In breve: il tracciato previsto dal progetto per il gasdotto GALSI (Gasdotto ALgeria-Sardegna-Italia) interessa attualmente una delle zone umide più importanti d'Italia e d'Europa, quella che va da Santa Caterina a Porto Botte, davanti all'Isola di Sant'Antioco. L'intera area era stata indicata come I.B.A. (Important Bird Areas) e proposta come Z.P.S. Allo stato attuale solo alcune porzioni di alcuni stagni sono inserite nell'elenco dei S.I.C. Le valutazioni di impatto ambientale della GALSI sono parziali e lacunose e se il progetto attuale venisse approvato si assisterebbe alla distruzione di un ecosistema unico.
L'opera che mi sembra più efficace è quella di raccogliere tutto ciò che si conosce e in base a dati oggettivi fare, se si è ancora in tempo, osservazioni agli studi di impatto. Di solito l'Ente valutatore richiede agli estensori del SIA approfondivmenti ed ulteriori verifiche. Se non fosse possibile un intervento di questo tipo (scadenza dei termini per le osseRvazioni), si può sempre inviare la documentazione naturalistica dell'area al Ministero dell'Ambiente, as Servizio Conservazioni della Natura, con la richiesta di approfondimenti. Ma questo è un problema che puoi risolvere meglio contattando le Associazioni Ambientalistiche che sanno come agire. Ripeto: è importante che la documentazione che si presenta sia ineccepibile, vasta e che mostri in modo inequivocabile che un'opera del genere potrebbe arrecare danni irrversibili all'ambiente. saluti giampaolo