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marcocl
Utente V.I.P.

Città: Alessandria
Prov.: Alessandria

Regione: Piemonte


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Inserito il - 21 gennaio 2009 : 13:01:44 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

E qui le Telamonia....

marcocl
Utente V.I.P.

Città: Alessandria
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Inserito il - 27 gennaio 2009 : 14:46:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Cerchiamo di fare la stessa cosa per il subg. Telamonia, anche se è più difficile.
Quali sono le cose da guardare in una Telamonia, per poterla sistemare adeguatamente in una sezione?

Primo carattere, della massima importanza, è l’igrofaneità della cuticola, oppure no.
Questo consente di separare una sezione assai nutrita, la sez. Sericeocybe, comprendente una parte delle vecchie Sericeocybe (potremmo dire tutte eccetto quelle a spore tonde, cioè Azurei, Pholidei, etc.), e altri gruppi in passato ingiustamente segregati, come i Lanigeri, e parte dei Privigni.
Mettiamo in questa grossa sezione le Telamonie non igrofane o leggermente. Anche se esiste una gradazione tra le assolutamente non igrofane (come i Lanigeri, uno dei quali è stato postato da Gulliermo), e quelle leggermente igrofane, come C. turgidus, e soprattutto C. urbicus e taxa vicini, anche in questi secondi casi la cuticola non dissecca mai per bande radiali, come nelle Telamonia igrofane (p.es. C. hinnuleus o C. duracinus).
Inoltre si tratta di specie carnose, medio-grandi, a velo (generale) spesso abbondante, a gambo sempre +- ingrossato, da clavato a più spesso bulboso, fino a bulboso marginato (C. chevassutii). Il pigmento è per lo più parietale aderente (non finemente incrostante), e le spore quasi sempre ellittiche, cioè a sommità ben ottusa, per eccezione amigdaliformi, e raramente molto allungate (Q medio in genere <1.6), in genere non fortemente ornate. Al loro interno vi sono vari gruppi o sottosezioni, come gli Alboviolacei, i Sordescentes, i Lanigeri, etc..

Poi vanno separate le Telamonie a velo rosso o rosso-bruno: gli Armillati-Miniatopodes, come C. armillatus, C. cinnabarinus, etc. Si tratta di un gruppo assai ben delimitato e probabilmente molto naturale. Vi sono sia specie poco igrofane, che specie più igrofane.

Nel mare magnum delle Telamonie più o meno igrofane, possiamo isolare i Brunnei, a cuticola solo parzialmente igrofana (ma nettamente), taglia media o grande, colori molto scuri, velo sempre bianco abbondante, gambo da clavato a bulboso. Melot e gli altri pongono i Brunnei all’interno delle “Sericeocybe”, ma io su questo non sono d’accordo. Secondo me si tratta di un gruppo a parte, e io trovo che con un minimo di esperienza è facile separare i Brunnei dalle Sericeocybe; in caso di dubbi, si osservi la cuticola da vicino, magari con una lente. I Brunnei hanno la superficie liscia, e mai feltrato-micacea come la maggior parte delle Sericeocybe.
I Bovini sono molto simili, e potrebbero far parte di un unico gruppo con i Brunnei (due sottosezioni?); nei Bovini, però, il velo non è bianco, ma sin dall’inizio è di un color giallo-bruno (carattere non sempre facile da individuare! Osservare carpofori molto giovani).

Ancora abbiamo le Telamonie a colori violacei più o meno netti (Bicolores s.l.), un gruppo non ben definito, secondo me. Abbiamo qui il torvus, grande e non igrofano, forse imparentato con le Sericeocybe, quelli grandi nettamente igrofani, come C. lucorum, C. saturninus, C. evernius; i piccoli igrofani, come C. decipiens, ed infine i piccoli poco igrofani, come i Castanei. Come si vede un gruppo dove c’è da fare molta chiarezza, probabilmente più sezioni messe insieme.

Mettiamo poi gli Armeniaci-Laeti, un gruppo abbastanza grande di Telamonie non molto comuni (più comuni nelle peccete alpine), a cappello con colori arancio, rossastro o bruno rossastro. Spore sovente subglobose e spesso ad ornamentazione leggera. Tra questi anche il gruppo di C. balaustinus, a cuticola poco igrofana.

Vi sono poi due sezioni molto ben caratterizzate, i Duracini e gli Hinnulei. I Duracini sono inconfondibili per il gambo attenuato radicante (spesso lungamente), a consistenza cornea, per la forte igrofaneità, le spore a ornamentazione per lo più bassa, il velo assente. Gli Hinnulei, sempre molto igrofani, hanno le lamelle eccezionalmente spaziate, le spore molto ornate, ed inoltre il velo bianco o giallastro spesso annuliforme, ed il cappello sovente conico appuntito.

Gli Incrustati sono un gruppo ben individuato dagli autori della Phlora Photografica: specie piccole o molto piccole, a cappello spesso squamuloso o con piccoli fiocchi in rilievo, il pigmento finemente incrostante, molto appariscente, e le spore poco ornamentate (C. paleaceus è un esempio).

Per ultimi, gli Obtusi-Acuti: un gruppo che secondo le prime analisi molecolari sembra estremamente differenziato, e forse addirittura costituisce un subgenere a sé: non a caso qui, come in pochissimi altri gruppi di Cortinari, si hanno dei veri e propri cheilocistidi, ben differenziati. Inoltre si ha una taglia piccola, un cappello quasi sempre conico-acuto, ed un gambo gracile, cilindrico o attenuato, e per ultimo dei colori gialli o bruno gialli monotoni. L’aspetto e la presenza di cheilocistidi ricorda addirittura delle Galerine, come il gruppo delle Tubariopsis.

Questi i gruppi principali, poi probabilmente ne ho scordato qualcuno più piccolo.
Come vedete lo studio delle Telamonia è sì difficile, ma direi che con un po’ di paziente osservazione e un po’ di esperienza si può fare. Certo, ben diversa è l’attribuzione specifica, ma ripeto ancora una volta: l’importante è arrivare alla sezione, per quanto riguarda la specie c’è ancora molto da chiarire anche fra i “super-esperti”, e ora come ora c’è spesso solo una grande frammentazione (scuola di Remeux su tutti!).



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