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ATTENZIONE! A causa dello stato di grave minaccia nel quale si trovano attualmente gli anfibi, dovuta non solo all'alterazione degli habitat, ma anche alle patologie legate alla chitridiomicosi e alla possibilità che appassionati e studiosi di anfibi possano diventare vettori involontari del contagio durante le escursioni, invitiamo tutti gli utenti del forum ad avere particolare cura quando ricercano o fotografano questi animali. Considerata inoltre la delicatezza necessaria nel maneggiare gli anfibi, onde evitare emulazioni da parte di persone inesperte, che potrebbero causare danni agli animali, invitiamo gli utenti a non postare foto di esemplari tenuti in mano. Questo tipo di foto d'ora in poi saranno rimosse. Eventuali foto inerenti studi o indagini scientifiche possono essere postate previa autorizzazione da parte dei moderatori di sezione o degli amministratori.
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Patrick_S
Utente Senior


Città: Switzerland

Regione: Switzerland


1195 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 ottobre 2015 : 18:03:02 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao a tutti,
qualcuno di voi è a conoscenza di quanto sia la sopravvivenza delle due specie di chitriodiomicosi (.Batrachochytrium dendrobatidis e Batrachochytrium salamandrivorans) in ambiente secco?

Patrick Scimè



Barbaxx
Moderatore


Città: Bolzano
Prov.: Bolzano

Regione: Trentino - Alto Adige


6007 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 ottobre 2015 : 20:39:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
in ambiente secco dovrebbe essere piuttosto breve... nell'ordine dell'ora o giù di lì. Però è difficile intendersi su quale umidità abbia un "ambiente secco".


Qui c'è un articolo che si pone il problema se un'anatra possa costituire una riserva di chitridio, e sulla sopravvivenza del fungo se si asciugano le zampe; ma in materia ma ce n'è anche altri: Link

Garmyn A, Van Rooij P, Pasmans F, Hellebuyck T, Van Den Broeck W, Haesebrouck F, et al. (2012) Waterfowl: Potential Environmental Reservoirs of the Chytrid Fungus Batrachochytrium dendrobatidis. PLoS ONE 7(4): e35038. doi:10.1371/journal.pone.0035038
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Patrick_S
Utente Senior


Città: Switzerland

Regione: Switzerland


1195 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 02 novembre 2015 : 21:36:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Stefano,
quà in Ticino abbiamo appena confermato la presenza del B.d e la cosa che mi pare strano in una grossa, abbondante e sana popolazione di anfibi ( T.carnifex, L,vulgaris, e diverse specie di anuro) .....

Ho appena trovato questo lavoro che dimostra come il fungo sia distribuito in tutta Italia... Link

Patrick Scimè




Modificato da - Patrick_S in data 02 novembre 2015 21:37:00
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Daleo
Moderatore

Città: Reggio Calabria

Regione: Calabria


2028 Messaggi
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Inserito il - 04 dicembre 2015 : 19:04:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riprendo questa discussione non molto datata perchè mi piacerebbe fare una precisazione.
Il fatto che come riporta Patrick nell'articolo citato il Bd sia "presente" in tutta Italia, non mi meraviglia avendo letto il metodo utilizzato per trovarlo.
I metodi molecolari (quelli più utilizzati in questo ambito di ricerca) purtroppo soffrono di una grande pecca, non ci rivelano se un organismo è vitale o meno.
Trovare un frammento di DNA, amplificarlo, purificarlo e sequenziarlo non è lo stesso di isolare in coltura un microrganismo.
Ricordo che qualche mese fa, venne pubblicato un articolo che riportava il ritrovamento di frammenti di DNA di Yersinia pestis (agente eziologico della peste bubbonica) in pulci dei ratti della metropolitana di New York!
Questo che significa? Che le pulci di quei ratti sono vettori di Yersinia?
Non necessariamente! Come dimostra il fatto che nessuno negli ultimi anni si sia ammalato di peste all'interno di una grande città (casi sporadici ne vengono riportati di continuo, ma si tratta di campeggiatori che sono venuti a contatto con animali selvatici).
Ecco si dovremmo riflettere proprio sulle metodologie utilizzate per la ricerca di un patogneo e Bd o Bs non fanno differenza.
Il ritorno a metodi colturali (che tra le altre cose non sono complicati nel caso di Bd) potrebbe aitarci a capire meglio la situazione, a far luce sulla distribuzione e sull'interazione con l'ospite.
A capirne la virulenza in relazione alla carica ritrovata.
Ecco secondo me uno sforzo in questo senso dovrebbe comportare una rivalutazione dell'approccio alla ricerca di Bd.

Grazie,

FD
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