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La donnola possiede un paio di ghiandole perianali il cui secreto sulfureo viene accumulato in appositi
sacchi controllati da muscoli volontari e rilasciato in modiche quantità, come sistema di marcatura e comunicazione. Le donnole si trovano in un ampia varietà di habitat, dalla pianura alla montagna, in ambienti forestali, di prateria, di pascolo alpino e semidesertici; sono comuni anche in ambienti antropizzati, come fattorie e zone rurali, arrivando a vivere fin dentro le città. L'esigenza irrinunciabile per le donnole è la presenza nel territorio di aree con sufficiente copertura e ricche di micromammiferi. I microhabitat preferiti sono prati rigogliosi, siepi fitte e muri a secco, covoni di fieno, cespugli, sottobosco fitto, fossati e margini di stagni coperti da densa vegetazione. Le donnole sono infatti dei predatori altamente specializzati nella caccia ai piccoli mammiferi, in special modo roditori (topi ed arvicole), che catturano con formidabile efficienza, grazie alla loro abilità nell'entrare nelle tane e nelle gallerie delle prede; predano anche altri micromammiferi (talpe, ratti, ghiri, moscardini etc.), uccelli, nidiacei, uova e conigli, se non sono disponibili piccoli roditori. La dieta comprende anche lucertole ed altri piccoli rettili oltre ad insetti. La donnola è anche un'abituale frequentatrice di pollai, piccionaie e conigliere, dove fa delle vere stragi. L'utilizzo di una fonte di cibo facilmente raggiungibile è irrinunciabile per un animale dal metabolismo così accelerato come la donnola. Degli animali domestici uccisi di cui non riesce a consumare il corpo lecca spesso il sangue, altamente energetico. È cacciata dai nostri contadini con le
donnolare: sono dei tunnel di legno uniti in parallelo e dotati ognuno di una porta che si blocca quando l'animale è entrato. La donnola si accoppia dalla primavera alla tarda estate. L'accoppiamento inizia con una lotta tra maschio e femmina, che termina quando il maschio riesce ad afferrare la femmina per il collo. Come negli altri Mustelidi l'ovulazione è indotta dalla copula, che deve essere prolungata (anche 1-2 ore) e vigorosa; per facilitare queste operazioni i maschi (di tutti i Mustelidi) possiedono un osso penico, il
baculum. La gestazione dura 34-37 giorni. Le cucciolate sono composte da 1 a 7 piccoli (con punte di 8). I piccoli nascono dalla tarda primavera fino all'autunno in tane sotterranee foderate di pelo (spesso prese "in prestito" alle prede abituali). Il maschio non partecipa all'allevamento dei piccoli. Gli
escrementi sono cilindrici, allungati e torti elicoidalmente. Il diametro è di circa 2 mm e la lunghezza 3-4 cm; una estremità termina tronca, l'altra molto affusolata. Hanno il caratteristico odore muschiato e spesso contengono peli e frammenti ossei di piccoli roditori. Le
impronte, classicamente "musteliformi", sono minuscole (l'anteriore è lunga 1,4 cm e larga 1 cm). Per questa ragione sono spesso poco chiare, tranne che sul fango molto fine o sulla neve. Hanno la tipica forma ovale con un cuscinetto semilunare in posizione posteriore e le 5 dita con gli artigli disposte ad arco, il 5° dito arretrato. La zampa posteriore presenta un 2° cuscino, dietro al 1°. Sono tipiche le
piste con alternanza regolare di balzi lunghi e corti. I roditori uccisi sono trasportati in bocca di traverso; in questo caso possono essere visibili ai lati della pista 2 serie di segni lasciati dal corpo della vittima.
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