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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


8788 Messaggi
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Inserito il - 25 aprile 2012 : 13:05:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Senz' altro, anche i forum evolvono .
Il problema è che, come nella teoria evolutiva, non si può sapere verso dove .

Giuseppe
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gabrif
Moderatore


Città: Milano

Regione: Lombardia


3484 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 25 aprile 2012 : 16:45:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao a tutti,
Esempi di "trasmissione dei caratteri acquisiti" da una generazione all'altra a livello di differenze nell'espressione genica, nello splicing eccetera ormai se ne sono scoperti parecchi. Un esempio e un po' di citazioni in questo articolo. Difficile chiamarla rivincita, però. Questi fenomeni somigliano ben poco a quello che Lamarck aveva in mente...

Saluti G.



Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà. (Bernardo di Chiaravalle)
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


8788 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 25 aprile 2012 : 17:51:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ne avrei parlato dopo, hai anticipato un pò i tempi , ma sono d' accordo.
Oggi c'è una branca delle genetica (l' epigenetica) che studia la trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti. Ma anche se qualcuno, per motivi ideologici o teologici (cercherò di spiegare il perchè), ritiene possa portare ad un recupero del lamarckismo, si tratta di qualcosa di molto diverso.
Nelle mie intenzioni il titolo, come si sarà forse intuito dagli interventi precedenti, voleva essere un pò ironico .

Credo che in questa discussione abbiamo messo un pò troppa carne al fuoco, ma va bene lo stesso. E' importante parlare di evoluzionismo nel forum.


Giuseppe
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


33003 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 25 aprile 2012 : 19:33:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Giuseppe, non puoi far vedere le carte una alla volta come a poker e chiedere se ci bastano!

Finora, nel corso della discussione, io non avevo letto niente che facesse pensare ad un recupero del lamarckismo; prima o poi bisognava entrare nel vivo.

Che intendi, Gabriele, come trasmissione per via genetica di caratteri acquisiti? Intendi che, a parte le mutazioni casuali, certi cambiamenti di comportamento - tipo la giraffa che si abitua a brucare le foglie alte - comportano modifiche del suo DNA?

Se le modifiche del comportamento producessero semplicemente una selezione di combinazioni di caratteri già presenti, si tornerebbe al darwinismo semplice.

luigi
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


8788 Messaggi
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Inserito il - 25 aprile 2012 : 20:14:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Giusto per alleggerire un pò il "peso" della discussione, ti dirò che a me piaceva così tanto il parallelismo fra l' evoluzione delle specie e l' evoluzione del forum .

Giuseppe
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gabrif
Moderatore


Città: Milano

Regione: Lombardia


3484 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 25 aprile 2012 : 21:39:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Da una generazione all'altra vengono trasmessi, oltre alle sequenze dei geni, anche - almeno in una certa misura - gli stati dei geni stessi, che in pratica sono mediati da modifiche chimiche, sia pure a parità di sequenza; questi stati possono avere manifestazioni significative sul fenotipo, E essere a loro volta ritrasmessi.

La giraffa magari no, ma per esempio il pollo sembra dover parte delle differenze rispetto alla forma selvatica a meccanismi di questo tipo: Link.

Ne vedremo ancora delle belle, negli anni prossimi. Per chi vuole approfondire, vagando per la rete ho trovato questa sintesi che mi sembra ben fatta: Darwinian evolution in the light of genomics.

Un saluto G.





Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà. (Bernardo di Chiaravalle)
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


33003 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 25 aprile 2012 : 22:04:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quindi, se ho capito bene, l'eredità genetica non è fatta solo dalle sequenze, ma anche dai loro stati. Le sequenze non possono essere modificate da processi adattativi dell'individuo, ma solo da mutazioni casuali, mentre gli stati possono essere modificati.
Questa scoperta renderebbe possibile un meccanismo che trasforma gli adattamenti in vita in eredità genetica e renderebbe possibile il meccanismo ipotizzato da Lamarck.

luigi
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2351 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 aprile 2012 : 14:08:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho sentito parlare di epigenetica per la prima volta un paio d'anni fa, e ancora sto cercando di capirla. Attualmente sto leggendo un libretto divulgativo distribuito qualche mese fa con "Le Scienze" (Richard C. Francis: "L'ultimo mistero dell'ereditarietà) che consiglio per un'introduzione al problema anche se, come tutti i testi di questo genere, letterariamente parlando lascia molto a desiderare.
Quel che ho capito è che sotto il nome di epigenetica sono compresi svariatissimi fenomeni, uno dei quali è la differenziazione cellulare a partire da una cellula uovo totipotente, ma non ho trovato finora alcuna discussione delle implicazioni evolutive (il punto di vista di Francis è essenzialmente quello del medico). Certamente, se alcune modifiche indotte dall'ambiente risultano ereditarie ciò va nel senso di una rivalutazione di Lamarck, ma non ci vedo alcun finalismo, come non lo vedevo nell'ipotesi originaria di Lamarck: semmai era una forma di meccanicismo spinto fino al ridicolo (l'esempio della giraffa è usato oggi quasi come battuta).
Invece l'epigenetica mi sembra estremamente seria, tant'è che recentemente su Nature se ne parlava come del campo più promettente della biologia, anche dal punto di vista degli sbocchi professionali.
Altro non dico, in attesa che Marz ci presenti qualche esempio concreto (sperando di non aver già detto troppo). Ciao,

fern



Il n'y a de petit dans la Nature que les petits esprits.
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Cmb
Moderatore


Città: Buers
Prov.: Estero

Regione: Austria


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Flora e Fauna

Inserito il - 26 aprile 2012 : 19:03:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Forse gli asiatici hanno una parole giusta: karma





"La distinction des espèces de limaces est extrêmement difficile,
et aucun zoologiste n’est encore parvenu à quelque chose
d’un peu satisfaisant sous ce rapport."
H. M. DUCROTAY DE BLAINVILLE 1823

Vieni nel mondo dei Limax d'Italia o raggiungimi dagli Opiliones d'Italia o Dermaptera d'Italia

La rivincita di Lamarck?

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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 26 aprile 2012 : 19:33:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho letto anch' io il libro di Richard Francis, Epigenetics: the ultimate mistery of inheritance, tradotto in italiano col titolo "L'ultimo mistero dell'ereditarietà" e distribuito con un numero di "Le Scienze".

E' utile per capire cos' è l' epigenetica, ma non ne sono entusiasta. A mio avviso,l' autore cerca di imitare lo stile di Stephen Gould, senza però averne le caratteristiche, nè dal punto di vista della chiarezza espositiva, nè da quello della vis polemica. Se fosse di interesse, potrei, magari insieme con fern (scusami per averti coinvolto ) farne un breve riassunto.

Sostanzialmente l' epigenetica è lo studio delle modifiche ereditabili nella funzione del genoma che si verificano senza cambiamenti della sequenza di DNA.

A me piace questo paragone, di un ricercatore credo austriaco, Thomas Jenuwein, che forse può rendere il concetto più facilmente comprensibile.
La differenza fra genetica ed epigenetica può essere paragonata alla differenza che passa fra leggere e scrivere un libro. Una volta scritto il libro, il testo (i geni o le informazioni memorizzate nel DNA) sarà identico in tutte le copie distribuite al pubblico. Ogni lettore potrà tuttavia interpretare la trama in modo leggermente diverso, provare emozioni diverse e attendersi sviluppi diversi man mano che affronta i vari capitoli. Analogamente, l'epigenetica permette interpretazioni diverse di un modello fisso (il codice genetico) e può dare luogo a diverse letture, a seconda delle condizioni variabili con cui il modello viene interrogato.



Per quel che mi riguarda non sono in grado di fornire nessuna certezza sull' epigenetica. E' una scienza relativamente nuova e, come tutte le cose nuove, è bene rimanere prudenti. Se ne ho parlato, però, è perchè credo che avrà interessanti sviluppi.

