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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2347 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 21 marzo 2013 : 01:06:54
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Gli ultimi scambi di battute in questa discussione mi hanno convinto ad aprire una discussione specifica sulla "chiralità" dei molluschi, ovvero l'essere destrorso o sinistrorso. Il caso segnalato da Ang è molto interessante ma per ora mi limiterei alle situazioni standard, e spero di non annoiarvi tirando fuori cose risapute, tanto più che potrei anche dire cavolate non essendo sicurissimo di aver capito.
Vista l'ora mi limito a ricordare che la chiralità è un carattere "non mendeliano", cioè non si trasmette secondo le regole di Mendel che impariamo a scuola, ma è determinata unicamente dal genotipo della madre. Supponiamo anche che il carattere "sinistrorso" sia recessivo (ma talvolta è dominante). Dato un "allele destrorso" (D) e un allele sinistrorso (S) gli individui avranno genotipo DD, DS o SS. Nelle ipotesi fatte avremo individui destrorsi con genotipo DD, DS o SS e individui sinistrorsi con genotipo DS o SS. Questi ultimi sono quelli che hanno avuto una madre con genotipo SS.
Stabilite queste regole è concettualmente facile (anche se un po' incasinato) calcolare la trasmissione dei caratteri da una generazione all'altra. Vediamo allora che cosa succede quando gli accoppiamenti fra individui di chiralità diversa comportano un minor successo riproduttivo rispetto a coppie con la stessa chiralità. Il discorso che faccio riguarda una popolazione "ideale" ovvero molto numerosa e in cui le coppie si formano in modo essenzialmente casuale. Rispetto ai casi reali mancano effetti come deriva genetica e colli di bottiglia, ma si tratta di un caso limite importante che permette di stabilire come vanno le cose "in linea di massima".
Nella figura che segue ipotizzo una popolazione destrorsa con una minoranza sinistrorsa, inizialmente del 10% (genotipo) e quindi dell'1% a livello di fenotipo. I punti rossi rappresentano l'andamento del fenotipo sinistrorso al passare delle generazioni se lo svantaggio negli accoppiamenti misti è del 10%. E' evidente che la chiralità minoritaria è destinata a scomparire, ma ciò avviene più lentamente che in un carattere mendeliano nelle stesse condizioni (linea tratteggiata). I punti blu mostrano la stessa cosa con uno svantaggio del 50% ... E' chiaro che in queste condizioni 1. le popolazioni tendono ad essere pure 2. prevale sempre la chiralità maggioritaria (solo un collo di bottiglia o la deriva in una popolazione molto piccola possono far prevalere la chiralià minoritaria) 3. la trasmissione non mendeliana evita che la chiralità minoritaria sia ridotta troppo rapidamente e quindi favorisce le inversioni se la popolazione attraversa un collo di bottiglia particolarmente streto.
E' chiaro infine che anche se le popolazioni tendono ad essere pure, questo fatto in sè non permette di parlare di specie o sottospecie distinte.
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Buona notte,
fern
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Il n'y a de petit dans la Nature que les petits esprits. |
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Antobalza
Utente Senior
Città: Besnate
Prov.: Varese
Regione: Lombardia
559 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 21 marzo 2013 : 14:27:05
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Ciao, puoi chiarirmi una perplessità? I carattri non mendelliani, che io ricordi (ma le mie reminescenze di genetica sono piuttosto lontane nel tempo), sono quelli poligenici in cui l'espressione del fenotipo è determinata dall'interazione tra più geni e di questi con l'ambiente. Se così è, non credo sia corretto parlare di allele dominante o recessivo a prescindere se l'eredità avvenga solo per linea materna. Grazie Antonio |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2347 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 21 marzo 2013 : 18:53:45
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L'effetto materno è un meccanismo di ereditarietà non mendeliano perché non c'è corrispondenza fra il fenotipo ed il genotipo dell'individuo. Non conosco la tua definizione, ma mi pare che il nostro effetto sia generalmente considerato tale. V. ad es. qui
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Antobalza
Utente Senior
Città: Besnate
Prov.: Varese
Regione: Lombardia
559 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 21 marzo 2013 : 20:41:00
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tutto chiaro: in effetti con l'intervento degli "effect genes" (in italiano credo siano chiamati geni di suscettibilità)siamo nel caso di una eredità determinata dal concorso di più geni. Io, in realtà, avevo in mente i meccanismi coinvolti in malattie come il diabete mellito o alcune malformazioni congenite. Grazie dell'interessante articolo che non conoscevo. Antonio |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2347 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 22 marzo 2013 : 20:08:30
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Aggiungo quel che succede se, al contrario, gli incroci fra individui con chiralità diversa hanno un vantaggio rispetto a quelli fra individui uguali (il caso dell'articolo segnalato da Ang). Il grafico si riferisce ad un vantaggio del 20%, ma la differenza al variare del vantaggio riproduttivo è solo nei tempi: il risultato è invariabilmente un 50% di individui sinistrorsi (nel grafico) e 50% di destrorsi proprio come avviene negli Amphidromus "di Ang".
% sinistrorsi 16,88 KB
E' un risultato simile a quanto si trova con caratteri mendeliani quando c'è vantaggio dell'eterozigote, solo che là il 50-50 riguarda il genotipo, qui invece nel fenotipo. Ciao,
fern |
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