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Non so quanti di voi l’abbiano visto in natura, qui in Umbria è diventata una specie relativamente comune e facilmente avvistabile di notte lungo le strade di campagna. Purtroppo, insieme al tasso (anche lui apparentemente in espansione) è anche il selvatico di grosse dimensioni che più frequentemente viene investito sulle strade. Avendo avuto l’occasione, più di una volta, di curare esemplari feriti, provo una spontanea”simpatia” verso questi grossi roditori così unici! Sono animali con un elevato grado di apprendimento, longevi ed adattabili agli ambienti più disparati, che sviluppano facilmente un rapporto tranquillo con le persone (chiaramente parlo di animali in terapia che devono essere accuditi frequentemente). Immagine:
Trent’anni fa non erano così diffusi ( hanno superato il Po e si trovano anche in Veneto, Lombardia ecc.) e la loro espansione ( come quella di molte altre specie ) ha secondo me una spiegazione fondamentale: il progressivo abbandono delle campagne da parte delle piccole comunità di persone dedite all’agricoltura che (purtroppo, tranne poche eccezioni) hanno svolto un’attività predatoria, 365 giorni l’anno più o meno verso tutto ciò che era “nocivo” o commestibile. La “Spinosa” così è chiamato l’Istrice, nonostante protetta è ancora cacciata per le carni ( in Umbria e Toscana esistono ancora trattorie che su richiesta,segretamente, la cucinano) e per i danni che fa negli orti. Immagine:
Questo esemplare, sorpreso in pieno giorno, porta probabilmente i segni del recente incontro ravvicinato con il suo catturatore, che non è riuscito a dargli il colpo finale. Poche settimane prima avevo trovato nella stessa zona un altro animale morto, con la testa quasi staccata dal resto del corpo con una lama affilata. Molto probabilmente frequentavano l’ultimo orto coltivato della collina dove la notte facevano “baldoria”. E’ un peccato, perché sono animali gentili, che formano coppie stabili e hanno cure familiari in comune, bellissimi nella loro stranezza, e ancora tutti da scoprire
Ma...come mai hai avuto spesso "l'occasione di curare esemplari feriti?"
Ma
There is a pleasure sure in being mad, that none but madmen know
Non hai visto che è veterinario? Una professione che se dovessi ripartire da zero con gli studi, non esiterei ad intraprendere. Non mi lamento .. ma sarebbe una scelta alla pari con quello che sto facendo
Stefano hai proposto una splendida documentazione!
Dal numero di animali morti che incontro per le strade, e dal fatto che stanno colonizzando regioni sempre più a nord, direi che sono in netta espansione. I cuccioli sono adorabili (come tutti i cuccioli) e più che "toponi" sembrano ( a me ) dei maialini spinosi, sopratutto perchè fanno dei grugniti da suino, quando sono contenti!( li fanno anche se spaventati, ma allora muovono gli aculei della coda, che sono modificati, emettendo un suono effetto "serpente a sonagli") ciao Stefano
Messaggio originario di Alessandro: .... Stefano hai proposto una splendida documentazione! ....
Concordo! .... e mi aggrego ai complimenti!
Messaggio originario di stefanovet1958: ....Trent’anni fa non erano così diffusi ( hanno superato il Po e si trovano anche in Veneto, Lombardia ecc.) e la loro espansione ( come quella di molte altre specie ) ha secondo me una spiegazione fondamentale: il progressivo abbandono delle campagne da parte delle piccole comunità di persone dedite all’agricoltura che (purtroppo, tranne poche eccezioni) hanno svolto un’attività predatoria, 365 giorni l’anno più o meno verso tutto ciò che era “nocivo” o commestibile. .....
Sono in perfetta sintonia con le considerazioni che esprimi in questa parte del tuo discorso, .....
Messaggio originario di stefanovet1958: .... Molto probabilmente frequentavano l’ultimo orto coltivato della collina dove la notte facevano “baldoria”. E’ un peccato, perché sono animali gentili, che formano coppie stabili e hanno cure familiari in comune, bellissimi nella loro stranezza, e ancora tutti da scoprire .....
