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ATTENZIONE! Gli Amministratori ed i Moderatori di questa sezione del Forum di Natura Mediterraneo desiderano che l'argomento caccia sia evitato perchè ritengono che Associazioni come il WWF, Legambiente e Lipu, siano molto ben organizzate e coerentemente molto attive su questo argomento.
Inutile dire che siamo completamente in linea con gli ideali di queste associazioni.

Per contribuire alle finalità di salvaguardia che il forum si propone chiediamo inoltre a tutti gli utenti di collaborare con noi affinchè si possa contribuire a diffondere un'etica di approccio all'osservazione della fauna che rechi il minor disturbo possibile agli animali.


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 Scanno, sorpresa sul pianerottolo
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Kamioka
Utente nuovo

Città: Carsoli
Prov.: L'Aquila

Regione: Abruzzo


18 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 22 settembre 2011 : 23:00:40 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

[SIZE="5"] Scanno, sorpresa sul pianerottolo …[/SIZE]


ANIMALI
Scanno, sorpresa sul pianerottolo
c'è l'orso che aspetta, seduto
Nella piccola frazione di Frattura un uomo ha aperto la porta di casa e si è trovato di fronte l'animale. Il sindaco: "Ma qui per noi è un amico". Non è il primo "incontro ravvicinato" fra gli abitanti della zona e il plantigrado, simbolo del Parco Nazionale d'Abruzzo
di FRANCESCA SIRONI

Scanno, sorpresa sul pianerottolo c'è l'orso che aspetta, seduto

L'AQUILA - Apre la porta di casa e si trova di fronte un orso bruno. Non è un cartone animato, ma pura realtà. E' accaduto a Frattura, piccolissima frazione di Scanno, in provincia dell'Aquila. L'uomo che abitava nella casa, il signor Nello Galante, aveva aperto la porta della sua abitazione per uscire, ma si era trovato la strada sbarrata dall'orso, seduto sul pianerottolo. La moglie Anita, sentendo il marito rientrare, si è affacciata e ha visto l'animale fuori dalla porta. Le grida che ha lanciato, terrorizzata, hanno spaventato il plantigrado che se ne è andato di corsa scavalcando il muro di cinta. L'orso bruno marsicano, animale simbolo del Parco Nazionale dell'Abruzzo, è solito visitare ogni tanto Scanno e i suoi abitanti.


Il racconto. "Ho aperto la porta e mi sono trovato l'orso lì seduto, tutto tranquillo - racconta Nello - ci siamo anche guardati negli occhi. Io ho richiuso, fossi stato zitto non sarebbe successo niente, ma l'ho detto a mia moglie, che si è presa uno spavento! Ha inizato a gridare, e l'orso è scappato. Ha fatto un salto pazzesco, superando la recinzione". A quanto pare sul pianerottolo i Galante hanno incontrato un bel esemplare: "Sarà stato alto almeno un metro e sessanta, un bel vitellone di colore grigio. Avevi gli occhi azzurri, e un atteggiamento davvero pacifico. Io non ho avuto per niente paura, anzi, mi è stato simpatico. E' mia moglie che si è spaventata", ribadisce. Il signor Nello non sembra infatti affatto preoccupato dalla vicinanza degli orsi: "Non hanno mai fatto niente di male ad alcuno di noi, e sono anni che se ne vedono. Ogni tanto passano, rubano un po' di carote, l'insalata, se riescono una gallina, ma è tutto qui. Certo, nella nostra frazione siamo cinquanta abitanti, di cui ventidue anziani, alcuni hanno paura di incontrarlo di notte".

La storia. Non è il primo incontro ravvicinato con l'orso bruno che popola il Parco Regionale dell'Abruzzo. Già il primo settembre di quest'anno l'orso aveva passeggiato per il paese, terrorizzando un gruppo di bambini. L'orso, attratto dal pallone con cui giocavano i ragazzi, avrebbe "soffiato" minaccioso verso di loro, facendogli scappare di corsa. Nel novembre dello scorso anno una mamma orsa, questa volta, si era fatta trovare più volte con i suoi cuccioli sulla statale 479, nel tratto fra Scanno e Villalago. L'orsa fu ripresa da un automobilista mentre lo guardava impietrita, pronta a proteggere i suoi cuccioli.

Il ladro di polli. "Da venti giorni l'orso passeggia ogni sera tra le nostre case - racconta il signor Armando Iafolla, residente a Frattura - viene a rubare i polli nei pollai. Si arrampica sul tetto, sposta le assi e con la zampa si porta via i nostri animali. Ha fame perché sta per entrare in letargo e ha bisogno di ingrassare molto". Nel pollaio del signor Iafolla ha provato a entrare qualche sera fa. Ma non c'è riuscito, "perché ho costruito un piccolo recinto con il filo elettrico - racconta - è l'unico modo per tenerlo lontano". Il problema dei furti di polli, in realtà, è in netta diminuzione da anni. Con le recinzioni elettriche e i controlli sempre maggiori, gli orsi si stanno abituando a rinunciare agli amati polli. "Spesso si avvicinano per poi andarsene subito - racconta una fonte del parco - allontanati dalla scossa o dai rumori, accontentandosi di mangiare solo la fagiola", ovvero il frutto del faggio, loro abituale alimento. Il 70% dell'alimentazione orsina è vegetale, infatti, carnivora solo al 30%.

