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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Inserito il - 01 novembre 2008 : 11:02:36
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I Rafidiotteri Traduzione dallo spagnolo di alcuni brani dell'ottavo capitolo di questo libro all'originale si rimanda anche per le figure
Distribuzione
I Raphidioptera rappresentano l’ordine di Insetti Olometaboli meno numeroso oggi vivente. Ad esso appartengono solo due famiglie, i Raphidiidae con circa 190 specie e gli Inocelliidae con poco più di 20 specie (Aspöck et al., 1991 e poche successive pubblicazioni). L’ordine è molto antico e, come dimostrano le sufficientemente numerose testimonianze fossili, ha raggiunto la massima diversità in famiglie e specie durante il Mesozoico, epoca nella quale sembra fosse distribuito in ambo gli emisferi colonizzando anche aree tropicali e subtropicali (Grimaldi & Engel, 2005). Attualmente i suoi rappresentanti sono limitati all’emisfero nord ed in particolare all’area Euro-Mediterranea, all’Asia centro-orientale ed alla parte occidentale del Nord America (tra il 55° ed il 15° parallelo). Le faune di queste tre aree, salvo che per gli Inocelliidi paleartici non hanno alcun elemento comune. Solo tre specie, due Rafidiidi ed un Inocelliide, hanno una vasta distribuzione euro-sibirica che va dall’Europa centrale al Pacifico passando a Nord dell’Asia centrale. Numerosissime specie hanno areali molto ristretti, limitati geograficamente anche ad un solo massiccio montagnoso (Aspöck et al., 1991; Aspöck, 1998). Tutte queste caratteristiche, ed altre legate alla biologia che saranno descritte successivamente, fanno dei Rafidiotteri dei veri e propri fossili viventi. Secondo una suggestiva ipotesi (Aspöck, 1998, 2000, 2002) le specie attuali sono i discendenti di poche linee sopravvissute all’impatto, avvenuto circa 65 milioni di anni fa, di un asteroide con la terra. L’inverno “artificiale” susseguente alla catastrofe avrebbe lasciato in vita solo alcune specie preadattate al freddo ed a lunghi digiuni, quali effettivamente sono quelli ancor oggi viventi.
Habitat ed alimentazione
I Rafidiotteri vivono esclusivamente in ambienti in cui siano presenti alberi od arbusti, anche se radi od isolati. Gli adulti vivono sulle fronde delle piante arboree ed arbustive anche se talvolta cacciano sulle erbe sottostanti. Le larve di moltissime specie di Rafidiidi vivono nel suolo, tra la lettiera o tra le roccie degli strati più superficiali. Alcuni generi di Rafidiidi e gli Inocelliidi hanno invece larve corticicole. Molte specie vivono in ambienti o associazioni vegetali od anche fasce altitudinali ben definite. Le specie corticicole sono normalmente specializzate nel colonizzare o le conifere o le latifoglie, in pochi casi solo singole essenze (ad esempio le querce o i pini). Alcune sono ben preadattate a vivere in ambienti antropizzati come parchi, giardini e frutteti. Infine numerosi Inocelliidi hanno una grande valenza ecologica e sono praticamente diffusi in ogni ambiente di una determinata area geografica. Gli adulti di Rafidiidi sono predatori aggressivi che attaccano ogni sorta di piccoli insetti. Afidi, cocciniglie, psille, aleurodidi sono loro prede preferenziali, ma non trascurano piccole larve di olometaboli od altri artropodi. La tecnica di caccia si basa sul rapidissimo movimento del capo verso il basso che colpisce, facendo leva sul lungo protorace, come un serpente (da cui il nome inglese snake-fly). I Rafidiidi, come molti altri predatori, possono comunque assumere anche polline e nettare direttemente dai fiori ed altri organi vegetali, o melata. Foto di Velvet ant inserita in questa discussione Gli Inocelliidi invece non si nutrono allo stato adulto, durante il quale assumono al massimo liquidi. La larve di entrambe le famiglie sono pure predatrici, anche se non è escluso che, in caso di necessità, possano nutrirsi di insetti morti. Lo spettro alimentare di questi insetti non è stato studiato rigorosamente, ma dalle molte osservazioni empiriche risulta che sono in grado di aggredire sia insetti xilofagi, anche entro le loro gallerie, sia insetti presenti sulla superficie o nelle screpolature delle cortecce. Sicuramente sono in grado di nutrirsi di pupe anche molto più grandi di loro.