... e condivido anche quanto detto in questo paragrafo; ... bisogna però anche considerare che quando "prendono di mira" un orto lo riducono davvero ai minimi termini (ne ho visti alcuni) e diventa difficile convincere i poveri "ortolani" (che fanno l'orto spesso ad uso domestico) a non tentare di ucciderli o catturarli. Mi chiedevo quindi (e chiedo a chi lo sa) ... se esistono metodi repellenti o comunque di difesa delle colture orticole ... che siano efficaci da un lato ..... innoqui per la specie dall'altro. Ciaoo.
Grazie per i complimenti Luciano, ma è solo passione la mia, più o meno la stessa che hai tu, visto che hai avuto(Link)modo di "toccare" con mano situazioni analoghe (e aggiungo pure di sentirne l'odore). Difficile rispondere alla tua domanda: ho visto orti apparentemente protetti da reti anche elettrificate, che venivano superate semplicemente scavandoci sotto. Poi hanno la brutta abitudine di "assaggiare" un pò tutti i prodotti orticoli, come per cercare il più saporito, il che scatena le inevitabili ire dell'ortolano.Pochi giorni fa ho assistito ad una scena tragicomica, di un signore che coltivava meloni in un fazzoletto di terra recintato e puntualmente saccheggiato. aveva lasciato i prodotti peggiori fuori della rete, ma questi venivano ignorati dall'istrice che puntava tutte le sue attenzioni ai migliori, scavando una buca sotto la protezione e assagiandoli uno ad uno. anche questo mi fa pensare che siano animali capaci di adottare strategie complesse, di solito retaggio dei predatori. Con questo non voglio dire che non ci si può "difendere" dai suoi assalti mangerecci, ma come per tutti gli altri selvatici (specie quelli legalmente protetti) ci vorrebbe maggior impegno da parte delle istituzioni, sia sui rimborsi che sugli aggiornamenti tecnici agli allevatori-agricoltori. Ciao Stefano
Modificato da - stefanovet1958 in data 21 agosto 2009 00:49:41
grazie Gabriele , i ricci, come questo piccolino qui
Immagine:
35,99 KB sono (nonostante gli aculei) molto diversi dagli istrici, che possono superare i 10 kg di peso: insettivori i primi, roditori i secondi, con abitudini alimentari quindi diverse, insomma non sono neanche lontani parenti come sicuramente gia sapevi. Non conosco la diffusione dell'istrice nella tua regione, probabilmente sarà molto localizzato e raro, ma dagli tempo..... ciao Stefano
Trent’anni fa non erano così diffusi ( hanno superato il Po e si trovano anche in Veneto, Lombardia ecc.) e la loro espansione ( come quella di molte altre specie ) ha secondo me una spiegazione fondamentale: il progressivo abbandono delle campagne da parte delle piccole comunità di persone dedite all’agricoltura che (purtroppo, tranne poche eccezioni) hanno svolto un’attività predatoria, 365 giorni l’anno più o meno verso tutto ciò che era “nocivo” o commestibile. La “Spinosa” così è chiamato l’Istrice, nonostante protetta è ancora cacciata per le carni ( in Umbria e Toscana esistono ancora trattorie che su richiesta,segretamente, la cucinano) e per i danni che fa negli orti
Intanto grazie a Stefano per il post e soprattutto per la passione con la quale svolge il lavoro. Di seguito rispondo citando alcune frasi da Voi tutti riportate.
Sono davvero in espansione?
