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lucio
Utente Senior

Città: Cagliari

Regione: Sardegna


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Inserito il - 07 giugno 2009 : 21:39:57 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao a tutti!
Vorrei chiarire finalmente un dubbio che nn riesco a levarmi: esiste ancora il daino sardo?
Mi spiego meglio.
Il daino si è estinto in sardegna negli anni 60, è stato reimportato da diverse località, una è l'oasi di San Rossore (?)nella quale pare fossero stati immessi ai primi del 900 dei daini catturati in Sardegna, prima che si estinguessero.
A qualcuno risulta che sia vero? Se così fosse, tireremo un grande sospiro di sollievo, perchè seppure magari non pura, la varietà sarda non è estinta!


L.C.


Non sei tu, ma è la terra che ti sceglie (F. De Andrè)

Modificato da - Flavior in Data 05 ottobre 2010 23:40:50

Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


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Flora e Fauna

Inserito il - 07 giugno 2009 : 22:28:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Lucio,
credo che per la popolazione di daino della Sardegna si debba purtroppo parlare in ogni caso di estinzione, in quanto le caratteristiche peculiari di quella popolazione erano prettamente diversificazioni somatiche, probabilmente di carattere adattativo (un po' come il nanismo della popolazione presente nell'isola di Rodi) ... che si saranno quindi comunque modificate di nuovo una volta che la specie sia stata introdotta in altri luoghi. Non conosco ... e non ti so quindi dire di più ... la situazione delle introduzioni e reintroduzioni "incrociate" fra Sardena e San Rossore, ... devi però considerare che sia gli individui introdotti a San Rossore, sia quelli introdotti di recente in Sardegna .... non essendo di provenienza "unica" hanno comunque subito un rimescolamento (non credo si possa parlare di inquinamento) genetico.
Ti posto una serie di piccoli "trafiletti" sul daino che ho tratto (e parzialmente riassunto) da "Pedrotti L., E. Duprè, D. Preatoni, S. Toso, 2001 – Banca Dati Ungulati: status, distribuzione, consistenza, gestione, prelievo venatorio e potenzialità delle popolazioni di Ungulati in Italia. Biol. Cons. Fauna, 109: 1-132."
Sarebbero servite alcune cartine .... magari le riposterò più complete nella discussione sul daino:
Distribuzione Europea

L’areale originario di Dama dama viene posizionato nella porzione più orientale del bacino del Mediterraneo. La specie presenta attualmente una distribuzione quasi completamente artificiale. L’unica popolazione residua originale è, con tutta probabilità, quella di Dùzler in Turchia (Parco Nazionale di Termessos) vicino ad Antalya. Il daino è comune in molte aree dell’Europa occidentale ed è particolarmente abbondante in Inghilterra. Molte di queste popolazioni hanno avuto origine da nuclei provenienti da tenute aristocratiche dove i daini erano mantenuti per motivi ornamentali e venatori. Altre popolazioni hanno avuto origine da individui fuggiti da allevamenti. Di particolare interesse storico è la popolazione di questo Cervide presente a Rodi, caratterizzata da nanismo insulare, e quella, ora estinta, della Sardegna, frutto di introduzioni avvenute in tempi remoti.


Distribuzione Italiana

Il daino è attualmente presente in 47 province su 103 (46%). La sua distribuzione è frutto di introduzioni operate dall’uomo in epoche diverse ed appare pertanto estremamente frammentata in tutto il suo areale e caratterizzata dalla presenza di numerose popolazioni tra loro completamente isolate. In 34 province (33%) questo cervide è presente con piccoli nuclei sparsi di consistenza complessiva scarsa o non quantificata; in 13 di esse (13%) la consistenza dei nuclei presenti è superiore ai 300 individui. L’areale attualmente occupato si estende complessivamente per circa 5.000 Km e interessa soprattutto la Toscana, l’Appennino settentrionale sino alla provincia di Pesaro e l’area posta tra la provincia di Alessandria e l’Appennino ligure.


Origine delle popolazioni Italiane

Allo stato attuale delle conoscenze la specie deve essere considerata un’entità alloctona per il territorio italiano. L’origine delle popolazioni italiane è sconosciuta. Molti Autori hanno in passato ritenuto che il Genere si sia estinto in Europa occidentale durante la glaciazione Wùrmiana e che la specie fosse stata introdotta in epoca storica. Recenti ricerche archeozoologiche hanno tuttavia mostrato che le prime introduzioni sono state effettuate nel periodo Neolitico. Inoltre, alcuni graffiti rupestri provenienti da Lazio, Puglia e Sicilia suggeriscono la permanenza di popolazioni residue durante il periodo Tardo Glaciale. La presenta di popolazioni di daino in Italia durante il periodo romano non è documentata, mentre la specie era sicuramente presente nel Medioevo. Le popolazioni italiane più antiche potrebbero essere quelle di Castelporziano (documentata dall’XI secolo) e San Rossore (nota dal XIV secolo). Recenti analisi genetiche hanno mostrato un elevato grado di polimorfismo genetico della popolazione di Castelporziano, che potrebbe confermare una sua maggiore antichità.