L'orso, un amico. "Da noi gli orsi sono di casa - racconta il sindaco, Patrizio Giammarco - ora stiamo intraprendendo tutte le inziative possibili perché venga garantita l'incolumità delle persone". Tra cui "un collare elettronico da mettere agli orsi per poter individuare sempre con precisione dove si trovano". Perché i grossi amici bruni non sono nuovi alle visite dagli scannesi . "Ogni tanto capita che un orso ci venga a trovare. Fin'ora non è mai successo niente, per fortuna - spiega il sindaco - ma di certo non aspetteremo che avvenga nulla di male. Stiamo prendendo tutte le misure necessarie". Il piccolo paese di Scanno, poco meno di duemila abitanti, è un unicum, per convivenza felice fra uomini e animali: "Non solo l'orso abita il parco in cui siamo immersi. Lupi, cervi, cinghiali e volpi frequentano spesso il nostro borgo. Tra di noi c'è un rispetto assoluto per la fauna locale, con cui conviamo pacificamente da sempre".

La popolazione di Scanno e quella degli orsi (una settantina più o meno nel parco) si frequentano infatti da decenni. Per prevenire gli incontri imprevisti e migliorare la conoscenza sulla specie autoctona dell'orso marsicano, gli enti locali, il Wwf e l'università La Sapienza di Roma hanno dato avvio, nel settembre 2010, a un progetto europeo denominato "Life Arctos". L'obiettivo è censire e approfondire le conoscenze sulla popolazione locale degli orsi. "Controllare e numerare gli orsi è difficilissimo - ci racconta una fonte - sono animali intelligentissimi, molto difficili da prendere. Per gli uomini non sono pericolosi, a meno che non si spaventino. Preferiscono starsene lontani: basta un rumore per farli scappare. Non a caso si dice "sei proprio un orso", sono schivi e si nascondono, anche per i controlli. Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto un problema di elevata mortalità, ma ancora non se conoscono bene le cause. Spero che il progetto Life ci aiuti a scoprire di più su questi animali meravigliosi".

Precauzioni necessarie. "Bisogna agire subito - ha detto Eustachio Gentile, consigliere comunale di Scanno - perché non possiamo permetterci che avvenga l'irreparabile. Se l'orso dovesse trovarsi preclusa la via di fuga potrebbe diventare aggressivo con le conseguenze che tutti immaginano. Bisogna ricostituire i punti di alimentazione in luoghi lontani dai centri abitati per rieducarlo a frequentare gli areali di montagna". Ben consapevoli della sempre maggior familiarità con gli uomini acquisita dagli animali, le autorità del Parco hanno istituito da agosto un numero verde di pronto intervento per segnalare la presenza di orsi vicino ai centri abitati, e un servizio di pattugliamento costante per tenerli lontanti dal paese. Da parte dell'Ente arriva però anche un monito a non enfatizzare il problema, rischiando di causare eccessiva paura: sarebbero state infatti individuate, in più punti, delle trappole volte a ferire l'animale protetto, come si legge in un comunicato sul sito del Parco.

(22 settembre 2011) repubblica.it

LUPO NERO
Utente V.I.P.


Città: Foggia
Prov.: Foggia

Regione: Puglia


366 Messaggi
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Inserito il - 23 settembre 2011 : 00:40:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
che bella cosa però...beato lui che ha visto l'orso, uscendo di casa.

________________________________________________



"Verrà un giorno in cui l'uccisione di un animale sarà considerata come oggi quella di un uomo"
cit. Leonardo da Vinci
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milvus milvus
Utente Senior


Città: Banzi
Prov.: Potenza

Regione: Basilicata


936 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 23 settembre 2011 : 15:23:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
io me la sarei fatta addosso :D, comunque spero che riescano a conviverci in pace, ovviamente l' incolumità della gente credo vada messa al primo posto, se l' orso inizia a farsi vedere troppo spesso in paese può essere pericoloso, e forse sarebbe necessario spostarlo, o dotarlo di radiocollare gps, in modo da seguirne gli spostamenti, e avvisare preventivamente se si avvicina alle case


Associazione Studi Naturalistici Alto Bradano
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marcospada
Utente Senior


Città: roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


1392 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 23 settembre 2011 : 21:00:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
c'e' pure un video con l'intervista alla persona che se l'e' trovato davanti:

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Marco
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Scanno, sorpresa sul pianerottolo
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orlandini
Utente V.I.P.

Città: Montesilvano
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 27 settembre 2011 : 16:20:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Marco, l'intervista e' bellissima, grazie per averla postata e grazie al sig Galante per le belle parole !!

Finche' ci sara' gente come lui in Abruzzo forse c'e' una speranza anche per l'orso nonostante i politici...il Ministero dell'Ambiente e la latitanza del 90% degli amministratori locali che sembrano tutti lavorare affinche' scompaia dalle nostre montagne !

