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 PALEONTOLOGIA DEL MEDITERRANEO
 Il pliocene dei colli pisani e il mare che li copriva
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emilio fossili
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Inserito il - 30 giugno 2009 : 17:10:57 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

IL PLIOCENE DEI COLLI PISANI

Di Emilio Bartolini


LE COLLINE PISANE 3 MILIONI DI ANNI FA: INTRODUZIONE E PALEOAMBIENTE

Nell'entroterra della provincia di Pisa troviamo zone collinari, caratterizzate da dolci rilievi e da campi arati quasi del tutto spogli di vegetazione.
Questo paesaggio,anche se può apparire desolato, e comunque bellissimo e unico, come tutti i colli toscani.
Bellissimi e unici sono anche i paesi che vi si trovano: Orciano, Terricciola e Lajatico in particolare.
Come gran parte della Toscana, circa 3 milioni di anni fa, dove ora si trovano i colli Pisani, c'era un fondale marino di elevata profondità, tanto da appartenere al piano circalitorale (più profondo di 40 metri).
In Toscana ci sono poche località dove si possono trovare faune fossili plioceniche appartenenti a ambienti marini così profondi e ciò rende la zona dei colli pisani particolarmente interessante e importante.
La profondità di questo fondale influì non poco sulle faune che vi vivevano, in particolare sui molluschi.
In effetti, specialmente nella zona di Orciano, si trovano molluschi anche rari o rarissimi altrove come le Marginelle (Marginella misae, Marginella aurisleporis) o i Ficus (Ficus communis, Ficus geometra) o come Mitrella thiara.
Tutti i molluschi elencati vivono a profonditò notevoli; molti sono anche tipici di mari caldi (Marginelle e Ficus), ciò indica anche che il mare pliocenico che copriva la Toscana era tropicale ed era paragonabile all'attuale indopacifico.
Comunque molte specie che lo popolavano sono ancora presenti nel Mediterraneo.
Ma non erano solo molluschi a popolare i colli pisani: famosi sono i vertebrati rinvenuti nei campi di Orciano Pisano, fra questi ricordiamo foche, balene, squali, delfini e pesci di vari tipi.

Modificato da - Lucabio in Data 01 luglio 2009 15:05:10

emilio fossili
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Inserito il - 30 giugno 2009 : 17:15:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
MALACOLOGIA

Le malacofaune dei colli pisani risultano estremamente ricche e variegate.
Ecco alcune delle specie più caratteristiche.

LA TRIVIA DANCONAE Chirli, 2007

La Trivia danconae è un mollusco rinvenuto esclusivamente nei campi di Orciano Pisano.
Gli unici reperti che abbiamo di questa specie sono conservati al museo paleontologico dell'università di Firenze; questi facevano parte della collezione di Cesare D'Ancona, al quale è stata dedicata la specie descritta per la prima volta nel 2007 da C. Chirli.
Questa nuova specie, come è specificato nella descrizione di Chirli, si differenzia nettamente da tutte le altre Trivie del pliocene toscano.
Sempre seguendo la descrizione di Chirli risulta che T. danconae sia confrontabile solo con T. sphaericulata, dalla quale si differenzia per il minor numero e la maggior robustezza dei cordoni trasversali e per la forma incredibilmente sferica.
L'olotipo e 2 paratipi sono conservati nel museo di paleontologia dell'università di Firenze.

NELLA FOTO : Trivia danconae, tratta da Malacofauna pliocenica toscana vol. 6
Nella seconda: una T. sphaericulata di confronto (scusate per la pessima qualità della foto)



Il pliocene dei colli pisani e il mare che li copriva




Il pliocene dei colli pisani e il mare che li copriva

Modificato da - Lucabio in data 01 luglio 2009 15:04:25
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emilio fossili
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Inserito il - 30 giugno 2009 : 19:44:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
MARGINELLA AURISLEPORIS (Brocchi, 1814)

Le Marginelle sono molluschi indicatori di fondali profondi; questo vale per entrambe le specie presenti in Toscana (M. aurisleporis e M. misae), di queste M. aurisleporis è presente a Orciano.