Sperando di non aver esagerato ..... un saluto a te e alla splendida (immagino) Sardegna
Ciaoo.

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Modificato da - Luciano54 in data 07 giugno 2009 22:29:09
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lucio
Utente Senior

Città: Cagliari

Regione: Sardegna


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Inserito il - 09 giugno 2009 : 10:43:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
credo che per la popolazione di daino della Sardegna si debba purtroppo parlare in ogni caso di estinzione, in quanto le caratteristiche peculiari di quella popolazione erano prettamente diversificazioni somatiche, probabilmente di carattere adattativo (un po' come il nanismo della popolazione presente nell'isola di Rodi) ... che si saranno quindi comunque modificate di nuovo una volta che la specie sia stata introdotta in altri luoghi.

Ciao, Luciano
Ti ringrazio dei chiarimenti, ma il dubbio permane
1) Perchè la immissione del daino sardo a S Rossore dovrebbe risalire a non più di 100 anni fa, tempo molto limitato perchè si possano essere modificate le caratteristiche genetiche peculiari. A meno che non abbia preso il sopravvento qualche varietà di daino ivi preesistente.
Penso che conti molto anche il numero in percentuale delle varietà degli animali presenti.
2)Ci sarà da qualche parte la possibilità di risalire a una documentazione?
Chi sa, parli, vogliamo ancora sperare!

L.C.


Non sei tu, ma è la terra che ti sceglie (F. De Andrè)
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lucio
Utente Senior

Città: Cagliari

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Inserito il - 10 giugno 2009 : 13:27:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non c'è altro da dire?

L.C.


Non sei tu, ma è la terra che ti sceglie (F. De Andrè)
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Fitz
Utente Senior


Città: Carbonia
Prov.: Carbonia Iglesias

Regione: Sardegna


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Inserito il - 10 giugno 2009 : 16:50:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In Sardegna il daino si trova, grazie a reintroduzioni effettuate dagli anni '80, in diversi aree delle foreste demaniali isolane. L'immissione è stata possibile grazie al fatto che diversi esemplari sardi furono catturati ed introdotti nella penisola a scopo venatorio.
Possono essere visti facilmente anche nell'oasi WWF di Monte Arcosu.

A si biri da Fitz

Gli alberi sono le colonne del mondo, quando tutti gli alberi saranno tagliati il cielo cadrà sopra di noi (proverbio indio)
daino sardo sì, daino sardo no
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La Natura del sud-ovest sardo
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lucio
Utente Senior

Città: Cagliari

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Inserito il - 10 giugno 2009 : 18:08:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao, Fitz
Il tuo messaggio mi è molto gradito.
Ma non basta per sfatare finalmente il dato ufficiale approvato da tutti gli studiosi o quasi, cioè che il daino sardo non esiste più. Servono documentazioni.
Anche perchè sui daini importati si sente di tutto.
Per esempio, che quelli di San Rossore sono autoctoni e non sardi.
O che quelli immessi sul Marganai (Iglesias) provengono dall'Africa Settentrionale.
Possibile che non si trovi uno straccio di documentazione?

L.C.


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lucio
Utente Senior

Città: Cagliari

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Inserito il - 13 giugno 2009 : 10:56:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Possibile che non si trovi uno straccio di documentazione?



Quoto e riquoto, qualcuno si farà pure avanti!


L.C.


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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


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Flora e Fauna

Inserito il - 13 giugno 2009 : 14:03:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di lucio:
... Quoto e riquoto, qualcuno si farà pure avanti! ....


Secondo me nessuno si fa avanti perché non c'è molto altro da dire ;
Una volta documentata la maggior "anzianità" della popolazione di San Rossore rispetto a quella Sarda ...

Messaggio originario di Luciano54:
.... Le popolazioni italiane più antiche potrebbero essere quelle di Castelporziano (documentata dall’XI secolo) e San Rossore (nota dal XIV secolo). Recenti analisi genetiche hanno mostrato un elevato grado di polimorfismo genetico della popolazione di Castelporziano, che potrebbe confermare una sua maggiore antichità. ....


