito. Sapete dirmi qualcosa? A quali specie appartengono i due invertebrati? Si tratta di specie presenti anche in Italia? Per quanto riguarda l'idrofilo, si tratta forse del nostro Hydrophilus piceus?
Attendo con piacere qualche notizia,
grazie in anticipo!

Enzo

Modificato da - Stregatto in Data 17 febbraio 2019 12:41:35

marco palmieri
Utente Senior

Città: Bologna


1875 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 17 febbraio 2019 : 17:31:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Credo possa trattarsi di qualche specie della famiglia Sphaeridae. Ricordo di aver letto qualcosa in merito ai Pisidium. Quanto al romanzo: l'ho letto e sinceramente non ne sono rimasto entusiasta: dopo un po' l'aggiornamento del quadro clinico di due anziani morenti diventa un pochino tedioso..



Torna all'inizio della Pagina

Stregatto
Utente Senior


Città: Arezzo


2179 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 17 febbraio 2019 : 19:15:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marco palmieri:

Credo possa trattarsi di qualche specie della famiglia Sphaeridae. Ricordo di aver letto qualcosa in merito ai Pisidium. Quanto al romanzo: l'ho letto e sinceramente non ne sono rimasto entusiasta: dopo un po' l'aggiornamento del quadro clinico di due anziani morenti diventa un pochino tedioso..





Ciao Marco,
grazie mille! E per quanto riguarda l'idrofilo, pensi si tratti del nostro Hydrophilus piceus?

Per quanto concerne il romanzo, per me è invece stata in assoluto una delle letture più avvincenti della mia "carriera" di lettore. Certo, la parte relativa alla malattia dei due protagonisti è molto triste, ma in compenso il romanzo offre numerosi aspetti molto interessanti sia sulla loro personalità, sia sul loro metodo di lavoro (specialmente quello di Darwin). Per non parlare dei vari problemi di epistemologia. Quello che più mi ha colpito è proprio il ritratto di Darwin, che, al di là della grande sofferenza e dei numerosi conflitti interiori che lo tormentarono per tutta la vita, emerge dal romanzo come un uomo assetato di conoscenza, interessato a tutto ed animato sempre da un'inesauribile curiosità su tutto ciò che lo circonda: persino in punto di morte non perde l'occasione per "studiare se stesso" ed "appassionarsi" agli innovativi metodi terapeutici del Dr. Beckett e agli effetti dei suoi farmaci. Credo che i capitoli cruciali del libro siano "La partita a biliardo" e quello della cena, che ci permettono di fare chiarezza su molti luoghi comuni e idee sbagliate su Darwin, rendendo invece giustizia alla sua reale posizione e al suo reale metodo di lavoro.
Molto bello e avvincente lo stile dell'autrice, che spero pubblichi presto altri libri del genere. Al di là dei gusti personali, credo che in questi tempi, nel nostro paese ci sia bisogno di libri simili...

A proposito, la famosa cena a casa di Darwin narrata nel romanzo si è svolta realmente, ed è raccontata in un altro libro piuttosto recente: "Due atei, un prete e un agnostico. Pranzo a casa Darwin" di Federico Focher (Il Prato, 2012):

Link

Enzo


Modificato da - Stregatto in data 17 febbraio 2019 19:39:01
Torna all'inizio della Pagina

marco palmieri
Utente Senior

Città: Bologna


1875 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 17 febbraio 2019 : 19:38:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In realtà mi pare anche di ricordare che Darwin citasse il ditisco come possibile vettore di Ancylus, che però è un gasteropode..

Torna all'inizio della Pagina

Stregatto
Utente Senior


Città: Arezzo


2179 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 17 febbraio 2019 : 19:51:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Marco,
interessante! Non mi sorprende un'imprecisione del genere: purtroppo nelle traduzioni, simili errori sono tutt'altro che infrequenti.
Ad esempio, nell'autobiografia di Desmond Morris "La mia vita con gli animali", nel capitolo in cui l'autore racconta le sue osservazioni giovanili nel laghetto vicino casa, a proposito dell'entomofauna presente di legge "qualche innocuo scarafaggio". Presumo che nell'edizione inglese Desmond Morris si fosse riferito al ditisco o qualche simile coleottero e che il traduttore lo abbia invece tradotto con il termine "scarafaggio". Ma quando mai gli scarafaggi sono stati acquatici?