E' vero l'istrice ormai dal 1970 è in espansione a nord-est ma anche a nord-ovest anche se per le segnalazioni di quest'ultime zone c'è da fare qualche verifica più approfondita. Alcuni dei fattori che hanno contribuito all'espansione sono già stati da te indicati, aggiungo qualche altro dato riportato in alcuni lavori. Intanto le leggi di tutela che se da una parte sono a volte ignorate dall'altro canto hanno comunque limitato il danno alla specie: la caccia legalizzata all'istrice è stata abolita nel 1974 per esempio (e non cito le attuali leggi di tutela emanate a livello europeo). Il clima decisamente più mite degli ultimi anni (30 anni) ha sicuramente favorito la specie agevolandone l'espansione e in alcuni casi il valico di zone montuose. L'agricoltura intesiva ha senza dubbio favorito l'istrice aumentando la disponibilità e varietà in termini di risorse trofiche disponibili. Un po' meno decisivo è stato l'abbandono delle campagne nel senso che gli istrici non ne hanno beneficiato tanto per l’abbandono in se quanto per il fatto che probabilmente come tu dici si è ridotta la pressione diretta sugli stessi. A riprova ne è il fatto che se non è disturbato direttamente ( dicasi ucciso) l’istrice insedia le proprie tane anche a ridosso del centro abitato.
Sono animali con un elevato grado di apprendimento, longevi ed adattabili agli ambienti più disparati, che sviluppano facilmente un rapporto tranquillo con le persone (chiaramente parlo di animali in terapia che devono essere accuditi frequentemente)
Vero in sud Africa ne ho visti alcuni ammaestrati per piccoli spettacoli per il pubblico in centri di recupero della fauna selvatica. Si affezionano al "padrone" e ne riconoscono odore e voce. Non va sottovalutato però il fatto che siano comunque animali selvatici e un morso anche di un piccolo può avere serie conseguenze. Una volta un cucciolo che catturari per la mia tesi riusci' a prendere una mela e la fece in due con un solo morso...
ho visto orti apparentemente protetti da reti anche elettrificate, che venivano superate semplicemente scavandoci sotto. Poi hanno la brutta abitudine di "assaggiare" un pò tutti i prodotti orticoli, come per cercare il più saporito, ...
Mi chiedevo quindi (e chiedo a chi lo sa) ... se esistono metodi repellenti o comunque di difesa delle colture orticole ... che siano efficaci da un lato ..... innoqui per la specie dall'altro.
E' vero vanno sempre sui frutti/ortaggi più maturi. Probabilmente perchè ne percepiscono l'odore. Repellenti chimici e acustici non sortiscono alcun effetto sugli istrici. Qualche positivo effetto si ha con i fili elettrificati (quello che viene chiamato "elettropascolo") purchè il filo sia posizionato basso da terra. Mi diceva un agricoltore che se ci sbattono con il muso sortisce l'effetto voluto e non scavano sotto per passarci, se riescono a mettere il muso sotto e quindi il filo con la corrente passa sopra gli aculei non sentono la scossa. Un mezzo che ho constatato essere efficace è la rete metallica interrata o meglio posta a formare una "L". La parte della L che tocca il terreno non viene individuata dall'animale che tende ad avvicinarsi alla parte della rete che è in verticale. Lo scavo è quindi inibito dalla rete seminascosta e l'animale non riesce a percepirne il limite per bypassare l'ostacolo scavando dove termina la rete stessa. L'ho provato una sola volta con ottimi risultati. Ovviamente ha dei costi da non sottovalutare.
possono superare i 10 kg di peso
arrivando anche a 18/22 kg! Fanno presto ad arrivare a 10-12 kg, ma solo gli individui più longevi arrivano ai pesi record.