Le mie opinioni sono comunque le seguenti:

1) L' epigenetica è una scienza "vera", viene studiata in diversi ambiti e ne sentiremo sicuramente parlare in futuro. A mio avviso, un settore molto promettente è, ad esempio, quello della ricerca sul cancro, dove potrebbe aprire nuove prospettive.

2) Per quanto riguarda la teoria evolutiva, ritengo che dovrà fare i conti in futuro con l' epigenetica (lo sta già facendo). Francamente non credo però che le ricerche sull' epigenetica andranno a modificare in modo sostanziale la teoria evolutiva. La teoria evolutiva, come tutte le teorie scientifiche, "evolve" e ritengo che i risultati che ne verranno fuori integreranno il cuore centrale della teoria darwiniana, senza sminuirne la potenza esplicativa.

3) Lamarck probabilmente starà sogghignando nella tomba e potrebbe prendersi una piccola rivincita. Non perchè sia possibile un ritorno alla teoria evolutiva così come lui l' ha formulata, ma perchè indubbiamente uno dei principi da lui formulati (seppure in coabitazione con altri più importanti), potrebbe diventare uno dei motori dell' evoluzione. Credo che, comunque vada a finire, dobbiamo gratitudine nei confronti dello scienziato che per primo ha proposto una teoria per l' evoluzione delle specie.

4) Il problema non è Lamarck, ma l' uso strumentale che qualcuno sta cercando di fare dell' epigenetica. Cioè, qualcuno sta cercando di usare l' epigenetica per mettere in discussione i fondamenti della teoria dell’evoluzione per selezione naturale di Darwin. Dubito fortemente che ci riuscirà. Quello su cui sarei disposto a scommettere è che in nessun caso torneremo ad una visione finalistica dell' evoluzione, che sia scientificamente sostenibile. Per il resto, vedremo con interesse quello che il futuro della teoria ci riserverà.

Giuseppe
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Cmb
Moderatore


Città: Buers
Prov.: Estero

Regione: Austria


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Flora e Fauna

Inserito il - 26 aprile 2012 : 20:26:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per Thomas Jenuwein... lui ha lavorato bene sulla metylazione (non so se è la trad. giusta) che vuol dire da accendere e spendere processi.

La epigenetica non è una scienza da ieri (>2000) vedi p.e. Emma Whitelaw.

La medicina puo usare i risultati - ma noi possiamo gia fare una cosa: consumare prodotti buoni (p. e. the verde) perchè "I geni non sono solo il nostro destino".

E come una "karma attiva" regaliamo i nostri "epi"-"geni" a nostri "pro-geni"

Se è un vero lamarckismo o no non posso dire.....!



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La rivincita di Lamarck?

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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 27 aprile 2012 : 10:46:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Qual' è lo scopo dell' intervento di Clemens? Quello di contribuire allo sviluppo della discussione? Penso di no, le obiezioni poste o sono irrilevanti o sono fuori tema.

Tanto per fare un esempio, Thomas Jenuwein ha "lavorato bene sulla metylazione" per il semplice fatto che la metilazione del DNA è il principale meccanismo con cui vengono provocati effetti epigenetici. Che obiezione è?

L' epigenetica (negli sviluppi attuali) ha più di 10 anni. E chi lo mette in dubbio. Ma una scienza che ha poco più di un decennio non è una scienza relativamente nuova?

"I geni non sono solo il nostro destino". E chi l' hai mai detto? Oggi però la ricerca sull' evoluzione viene fatta prevalentemente sulla genetica. Non era così ieri, non so se sarà così domani, ma oggi è così. Se oggi uno parla dei nuovi sviluppi della teoria evolutiva è difficile non affrontare il tema del DNA.

Per il "karma" presumo sia solo una battuta e non c' è problema. Diversamente, non capirei cosa c' entra il "karma" con una discussione scientifica sull' evoluzione.