Stefano Orlandini
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Tejon
Utente Junior

Città: Pesca


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Inserito il - 01 ottobre 2011 : 16:15:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Su questo vorrei proporre una riflessione, sperando possa essere utile per inquadrare il problema. Spostare un orso potrebbe essere scarsamente efficace, poiché, anche se fosse traslocato dall'altra parte del Parco, l'orso sarebbe in grado di tornare al punto di partenza in pochissimo tempo: si tenga presente che certi orsi hanno home range di 100 o anche 200 kmq. Esistono anche dei precedenti, proprio nel PNALM, con la famosa orsa Yoga (un orsa molto confidente che, negli anni '90, addirittura vagava tra le roulotte nei parcheggi): spostata dalla parte opposta del Parco, pochi giorni dopo era già nelle sue abituali zone a mendicare cibo dai turisti... Dotare l'animale di collare GPS è certamente utile, però pone dei problemi se l'obbiettivo è gestire un orso per evitare che si avvicini al paese. Il collare GPS funziona sotto copertura telefonica ed invia le localizzazioni ad intervalli di tempo prestabiliti; se al momento della spedizione delle localizzazioni non c'è copertura di segnale, i dati vengono accumulati dal collare per un tentativo di invio la volta successiva. Questo potrebbe vanificare l'obbiettivo di localizzare rapidamente l'orso, perché i dati possono giungere con del ritardo non prevedibile. Inoltre, il collare GPS dovrebbe essere impostato per acquisire localizzazioni con un tasso molto frequente (diciamo una ogni ora, o anche meno) se il fine fosse intervenire prima che l'orso si avvicini alle case di un paese, ma in questo modo il collare consumerebbe la batteria in pochissimo tempo. Infine i collari GPS costano un sacco di soldi (vanno tranquillamente sopra i 2000 euro). Forse potrebbe convenire di più un tradizionale collare VHF, che però, ponendosi il medesimo obbiettivo di controllare gli spostamenti dell'orso ogni giorno, implica un lavoro enorme da parte del personale (con relativi costi in benzina, straordinari, ecc.)... Insomma, come si vede non è facile.

Ad ogni modo, è attualmente in corso un Progetto LIFE (LIFE Arctos) che riguarda proprio gli orsi confidenti/problematici e vari enti sono coinvolti alla gestione del problema (dall'Ente Parco, al Corpo Forestale, all'Università della Sapienza, al WWF, ecc.). Personalmente, pur collaborando col PNALM, non mi occupo di orsi e non conosco il progetto, quindi non so quale strategia verrà adottata. Tuttavia ritengo che, qualunque essa sia, non dovrebbe prescindere dalla necessaria capacità delle persone di convivere con gli orsi, anche con gli orsi in paese. Non è infatti pensabile immaginare che gli orsi non arrivino mai in prossimità delle abitazioni, perché comunque questi paesi sono immersi nell'habitat naturale dell'orso ed in paese ci sono risorse di cibo di vario genere (alberi da frutta, animali da cortile...). L'importante è prevenire al massimo i possibili danni costruendo, ad esempio, ricoveri a prova di orso (e tanti non solo non lo sono, ma non sono nemmeno a prova di donnola ubriaca visto che sono fatti con reti da letto e lamiera che si piega a guardarla!). Quanto agli alberi da frutta, beh bisogna rassegnarsi a vedersi ogni tanto il fico o il ciliegio stroncati da un orso. Il mondo perfetto non esiste. Chi è nato tra queste montagne d'Abruzzo ha tante cose positive di cui ringraziare la sorte e alcune meno positive; analogamente chi nasce in città ha i suoi vantaggi ma anche degli svantaggi...
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marcospada
Utente Senior


Città: roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 01 ottobre 2011 : 17:49:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Concordo perfettamente in tutto quello che dice Tejon (almeno finche' non parliamo di Linci :-) ) la gente che vive nel parco nella stragrande maggioranza ha imparato da tempo a convivere con l'orso e rispettarlo. Si e' capito non solo che la presenza di Orsi porta economia turistica, ma anche che la stessa presenza rappresenta un segnale inequivocabile di grande qualita' ambientale e quindi un valore aggiunto per il territorio in cui si vive. Ormai poi basta guardarsi intorno e si vedono recinzioni elettrificate, pollai rinforzati, sono ormai rari i contadini che si lasciano "fregare" qualche pollo o coniglio, hanno imparato bene come si fa'. Se i malgaroli trentini andassero a scuola dagli abruzzesi avrebbero sicuramente molto da imparare!

Marco
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Scanno, sorpresa sul pianerottolo
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orlandini
Utente V.I.P.

