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 Nidificazione falco pescatore-
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massimobabboni
Utente Senior

Città: FOLLONICA


1156 Messaggi
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Inserito il - 01 giugno 2011 : 21:03:28 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao a tutti,
mi sembra proprio bello, per questo lo posto.
Un saluto
Massimo

Un nido, con due pulcini, monitorato 24h nel Parco della Maremma

Alberese: Dopo 42 anni una coppia di falco pescatore ha di nuovo nidificato sul suolo italiano. Lo ha fatto nel Parco della Maremma, vicino alla foce del fiume Ombrone, in un’area palustre. Le uova di questo spettacolare rapace si erano schiuse per l'ultima volta - in natura - nel 1969, in nidi collocati sulle coste sarde e siciliane. In Toscana l’ultima nidificazione documentata è ancora più indietro nel tempo: 1929, isola di Montecristo.

Riferimenti temporali che rendono l’idea dell’eccezionalità di ciò che – dopo molti anni di lavoro da parte dell’Ente Parco – è accaduto di recente ad Alberese, in provincia di Grosseto. I ricercatori hanno assisto negli ultimi mesi alla nidificazione di una coppia di falchi, alla schiusa delle uova e, recentemente, ai primi movimenti dei pulli. Grazie ad un sistema di videosorveglianza che controlla il comportamento dei falchi e quanto avviene intorno a loro.

Con meno di un centinaio di coppie riproduttive distribuite tra la Corsica, isole Baleari, Algeria e Marocco, la popolazione mediterranea di falco pescatore costituisce un’entità vulnerabile sotto il profilo conservazionistico. In Italia la scomparsa della specie si fa risalire tra gli anni ’50 e ’60, probabilmente per una persecuzione diretta.

Anche in Corsica il falco pescatore ha rischiato di seguire lo stesso destino di altre popolazioni mediterranee; nel 1974 ne restavano infatti solo 4 coppie. Fortunatamente, l’adozione tempestiva e prolungata di efficaci strumenti di conservazione e controllo del territorio ha portato ad un recupero straordinario della specie, fino alla trentina di coppie attualmente nidificanti.

Il successo dell’operazione condotta dal Parco regionale della Corsica e, in particolare dal personale della riserva marina di Scandola, ha creato le condizioni perchè si potesse realizzare un progetto di conservazione coordinato, che interessasse anche le coste italiane. In questo processo si è inserito quasi dieci anni fa il Parco della Maremma, per volontà del suo presidente Giampiero Sammuri.

“Durante un viaggio in Corsica – racconta Sammuri - mi spiegarono che tutti i siti idonei per la nidificazione del falco pescatore (concentrati nelle falesie della costa occidentale) erano ormai arrivati a saturazione e la popolazione locale sembrava essere giunta al suo limite massimo di espansione. Ne parlai con il dottor Andrea Sforzi, con altri componenti del gruppo di lavoro e con gli esperti corsi; alla fine pensammo ad un progetto di lungo periodo per riportare in Italia questa specie come nidificante. Sapevamo che l’Arcipelago Toscano e la costa tirrenica centrale potevano essere luoghi ideali per una riconquista spontanea da parte del falco pescatore del proprio areale di distribuzione originario. Tuttavia nel 2002 era impossibile predire se, quando e con quali modalità avremmo potuto centrare il risultato, anche in funzione delle modifiche che l’uomo ha apportato a molti ambienti, all’accresciuta presenza di potenziali fonti di disturbo e di minaccia lungo le rotte di spostamento. Da allora sono state molte le azioni compiute sul territorio. Nei primi quattro anni si è cercato di stimolare la permanenza durante il periodo riproduttivo degli individui regolarmente svernanti in zona. In una seconda fase, avviata nel 2006 e non ancora conclusa, sono stati trasportati in elicottero - dalla Corsica al centro di involo di Bocca d’Ombrone, - ben 33 piccoli falchi, una media di 6 all’anno. Adesso la prima, straordinaria nidificazione, frutto dell’incontro tra un maschio proveniente dalla Corsica, cresciuto ed involato qui, e una femmina non censita, nata e cresciuta in natura”.

Il progetto di ricostituzione di una popolazione nidificante di falco pescatore nel Parco della Maremma è stato sostenuto dalla Regione Toscana attraverso il programma Interreg III del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. L'iniziativa inoltre è stata incoraggiata sia da Legambiente (che ha il merito di aver creato i contatti con il parco regionale della Corsica) sia dal Wwf Italia, che nel 2006 ha addirittura insignito il Parco della Maremma con il prestigioso “Panda d'Oro” per il valore conservazionistico del progetto. A questo successo hanno quindi contribuito in modo determinante molte persone. Oltre al già citato Parco regionale della Corsica, il corpo di vigilanza e, ovviamente, i componenti del gruppo di lavoro. Tra questi il dottor Flavio Monti, che ha condotto la maggior parte dei rilievi di campo, oggetto di due tesi di laurea; e l'esterno Fabio Cianchi, dell'oasi Wwf Lago di Burano.

"Il ritorno di questa fragilissima specie – commenta il dottor Andrea Sforzi, responsabile scientifico del progetto Falco pescatore e direttore del

museo di storia naturale della Maremma - è di fondamentale importanza per la ricostituzione della complessa piramide alimentare che caratterizza gli ecosistemi acquatici, di cui il falco pescatore rappresenta il vertice”. E infatti l'area scelta per questa straordinaria e attesa nidificazione è la foce del fiume Ombrone e il palude della Trappola, un sistema umido caratterizzato da acque basse e ricche di pesce. Ma i falchi non si sono limitati a frequentare l'area del Parco della Maremma; molti di loro si sono allontanti in dispersione e si attende il loro rientro quando avranno raggiunto la maturità sessuale; altri frequentano le numerose aree umide costiere della Toscana. Ci sono state anche segnalazioni di falchi con anelli blu e scritta bianca (codice identificativo del progetto) avvistati in aree molto più a nord. Insomma: una vera e propria ricolonizzazione, di cui il Parco della Maremma costituisce il motore principale, ma che è destinata, negli auspici del gruppo di lavoro, ad interessare una vasta area della nostra penisola.

elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


33258 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 01 giugno 2011 : 21:23:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di massimobabboni:

Alberese: Dopo 42 anni una coppia di falco pescatore ha di nuovo nidificato sul suolo italiano. Lo ha fatto nel Parco della Maremma, vicino alla foce del fiume Ombrone, in un’area palustre. Le uova di questo spettacolare rapace si erano schiuse per l'ultima volta - in natura - nel 1969, in nidi collocati sulle coste sarde e siciliane. In Toscana l’ultima nidificazione documentata è ancora più indietro nel tempo: 1929, isola di Montecristo.



A quanto pare, i due nidi artificiali (vedi foto) costruiti tra Cala di Forno e Cala delle Cannelle non gli erano piaciuti.
Eppure, a me erano sembrati molto ben fatti e ben posizionati; uguali a quelli veri e abitati che avevo visto in Corsica vicino a Porto.

Tutto è bene quel che finisce bene; comunque, gli animali spesso ragionano in maniera diversa da noi. Forse hanno preferito nidificare vicino all'Ombrone perché c'è più pesce.

luigi


Immagine:
Nidificazione falco pescatore-
274,94 KB
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.

Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento


275 Messaggi
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Inserito il - 08 ottobre 2011 : 18:27:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riprendo il discorso anche qua: nessuno ha più saputo niente della nidificazione in Sardegna del 2006, o dei tentativi di cui si mormorava a proposito della Sicilia?
Aureliano
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