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 Pimelia piccolina: Erodius siculus neapolitanus
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 23 agosto 2009 : 09:05:51 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Classe: Hexapoda Ordine: Coleoptera Famiglia: Tenebrionidae Genere: Erodius Specie:Erodius siculus neapolitanus
Trovato su una spiaggia del litorale romano, insieme alla più comune e più grande Pimelia bipunctata. Potrebbe essere la P. rugulosa?



Pimelia piccolina: Erodius siculus neapolitanus
178,96 KB


Pimelia piccolina: Erodius siculus neapolitanus
202,43 KB

Sarah Gregg - Con altri occhi


"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano

Modificato da - StagBeetle in Data 23 agosto 2009 09:52:36

StagBeetle
Moderatore


Città: Ancona
Prov.: Ancona

Regione: Marche


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Inserito il - 23 agosto 2009 : 09:14:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le assomiglia, ma la forma schiacciata mi fa pensare ad un Erodius siculus neapolitanus...

Ciao


Giacomo
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

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Inserito il - 23 agosto 2009 : 09:34:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho cercato delle foto di conferma e mi sa che hai proprio ragione. Mi ero fissata per Pimelia e non avevo preso in considerazione altre ipotesi .

Sarah Gregg - Con altri occhi


"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano
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vespa90ss
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Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 23 agosto 2009 : 20:12:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
lo so che non c'entra assolutamente nulla col tuo tenebrionide Sarah, ma ho notato in molte tue foto la particolarità della sabbia che fa da sfondo: è ricchissima di piccoli cristalli verdi.
Ma di cosa si tratta? Porfido verde?
Ciao Beppe



Pimelia piccolina: Erodius siculus neapolitanus


Bottled beetles - salviamo le spiagge, i litorali, le dune dai barbari


Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore.
Blaise Pascal - Pensées 1670.



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lynkos
Con altri occhi


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Inserito il - 24 agosto 2009 : 10:25:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Credo che quel verde, Beppe, è qualcosa di ben più preoccupante. Cioè, che si tratta non di granelli di roccia naturale, ma di vetro dall'infinità di bottiglie che si sono finite sulla spiaggia, poi fra le onde, poi di nuovo sulla spiaggia in quasi un secolo di abuso umano dell'ambiente costiero. Non essendo geologo, potrei benissimo sbagliarmi, ma è quella la mia impressione. A tal proposito, vale la pena riflettere sul fatto che, a parte considerazioni estetiche, i rifiuti spiaggiati che si vedono sono solitamente quelli MENO pericolosi per l'ambiente. E' quando comincia la degradazione strutturale davanti le forze disgregative della natura che iniziano i veri guai, con frammenti sempre più piccoli che entrano nel ciclo vitale, con effetti che ancora non siamo in grado di valutare bene, visto i tempi lenti del processo.
Nel caso del vetro, tutto sommato un materiale inerte con origini "naturali", i pericoli sono relativamente contenuti. Non è così per la plastica e altri rifiuti sintetici.

Sarah Gregg - Con altri occhi


"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano
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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 24 agosto 2009 : 18:25:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
avevo avuto anch'io per un attimo quel sospetto, Sarah, ma l'ho subito cancellato perchè non mi sembrava possibile una frammentazione cosi minuscola del vetro in quantità tanto cospicua (a livello numerico di frammenti e non di volumetria). In definitiva è possibile pensare che ad ogni minuscolo granello di vetro sia corrisposta una scaglia di dimensioni grandi, tipiche di una bottiglia in vetro frantumata, che poi l'azione erosiva della risacca ha ridotto in frammenti lillipuziani. Quante migliaia di bottiglie sono state distrutte allora in quel luogo?
Proprio stamattina sulla home di Bottled Beetles in Facebook, fra gli argomenti di conversazione, ho parlato del pericolo derivante dalla quantità incredibile dei frammenti di plastica che ho trovato nel corso dell'estate. Sono contento di questa ennesima coincidenza che unisce le nostre osservazioni.
Ciao Beppe

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Modificato da - vespa90ss in data 24 agosto 2009 18:26:34
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lynkos
Con altri occhi


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Inserito il - 25 agosto 2009 : 08:19:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In effetti Beppe, non è che sono convintissima della mia spiegazione, ma non trovo altro. Quando l'orda barbarica si ritira, tornerò e cercherò di capire meglio. Comunque, che ci sia una tale concentrazione di vetro a quel punto non mi sorprende. E' un punto particolarmente vulnerabile, essendo vicino ad una piccola foce e anche fra due spiagge di alta frequentazione storica. Durante il lavoro di pulizia, abbiamo anche potuto notare un accumulo anormale in alcuni punti, probabilmente provocato da un certo movimento dei correnti marini.

Sarah Gregg - Con altri occhi


"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano
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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 25 agosto 2009 : 12:34:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' possibile Sarah che nel corso dei secoli in quel punto preciso o magari lungo il corso d'acqua cui tu fai riferimento, sia esistito un laboratorio artigianale per la lavorazione del serpentino o proprio del vetro.
Esistono dei luoghi dove io ho rinvenuto ad esempio grandi quantità di "pepite" di pirite nascoste in mezzo alla sabbia nera dei Topinetti, all'Isola d'Elba. Lì c'è ancora il pontile dove anticamente veniva caricata la pirite a bordo delle imbarcazioni che suppongo la portassero a Piombino. Ne cadeva a mare qualche chilo oggi, qualche chilo domani, così nel corso degli anni s'è formata quella fantastica spiaggetta nera conosciuta solo a pochi.
Anche a Baratti, se vai a guardare lungo la battigia del porticello, troverai innumerevoli scorie a forma di pietra bitorzoluta ed arrugginita, derivanti dalla fusione dei materiali ferrosi ad opera degli Etruschi. Ciò accadeva negli altoforni dell'antica Populonia creati proprio sulla riva del mare per sfruttare meglio l'azione del vento che veniva convogliato, attraverso dei percorsi ad imbuto, sulla fiamma del forno (esistono ancora e sono visitabili).
Sarebbe interessante riproporre questo dilemma dei tuoi micro fammenti verdi nella sezione adatta dei minerali per sentire il parere degli esperti.
Ciao, Beppe

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