Mi auguro di sbagliare, ma mia preoccupazione è che questa sia semplicemente una tattica per impedire il normale svolgimento della discussione e di cercare di buttarla fuori tema o sulla replica sterile di argomentazioni inutili.

Non è facile trattare i temi di cui parlo, perchè non sono i soliti argomenti, ma cerco di proporre qualcosa di nuovo. Posso naturalmente anche sbagliare nel trattare alcuni temi (e ci mancherebbe, sono argomenti per niente facili), ma mi si contesti con affermazioni sostenibili sul piano scientifico.
Può un forum naturalistico autorevole non trattare gli aspetti scientifici dell' evoluzione?

E' possibile che per qualche giorno non possa intervenire. Ritorno .




Giuseppe

Modificato da - marz in data 27 aprile 2012 11:32:10
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D21
Moderatore Tutor


Città: Cuneo

Regione: Piemonte


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Inserito il - 27 aprile 2012 : 11:38:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Come sapete sostituisco temporaneamente gomphus in questa sezione...
Confesso che in un primo momento avevo pensato che Cmb avesse sbagliato discussione e volesse in realtà postare la battuta sul karma nel topic sull'enciclopedia olistica
Dopo il secondo intervento, se ho intuito bene, suppongo che l'argomento da lui proposto (che considero un po' OT) possa considerarsi concluso e direi quindi che si può tornare a parlare strettamente di evoluzione.
Invito quindi marz a proseguire senza indugio
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


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Flora e Fauna

Inserito il - 27 aprile 2012 : 12:34:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La epigenetica non è una scienza da ieri
Hai ragione, l'epigenetica non e' recente. Cercando in rete pare che il termine sia stato introdotto da Waddington nel 1942 e Barbara Mc.Clintock vinse il nobel nel 1983 per studi che oggi chiameremmo epigenetica.

Penso sia nuova la consapevolezza delle sue potenzialita', o almeno e' da poco che ne sente parlare anche chi, come me, e' estraneo a questo campo. Forse e' dovuto alla delusione della "genetica tradizionale". Ricordate il "Progetto Genoma"? Si trattava di mappare l'intero genoma umano, progetto allora (1990) ambiziosissimo di cui si e' celebrato nel 2011 il 10 anniversario della conclusione (v. qui). Uno dei commenti piu' interessanti e' questo che riflette la delusione rispetto alle grandi speranze iniziali. Che e' successo?
Il mio dubbio e' che, come ci stanno mostrando epigenetica, splicing (e forse altro ancora) pensavamo di poter leggere un testo (il DNA) di cui conosciamo l'alfabeto, ma forse ignoriamo ancora la lingua! Ciao,

fern



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Cmb
Moderatore


Città: Buers
Prov.: Estero

Regione: Austria


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Flora e Fauna

Inserito il - 27 aprile 2012 : 15:43:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Scusate per stare (forse) OT - ho scritto troppo come io vedo come funziona l'epigenetica e non se è una "rivincita di Lamarck".

A me piace il pragmatismo = come si puo usare resultati per noi.

Ho trovato un bel sito del MPI sulla funziona della epigenetica - è per i pragmatici..... e Vi lascio qui in pace....



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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 27 aprile 2012 : 16:09:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi piacerebbe tornare al tema centrale, o almeno a quello che sembra a me il tema centrale.

Se ho capito bene, l'epigenetica e studi correlati hanno dimostrato che si possono trasmettere ai discendenti informazioni in più rispetto a quelle contenute nella struttura molecolare del genoma.
Queste informazioni in più possono essere il frutto di adattamenti comportamentali o ambientali in vita che, pur non modificando il genoma, modificano lo "stato" di alcuni geni.
Questi "stati" sarebbero ereditabili dai discendenti, e questo renderebbe tecnicamente possibile la teoria evolutiva di Lamarck.

Sempre ammesso che abbia capito il succo degli interventi precedenti, ho qualche domanda da porre agli esperti.