... è ovvio che anche qualora a San Rossore fossero stati immessi daini provenienti dalla Sardegna, ... c'era sicuramente una preesistente popolazione ... la cui entità (ai fini di rimescolamenti genetici) ... è assolutamente ininfluente, ... penso basti la presenza di un solo individuo di ceppo genetico diverso ... per non avere più la garanzia che non ci sia stato "inquinamento genetico".

Ti chiedo anche ....... perchè la popolazione della Sardegna dovrebbe avere caratteristiche così diverse da quelle di altri ambiti in cui è avvenuta l'introduzioni in periodi analoghi, ... da considerarla una popolazione "diversa"? Dovremmo allora parlare anche di daino toscano .... daino emiliano-romagnolo, .... ecc.
Ciao.



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lucio
Utente Senior

Città: Cagliari

Regione: Sardegna


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Inserito il - 14 giugno 2009 : 14:52:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ti chiedo anche ....... perchè la popolazione della Sardegna dovrebbe avere caratteristiche così diverse da quelle di altri ambiti in cui è avvenuta l'introduzioni in periodi analoghi, ... da considerarla una popolazione "diversa"? Dovremmo allora parlare anche di daino toscano .... daino emiliano-romagnolo, .... ecc.


Ciao, Luciano.
é la stessa cosa che mi chiedo io, da appassionato d'ambiente, non certo da genetista.
Non so a quando risale l'introduzione del daino in Emilia o in Toscana, so che per quello sardo la fanno risalire ai fenici. E quasi tremila anni penso siano sufficienti per determinare modifiche genetiche rilevanti in una specie che non ha avuto probabilmente altre immissioni. é la stessa questione del cavallino selvaggio delle Giare, che pare sia stato introdotto anch'esso dai Fenici e che, senza dubbio, ha acquisito delle specificità rilevanti. Anni addietro vidi al museo di Scienze Naturali di Genova un autentico daino sardo imbalsamato. Inutile dirti che non ero e non sarei certo in grado di rilevarne le differenze. Ma un esperto, forse sì, e, probabilmente, ancor più un biologo, con delle analisi del dna.
Ciao, a presto

L.C.


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Modificato da - lucio in data 14 giugno 2009 15:05:53
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lucio
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Inserito il - 14 giugno 2009 : 15:26:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Effettuando una ricerca su internet, ho trovato un sito di Ecologia Genetica dizab.uniss.it/Apollonio/attiv/genetica/genetica.htm e un articolo sul daino di San Rossore, che confermerebbe le origini prettamente sarde di esso:


Storia della popolazione dei daini

La regione di origine dei daini della Tenuta è sicuramente la Sardegna, dove fino alla metà del secolo scorso era presente una consistente popolazione. In passato, inoltre, il daino è stato spesso usato come merce di scambio. Nel “Breve Gabellarium porte Degathie de Maris”, del 1362, viene infatti riportato che su ogni centinaio di daini che venivano introdotti in Pisa attraverso la Porta a Mare, gravava una gabella di 5 libbre. L’introduzione iniziale è comunque sicuramente riconducibile a scopi venatori. Sotto il regno di Vittorio Emanuele II, appassionato cacciatore, la popolazione di daino arrivò all’impressionante numero di 7000 capi, con l’aggiunta di cervi ed antilopi. Il risultato di un tale soprannumero fu la morte, in un solo anno, di ben 2000 daini, e a ciò si aggiunse un diffuso degrado vegetazionale dovuto all’eccessivo sfruttamento delle risorse trofiche. In seguito a questo episodio, il numero di capi fu ridotto a non più di 3000; con Umberto I la consistenza fu diminuita ulteriormente scendendo a 250 capi, e contemporaneamente furono eliminati i cervi e le antilopi.

Alla fine degli anni ’60, il numero dei daini aumentò di nuovo fino a circa 7000 individui, arrecando ulteriori danni alla vegetazione. Per ovviare a questo problema, dal 1983 i daini della Tenuta vengono monitorati annualmente attraverso la realizzazione di censimenti e successivamente controllati con l’applicazione di idonei piani di prelievo. La gestione di questa specie, ideata dal prof. M. Apollonio e realizzata dal corpo delle Guardie della Tenuta, è finalizzata al controllo numerico della popolazione in modo da mantenere la sua densità ad un livello sostenibile e compatibile con le caratteristiche ecologiche dell’area. Le catture vengono effettuate nei mesi invernali, quando i piccoli sono ormai autosufficienti e il periodo riproduttivo è finito.



L.C.


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lucio
Utente Senior

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Inserito il - 16 giugno 2009 : 14:17:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Attendiamo con trepidazione altre notizie. O... si sono estinte anch'esse?

L.C.


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