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Galleria Tassonomica di
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uloin
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Paris
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Inserito il - 03 maggio 2007 : 00:12:53
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Non si tratta di un reduvide bensì di un miride caratterizzato da una decina di forme di colore: Calocoris nemoralis (Fabricius, 1787) f. picea Cyrillus, 1787
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NOTA - Domenico Cirillo (Cyrillus), medico e naturalista nacque a Grumo Nevano, vicino Napoli, l’11 aprile 1739. Proveniva da una famiglia che enumerava studiosi di medicina e scienze naturali. Nicola, uno zio paterno, era stato un noto medico cartesiano; Sante, un altro zio, aveva raccolto un ricco erbario, passato poi a Domenico. Oltre agli interessi naturalistici, Cirillo si dedicò alla medicina, disciplina in cui conseguì la laurea nel 1759. Nel 1760, appena ventunenne, vinse la cattedra di botanica, che tenne fino al 1777, anno in cui passò alla cattedra di medicina teorica. Cirillo pubblicò, sempre a Napoli, le sue maggiori opere botaniche, zoologiche e mediche, alcune delle quali furono tradotte all’estero, dove effettuò molti viaggi. Il lavoro di Cirillo si mosse tra l’attività didattica e la ricerca; seguace di Linneo, descrisse numerose piante dell’Italia meridionale, alcune delle quali osservate per la prima volta. Per le sue competenze in questo settore, negli anni Ottanta fu chiamato a dirigere il Museo di storia naturale che l’Accademia delle scienze e belle lettere stava allestendo. In campo entomologico il suo lavoro principale è "Entomologiae neapolitanae specimen primum, Neapoli 1787", in cui descrive una specie mediterranea di pentatomide davvero eccezionale, il Ventocoris falcatus oltre a diverse razze e forme di colore tutt'ora valide. Esigenze culturali ed etico-morali spinsero Cirillo verso le idee illuministiche prima e giacobine poi e ad avere un ruolo di rilievo nelle vicende rivoluzionarie del 1799. Dopo la caduta della Repubblica Partenopea e il fallito tentativo di recarsi in Francia con la flotta napoletana, fu rinchiuso prima in Castel Nuovo e poi in Castel Sant’Elmo, dove gli giunse la notizia della condanna a morte, eseguita il 29 ottobre in piazza Mercato, nello stesso giorno in cui salirono sul patibolo Mario Pagano, Ignazio Ciaia e Vincenzio Russo.
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