Si è dimostrato che l'informazione genetica contenuta negli stati si trasmette ai figli, oppure che si trasmette indefinitamente alle generazioni future?
Sto pensando agli ibridi, come il mulo, che ha ereditato parte dell'informazione genetica del cavallo e dell'asino, ma non la può ulteriormente trasmettere ai discendenti.
Potrebbe essere così anche per gli stati.

Altra domanda: se gli stati si possono modificare in un senso, si possono modificare anche nel senso opposto nel corso delle generazioni successive?
Se fosse così, più che di un patrimonio genetico, si tratterebbe di un "rumore" che si somma al patrimonio contenuto nel genoma e non è detto che abbia un effetto coerente a lungo termine.

Qualcuno mi sa rispondere (ammesso che le mie domande abbiano senso .....)

luigi



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Acipenser
Utente Senior


Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero

Regione: Germany


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Inserito il - 28 aprile 2012 : 02:04:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Salve a tutti.

Messaggio originario di elleelle:

Se ho capito bene, l'epigenetica e studi correlati hanno dimostrato che si possono trasmettere ai discendenti informazioni in più rispetto a quelle contenute nella struttura molecolare del genoma.


Gli studi nel campo dell'epigenetica a mio avviso non hanno fatto altro che confermare l'ovvia reperibilità di informazione negli organismi aldilà della loro sequenza genomica primaria. Ad esempio, una madre partorendo trasferisce un'informazione acquisita al figlio: la posizione nello spazio/tempo. E su tale informazione agiscono variabili evolutive; è più facile riprodursi in un luogo favorevole alla vita piuttosto che, per dire, nel fuoco. Così, madri la cui informazione di posizione corrisponde a "nel fuoco" tendono a non riprodursi. Viceversa, madri nate in ambienti ostili ma spostatesi in ambienti favorevoli producono figli nati in ambienti favorevoli. L'"allele" (le virgolette sono davvero d'obbligo) "nato in ambiente favorevole" del carattere "posizione nello spazio/tempo alla nascita" può trasmettersi ed addirittura essere selezionato, ed al contempo manifestare eredità eventualmente definibile come lamarchiana.

Anche stato di nutrizione, cultura e malattie sono elementi acquisiti, trasmissibili alla progenie ed alteranti l'espressione genica.

Messaggio originario di elleelle:

Queste informazioni in più possono essere il frutto di adattamenti comportamentali o ambientali in vita che, pur non modificando il genoma, modificano lo "stato" di alcuni geni.
Questi "stati" sarebbero ereditabili dai discendenti, e questo renderebbe tecnicamente possibile la teoria evolutiva di Lamarck.


La rivalutazione della teoria di Lamarck alla luce dell'epigenetica è a mio avviso una questione interpretativa. A causa della comprensibile assenza di una proposta di meccanismo d'azione del modello evolutivo in questione, diversi parametri si prestano a giustificare il modello stesso. La cosiddetta "teoria dei determinanti" di Weissman e Roux è interessata da un analogo livello di interpretabilità: essa suppone che il differenziamento di n tipi cellulari a partire da un singolo tipo cellulare (lo zigote), durante lo sviluppo embrionale, si debba alla segregazione di fattori determinanti. Ad oggi, tale teoria è considerata falsa perché si ritiene opportuno indicare come determinanti le varie sequenze genomiche responsabili dell'insorgenza delle variazioni sul trascrittoma da cellula a cellula. Considerando però come determinanti le potenzialità d'espressione dei vari geni, piuttosto che i geni stessi, la teoria potrebbe considerarsi valida.
Ad ogni modo, epigenetica a parte, possiamo a mio avviso dire che alcuni meccanismi noti e caratterizzati, coinvolgenti la stessa sequenza primaria del genoma, possono facilmente essere classificati come lamarchiani. Ad esempio, nel genoma umano si rinvengono numerosi retrotrasposoni. Questi producono mRNA, e tale evento è a mio avviso classificabile come "comportamento". Varrà la semplice relazione

f(trascrizione) = cost.*f(retrotrasposizione)

Dato che ogni evento di retrotrasposizione costituisce a pieno titolo una modifica sulla stringa di DNA dell'organismo, la dinamica (così inquadrata) è lamarchiana.