Città: Montesilvano
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 02 ottobre 2011 : 15:21:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Concordo con entrambi gli interventi di Tejon e di Marco. Marco ha ragione specialmente quando dice che in Abruzzo si sono fatti passi importanti nel migliorare le protezioni anti predatore tant'e' che a Scanno sono diminuite drammaticamente le incursioni nei pollai (numerosissimi e....abusivi) che si trovano tra il paese e la frazione di Frattura cosi come negli stazzi della Valle del tasso ma purtroppo ancora una volta e questo lo segnalo a Tejon va rilevata l'inadempienza del Parco che se pur impegnato nel progetto Life Arctos che prevedeva l'attivazione delle squadre di dissuasori (sull'esempio di quello che avviene in Trentino) ritarda ingiustificatamente il loro intervento poiche' non ha ancora approntato e licenziato il Protocollo d'intervento ....vale a dire l'insieme delle norme che devono regolare l'attivita' di queste squadre che il CFS ha gia formato ed addestrato.
Visto che Tejon e' di casa al Parco chieda ai forestali del CTA o al team dell'Universita' di Roma conferma di quanto affermo...Sembra impossibile ma purtroppo e' proprio cosi ed e' un ulteriore dimostrazione di inefficienza di un Ente che e' solerte solo nell'emettere una caterva di comunicati stampa a carattere promozional-turistico ma che quando c'e' da fare o da promuovere interventi concreti a favore dell'habitat dell'orso allora non produce nulla...e qui mi vengono in mente addirittura l'OK al megaimpianto fotovoltaico in Vallelonga in piena core area dell'orso (PATOM) o la flebile opposizione a cui e' stato costretto dal comitato dei cittadini di Pescasseroli contro il fotovoltaico ai Colli Bassi ( a cui probabilmente non si sarebbe opposto senza le proteste dei cittadini) per finire con la rinuncia alla chiusura di tutte le strade forestali che penetrano in aree delicatissime per gli orsi....anche questa una specifica direttiva richiesta dal PATOM ed ancora disattesa.
Insomma per finire ....l'orso sta tentando di salvarsi da solo ...magari aiutato dai contadini e dai pastori abruzzesi che con lui convivono da centinaia di anni ma certo non da coloro che istituzionalmente dovrebbero farlo (Ente Parco, Regione Abruzzo, Ministero dell'Ambiente)

Stefano Orlandini
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Tejon
Utente Junior

Città: Pesca


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Inserito il - 03 ottobre 2011 : 17:42:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di orlandini:

Concordo con entrambi gli interventi di Tejon e di Marco. Marco ha ragione specialmente quando dice che in Abruzzo si sono fatti passi importanti nel migliorare le protezioni anti predatore tant'e' che a Scanno sono diminuite drammaticamente le incursioni nei pollai (numerosissimi e....abusivi) che si trovano tra il paese e la frazione di Frattura cosi come negli stazzi della Valle del tasso ma purtroppo ancora una volta e questo lo segnalo a Tejon va rilevata l'inadempienza del Parco che se pur impegnato nel progetto Life Arctos che prevedeva l'attivazione delle squadre di dissuasori (sull'esempio di quello che avviene in Trentino) ritarda ingiustificatamente il loro intervento poiche' non ha ancora approntato e licenziato il Protocollo d'intervento ....vale a dire l'insieme delle norme che devono regolare l'attivita' di queste squadre che il CFS ha gia formato ed addestrato.
Visto che Tejon e' di casa al Parco chieda ai forestali del CTA o al team dell'Universita' di Roma conferma di quanto affermo...Sembra impossibile ma purtroppo e' proprio cosi ed e' un ulteriore dimostrazione di inefficienza di un Ente che e' solerte solo nell'emettere una caterva di comunicati stampa a carattere promozional-turistico ma che quando c'e' da fare o da promuovere interventi concreti a favore dell'habitat dell'orso allora non produce nulla...e qui mi vengono in mente addirittura l'OK al megaimpianto fotovoltaico in Vallelonga in piena core area dell'orso (PATOM) o la flebile opposizione a cui e' stato costretto dal comitato dei cittadini di Pescasseroli contro il fotovoltaico ai Colli Bassi ( a cui probabilmente non si sarebbe opposto senza le proteste dei cittadini) per finire con la rinuncia alla chiusura di tutte le strade forestali che penetrano in aree delicatissime per gli orsi....anche questa una specifica direttiva richiesta dal PATOM ed ancora disattesa.
Insomma per finire ....l'orso sta tentando di salvarsi da solo ...magari aiutato dai contadini e dai pastori abruzzesi che con lui convivono da centinaia di anni ma certo non da coloro che istituzionalmente dovrebbero farlo (Ente Parco, Regione Abruzzo, Ministero dell'Ambiente)

Stefano Orlandini

Guarda, io sono un tecnico naturalista esterno e non mi occupo di orsi, però vivo tutti i giorni le difficoltà dell'Ente Parco, so dei ritardi di cui parli nel progetto Arctos. Si tenga però presente che si tratta di un progetto che coinvolge più enti e non solo il PNALM, ed ognuno avrà semmai le sue responsabilità.

Sono assolutamente d'accordo sul fatto che l'orso si sia salvato per ora grazie molto a se stesso, alla sua biologia ed ecologia. Dissento invece in parte sul fatto che l'orso sia aiutato da pastori e contadini... L'orso muore avvelenato, bracconato, perfino sparato: e chi è che getta il veleno, spara e braccona? Gente del posto. Saranno pochi, può darsi, ma fanno danni per parecchi.