Questa specie, piuttosto rara, è presente nella suddetta località e in altri 4 affioramenti della Toscana.
Orciano è però la località da dove proviene il maggior numero di reperti.
Proprio studiando gli esemplari di Orciano depositati nel museo di paleontologia dell'università di Firenze sono emerse interessanti caratteristiche, come l'estrema variabilità della specie, non solo nelle dimensioni ma anche nella forma: esistono esemplari di piccole dimensioni con labbro esterno molto spesso e altri di dimensioni maggiori in cui quest'ultimo è poco evidente; anche i dentelli all'interno dell'apertura sono più o meno marcati a seconda degli esemplari; la depressione degli ultimi giri in alcuni esemplari è molto attenuata, al contrario di altri.
E' da notare che questa specie, fuori dall'Italia, dove è abbastanza diffusa, si rinviene solo in Spagna a Estepona.

Un'ultima annotazione, molti autori considerano M. misae e M. aurisleporis specie distinte, ma non tutti sono concordi su questa affermazione.

NELLE FOTO:
Marginella aurisleporis tratta da Malacofauna pliocenica toscana vol. 3
Marginella misae, mia collezione



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Il pliocene dei colli pisani e il mare che li copriva

Modificato da - Lucabio in data 01 luglio 2009 15:10:07
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emilio fossili
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Inserito il - 30 giugno 2009 : 20:11:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
MITRELLA THYARA (Brocchi, 1814)

Questo mollusco, frequente a orciano più che in ogni altro giacimento europeo è assai diverso dalle altre specie del genere Mitrella:
i giri della teleoconca sono ornati da 13-15 coste assiali che vanno gradualmente a scomparire nei firi della protoconca.
Queste costicelle formano due cingoli, presso la sutura anteriore e posteriore.
Queste caratteristiche sono davvero particolari e la rendono inconfondibile.

Le Mitrella thyara di Orciano presentano la coda distorta in maniera alquanto irregolare; si tratta probabilmente di distrofia conchigliare causata da gerontismo.
Ciò le rende molto particolari come si può notare dalle foto.


Il pliocene dei colli pisani e il mare che li copriva

Modificato da - Lucabio in data 01 luglio 2009 15:06:58
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emilio fossili
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Inserito il - 01 luglio 2009 : 11:34:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
CONUS ANTIDILUVIANUS Bruguiere, 1792

Questo Conide è una specie tipica di Orciano Pisano, dove è piuttosto comune, più che negli altri giacimenti toscani.
C. antidiluvianus comunque è una specie abbastanza frequente e diffusa anche al di fuori della Toscana.
Si distingue facilmente da tutti gli altri conidi per la forma slanciata e per i tubercoli presenti sulla carena degli ultimi giri.
Un'altra caratteristica utile nel riconoscimento è l'ultimo giro che copre i due terzi della conchiglia.
Il colore originario, a volte ben conservato negli esemplari di Orciano, è marrone chiaro.


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Modificato da - Lucabio in data 01 luglio 2009 15:08:05
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Lucabio
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Città: Mongardino
Prov.: Asti

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Inserito il - 01 luglio 2009 : 15:12:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Complimenti Emilio, per queste interessanti presentazioni!
Data la tua giovane età sei sicuramente da ammirare per
la passione, l'impegno e la costanza che dedichi alla paleontologia!!!
Continua così!!!




Luca

<<Non c'è niente come la paleontologia. Il piacere del primo giorno di caccia alla pernice o dell'apertura della stagione della caccia non si può paragonare a ciò che si prova nel trovare un gruppo di ossa fossili in buono stato, che raccontano la loro antica storia in un linguaggio quasi vivo>>. Charles Darwin

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emilio fossili
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Inserito il - 01 luglio 2009 : 16:02:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Lucabio:

Complimenti Emilio, per queste interessanti presentazioni!
Data la tua giovane età sei sicuramente da ammirare per
la passione, l'impegno e la costanza che dedichi alla paleontologia!!!
Continua così!!!




