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 GEOLOGIA DEL MEDITERRANEO
 Storie vecchie, molto vecchie
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enotria
Utente Senior


Città: Gaibanella FE
Prov.: Ferrara

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 06 gennaio 2016 : 15:51:07 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

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La sorpresa
Stavo ripulendo dalla matrice una bella ammonite Pleydellia paucicostata con il vibro incisore e, come al solito, quando si vuole perfezionare quello che è già a posto, con l’ultima vibrata l’ammonite mi si spezza in mano.

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Poco male, le colle le hanno inventate apposta per me, ma cosa sono quei corpi gialli e che ci fanno “dentro” alla mia ammonite ?

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Sembrano tante uova gialle, la frattura ha spezzato anche diversi di questi “ovetti”, lasciando vedere una superficie perfettamente liscia e regolare.

Ma cosa sono ed in che rapporto si pongono rispetto alla ammonite ?

Si chiamano ooliti e si formano per deposito di carbonato di calcio, un po’ come le stalattiti: probabilmente l’ammonite è morta, circa 180 milioni di anni fa, ed i suoi tessuti molli si sono decomposti, lasciando vuota la camera di abitazione.
Questa è stata presto riempita da fango e sabbia e, in milioni di anni, il carbonato si è concentrato in strati continui e sovrapposti, formando una specie di cipolla, appunto, il nostro oolite. Il colore, intensamente giallo, è dato dalla presenza di ferro (limonite) che si è poi concentrato negli ovuli.

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Se noi andiamo a guardare l’oolite in sezione, possiamo notare ancora oggi la sua formazione a strati concentrici, a partire da un nucleo centrale originario.

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Gli ooliti ferrosi, quando sono presenti in grande quantità, diventano preziosi come sorgenti di ferro, tanto da venire sfruttati anche a livello industriale, come nella Lorena francese o nella nostra italica Brianza.

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Così, dalla rottura di una vecchia ammonite, abbiamo scoperto che il tempo non è passato invano: goccia dopo goccia, evaporazione dopo evaporazione, le “uova” continuavano a crescere all’interno della camera di abitazione, quasi come se la nostra “lumacona” fosse pronta per riprodursi, ancora una volta.





Ultima difesa
Che cosa fa un uomo quando si sente minacciato, non può fuggire e non è più in grado di difendersi ?
Normalmente assume una posizione caratteristica, raggruppandosi su se stesso in una posizione denominata “fetale”: le gambe vengono richiamate a coprire l’addome più vulnerabile, la testa viene piegata fra le ginocchia a trovare maggiore protezione, solo la schiena, ben protetta dalla colonna vertebrale e dalla gabbia delle costole, viene lasciata esposta all’eventuale attacco dell’aggressore.

Questo comportamento è naturale oggi nell’uomo, ma in realtà è diffuso in tutto il mondo animale ed in tutti i tempi.

Mi piace, ogni tanto, fare un giretto nei tempi passati, ma molto passati, ed osservare la Vita di allora. Ed anche la Morte di allora.

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Questo sopra è il signor Gerastos tuberculatos, un trilobite, ed è decisamente morto e defunto.
Viveva durante il periodo che chiamiamo Devoniano, circa 400 milioni di anni or sono, quando ancora i continenti erano tutti ravvicinati e la maggioranza della vita animale era concentrata nei mari.
E così anche per il nostro trilobite, che se ne andava a spasso per l’oceano ma, essendo ormai vecchio, gli prese un coccolone e morì. Ondeggiando come una foglia morta, cadde sul fondo, dove ben presto fu ricoperto da sabbia e melma e restò li come un salame, fino a che dei terremoti lo sospinsero sempre più su, fino a emergere fra le sabbie del deserto marocchino.

Ma perché tutto questo discorso ?

Riguardate l’immagine precedente, vedete come è bello disteso e rilasciato ? E’ l’abbandono della morte: prima è morto, poi è stato sepolto e così come era, è stato conservato, per sempre.

