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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore
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Inserito il - 31 gennaio 2012 : 16:22:22
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Come è noto, le critiche alla teoria della deriva continentale di Wegener riguardavano principalmente l’origine delle forze in grado di spostare le masse continentali alla deriva (che lui identificava nelle forze gravitazionali differenziali, maree terrestri, rigonfiamenti crostali che avrebbero indotto spostamenti laterali della crosta per gravità); le argomentazioni di natura geologica, paleontologica, paleoclimatica, geofisica a sostegno della teoria (le cosiddette “prove”) vennero invece sostanzialmente accettate.
Non aveva tutti i torti, forse, nemmeno riguardo alla prima questione, benché alla luce della successiva teoria della tettonica delle placche;
mi è capitato di leggere, l’altro giorno, dal sito dell’INGV, l’intervista alla ricercatrice Federica Riguzzi, coautrice di un paio di lavori pubblicati recentemente sulla questione (uno molto recente, settembre 2011, l’altro di due anni prima, 2009); alcuni dei meccanismi “vagamente” indicati da Wegener sembrerebbero riemergere assumendo un’importanza non secondaria (anche se non si fa direttamente il nome dello scienziato tedesco);
riporto uno stralcio dell’intervista (per chi volesse approfondire questi sono i link ai quali si possono scaricare le versioni integrali dei due lavori Link
Link
(…) Ma quali caratteristiche della astenosfera hanno evidenziato le ricerche degli scienziati?
“Come è noto, secondo il modello della tettonica a placche, la parte più esterna e solida della superficie terrestre, detta litosfera, avente uno spessore di circa 80-100 km poggia su uno strato più caldo e viscoso chiamato mantello. Ma tra i due strati ce n’è uno intermedio, a bassa viscosità, detto astenosfera che è in grado di disaccoppiare in maniera non omogenea il movimento delle placche dai moti convettivi del mantello. In un primo lavoro pubblicato su Physics of the Earth and Planetary Interiors, viene mostrato un modello analitico nel quale delle onde di lungo periodo, quali ad esempio le maree solide terrestri (cioè le deformazioni della crosta terrestre indotta dalla Luna e dal Sole ), possono permettere un movimento relativo tra litosfera e astenosfera anche di 10cm/anno se tra i due strati si raggiunge una forte differenza di viscosità”.
maurizio ____________________
“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu
“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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balocchi
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Inserito il - 01 febbraio 2012 : 00:02:27
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Io credo che molta gente anche dei più grandi luminati faccia un po' di confusione tra i termini.
Io non userei il concetto litosfera legato al Mantello perchè appartengono a due modelli diversi, il primo reologico e il secondo composizionale.
Io preferisco il modello reologico dove la litosfera è posta sopra all'Astenosfera, le quali mostrno proprietà fisiche differenti. Tra loro è presente una zona a bassa velocità sismica (LVZ) dove sia le onde P (non sempre presenti) che le onde S mostrano un abbassamento della loro velocità di propagazione seguita da un brusco innalzamento.
Questa zona a mio avviso potrebbe favorire lo slittamento dei gusci concentrici e quindi influenazare la tettonica delle placche.
Paolo |
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore
3513 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 febbraio 2012 : 21:08:02
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Beh, sì Paolo, sostituisci a “mantello” “mesosfera” e i conti tornano; e comunque la mesosfera è mantello, anche se inferiore; la Riguzzi sa ovviamente molto bene la differenza a cui ti riferisci e credo si sia espressa in termini divulgativi in un’intervista fatta da un giornalista (scientifico?);
ma non ne farei una questione terminologica, seppure importante;
gli aspetti più interessanti e, per quanto mi riguarda, nuovi, sono diversi:
la dimostrazione che non è tanto la viscosità dell’astenosfera che determina la possibilità dello scollamento litosfera/astenosfera, ma la differenza di viscosità tra i due gusci, e che se questa differenza è di circa nove-dieci ordini di grandezza, allora lo scollamento può essere innescato dalla componente orizzontale delle maree solide dovute all’attrazione luni-solare (in questo senso citavo Wegener)
l’esistenza di un’asimmetria tettonica a livello globale della Terra (secondo una direttrice quasi E-W)
la spiegazione della diversa entità con cui l’energia elastica viene rilasciata a latitudini diverse (massima nelle zone equatoriali) e quindi l’evidenza di un effetto visibile del moto rotazionale terrestre sul movimento delle placche
...sempre pensando che la geologia "visibile" è ben altra cosa, ma questi quadri globali, in cui i nostri piccoli "accidenti" locali si inqyudrano, sono sempre affascinanti, non credi?
ciao
maurizio ____________________
“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu
“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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balocchi
Utente V.I.P.
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303 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 febbraio 2012 : 01:25:00
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Si sono affascinanti...
La sotto nessuno sa come funziona il tutto, possiamo solo ricavare informazioni indirette ed elaborarle per costruire dei modelli...
Sicuramente una cosa da chiarire è il modello cinematico della tettonica a placche, o meglio detto il motore che fa muovere i nostri continenti. E' una questione ancora aperta e ancora non ben chiara. Ma ripeto, vedere cosa ci stà sotto di noi non è sempre facile, ma sicuramente affascinante... :-)
mmm... non credo che i "conti" tornino per cena :-P non sono daccordo che si tratti solo di terminologia, ma se la comunità scientifica li utilizza indistintamente... io non ci metto troppo il becco...
Comunque è affascinante cercare di capire come le nostre placche si muovono e credo anche io che ci sia una certa interazione tra moto di rotazione, e maree solide terrestri... Il sistema è più grande di quello che si possa pensare :-)
Paolo |
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore
3513 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 febbraio 2012 : 06:55:23
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ciao Paolo; mi devo innanzitutto autocorreggere: il nome di Wegener viene effettivamente fatto nell'articolo del 2009, ecco qua:
The interest in the Earth's rotation as driving plate tectonics goes back to the theory of Wegener and to a number of papers in the early seventies (Bostrom, 1971; Knopoff and Leeds, 1972). This relation is based on the observation that plates have, for example, a westerly directed polarization relative to Antarctica (Le Pichon, 1968) or relative to the hotspot reference frame (Ricard et al., 1991; Gripp and Gordon, 2002; Crespi et al., 2007).
...sì, è vero, "laggiù" non potremo mai sapere direttamente quello che succede, e raramente i modelli in profondità (anche solo quelli nei primi chilometri di crosta) reggono nei dettagli alla verifica diretta, in questo caso peraltro mai possibile;
ti invito comunque a leggere con attenzione la questione della "polarità geografica" sulle strutture tettoniche: ce n'è anche per Alpi ed Appennini, a mio parere;
ah, mi ricordo adesso che ti dovevo un'altra rsposta: Colin Powell - ti ricordi qual era la domanda?
cioa e buona giornata
maurizio ____________________
“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu
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balocchi
Utente V.I.P.
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303 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 febbraio 2012 : 15:09:59
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non conoscevo questo personaggio, un Geologo al Potere... :-)
Per quanto riguarda la polarità geografica credo ci sia un fondo di verità così come del pinao di subduzione che cambia a seconda della vergenza. Vedi ad esempio gli articoli di Doglioni.
Paolo |
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