Luca

<<Non c'è niente come la paleontologia. Il piacere del primo giorno di caccia alla pernice o dell'apertura della stagione della caccia non si può paragonare a ciò che si prova nel trovare un gruppo di ossa fossili in buono stato, che raccontano la loro antica storia in un linguaggio quasi vivo>>. Charles Darwin

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Ti ringrazio, non solo per i complimenti ma anche per la correzione e il miglioramento grafico di questo articolo, miglioramento che io non sono capace di fare.
Nei prossimi giorni aggiungo una parte dell'articolo dedicata ai vertebrati.
Ciao
Emilio
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Hulko
Utente V.I.P.


Città: Siena


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Inserito il - 01 luglio 2009 : 19:27:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bravo Emilio!

Magari potresti aggiungere qualche riferimento bibliografico, così, oltre ad essere scientificamente corretto può essere d'aiuto a qualcuno se vuole approfondire l'argomento!

Ivan

*************************************

"Il tutto è più della somma delle singole parti" B.Pascal
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emilio fossili
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Inserito il - 01 luglio 2009 : 21:29:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Hulko:

Bravo Emilio!

Magari potresti aggiungere qualche riferimento bibliografico, così, oltre ad essere scientificamente corretto può essere d'aiuto a qualcuno se vuole approfondire l'argomento!

Ivan

*************************************

"Il tutto è più della somma delle singole parti" B.Pascal


Allora...per quanto riguarda la malacologia ho usato Malacofauna pliocenica Toscana vol. 1-3-6 dove si trovano molte annotazioni interessanti sui molluschi di Orciano e non solo.
Le descrizioni le ho fatte io aiutandomi con le suddette pubblicazioni.
Inoltre ho usano la pubblicazione 'Ritorno al passato' che parla prevalentemente dei Monti pisani e dei vertebrati di Orciano.
Ciao
Emilio

Modificato da - emilio fossili in data 01 luglio 2009 21:30:02
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emilio fossili
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Inserito il - 04 luglio 2009 : 15:45:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
I VERTEBRATI

I colli Pisani, da Terricciola a Volterra, sono ricchissimi di fossili di vertebrati marini.
Dalle argille Piacenziane di Peccioli, Orciano e Volterra sono riemersi i resti di delfini, pesci, foche, squali e di una balena.
Ecco nel dettaglio i resti fossili più importanti:

PLIOPHOCA ETRUSCA

Questa foca, antenata dell'attuale foca monaca che, pur essendo estremamente rara, vive ancora nel Mediterraneo centrale, è stata rinvenuta solamente nelle zone di Orciano e di Volterra.
Da Orciano, viene lo scheletri più completo che si abbia di questa rarissima specie.
Questo reperto, conservato nel museo di storia naturale dell'università di Pisa, ha un grandissimo valore scientifico in quanto si tratta del fossile di pinnipede più completo mai rinvenuto in Europa.

Nella foto: cranio di Pliophoca etrusca, Orciano.


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Modificato da - Lucabio in data 06 luglio 2009 14:48:34
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Inserito il - 04 luglio 2009 : 17:06:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
HEMYSINTRACHELUS PISANUS

Questo grosso delfino è stato ninvenuto solo nelle argille di Orciano, anche se altri odontoceti simili all'Emysyntrachelus pisanus erano abbastanza diffusi e comuni nel Mediterraneo.
Il delfino in questione era lungo 5 metri e si cibava di grossi pesci e calamari.
Questa specie però era nettamente diversa dagli attuali tursiopi, dai quali differiva non solo per le dimensioni ma anche per il muso più corto e per la maggior robustezza dei denti.

Nelle foto: Cranio e mandibola di Hemisyntrachelus pisanus, Orciano e ricostruzione di quest'ultimo.