Ciclo biologico dei Rafidiidi
Le uova vengono deposte, in gruppi anche molto numerosi, in piccoli anfratti ben riparati che le femmine raggiungono usando il lungo ovopositore. A seconda delle specie le deposizioni avvengono nelle cortecce di alberi ed arbusti o nel suolo. Non sono noti periodi di quiescenza o diapausa a carico delle uova per cui le larvette neonate sgusciano sempre a pochi giorni dall’ovideposizione. Solo per pochissime specie si conosce con certezza il numero di mute che è di 10. Esso è tuttavia variabile e, soprattutto in caso di alimentazione non ottimale, può crescere probabilmente fino a 15 e più. Le larve delle prime età sembrano avere un comportamento leggermente gregario senza mostrare segni di cannibalismo, poi diventano invece solitarie ed aggressive. Le larve sono estremamente resistenti al digiuno ed assumono grandi quantità di cibo ad intervalli molto ampi. Il periodo di sviluppo larvale dura almeno un anno. Anzi secondo H&UA la durata di un anno è piuttosto rara, perché normalmente ne occorrono due o più. In realtà la maggioranza dei dati in possesso di questi Autori riguardano allevamenti in laboratorio di larve raccolte in natura durante campagne di studio sulla biodiversità dei Rafidiotteri. Da vari dati (compresi i nostri inediti) pare invece più probabile che la durata di un anno, almeno per una parte della popolazione, sia abbastanza o molto frequente in numerose specie. La regolazione del ciclo biologico nei Rafidiidi sembra legato alla temperatura e non al fotoperiodo. Nella maggioranza delle specie l’impupamento avviene in primavera, dopo che la larva ha subito un periodo di permanenza a temperature basse. Il periodo pupale è, in questo caso, relativamente breve (ciclo biologico di Tipo I secondo H&UA). In alcuni generi viventi nell’area del Mediterraneo occidentale invece l’impupamento avviene a fine estate inizio autunno e lo sfarfallamento segue nella primavera successiva dopo che il periodo di freddo lo ha subito la pupa (ciclo biologico di Tipo II secondo H&UA). Molto interessante, anche se ancora non interpretabile, il fatto che singoli individui di specie appartenenti al “Tipo II” possano impuparsi in primavera sfarfallando subito dopo come quelle di “Tipo I”. Infine soprattutto le specie messicane del genere Alena si impupano e sfarfallano in estate (ciclo biologico di Tipo III secondo H&UA). Le specie di “Tipo III”, ma anche la nord-americana Agulla bicolor (Kovarik et al., 1991) considerata di “Tipo I”, non sembrano aver bisogno di subire un periodo a basse temperature per completare il loro sviluppo. Negli altri casi invece la mancanza di questa permanenza al freddo non consente l’impupamento o lo sfarfallamento. In questi casi nelle larve di “Tipo I” appare tipicamente il fenomeno della protetelia con sviluppo di caratteristiche pupali, come gli occhi composti, gli abbozzi alari, le appendici addominali, che conducono ad una morte pressoché certa (solo pochissimi individui protetelici sottoposti a basse temperature riescono ad impuparsi regolarmente e a fornire gli adulti). Gli accoppiamenti avvengono qualche giorno dopo lo sfarfallamento (almeno secondo le poche informazioni disponibili). Probabilmente questo periodo di tempo è necessario per la maturazione di uova e spermatozoi. Maschi e femmine compiono complessi rituali di corteggiamento per consentire il reciproco riconoscimento e virificare la disponibilità sessuale dei partner prima dell’accoppiamento vero e proprio. Entrano in gioco anche emissioni di feromoni e segnali “sonori” prodotti da vibrazioni addominali, ma nulla è stato studiato di questi aspetti. Non è noto se gli accoppiamenti possano ripetersi per una stessa femmina. La posizione di accoppiamento è piuttosto curiosa, poiché il maschio dopo aver agganciato i genitali femminili con i propri rimane completamente sospeso e trasportato dalla partner, con rare episodiche eccezioni. L’aggancio dei genitali può avvenire dopo che il maschio si è posto di fianco o, come negli Inocelliidi, al di sotto della femmina. La copula può durare da pochi minuti ad oltre un’ora.
Bibliografia- Aspöck H., Aspöck U., Rausch H. 1991. Die Raphidiopteren der Erde. Eine monographische Darstellung der Systematik, Taxonomie, Biologie, Ökologie und Chorologie der rezenten Raphidiopteren der Erde, mit einer zusammenfassenden Übersicht der fossilen Raphidiopteren (Insecta: Neuropteroidea). Goecke & Evers: Krefeld. 2 Vols. 730 & 550 pp.