Quanto agli allevatori, beh ecco un paio di esempi di ciò che vedo:
- ci sono pastori che spingono pecore e capre in aree interdette al pascolo praticamente ogni giorno; in alcune zone le capre hanno letteralmente tritato il ramno (pianta i cui frutti sono una risorsa importante per l'orso in tarda estate);
- varie zone di riserva integrale, dove il pascolo è interdetto, sono piene di vacche e cavalli, portati attivamente dagli allevatori (li abbiamo visti con i nostri occhi, più volte, che li spingono attivamente), e queste bestie ci stazionano tutta l'estate, in barba alle sanzioni che comunque ogni tanto vengono loro comminate (e che probabilmente nemmeno pagano);
- ... eccetera.

Queste cose le vediamo con i nostri occhi ogni giorno, e sono documentate. Sarà certamente una minoranza di allevatori a comportarsi in questo modo, ma non mi pare di sentire alte grida da parte delle associazioni di categoria, che invece per prime dovrebbero imporre l'autoregolamentazione ai propri soci. Quindi, che adesso l'orso debba ringraziare costoro mi pare troppo. L'orso è tutelato soprattutto perché da 90 anni esiste un parco nazionale (voluto da illuminate persone del posto a suo tempo), se no a quest'ora in Abruzzo non c'erano né orsi e né camosci.
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orlandini
Utente V.I.P.

Città: Montesilvano
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 03 ottobre 2011 : 21:13:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quanto agli allevatori, beh ecco un paio di esempi di ciò che vedo:
- ci sono pastori che spingono pecore e capre in aree interdette al pascolo praticamente ogni giorno; in alcune zone le capre hanno letteralmente tritato il ramno (pianta i cui frutti sono una risorsa importante per l'orso in tarda estate);
- varie zone di riserva integrale, dove il pascolo è interdetto, sono piene di vacche e cavalli, portati attivamente dagli allevatori (li abbiamo visti con i nostri occhi, più volte, che li spingono attivamente), e queste bestie ci stazionano tutta l'estate, in barba alle sanzioni che comunque ogni tanto vengono loro comminate (e che probabilmente nemmeno pagano);
- ... eccetera.

Queste cose le vediamo con i nostri occhi ogni giorno, e sono documentate. Sarà certamente una minoranza di allevatori a comportarsi in questo modo, ma non mi pare di sentire alte grida da parte delle associazioni di categoria, che invece per prime dovrebbero imporre l'autoregolamentazione ai propri soci. Quindi, che adesso l'orso debba ringraziare costoro mi pare troppo. L'orso è tutelato soprattutto perché da 90 anni esiste un parco nazionale (voluto da illuminate persone del posto a suo tempo), se no a quest'ora in Abruzzo non c'erano né orsi e né camosci.


Caro Tejon....sono felice che tu abbia raccolto la provocazione....il Parco e'stato fondamentale, non esisterebbe piu' lorso se non ci fosse stato ma la mia non era un opposizione all'idea del Parco nazionale anzi proprio il contrario...cio' che mi premeva sottolineare e' l'assenza e l'incapacita' del Parco a governare il territorio...
1) E' Parco che e' inadempiente nel caso dell'attivazione della squadra di dissuasione col rischio di fomentare specuazioni anti orso (ed anti Parco)
2) E' il Parco che non esercita un controllo rigoroso nelle zone di riserva integrale
3) E' il Parco che non si batte abbastanza contro quella serie di attentati all'habitat dell'orso (e di tutta la fauna) che menzionavo nel precedente intervento (consumo del territorio dell'orso per i piu' disparati motivi)
4) E' il Parco che ancora permette ad un bandito di Sora pseudo allevatore che tutti sanno essere responsabile dell'avvelenamento di 3 orsi e 7 lupi di continuare ad abbondonare allo stato brado il suo bestiame in area Parco (Gioia dei Marsi) invece di affittare quei pascoli e vietarli all'allevamento bovino brado
4)E' il Parco che non porta in Tribunale i comuni della zona che aprono al traffico le strade forestali un tempo chiuse

E' ovvio che quando dico "il Parco" non e' certo l'idea di Parco che combatto mi riferisco alle ultime gestioni....al contrario io vorrei un istituzione efficiente non un carrozzone che distribuisce stipendi e si preoccupa di non urtare gli interessi che vorrebbero fare dei vincoli e dell'idea di Parco Nazionale carta straccia !! So bene che una differente politica nazionale ed un Ministero dell'Ambiente piu' autorevole aiuterebbero il Parco a far meglio il suo dovere ma questo non assolve l'IGNAVIA dell'attuale gestione..

Ecco quindi la mia provocazione...fortunatamente non tutti i pastori mettono il veleno e non tutti i cacciatori sparano all'orso e di questo dobbiamo essere grati altrimenti del Marsicano parleremmo gia' da molti anni come di una specie estinta. Io conosco l'area e la gente che l'abita e so che (a differenza dei Trentini) la stragrande maggioranza non vuole che l'orso sparisca....e so anche che un Parco Nazionale piu' efficiente e guidato da un'amministrazione meno arrendevole sarebbe nell'interesse non solo dell'orso ma di tutto il nostro territorio....cosa sarebbero i nostri borghi senza l'orso od il PNALM senza il suo animale simbolo ?? Di Cervi e' pieno l'Appennino dalla Liguria alla Calabria.......