Questo esemplare, sorpreso in pieno giorno, porta probabilmente i segni del recente incontro ravvicinato con il suo catturatore, che non è riuscito a dargli il colpo finale. Poche settimane prima avevo trovato nella stessa zona un altro animale morto, con la testa quasi staccata dal resto del corpo con una lama affilata. Molto probabilmente frequentavano l’ultimo orto coltivato della collina dove la notte facevano “baldoria”... ciao Stefano
La ferita che si vede nella foto non è di poco conto e penso possa ahime' riferirsi a quanto dici o all'azione di bracconieri. Alcuni di quest'ultimi, infatti, usano il machete in periodo di caccia chiusa perchè ovviamente non produce rumore. Cacciano con i cani da tana che estromettono l'istrice. In genere non fanno rumore perchè il cane lavora all'interno e i bracconieri prestano attenzione a non farsi sentire. A ciò si aggiunge che le tane sono per la maggior parte poste in siti proibitivi e pertanto facilmente non vengono avvistati. Ferite analoghe le ho potute però trovare in animali che visibilmente avevano avuto dei combattimenti con conspecifici (ampi lembi di pelle staccata sul muso e sulle spalle, segni degli incisivi inconfondibili sul muso quasi arrivati all'osso ecc.) Non da ultimo penso che alcune volte possano essere strusciature di veicoli che schivano il "fagotto" impietrito soltanto all'ultimo memento.. In un paio di circostanze ho associato ferite sull'istrice all'azione di cani da pastore che probabilmente l'avevano cacciato nottetempo e (udite udite) in due occasioni ho trovato morti istrici perchè pestati (penso volutamente) da un cavallo e un asino su cui l'istrice aveva pero lasciato gli aculei! (stinchi anteriori).
La ferita che si vede nella foto non è di poco conto e penso possa ahime' riferirsi a quanto dici o all'azione di bracconieri. Alcuni di quest'ultimi, infatti, usano il machete in periodo di caccia chiusa perchè ovviamente non produce rumore. Cacciano con i cani da tana che estromettono l'istrice. In genere non fanno rumore perchè il cane lavora all'interno e i bracconieri prestano attenzione a non farsi sentire. A ciò si aggiunge che le tane sono per la maggior parte poste in siti proibitivi e pertanto facilmente non vengono avvistati.
Nella mia zona (nonostante sia pieno di cacciatori-bracconieri) non c’è una tradizione radicata nella caccia a quest’animale, come invece c’è nella maremma Tosco Laziale o nelle zone più meridionali dell'Umbria . Le azioni di bracconaggio a scopo diciamo”alimentare” sono per lo per lo più sporadiche ed indirizzate verso altre specie (soprattutto cinghiale). Viene invece sistematicamente ucciso, quando “disturba” ( al pari di altri animali) generalmente posizionando una gabbia con chiusura a scatto fornita di esca (in questo periodo, meloni). Viene catturato vivo e soppresso tramite decapitazione o rottura del cranio con una mazza (scusate per i particolari). A volte viene mangiato, a volte gettato in qualche fosso o direttamente sulla strada. Per chi compie queste azioni è una sorta di difesa delle proprietà, ed il fatto che sia specie protetta è veramente l’ultimo dei loro problemi, anche perché se ci parlate ( e penso sia così in tutta Italia) loro si sentono autorizzati sui loro possedimenti a regolarsi come meglio credono. Questo avviene con le persone che hanno un rapporto radicato col territorio, i “nuovi” contadini, quelli che hanno fatto una scelta di vita e non tendono a perpetuare queste tradizioni, in genere hanno un altro tipo di approccio con i problemi legati ai danni fatti dalla fauna. Tutto questo per dire che se in questi ultimi trent’anni c’è stato un “boom” demografico di tutte le specie animali, con poche esclusioni, ( ed anche della superficie forestale) secondo me è legato essenzialmente all’abbandono delle campagne da parte dell'uomo, e quindi della sua azione di predazione e di disturbo continuata, gli altri fattori che elenchi sono importanti, ma secondo me secondari. Chiaramente è un parere personale legato alla mia realtà territoriale, ma ti assicuro che almeno qui dove ci sono contadini e/o allevatori di “vecchia data” la caccia c’è 365 giorni l’anno, con tutti i mezzi e contro qualunque specie Ciao, e complimenti per le tue ricerche Stefano P.S. nonostante abbiano incisivi capaci di staccare una mano, non provano ( almeno con me non l'hanno mai fatto)a mordere. al contrario usano bene la loro arma di difesa, gli aculei scattando di lato per provare ad infilzarti
Modificato da - stefanovet1958 in data 22 agosto 2009 22:50:00
[...] e (udite udite) in due occasioni ho trovato morti istrici perchè pestati (penso volutamente) da un cavallo e un asino su cui l'istrice aveva pero lasciato gli aculei! (stinchi anteriori).