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Cmb
Moderatore


Città: Buers
Prov.: Estero

Regione: Austria


12844 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 gennaio 2014 : 12:50:43 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Solo in Germania si butta via 2.000.000.000 kg di latte (fonte nationalgraphic.de). Che pazzia: si destrugge ettari di terra per produrre cose da buttare. Sulla terra arriva l'uniformismo della coltivazione...




"Good people don't go into government" (D. Trump)

si butta via....
Link - nothing is more dangerous than the truth - solo chi conosce il passato, può capire il presente!

papuina
Utente Senior


Città: SAN PIETRO IN CASALE
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


4515 Messaggi
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Inserito il - 04 gennaio 2014 : 14:11:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un dato enorme come può essere possibile ? è circa un 20% della produzione italiana del 2012
Forse in Germania bevono solo birra ?

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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32908 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 gennaio 2014 : 15:17:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E, magari, una parte dei compensi per la distruzione li paghiamo anche noi italiani (come i tedeschi contribuivano a pagare la distruzione delle arance).

A parità di soldi, non sarebbe meglio lasciare che il prezzo di mercato scenda e i contributi darli come integrazione del prezzo ai produttori, ma in proporzione alle quantità vendute, piuttosto che per distruggere?

luigi

Modificato da - elleelle in data 04 gennaio 2014 15:17:38
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enotria
Utente Senior


Città: Gaibanella FE
Prov.: Ferrara

Regione: Emilia Romagna


1322 Messaggi
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Inserito il - 04 gennaio 2014 : 18:21:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' un problema vecchio come la stessa agricoltura: quando, all'incirca 10.000 anni fa, l'uomo ha smesso di raccogliere ciò che trovava e si è messo a coltivare quello che gli serviva, sono comparsi dal nulla una marea di guai che prima non esistevano.

Non sapendo se il clima sarebbe stato favorevole o meno, produceva in eccesso o in difetto. Nell'un caso si creava il problema della conservazione, nell'altro la fame.
La produzione di alimenti creava poi la distinzione fra ricchezza e povertà, dando facile motivo alle tasse, alle razzie ed alle guerre.

Parallelamente si origina l'apprensione per la custodia delle messi, con la lotta ai topi, ai ladri ed ai nulla facenti approfittatori: il risultato fu l'insorgere degli stati ansiosi e delle paranoie, con il progressivo sviluppo degli psicologi, che in origine si chiamavano anche sciamani e che non contavano molto, ma almeno costavano anche poco.

Molto più costosa fu invece la invenzione dei rappresentanti politici, ora necessari per governare le città e per equamente distribuire le produzioni un pochino fra i produttori stessi e la maggior parte fra gli stessi politici, le loro famiglie fino al quinto grado, alle loro amanti, simpatizzanti, portaborse, ecc. ecc.

Ma non divaghiamo, la soluzione "distruzione" nasce da una caratteristica tipica della produzione agricola e del suo relativo mercato: la sua lentezza e la sua rigidità.

L'agricoltura è lenta, per cui se anche scopro che ho troppo latte, sul momento posso fare ben poco, serve molto tempo per costruire un caseificio ed altrettanto tempo mi servirebbe per aumentare le vacche se produco poco latte.

L'agricoltura è anche rigida, per cui se il prezzo delle cipolle crolla, non è che tutti noi ci mettiamo a mangiare cipolle a colazione, continuiamo a fare tonno e cipolla solo una volta alla settimana, magari con l'aggiunta dei borlotti per fare la classica "miscela del bombardiere" !

Per di più, la maggior parte delle produzioni agricole ha anche una sua maledizione: o non è conservabile, o costa molto conservarla o trasportarla.
Questo taglia alla base tutte le proposte dei benpensanti, sul tipo "piuttosto regaliamo ai poveri" oppure "mandiamoli in Africa", ecc.