- Aspöck H. 1998. Distribution and biogeography of the order Raphidioptera: updated facts and a new hypothesis. Acta Zoologica Fennica 209: 33-44.
- Aspöck H. 2000. Der endkreidezeitliche Impakt und das Überleben der Raphidiopteren. Entomologica Basiliensia 22: 223-233.
- Aspöck H. 2002. Kamelhalsfliegen - lebende Fossilien: eine der Endkreide-Katastrophe entkommene Tiergruppe. Verhandlungen Westdeutscher Entomologentag 14: 1-6.
- Grimaldi D. A., Engel M. S. 2005. Evolution of the insects. Cambridge University Press. xv+755 pp.
- Kovarik P. W., Burke H. R., Agnew C. W. 1991.Development and behavior of a snakefly, Raphidia bicolor Albarda (Neuroptera: Raphidiidae). Southwestern Entomologist 16(4): 353-364.
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Modificato da - Hemerobius in data 16 novembre 2008 17:45:31 |
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Inserito il - 01 novembre 2008 : 11:50:52
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Chiave per la identificazione dei Raphidiidae dell'Europa centroccidentale
Lo scopo della chiave è l'identificazione, eventualmente anche tramite foto, delle specie presenti nell'area geografica sottoindicata.
Area interessata
Nell'Europa centroccidentale vi sono 16 specie di Rafidiidi, nessuna delle quali con areali estremamente limitati (vedi elenco successivo). Tutte possono essere considerate (salvo un paio di eccezioni) abbastanza comuni. Esiste infatti per la maggioranza di queste una ricca documentazione fotografica sul Web a cui faremo costante riferimento.
Il primo carattere che si incontra nelle chiavi ora disponibili è la presenza di una delle due situazioni sotto illustrate: Ma questo carattere è assolutamente "invisibile" in fotografia e quindi tenteremo di non utilizzarlo qui.
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Inserito il - 01 novembre 2008 : 12:45:25
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Elenco specie considerate
- Phaeostigma (Phaeostigma) notata (Fabricius, 1781)
- Phaeostigma (Phaeostigma) italogallica (H. & U. Aspöck, 1976)
- Phaeostigma (Phaeostigma) galloitalica (H. & U. Aspöck, 1976)
- Phaeostigma (Magnoraphidia) major (Burmeister, 1839)
- Dichrostigma flavipes (Stein, 1863)
- Subilla confinis (Stephens, 1836)
- Ornatoraphidia flavilabris (A. Costa, 1855)
- Xanthostigma xanthostigma (Schummel, 1832)
- Xanthostigma corsica (Hagen, 1867)
- Xanthostigma aloysiana (A. Costa, 1855)
- Raphidia (Raphidia) ophiopsis Linnaeus, 1758
- Raphidia (Raphidia) ulrikae H. Aspöck, 1964
- Raphidia (Raphidia) ligurica Albarda, 1891
- Atlantoraphidia maculicollis (Stephens, 1836)
- Puncha ratzeburgi (Brauer, 1876)
- Venustoraphidia nigricollis (Albarda, 1891)
in grassetto le specie già inserite nella chiave
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Inserito il - 03 novembre 2008 : 21:26:11
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4
? | ? |
Capo convesso, con ornamentazione evidente | Capo piano, con ornamentazione inconsistente |
Non vi sono foto o disegni disponibili. Non ho alcuna idea se il carattere qui indicato sia facilmente utilizzabile. Le due specie sono piuttosto rare (molto rara R. ligurica) ed io non le ho in collezione (ho visto alcuni esemplari di S. confinis). Le determinazioni del materiale per studio si basano normalmente sui genitali maschili e femminili.
Nella tabella sottostante si confrontano le descrizioni presenti in: Aspöck H., Aspöck U., Rausch H. 1991. Die Raphidiopteren der Erde. Eine monographische Darstellung der Systematik, Taxonomie, Biologie, Ökologie und Chorologie der rezenten Raphidiopteren der Erde, mit einer zusammenfassenden Übersicht der fossilen Raphidiopteren (Insecta: Neuropteroidea). Goecke & Evers: Krefeld. 2 Vols. 730 & 550 pp.
