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Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2351 Messaggi Flora e Fauna |
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Barbaxx
Moderatore
Città: Bolzano
Prov.: Bolzano
Regione: Trentino - Alto Adige
6012 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 04 dicembre 2014 : 19:50:36
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Interessante. Non ho una soluzione pronta in tasca, ma cerco di continuare il tuo ragionamento.
Condivido con te qualche dubbio sul fatto che "alligator" derivi da "el lagarto".
Bisognerebbe, almeno, dimostrare 1) che esistesse un uso latino-americano di "el lagarto", "la lucertola", per l'alligatore. 2) che "Alligator" possa derivare da "el lagarto" secondo le regole di fonetica dell'inglese nordamericano; 3) che nel battezzare scientificamente l'Alligator separandolo dal Crocodylus, lo zoologo britannico John Edward Gray (credo) autore dello splitting, abbia latinizzato una parola yankee a sua volta derivante da qualche uso linguistico degli ispanici di Florida...
Osservo, come alternativa, che la parola adlĭgātŏr, o allĭgātŏr, è anche una parola del latino classico, che risponde a due definizioni:
1 colui che lega, legatore 2 schiavo addetto alla legatura dei covoni.
Il che ci riporta, forse, al tuo ramarro in dialetto vicentino... |
Barbaxx
Se abbassi gli occhi sullo stagno puoi cogliere il cielo. |
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Barbaxx
Moderatore
Città: Bolzano
Prov.: Bolzano
Regione: Trentino - Alto Adige
6012 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 04 dicembre 2014 : 20:18:50
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Ho trovato un piccolo trattato del Centre national de ressources textuelles et lexicales sull'etimologia del francese Alligator, qui: Link , che respingerebbe i nostri dubbi...
| Étymol. ET HIST. #8722; 1663 « crocodile d'Amérique » (Relat. de voy. de Perse et des Indes orientales, trad. de l'angl. de Th. Herbert par M. de Wicquefort, 507 [local. : Sumatra] ds König 1939 : Nos matelots appellent le crocodile alligator, improprement, et tiré du mot allegardos qui est composé de l'espagnol et de l'allemand); 1684 « id. » (Rec. de div. voy. faits en Afr. et en Amer., publ. par Thévenot, Relat. de la Jamaïque, 11, ibid. : ces animaux que les Espagnols nomment alligabor); « id. » ds relations de voyage jusqu'à 1751, Encyclop. t. 1. Empr. à l'angl. alligator « id. », lui-même empr. à l'esp. d'Amér. el lagarto, elargato par agglutination de l'art. « le caïman » (1565, Aguado, Hist. de Venezuela, I, 694 ds Fried. 1960, s.v. alligator : temiendo los muchos lagartos o caimanes [...; ...] en el hiziese presa elargato); pour les formes de l'esp. (el) lagarto ayant contribué à l'évolution phonét. lors de l'empr. par l'angl., voir Griera, Anuari de l'oficina Romànica de Lingüistica i Litèratura, t. 1, p. 36. Angl. attesté dans relations de voyage et descriptions du Nouveau Monde, sous différentes formes reflétant l'évolution phonét. a) mot cité comme étranger, trad. par cayman, crocodile : 1568 lagarto, 1591 aligartos, 1593 alagartoes ds NED. b) 1663 aligator (Cowley, A vision concerning Cromwell the wicked, 71, ibid. : He must have his prey of the whole Indies both by sea and Land, this great Aligator); 1682 alligator (Ash, Carolina, 32 ds DAE 1938 : a creature called alligator or crocodile, whose scaly back is impenetrable); compte tenu des formes altérées esp. (supra) et des transformations successives du mot en angl., le recours à une influence du lat. alligare (Bl.-W.5) est inutile; tout au plus un rapport avec alligare ou avec allicere peut être évoqué par étymol. second. L'esp. d'Amér. est la transposition à la faune tropicale de l'esp. (el) lagarto « (le) lézard », attesté comme subst. dep. XIIIe s. (Cor.). Les formes hisp. (esp.; port. lagarto, XIe s.; cat. llangardei, XIVe s.) supposent une var. lat. *lacartus pour lacertus « lézard » (lézard*), i-, e #8722; > #8722; a, peut-être par assimilation progressive à la faveur d'un accent d'intensité portant sur syllabe initiale à l'époque prélittér. (W. Meyer ds Z. rom. Philol., t. 11, p. 255). Du fr. alligator, l'esp. mod. aligator, (Al. 1958, s.v.). Bonn. 1920, p. 2; Boulan 1934, p. 99; Brunot t. 6, 2epart., p. 1234; Mack. t. 1 1939, p. 84; Barbier ds Mod. Lang. R., t. 16, p. 256; König 1939, p. 13; Fried. 1960, p. 48. |
Sembrano smentiti i punti 1) e 2) delle mie osservazioni precedenti: ossia: sono dimostrati un uso ispanico d'America di "lagarto" per l'alligatore e l'esistenza del prestito nell'inglese d'America già nel XVII sec., gradualmente alteratosi sino alla forma attuale.
