Deepsea sharks in Tuscany countryside (Chlamydoselachus teeth)
Nel marzo 2009, in un articolo apparso sulla rivista internazionale Cainozoic Research "A small fossil fish fauna, rich in Chlamydoselachus teeth, from the Late Pliocene of Tuscany, Siena, central Italy. Cainozoic Research, 6(1-2): 3-23.", sono stati resi noti i risultati di una ricerca scientifica iniziata nel 2001. Gli studi effettuati da Franco Cigala Fulgosi, Simone Casati, Alex Orlandini e Davide Persico hanno avuto inizio grazie al ritrovamento di una fauna fossile ad ittiodontoliti comprendente un numero straordinario di denti di Chlamydoselachus Garman, 1884, uno squalo dalla forma sinuosa, relativamente "primitivo" (i.e. elasmobranchio moderno, neoselace, primitivo) e, seppur raramente pescato, ancora oggi diffuso negli ambienti profondi degli oceani. I denti, in perfetto stato di conservazione, provengono dai sedimenti pelitico-siltoso-argillosi situati in località Castelnuovo Berardenga Scalo e risalgono a circa 2,5-3 milioni di anni fa (Piacenziano-Gelasiano antico "Late Pliocene"). La specie vivente, Chlamydoselachus anguineus Garman, 1884, che, per certi caratteri arcaici, fu in passato considerato un vero e proprio fossile vivente, fu considerato un cladodonte (Goto, 1987), si trova oggi negli oceani con una distribuzione ampia, ma discontinua (a macchie) da 20 a più di 1500 metri di profondità. In alcune regioni, come alcune baie del Giappone (e.g. Suruga Bay, Giappone centrale), prospicienti acque profonde e caratterizzate da upwelling (i.e. risalita di acque profonde e ricche di nutrienti), lo si pesca, la notte, a pochi metri dalla superficie (-51 metri, Kubota et al., 1991). Tali ampie migrazioni verticali sono in relazione alla nutrizione. Recentemente si è ritenuta certa l'esistenza di una seconda specie di Chlamydoselachus non distinguibile per i caratteri esterni dalla prima e descritta come Chlamydoselachus africana (Ebert & Compagno, 2009).
L'eccezionale abbondanza di denti di Chlamydoselachus lawleyi Davis, 1887 ha permesso di definire meglio questo incerto taxon fossile già riconsiderato da Pfeil (1983), confermandone la validità almeno sulla base della taglia sensibilmente più grande rispetto a quella degli esemplari viventi. Associati a Chlamydoselachus, nello stesso affioramento, sono stati rinvenuti numerosi denti di altre specie di elasmobranchi ed otoliti di pesci ossei (teleostei). Fra gli squali le specie più comuni sono Prionace glauca (verdesca), Hexanchus griseus (pesce vacca), Squatina sp. (pesce angelo o squadro), Isurus oxyrinchus (mako), Alopias superciliosus ( squalo volpe dal grande occhio), Cetorhinus maximus (squalo elefante), Odontaspis ferox (cagnaccio), Carcharias taurus ( squalo toro), Dalatias licha (Scimnorino), Pristiophorus sp. (squalo sega), Carcharhinus cf. plumbeus (squalo grigio), Carcharhinus cf. perezi (squalo di barriera dei Caraibi), Centrophorus granulosus (centroforo, pesce di notte), Echinorhinus richiardii ( Echinorino, squalo spinoso). Fra i teleostei dominano i Macruridi (49,7%) ed in grado minore i Mictofidi (12%). Queste due famiglie, quando presenti, indicano nel loro insieme ed inequivocabilmente ambienti profondi. La fauna, nel suo complesso, permette le seguenti induzioni paleoecologiche: gli squali di acque profonde (e.g. Centrophorus cf. granulosus più frequente nell'intervallo batimetrico 400-800 metri e Chlamydoselachus) e l'associazione fossile ad otoliti di teleostei, i più significativi dei quali sono riferibili a macruridi e mictofidi, permettono di configurare nel Piacenziano-Gelasiano antico della Toscana (sub-bacino di Siena del Bacino Siena-Radicofani) un paleoambiente epibatiale di scarpata. L'insolita concentrazione di denti di Chlamydoselachus evoca, in via speculativa, qualche particolare meccanismo quale l'upwelling (risalita di acque profonde gelide, scarsità di ossigeno ed elevato contenuto in nutrienti) o la presenza di qualche tipo di trappola (depressioni del fondale con scarsa circolazione) od arricchimento selettivo ad opera di correnti.
Ciao!
Luca
Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata. Albert Einstein
Non c'è niente come la paleontologia. Nessun piacere può essere paragonato a ciò che si prova nel trovare un gruppo di ossa fossili in buono stato, che raccontano la loro antica storia in un linguaggio quasi vivo. Charles Darwin
Grazie Luca... spero di essere stato chiaro x tutti.
Tutto finisce, ma il ricordo del nostro passaggio vivrà nella memoria sino a quando l'ultima persona avrà occhi per vedere ciò che abbiamo fatto. Simone Casati