Stefano Orlandini
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Tejon
Utente Junior

Città: Pesca


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Inserito il - 10 ottobre 2011 : 18:24:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Caro Tejon....sono felice che tu abbia raccolto la provocazione....il Parco e'stato fondamentale, non esisterebbe piu' lorso se non ci fosse stato ma la mia non era un opposizione all'idea del Parco nazionale anzi proprio il contrario...cio' che mi premeva sottolineare e' l'assenza e l'incapacita' del Parco a governare il territorio...
1) E' Parco che e' inadempiente nel caso dell'attivazione della squadra di dissuasione col rischio di fomentare specuazioni anti orso (ed anti Parco)
2) E' il Parco che non esercita un controllo rigoroso nelle zone di riserva integrale
3) E' il Parco che non si batte abbastanza contro quella serie di attentati all'habitat dell'orso (e di tutta la fauna) che menzionavo nel precedente intervento (consumo del territorio dell'orso per i piu' disparati motivi)
4) E' il Parco che ancora permette ad un bandito di Sora pseudo allevatore che tutti sanno essere responsabile dell'avvelenamento di 3 orsi e 7 lupi di continuare ad abbondonare allo stato brado il suo bestiame in area Parco (Gioia dei Marsi) invece di affittare quei pascoli e vietarli all'allevamento bovino brado
4)E' il Parco che non porta in Tribunale i comuni della zona che aprono al traffico le strade forestali un tempo chiuse

E' ovvio che quando dico "il Parco" non e' certo l'idea di Parco che combatto mi riferisco alle ultime gestioni....al contrario io vorrei un istituzione efficiente non un carrozzone che distribuisce stipendi e si preoccupa di non urtare gli interessi che vorrebbero fare dei vincoli e dell'idea di Parco Nazionale carta straccia !! So bene che una differente politica nazionale ed un Ministero dell'Ambiente piu' autorevole aiuterebbero il Parco a far meglio il suo dovere ma questo non assolve l'IGNAVIA dell'attuale gestione..

Ecco quindi la mia provocazione...fortunatamente non tutti i pastori mettono il veleno e non tutti i cacciatori sparano all'orso e di questo dobbiamo essere grati altrimenti del Marsicano parleremmo gia' da molti anni come di una specie estinta. Io conosco l'area e la gente che l'abita e so che (a differenza dei Trentini) la stragrande maggioranza non vuole che l'orso sparisca....e so anche che un Parco Nazionale piu' efficiente e guidato da un'amministrazione meno arrendevole sarebbe nell'interesse non solo dell'orso ma di tutto il nostro territorio....cosa sarebbero i nostri borghi senza l'orso od il PNALM senza il suo animale simbolo ?? Di Cervi e' pieno l'Appennino dalla Liguria alla Calabria.......

Stefano Orlandini


Capisco bene le tue recriminazioni contro il Parco, sono comprensibili, e non mi metto certo a fare l'avvocato difensore. Faccio presente solo un paio di cose:
1) le squadre di dissuasione entreranno in gioco quando esisterà un protocollo condiviso, a cui ancora stanno lavorando e il cui eventuale ritardo non è imputabile solo al PNALM, visto che esce da un tavolo tecnico in cui siedono i membri di tutti gli enti coinvolti nel progetto.
2) Conosciamo tutti nome e cognome di colui che citi, sì, ma la legge vuole che ci sia fragranza di reato... Armi spuntate contro costoro. Certo il Parco potrebbe acquistare i terreni, ma, anche vi fosse la volontà ed una politica seria in tal senso, mancano i soldi non solo per affittare o acquistare terreni ma prima ancora, ad esempio, per pagare la benzina delle macchine... La penuria di soldi è un drammatico problema, i trasferimenti ordinari statali sono in caduta libera da un decennio (ci sono stati finanziamenti straordinari solo per risolvere il grave dissesto di bilancio creatosi al termine dell'amministrazione Tassi). Armi spuntate pure qui.
3) Trovo difficile che Parco porti in tribunale i comuni o si metta con forza di traverso alle loro eventuali iniziative non conformi agli obbiettivi conservazionistici, quando i sindaci degli stessi comuni siedono nel Consiglio Direttivo. Quando la Comunità del Parco, in cui siedono sindaci e presidenti di regioni, province e comunità montane, è organo dell'Ente con poteri di emettere pareri obbligatori su piano e regolamento. Costoro dovrebbero agire contro se stessi! L'Ente Parco, infatti, è fisiologicamente, legislativamente e dunque intrinsecamente impossibilitato ad agire davvero in autonomia per conseguire gli obbiettivi che la legge quadro imporrebbe sulla conservazione dell'ambiente naturale. E uno dei grossi limiti degli Enti parco in genere, secondo me, è proprio quello di dover sottostare ai diktat dei Comuni e degli enti locali in genere, ai veti incrociati di sindaci e sindacini... La conservazione passa sempre non in secondo ma in terzo, quarto, quinto piano; prima vengono sempre i vari interessi degli enti locali, che se no piantano casini in Consiglio. Ormai gli enti parco sono più visti come enti turistici che altro. Il Parco ha dunque poteri molto limitati. Andrebbe proprio cambiata la legge. Così stando le cose, nemmeno la migliore amministrazione di questo mondo riuscirebbe a gestire un Parco come davvero si dovrebbe.
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medved
Utente V.I.P.