Tutto questo significa che le classiche leggi del "libero mercato", in agricoltura non funzionano, devono essere sostituite da altre iniziative molto meno comprensibili e poco apprezzate.

La speranza è solo che, nel lungo periodo, questi interventi arrivino almeno allo scopo, migliorando l'economia di una zona agricola.

Io ho servito fedelmente lo Stato per tutta la mia vita lavorativa: ho arato sotto terra interi campi di pomodoro, ho schiacciato sotto i trattori migliaia di tonnellate di mele e pere, buttato in discarica auto cisterne piene di latte e ribaltato camion stracolmi di fragole, ed ora sono finalmente in pensione.

Mi guardo indietro e vedo ciò che ho fatto, mi guardo avanti e vedo che ancora si continua a fare le stesse cose, in questi 40 anni non è cambiato assolutamente nulla.

Ed allora mi chiedo: visto che non siamo mai arrivati alla meta, era quella la strada giusta ? O siamo noi che abbiamo usato male la strada di per se giusta.


Andrea ---> Link

Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
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gabrif
Moderatore


Città: Milano

Regione: Lombardia


3482 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 gennaio 2014 : 18:40:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Tutto questo significa che le classiche leggi del "libero mercato", in agricoltura non funzionano

Lo sosteneva già Ferdinando Galiani nel '700, nei suoi Dialoghi sul commercio dei grani. Il tempo passa, i problemi restano...

G.

Nulla è piccolo in Natura. (George Perkins Marsh (1801-1882))
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32908 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 gennaio 2014 : 20:16:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Analisi molto acuta e simpatica!!! Degna della "penna" di Carlo Maria Cipolla!

Però, qualcuno di quei problemi oggi sarebbe possibile risolverlo un po' meglio.
Intanto la conservazione è molto meno problematica.
Il latte non è necessario trasformarlo in formaggio; basta farci il latte in polvere.
Cereali e legumi si conservano più a lungo o si possono inscatolare o disidratare.
Altri prodotti si possono congelare.
Oggi il problema principale non è tecnico (cosa ne faccio del surplus); è soprattutto economico. Perché conservare e trasformare costa e perché l'eccesso di produzione fa calare il prezzo di mercato; al limite, sotto al valore di parità per i produttori.
E le distruzioni sono un provvedimento sommario per garantire dei prezzi di mercato minimi.

Comunque, con i sistemi moderni di previsione e comunicazione si potrebbe fare di meglio e relegare il meccanismo della distruzione al minimo indispensabile.

Ma per tanti, a cominciare dagli enti e dalle associazioni di produttori e commercianti, è più comodo e redditizio distruggere.

luigi

Modificato da - elleelle in data 04 gennaio 2014 20:17:43
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papuina
Utente Senior


Città: SAN PIETRO IN CASALE
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 04 gennaio 2014 : 22:11:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' vero Luigi che il latte lo puoi fare in polvere ma come dice Enotria spedirlo in Africa costa, ci sarebbero criminali che lo dirotterebbero su altri mercati e la storia non finirebbe più.
Spero che il latte distrutto diventi concime, energia o qualcos'altro che possa compensare allo spreco.
Farà metano per produrre energia elettrica pulita…
Beppe


Modificato da - papuina in data 04 gennaio 2014 22:12:17
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32908 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 gennaio 2014 : 22:40:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi sa che farà metano libero per produrre effetto serra .....

luigi
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Cmb
Moderatore


Città: Buers
Prov.: Estero

Regione: Austria


12844 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 gennaio 2014 : 23:20:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma in somma è una strada sbagliata. Si produce rifuti. La terra viene destrutta, l'animale è torturato. Mi ricordo bene, quando ci era cernobyl, si ha seccato latte contaminato con radioattività e venduto in egitto.
Scusa Luigi, ma conservato viene niente -> sono rifuti...