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Modificato da - Lucabio in data 06 luglio 2009 14:49:57
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Inserito il - 04 luglio 2009 : 18:25:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
IL MEGALODON DI CASA NOSTRA, OVVERO IL MAKO GIGANTE

(Simone lo conosce bene )

Isurus hastalis

Questo grosso squalo poteva raggiungere e superare i 6 metri di lunghezza e probabilmente è stato il più terribile predatore mai vissuto nel Mediterraneo.
Il Mako gigante è l'antenato del Mako attuali (Isurus oxyrichus) dal quale differiva per le maggiori dimensioni.
Come dimostrano le tracce lasciate dai denti dell' Isurus hastalis sull'ulna di una balenottera rinvenuta a Orciano e i molti denti trovati intorno a un'altra belena fossile scoperta a Montalcino questo squalo attaccava anche prede di grandi dimensioni come le balene, o comunque si cibavano delle carcasse di queste ultime.
I denti fossili di Mako gigante sono relativamente comuni in molte località d'Italia (in Toscana si rinvengono nelle crete senesi, a Orciano o anche a Peccioli, in Puglia, ecc. ecc.) e testimoniano la grande diffusione di questo squalo.
Isurus hastalis comparve nell'Oligocene per poi scomparire alla fine del pliocene.
I suoi denti sono certamente i più grandi denti di squalo rinvenibili in Toscana.

Nelle foto: dente e ricostruzione di Isurus hastalis.



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Modificato da - Lucabio in data 06 luglio 2009 14:50:48
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Inserito il - 04 luglio 2009 : 18:58:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
IL DENTICE DI MUNSTER (Dentex munsteri)

Molte erano le specie di pesci che popolavano i colli pisani 3 miliobi di anni fa; fra queste spiccava il Dentice di munster, antenato del Dentice comune attualmente vivente nel Mediterraneo.
Anche l'habitat e le abitudini di questo pesce sono molto simili a quelle dei dentici attuali; viveva vicino al fondale e si butriva di pesci, molluschi e cefalopodi.
Il Dentex munsteri ha lasciato su molti molluschi le tracce dei suoi robusti denti.
Questa specie viveva in acque generalmente poco profonde e misurava circa un metro di lunghezza; questa caratterestica lo differenziava dai più piccoli dentici attuali.
Gli esemplari giovani erano gragari, gli adulti erano invece più solitari.

Nelle immagini: Premascellare e dentale di Dentex munsteri trovato presso Volterra.
Ricostruzione di un Dentice di Munster.



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Modificato da - Lucabio in data 06 luglio 2009 14:51:39
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Inserito il - 04 luglio 2009 : 22:34:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
LA BALENA DI ORCIANO

I cetacei fossili, in particolare i misticeti, sono relativamente comuni in toscana, e molti sono stati i fossili di balenidi rinvenuti anche pochissimi anni fa.
Ma alcuni di questi ritrovamenti sono di gran lunga più importanti di altri: basti pensare alla balena di Castelfiorentino scoperta nel 1998, il cui scheletro è il più completo d'Europa e che risulterebbe una nuova specie appartenente a un genere fino ad oggi sconosciuto.
Uno dei ritrovamenti che si possono considerare più importanti è avvenuto a Orciano; nel 2007 fu trovato e recuperato in soli 3 mesi lo scheletro di una balenottera lunga circa 7 metri, di grandissimo valore scientifico per il suo ottimo stato di conservazione (ha ancora le ossa in connessione anatomica).
Inoltre, intorno alla balena scavata da un gruppo di studenti e ricercatori dell'università di Firenze, sono stati rinvenuti pesci, molluschi e denti di squalo.
Gli squali infatti si nutrirono della carcassa della balena e nello sbranarla persero molti denti ( alcune specie di squali perdono finpo a 1000 denti in un anno, che poi vengono velocemente rimpiazzati).
Questa scoperta quindi non è stata solo utile allo studio dei balenidi fossili, ma anche alle faune di squali, pesci e molluschi che popolavano quell'angolo di mare pliocenico.
La balena di Orciano ha 4 milioni di anni.
Dopo il restauro verrà esposta nel museo di paleontologia dell'università di Firenze.

Vedere qui per delle immagini.
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