Messaggio originario di elleelle:

Sempre ammesso che abbia capito il succo degli interventi precedenti, ho qualche domanda da porre agli esperti.

Si è dimostrato che l'informazione genetica contenuta negli stati si trasmette ai figli, oppure che si trasmette indefinitamente alle generazioni future?
Sto pensando agli ibridi, come il mulo, che ha ereditato parte dell'informazione genetica del cavallo e dell'asino, ma non la può ulteriormente trasmettere ai discendenti.
Potrebbe essere così anche per gli stati.


Restringendo il campo a ciò che nella pratica di laboratorio è indicato come epigenetica, ovvero lo studio di un numero limitato di ereditabili modifiche chimiche al DNA non interferenti con l'informazione primaria della stringa, vi sono modifiche ereditabili sia definitamente che indefinitamente.

Messaggio originario di elleelle:

Altra domanda: se gli stati si possono modificare in un senso, si possono modificare anche nel senso opposto nel corso delle generazioni successive?
Se fosse così, più che di un patrimonio genetico, si tratterebbe di un "rumore" che si somma al patrimonio contenuto nel genoma e non è detto che abbia un effetto coerente a lungo termine.


In taluni casi una reversione di una modifica epigenetica al suo stato originario sarà fisiologica, in altri casi no. Ciò non significa che l'alternarsi di stati chimici del DNA debba necessariamente vedersi come "rumore", cioè come una serie di indesiderati effetti stocastici alteranti la trasmissione di informazione nel tempo tra sistemi biologici. Le modifiche epigenetiche hanno ruolo, in primo luogo, nel controllo dell'espressione genica.

Infine, vorrei sottolineare che non vi è un utilizzo univoco del termine "epigenetica". Sono comunemente indicate come epigenetiche modifiche al DNA originate in neuroni maturi in G0, prive dunque di un qualsiasi significato dal punto di vista dell'eredità.



Tautò tèni zon kài
tethnekós kai egregoròs
kai kathèudon kai nèon kai
gheraiòn tade gàr
metapésonta ekéina ésti
kakèina pàlin táuta.

Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato.
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


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Flora e Fauna

Inserito il - 02 maggio 2012 : 14:21:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Caspita Acipenser, che risposta da KO! Io almeno ho dovuto rileggerla più volte ed ora oso fare qualche obiezione, forse dovuta alla mia ignoranza.
Gli studi nel campo dell'epigenetica a mio avviso non hanno fatto altro che confermare l'ovvia reperibilità di informazione negli organismi aldilà della loro sequenza genomica primaria. Ad esempio, una madre partorendo ...
questo discorso sembra ridurre l’epigenetica ad un gioco di parole, che non può essere.
Alcuni meccanismi di controllo dell'espressione genica (cioè epigenetici, se ho capito) fanno parte della normale fisiologia, come la differenziazione cellulare; altri sono indotti dall’ambiente in senso lato, ma in genere non si trasmettono ai figli. Un esempio importante in ambito evolutivo è la cosiddetta “plasticità fenotipica”, ovvero la capacità dell’individuo di regolare il proprio sviluppo in funzione dell’ambiente in cui si trova a vivere. Può sembrare banale se pensiamo a temperatura, umidità, (in)disponibilità di certe sostanze nutritive, ma a volte è sorprendente. Tale trovo il fatto che alcuni animali si sviluppano in modo diverso in presenza di predatori (la Daphnia svilupppa un carapace puntuto; le chiocciole del genere Radix hanno un guscio più arrotondato ... e ciò non dopo ripetuti contatti con il predatore, ma in risposta ad un indizio chimico della sua presenza. In quanto risposta all’ambiente, non dovrebbero essere trasmissibili (nel caso della Daphnia leggo che lo è, ma oso credere che non duri indefinitamente). Non c’è dubbio che questa “plasticità” conferisca un vantaggio selettivo e sono convinto che è in qualche modo “inscritta” nel DNA.
Esistono mutazioni trasmissibili e permanenti? Come osservava Luigi, sembra un controsenso: se la mutazione è indotta dall’ambiente, quando questo cambia anche l’influsso dovrebbe cambiare. Acipenser garantisce che ce ne sono, ma un esempio sarebbe molto gradito.
Un esempio di mutazione epigenetica, trasmissibile ma non rigorosamente permantente è il caso famoso di Linaria vulgaris / Linaria peloria, che Linneo classificò come specie distinte, poi hanno costituito un paradigma delle mutazioni individuali, ma recentemente si sono rivelate geneticamente identiche, salvo che nella seconda un gene è inattivato. Allego una figura tratta da La Recherche (2007) in cui si può apprezzare la grande differenza dei fiori.