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papuina
Utente Senior


Città: SAN PIETRO IN CASALE
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 05 gennaio 2014 : 09:43:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sul CO2 la speranza è l'ultima a morire leggi quà :
Link

Mi domando se le bevande gassate possano essere responsabili anche loro del problema CO2 ?
Non sono un chimico ma a naso direi che lo siano .
Trovato questo a proposito
Link
Beppe


Modificato da - papuina in data 05 gennaio 2014 09:54:15
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

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32908 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 05 gennaio 2014 : 10:20:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il metano, a quanto ho letto, a parità di peso liberato in atmosfera, contribuisce all'effetto serra 300 volte più della CO2.

Il fatto che facciamo fatica a percepire è la quantità enorme di CO2 che produciamo. Non ce ne accorgiamo perché è un gas invisibile, ma il peso dell'anidride emessa è superiore (mediamente il doppio) rispetto al peso del carburante bruciato.

luigi
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enotria
Utente Senior


Città: Gaibanella FE
Prov.: Ferrara

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Inserito il - 05 gennaio 2014 : 10:47:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Comunque, con i sistemi moderni di previsione e comunicazione si potrebbe fare di meglio e relegare il meccanismo della distruzione al minimo indispensabile.

Ma per tanti, a cominciare dagli enti e dalle associazioni di produttori e commercianti, è più comodo e redditizio distruggere.


elleelle ha evidenziato molto bene il problema:
è verissimo che oggi è più facile "prenderci misura" sulle produzioni,
è verissimo che per alcuni la distruzione è un businnes molto redditizio.

E con questo abbiamo già chiuso il discorso, perché anche se oggi gli eccessi di produzione "veri" sono molto più rari, la distruzione delle derrate alimentari fa comodo a molti.

Non certo ai contadini, il produttore come al solito non ci guadagna nulla da queste politiche, ma fa comodo a tutta la filiera intermedia di commercializzazione: mondo cooperativo, commercianti e grossisti, fino alla grossa distribuzione ed alle catene di supermercati.

Nella migliore delle ipotesi, nel suo aspetto più onesto (?), il ritiro dal mercato rappresenta una specie di "minimo garantito" a favore degli intermediari: io commerciante so che, in ogni caso, il mio prodotto sarà quotato il prezzo dato a chi distrugge e questo mi è molto comodo nelle mie speculazioni.

Se poi intervengono le fin troppo facili truffe, allora diventa una vera e propria gallina dalle uova d'oro.

Considerate che la distruzione, in poche ore, fa sparire completamente ciò che è stato distrutto, ed allora si legge sul giornale che intere partite di cavolfiori sono state pagate come fossero arance tarocco.

La stessa qualità di ciò che viene distrutto è poi non più valutabile già pochi minuti dopo lo scarico, ed allora si legge sul giornale che partite di pere completamente marcite già in frigorifero per speculazioni sbagliate, sono state portate alla distruzione e pagate come fossero Abate di prima qualità.

Credo che questo faccia anche comprendere come mai la distruzione in campo sia così praticata, mentre la donazione gratuita ad enti bisognosi sia così poco utilizzata.

Ma vogliamo scherzare ? Se io dono ai poveri, la merce deve essere almeno mangiabile, deve essere imballata, deve essere almeno un po' conservabile, con il rischio che qualche curioso vada poi a confrontare il ritirato reale con le bolle di consegna ufficiali e noti delle discrepanze.
E poi i tempi ! In una giornata una commissione distrugge centinaia di autotreni di ortofrutticoli, la stessa commissione, se fa Beneficenza, tra controlli, carico e scarico, prese in consegna ed altre scartoffie, di grazia se ti ritira un paio di furgoncini !

Purtroppo il ritiro con distruzione è fin troppo comodo e, per come è organizzato, si presta a dare addito a raggiri e truffe, come la Stampa da anni ci segnala. Peccato solo che poi lo scandalo rapidamente passa nel dimenticatoio, ma abbiamo visto che la possibilità di essere scoperti è abbastanza remota ed i controlli sono ben poco efficaci.





Andrea ---> Link

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