Enzo


Modificato da - Stregatto in data 17 febbraio 2019 19:55:31
Torna all'inizio della Pagina

marco palmieri
Utente Senior

Città: Bologna


1875 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 17 febbraio 2019 : 20:21:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Comunque, se il mollusco di attacca alla zampa e non sul dorso dell'insetto è improbabile che si tratti di Ancylus: il comportamento parrebbe proprio quello di un Pisidium

Torna all'inizio della Pagina

Stregatto
Utente Senior


Città: Arezzo


2179 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 17 febbraio 2019 : 20:56:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie mille, Marco!
Hai per caso il riferimento preciso?
Si tratta di uno scritto tratto da un'opera di Darwin?

Torna all'inizio della Pagina

marco palmieri
Utente Senior

Città: Bologna


1875 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 18 febbraio 2019 : 07:20:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Guarda qui: Link

Torna all'inizio della Pagina

vill
Utente Senior

Città: Castelnovo di Sotto
Prov.: Reggio Emilia

Regione: Emilia Romagna


638 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 18 febbraio 2019 : 08:31:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao,
il trasporto passivo dei bivalvi dulcicoli è noto, i Pisidium si attaccano tramite le valve alla "peluria" delle zampe degli insetti acquatici che si spostano da uno stagno all'altro; inoltre vengono trasportati anche da uccelli acquatici nel fango che rimane attaccato alle zampe.
Grazie a questo trasporto i Pisidium arrivano anche in stagni posti a quote elevate popolandone le acque.
Viller

Torna all'inizio della Pagina

ang
Moderatore


Città: roma

Regione: Lazio


11306 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 19 febbraio 2019 : 09:14:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
grazie per lo spunto, effettivamente la questione è intrigante
aggiungo solo un paio di cose rispetto a chi mi ha preceduto
i grandi bivalvi d'acqua dolce si sono propagati tramite l'immissione di pesci alloctoni dato che il loro stadio larvale (il glochidium) di sviluppa nelle branchie di alcuni pesci; si pensa che la diffusione della Sinanodonta woodiana in tutta l'Europa sia avvenuta in questa maniera
per quanto riguarda i piccoli bivalvi e gli ancylus ha già risposto chi mi ha preceduto; la spiegazione del trasposto aviario è stata invocata anche in un altro notevole caso, per giustificare cioè la presenza del gen. Balea (gasteropodi terrestri europei che si nutrono di muschi e licheni su superfici rocciose) nelle isole oceaniche dall'atlantico (vedi ad es. questa nota di gittenberger su nature), cioè azzorre, madeira e tristan-gough; l'esame genetico ha mostrato inoltre che il percorso effettuato a bordo degli uccelli è stato piuttosto complicato; tutta la storia è stata riassunta in un commento sul journal of biogeography sempre dello stesso autore olandese (v. qui)
in ultimo ti segnalo anche l'ipotesi formulata per spiegare la diffusione di specie minuscole del gen. Truncatellina tramite il vento (le cosiddette flying snails, v. qui), ma non so se nel frattempo ci siano stati sviluppi

ciao

ang



Anche se nessuno di noi sa esattamente dove sta andando o dove andrà a finire.....comunque lascerà la sua indelebile striscia di bava (Beppe/papuina)
Torna all'inizio della Pagina

Stregatto
Utente Senior


Città: Arezzo


2179 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 21 febbraio 2019 : 14:59:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao a tutti!
Vi aggiorno sull'"enigma". Ho postato la domanda anche nel Forum "gemello" e, considerando l'orientamento prevalentemente entomologico, ho ottenuto delle interessanti rivelazioni sull'identità del coleottero protagonista.
Il nostro Gabriele (Gabrif) ci ha gentilmente fornito questa perla d'epoca: si tratta dell'articolo di Darwin a cui fa riferimento il capitolo del romanzo:
Link
Il coleottero è un Dytiscus marginalis e non un idrofilo, come invece viene descritto nel libro: presumo si tratti di un errore di traduzione, problema purtroppo piuttosto frequente nei libri tradotti.
Un altro amico di FEI, Marcello, ci ha invece fornito gentilmente quest'altra perla, un capitolo tratto da un volume di Harry Wallis Kew datato 1893, in cui il fenomeno viene descritto in una larva di libellula, in una Nepa e in un esemplare femmina di Dytiscus:

Link
Link
Link

Enzo


Modificato da - Stregatto in data 21 febbraio 2019 15:03:50
Torna all'inizio della Pagina
  Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva  
 Nuova Discussione
 Versione Stampabile my nm Leggi più tardi
Scorciatoia






Natura Mediterraneo © 2003-2020 Natura Mediterraneo Torna all'inizio della Pagina
Questa pagina è stata generata in 0,26 secondi. TargatoNA.it | Movie BackStage | Snitz Forums 2000

Leps.it | Herp.it | Lynkos.net