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Guardate ora queste altre due trilobiti che tengo in mano: sembrano delle palline da giocare a “boccini”, tutti raggomitolati su se stessi, perché ? Cosa gli è successo 400 milioni di anni fa ?
Anche loro nuotavano belli tranquilli per il loro mare, quando all’improvviso una intera parete di fango gli crollò in testa, seppellendoli. Poverini, certamente tentarono di liberarsi dalla morsa del fango, ma fu tutto inutile ed infine si arresero: si chiusero in posizione di difesa e morirono.

Come è diversa la loro postura, contratti in un ultimo spasmo, si sono chiusi a palla, prima di morire.
Già, proprio così, quei poveri trilobiti erano certamente vivi quando sono stati sepolti e la morte li ha fissati nel tempo nella posizione “fetale”, ammesso che nel loro caso la parola possa avere lo stesso nostro significato.

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Una trilobite Flexicalymene retrorsa, chiusa a palla, con la testa corazzata ripiegata sull’addome, a proteggere gli organi vitali.

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Qui ben si vede la robusta schiena, rinforzata da grosse nervature, inutilmente contratta a difendere il trilobite da un nemico che invece che morderlo, lo soffocava.

Sono molti i trilobiti che vengono trovati così contratti, indicando chiaramente una posizione voluta e mantenuta fino alla morte, e l’osservarli mi fa sempre pensare a quei pochi minuti di tanto tempo fa.

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E attorno a loro la vita continuava, non per nulla questo periodo viene anche chiamato l’Età dei Pesci ed il mare è pieno non solo di trilobiti, ma tante ammoniti di tutte le dimensioni, pesci dalla testa completamente corazzata da placche ossee ed anche strani pesci che hanno sviluppato delle minuscole zampette al posto delle solite pinne.
Poverini, che strani, chissà se avranno successo nella loro continua evoluzione.


Andrea ---> Link

Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)

mauriziocaprarigeologo
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Inserito il - 11 gennaio 2016 : 13:53:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao andrea;
bel colpo...quello che ha rotto l'ammonite e ha permesso di vedere al suo interno;
è proprio il caso di dire che non tutti i mallei vengono per nuocere (anche se tu in realtà non stavi smartellando);

mi permetto solo di aggiungere un fotogramma alla tua ricostruzione, e riguarda il processo di formazione delle ooliti, un po' diverso da quello da te descritto
Link

il trilobite mi fa invece tenerezza, come quei poveri ricci che all'arrivo dell'auto si chiudono "a riccio", appunto, non potendo sospettare che la loro difesa non può nulla contro una tonnellata di ferro semovente...

a proposito, hai chiarito quest'altra questione?
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ciao, buona giornata


maurizio
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“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu

“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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enotria
Utente Senior


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Inserito il - 11 gennaio 2016 : 16:57:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hai ragione, l'interrogativo sulle sferette era rimasto in sospeso.

Ho riguardato i campioni e, sopratutto, ho rifatto il procedimento di consolidamento dell'intonaco con la resina trasparente, notando che è facile formare piccole bolle d'aria.
Per avere conferma, ho rifatto altre foto in 3D ed in alcune, fortunosamente tagliate a metà dalla levigazione, si vede chiaramente che l'interno è vuoto.

Morale: quando si prepara la resina, mescolare adagio, non agitare e, se si vuota in uno stampo, farlo piano piano.



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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 13 gennaio 2016 : 16:33:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di enotria:

Hai ragione, l'interrogativo sulle sferette era rimasto in sospeso.

Ho riguardato i campioni e, sopratutto, ho rifatto il procedimento di consolidamento dell'intonaco con la resina trasparente, notando che è facile formare piccole bolle d'aria.
Per avere conferma, ho rifatto altre foto in 3D ed in alcune, fortunosamente tagliate a metà dalla levigazione, si vede chiaramente che l'interno è vuoto.




ok, ma nell'immagine in 3D sembrava di vedere un oggetto che protrudeva proprio dalla lamina, come lo spieghi? cos'era, il calco rovesciato di una di quelle bolle?

non so se sono riuscito a spiegrami...

ciao

maurizio
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