Città: Morbegno
Prov.: Sondrio

Regione: Lombardia


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Inserito il - 10 ottobre 2011 : 21:56:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

1) le squadre di dissuasione entreranno in gioco quando esisterà un protocollo condiviso, a cui ancora stanno lavorando e il cui eventuale ritardo non è imputabile solo al PNALM, visto che esce da un tavolo tecnico in cui siedono i membri di tutti gli enti coinvolti nel progetto.

Beh non è solo un problema di protocolli, il trentino sono anni che fa dissuasione con squadre che turnano sulla provincia e con due cani dedicati (ora sono 4). Il problema nel caso specifico è stato non motivare adeguatamente e preventivamente il personale che ha poi ha partecipato ai corsi di dissuasione riccamente finanziati dai fondi del progetto Life ARCTOS. Un esempio specifico è il fatto che al corso suddetto nel quale si presentava anche la possibilità di utilizzare i cani da dissuasione non ha partecipato nessuno veramente interessato ad occuparsi di un cane. Il risultato è stato che per ora in abruzzo non si utilizzeranno cani da orso. Questo è solo una puntualizzazione

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orlandini
Utente V.I.P.

Città: Montesilvano
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 11 ottobre 2011 : 07:42:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Trovo difficile che Parco porti in tribunale i comuni o si metta con forza di traverso alle loro eventuali iniziative non conformi agli obbiettivi conservazionistici, quando i sindaci degli stessi comuni siedono nel Consiglio Direttivo. Quando la Comunità del Parco, in cui siedono sindaci e presidenti di regioni, province e comunità montane, è organo dell'Ente con poteri di emettere pareri obbligatori su piano e regolamento. Costoro dovrebbero agire contro se stessi! L'Ente Parco, infatti, è fisiologicamente, legislativamente e dunque intrinsecamente impossibilitato ad agire davvero in autonomia per conseguire gli obbiettivi che la legge quadro imporrebbe sulla conservazione dell'ambiente naturale. E uno dei grossi limiti degli Enti parco in genere, secondo me, è proprio quello di dover sottostare ai diktat dei Comuni e degli enti locali in genere, ai veti incrociati di sindaci e sindacini... La conservazione passa sempre non in secondo ma in terzo, quarto, quinto piano; prima vengono sempre i vari interessi degli enti locali, che se no piantano casini in Consiglio. Ormai gli enti parco sono più visti come enti turistici che altro. Il Parco ha dunque poteri molto limitati. Andrebbe proprio cambiata la legge. Così stando le cose, nemmeno la migliore amministrazione di questo mondo riuscirebbe a gestire un Parco come davvero si dovrebbe.

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Indubbiamente....sconsolante e degno del livello di cultura conservazionista che esiste nel nostro paese. Nonostante tutto cio' continuo a credere che una altro atteggiamento da parte dei vertici (Presidente e Direttore) sia possibile e necessario se non altro per non coprire le responsabilita' degli amministratori locali. Tassi e il Parco di allora urlarono e strepitarono contro le lottizzazioni in Cicerana e la cosa fu bloccata...le case alla Camosciara furono fermate. Se il WWF e le associazioni si sono battute contro l'eolico sul crinale della Serralunga o contro lo scempio di Monte Greco ed alla fine l'hanno avuta vinta altrettanto il Parco dovrebbe fare per i progetti che lo stravolgono.....con buona pace dei Sindaci che magari faranno la battaglia opposta ....ma il Presidente e gli organi tecnici devono dare il loro parere e renderlo pubblico perche' questo e' il loro compito istituzionale, e questo a mio parere non avviene perche' gli uomini che ricoprono queste cariche non hanno ne palle ne motivazioni.
Farebbero solo che il loro dovere a ricordare a Sindaci ed Amministratori che il Parco NAZIONALE fu creato per la conservazione di questo territorio e delle specie ANIMALI che lo popolano.....non per motivi turistici ne' di promozione economica. Se poi vantaggi economici discendono dalla conservazione questo e' una conseguenza dell'aver conservato quel territorio ...quegli animali. Certo non avrebbero in area visitatori da tutto il mondo se non ci fossero Parco ed orso......non ne vedo molti di stranieri in giro in Appennino Abruzzese eccetto che nel Parco !!

Grazie comunque per la tua analisi come sempre cortese lucida e centrata....ma fammi approfittare del fatto che sei una voce dall'interno per farti alcune domande...sempre che non ti dispiaccia ....c'e' motivazione tra i dipendenti PNALM ? C'e' piu' attivita' delle guardie sul territorio ? La presente amministrazione com'e' percepita ? Risultati dell'ultimo censimento FWC...solo 1 femmina con 3 piccoli ??