Linaria vulgaris (sx) e L. peloria (dx)
La rivincita di Lamarck?
219,41 KB
Un altro riferimento, trovato in rete, è questo articolo su Nature del 1999. Ciao,

fern



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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 02 maggio 2012 : 20:54:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io sarei molto cauto nel cercare di definire esattamente il ruolo reale dell' epigenetica nello sviluppo dei meccanismi evolutivi.

A mio avviso non ci sono, al momento, elementi sufficienti per capire concretamente quali sviluppi pratici ed implicazioni avrà per il futuro. Ad esempio, uno dei tanti problemi importanti da risolvere è quello posto da fern, sulla persistenza nel tempo degli effetti epigenetici.

Il fatto che ci siano una serie di studi sperimentali che dimostrano la presenza di effetti epigenetici non può spingerci a trarre conclusioni che potrebbero essere affrettate. Occorre aspettare ancora un pò gli sviluppi.

Nel 2010 è stato pubblicato in italiano "Gli errori di Darwin" di Massimo Piattelli-Palmarini e Jerry Fodor. Nel libro, che è stato duramente criticato da molti esperti del settore, gli Autori (che si dichiarano esplicitamente evoluzionisti) elencano tutta una serie di studi, credo 240 in totale, pubblicati sulle più importanti riviste di biologia del mondo in cui vi sono riportati dati, fatti, meccanismi diversi dalla selezione naturale e quindi, in via teorica (in pratica possono essere fatte considerazioni molto diverse) in contrasto con il classico meccanismo darwiniano.

E' stato però obiettato che, secondo una indagine della rivista Lab Times, nel periodo 1996-2006 sono stati pubblicati tra Europa, USA, Canada, Australia, Giappone e Cina oltre 50.000 articoli di biologia evoluzionistica e che quindi 240 articoli costituiscono meno dello 0,5% del totale degli articoli pubblicati.

Per inciso, vorrei far notare che quello di cui si discute non è se l' evoluzione delle specie avvenga (cosa su cui nessuno a livello scientifico dubita), ma i meccanismi con cui si svolge.

Quello che voglio dire è che qualunque teoria, prima di potersi affermare definitivamente, ha bisogno di tutta una serie di sperimentazioni e di valutazioni concordanti, che dimostrino di essere in grado di prevalere sugli altri. Al momento la selezione naturale proposta da Darwin mi appare ancora in ottima forma. Sul fatto che oltre alla selezione naturale intervengano altri fattori (deriva genetica, vincoli costrittivi, epigenetica, ecc...) mi pare un fatto assodato, ma, al momento, nessuno di questi meccanismi consente di mettere in secondo piano la selezione naturale.

Quali saranno gli sviluppi futuri non sono in grado di prevederlo. L' opinione che mi sono fatto è che l' epigenetica giocherà un ruolo importante, ma non decisivo. Comunque, vedremo.

Giuseppe

Modificato da - marz in data 02 maggio 2012 21:02:16
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 02 maggio 2012 : 22:16:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi sta bene!
Disse un tale: "Non fare domande se poi non sei in grado di capire le risposte" .....
luigi
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