Sottolineo la conclusione cui perviene lo scritto sopracitato:
le recours à une influence du lat. alligare (Bl.-W.5) est inutile; tout au plus un rapport avec alligare ou avec allicere peut être évoqué par étymol. second.
Insomma, il ricorso al latino "alligare" parrebbe inutile o al massimo un'etimologia secondaria... |
Barbaxx
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Barbaxx
Moderatore
Città: Bolzano
Prov.: Bolzano
Regione: Trentino - Alto Adige
6012 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 04 dicembre 2014 : 20:30:58
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Circa la parola veneta ligaore, c'è chi la ricondurrebbe anch'essa ad un etimo latino lacerta. Di per sé mi suona difficile, ma vista nell'insieme delle varianti potrebbe avere più senso:
Hugo Schuchardt (1842-1927), Vokalismus des Vulgärlateins, 2014, p. 89: Immagine: 81,52 KB |
Barbaxx
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2351 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 dicembre 2014 : 17:26:17
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Grazie mille Barbaxx per le tue considerazioni. Anch'io ho trovato nel frattempo una lista di varianti derivate dal lat. lacerta che rende verosimile una derivazione di ligaóre, ligaóro e ligóro dal termine latino.
Però resto poco convinto che "alligator" derivi dallo spagnolo "lagarto", pur essendo provato che gli Spagnoli usavano questa parola fin dai primi tempi nel Nuovo Mondo. Cioè il punto 2 mi sembra tutt'altro che dimostrato. A meno che nel siano testimoniate forme intermedie. Ciao,
fern |
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ospitone
Utente Senior
Città: Cagliari
Prov.: Cagliari
Regione: Sardegna
1518 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 dicembre 2014 : 21:44:32
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Il passaggio dal lat. LACERTA agli svariati esiti romanzi ha subito anche l'influsso di alcune credenze: ad esempio si credeva che la lucertola, divenuta vecchia, perdesse progressivamente la vista. Allora si rintanava in una crepa e rivolgeva lo sguardo a oriente, in attesa del sorgere del sole la cui luce avrebbe donato alla bestiola rinnovate capacità visive: ecco perché ad es. in italiano la si chiama lucertola. La base è il latino LACERTA ma con la commistione della parola 'luce'.
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Barbaxx
Moderatore
Città: Bolzano
Prov.: Bolzano
Regione: Trentino - Alto Adige
6012 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 dicembre 2014 : 23:28:36
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Cito una stranezza onomastica sulla lucertola anch'io, collegata alla precedente anche se ci porta un poco fuori tema:
Il nome più buffo che io conosca per la lucertola è quello in uso nel dialetto friulano di Comeglians (Udine), attestato per esempio in una poesia di Leonardo Zanier, Link , intitolata "Tornâ vecjus".
A Comeglians "lucertola" non si dice "lisierta, diseltra" o simile, come in tutti gli altri dialetti della Carnia, ma "frascea", "frasea", che nei paesi vicini vuol dire "crepa", "fessura". Il contenente per il contenuto. |
Barbaxx
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Hoplocampa
Utente Senior
Città: Vicobarone di Ziano P.no
Prov.: Piacenza
Regione: Emilia Romagna
1377 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 10 dicembre 2014 : 17:54:29
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Interessante discussione. Nel dialetto piacentino della media val tidone il ramarro lo chiamiamo "lìgu". Colui che legava i covoni di grano era íl "ligö o ligadù". Renato |
Più poeti, meno banchieri! |
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