Cordiali saluti


Stefano Orlandini
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marcospada
Utente Senior


Città: roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 17 ottobre 2011 : 19:45:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riorto il comunicato stampa del PNA riguardante la visita dell'ispettore per il rinnovo del diploma europeo:

Pescasseroli, 10 Ott 11 - E’ terminata la visita al Parco del Dottor Hervè Lethier, incaricato dal Consiglio d’Europa di verificare la situazione del Parco al fine del rinnovo del prestigioso Diploma Europeo assegnato per la prima volta nel lontano 1968 e confermato ogni cinque anni.
L’Ispettore ha valutato in modo molto approfondito gli aspetti istituzionali, amministrativi, gestionali e di governance del Parco.
Nell’incontro conclusivo con il Presidente, il Direttore e i Responsabili delle aree organizzative dell’Ente, il Dottor Lethier ha messo in evidenza i progressi rilevati nella governance e, in particolare, nel funzionamento degli Organi e della Direzione; ha constatato positivamente i progressi nel coinvolgimento-partecipazione delle comunità locali con le istituzioni territoriali, gli operatori, le organizzazioni e le associazioni di categoria; ha riconosciuto il costante miglioramento della immagine del Parco; ha apprezzato molto le attività di promozione, didattica, educazione ambientale e volontariato. Inoltre, molto bene è stato considerato il lavoro di riorganizzazione e recupero operativo delle strutture e di miglioramento dei servizi: funzionamento degli uffici e potenziamento della sorveglianza; ammodernamento dei centri visita di Villavallelonga, Civitella Alfedena e Bisegna; riattivazione delle aree faunistiche del Camoscio e del Capriolo e completamento di quella dell’Orso a Campoli Appennino; pubblicazione della nuova carta turistica; marcatura del sistema sentieristico; numerosi protocolli di intesa e collaborazione con terzi pubblici e privati; relazioni con gli allevatori e pagamento dei danni fauna; consolidata e molto positiva collaborazione con il CTA e il CFS.
E, ancora, l’impegno del Parco nei progetti Life Arctos, Cornata (Orso marsicano e Camoscio d’Abruzzo) e nel PATOM è stato particolarmente apprezzato, insieme alle varie attività di tutela e conservazione, di ricerca scientifica, di ampliamento dei territori assunti in gestione dai comuni (Barrea, Gioia dei Marsi e Villavallelonga), di ampliamento e controllo delle aree a numero chiuso (Val di Rose, Monte Amaro, Monte Meta, Monte Tranquillo-Jorio-Caprara-Genovese).
Ma il Parco si trova anche ad affrontare, come d’altra parte è ben noto e i Responsabili dell’Ente lo hanno ribadito ancora in questa circostanza, notevoli criticità, alcune già considerate nelle precedenti visite e ancora irrisolte, e per superare le quali l’Ente "è praticamente lasciato solo".
L’Ispettore europeo ha puntualmente rilevato: 1) la difficile situazione dell’Orso marsicano e la insufficienza delle azioni di tutela poste in essere dalle Istituzioni, nonostante l’impegno e il lavoro del Parco; 2) il mancato rispetto degli impegni assunti con la sottoscrizione del PATOM (Piano di Azione Tutela Orso Marsicano), a cominciare dal Ministero dell’Ambiente e dalle tre Regioni, in particolare dell’Abruzzo che ne è capofila; 3) l’eccessiva presenza di animali domestici al pascolo brado che creano evidenti problemi per la conservazione e gestione della residua popolazione del plantigrado e difficoltà, in alcune aree, alla ancora modesta popolazione di Camoscio d’Abruzzo; 4) la mancata istituzione dell’Area contigua in Abruzzo e nel Lazio e la conseguente mancata corretta regolamentazione della caccia, soprattutto nelle aree di presenza dell’orso.
Altre due importanti criticità riguardano la persistenti difficoltà finanziarie dell’Ente e la questione, ripetutamente sottolineata - peraltro annosa ma di non difficile soluzione solo se ci fosse maggiore disponibilità da parte dei Comuni -, delle cosiddette strade forestali (ma forestali più non sono!) che penetrano nelle valli e nelle zone più naturali del Parco. L’attuale situazione rende praticamente impossibile il controllo del pubblico e dei mezzi motorizzati con negative ripercussioni sulla conservazione della natura e delle specie. In proposito, il Presidente del Parco si è impegnato ad adottare nei prossimi mesi e nonostante le prevedibili resistenze già ampiamente registrate in passato, propri provvedimenti di divieto di accesso ai mezzi motorizzati salvaguardando il diritto di uso civico e di lavoro. Il Dottor Lethier ha preso atto positivamente dell’impegno auspicando, con il Presidente, che su questi "determinanti" provvedimenti ci possa essere la condivisione da parte dei comuni interessati.
La "Relazione Ispettiva" del Dottor Lethier, che verrà completata nel corso dell’inverno sulla scorta delle verifiche e delle riflessioni di questi giorni e di quanto avverrà ancora nei prossimi sei mesi, sarà oggetto di esame e valutazione da parte di una apposita Commissione del Consiglio d’Europa.

Comunicato Stampa n. 80/2011


Marco
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