Capo oblungo, ma robusto, a volte piuttosto convesso, nero con fascia mediana bruna, scultura grossolana
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Capo allungato, stretto, piatto, nero, con o senza una fascia mediana bruno-rossastra, scultura fine
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Clipeo e labbro bruni
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Nel maschio clipeo giallastro con due macchie brune, labbro ocra; nelle femmine entrambi bruno scuri
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Scapo bruno nella parte posteriore e giallastro davanti; flagello giallastro alla base, poi bruno
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Scapo bruno, flagello ocra alla base, poi bruno scuro
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Pronoto sottile, nero, apicalmente nero-bruno, lateralmente ampiamente fasciato di giallastro
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Pronoto sottile, nero-bruno, lateralmente stretta fascia giallo
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Zampe: coxa, troncatere e femore del III paio bruno scuro, femori del I e II paio solo nella parte esterna con una striscia allungata scura, per il resto giallastri come tutti gli altri articoli
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Zampe: coxe, troncateri del II e III paio, femori del III paio bruno scuri, femori del II paio bruno scuri all’esterno, distalmente e nella parte interna bruno-ocra brillante, troncateri e femori del I paio macchiati di brunastro all’esterno, per il resto, come gli altri articoli, color ocra sporco
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Ali: venature da bruno chiaro a bruno, costa e singole venule alla base dell'ala giallastre
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Ali: venature prevalentemente bruno scure, costa e la maggioranza delle venule alla base dell'ala anteriore giallastre
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Pterostigma giallo, spesso giallo chiaro, lungo, con una venula trasversale
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Pterostigma giallo, lungo, con una venula trasversale
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Tergiti e sterniti bruno-neri, cadualmente fasciati di giallo
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Tergiti e sterniti bruno-neri, cadualmente largamente fasciati di giallo
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Subilla confinis
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Raphidia ligurica
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Subilla confinis (Stephens, 1836)
Poche ma significative sono le foto di questa specie presenti in rete.
Raphidia (Raphidia) ligurica Albarda, 1891
Non ci sono foto della specie disponibili.
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gomphus
Moderatore
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Prov.: Milano
Regione: Lombardia
10487 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 16 novembre 2008 : 23:24:40
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ciao roberto
non puoi metterla "in rilievo" ?
maurizio
quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare
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Modificato da - Hemerobius in data 17 novembre 2008 08:20:48 |
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Hemerobius
Moderatore
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Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 17 novembre 2008 : 06:27:41
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| Messaggio originario di gomphus: non puoi metterla "in rilievo" ? |
Fra i Neurotteri è già in rilievo.
Ciao Roberto
verum stabile cetera fumus |
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neurottero
Utente Senior
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
1221 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 18 novembre 2008 : 17:37:45
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sgurgle!!!! Che intrippata di link rafidiotterologici
burp.... ops
Beh! Di questo passo riuscirò (forse) finalmente a capirci qualcosa delle foto delle Rafidie che mi hanno sempre lasciato assai basito
Non credo sia più modificabile (o forse no.... uhm...) però il link alla foto di mia provenienza lo cambierei se possibile in Link dato che il sito del comune di Roma è abbandonato ormai da più di un quinquennio e le info ivi rimaste sono assai datate...
Buone cose
Agostino Letardi |
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Hemerobius
Moderatore
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Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 18 novembre 2008 : 18:08:58
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| Messaggio originario di neurottero: Non credo sia più modificabile (o forse no.... uhm...) però il link alla foto di mia provenienza lo cambierei se possibile in Link dato che il sito del comune di Roma è abbandonato ormai da più di un quinquennio e le info ivi rimaste sono assai datate... |
Non solo sarebbe possibile, l'ho già fatto !
Ciao Roberto
verum stabile cetera fumus |
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Mantis
Moderatore
Città: Bologna
Prov.: Bologna
Regione: Emilia Romagna
2214 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 20 novembre 2008 : 08:58:40
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Mi dispiace dover interrompere questi post con i nostri commenti, ma non posso assolutamente non congratularmi con Roberto per quest'altro gran bel lavoro, successivo a quello sui Mantispidae.
Sicuramente da prendere come esempio e spunto anche per gli altri gruppi di Insetti .
Carmine
Dare un nome agli organismi che osserviamo, identificarli, riconoscerli, è innanzitutto un esercizio che appaga l'innato desiderio di scoperta e conoscenza, insito nell'animo umano (Fontana - Cavallette, grilli, mantidi e insetti affini del Veneto). |
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nocino
Utente Senior
Città: Acquapendente
Prov.: Viterbo
Regione: Lazio
4317 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 20 luglio 2012 : 14:53:43
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Ehi gente!...Dov'è la seconda parte di questa interessantissima discussione??? il mio insettino dovrebbe trovarsi dal punto 5 in poi... Hemerobius aiutoooo!!! |
Luca |
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ametista
Moderatore
Prov.: Padova
Regione: Veneto
6209 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 21 maggio 2015 : 16:16:32
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riporto su, dov'è la seconda parte della chiave? |
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