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 Chilostoma cingulatum - Appennino reggiano
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vill
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Inserito il - 23 maggio 2009 : 11:25:27 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao,
invio le foto del Chilostoma cingulatum presente nell'appennino reggiano, la specie è diffusa in modo puntiforme e non è abbondante. Attualmente è presente in due sole località a quote di 900/1200m., in letteratura ho trovato indicazioni su Picaglia 1892 (vedi pagine allegate), una nota della checklist dove dice che i Chilostoma emiliani non sono stati inquadrati.
Questi si avvicinano a C. apuanum, ma sono più piccoli ed hanno la spira più piatta.
Le dimensioni dell'esemplare fotografato dia. 25mm.,h 9mm.

Immagine:
Chilostoma cingulatum - Appennino reggiano
128,38 KB


Immagine:
Chilostoma cingulatum - Appennino reggiano
278,85 KB

Viller

Modificato da - Fabiomax in Data 31 maggio 2009 23:21:33

Subpoto
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Inserito il - 23 maggio 2009 : 11:36:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Fortunatamente queste popolazioni non sono state catalogate con l'ennesimo nome fantasioso.
L'Appennino è pieno di popolazioni isolate di questa specie,alcune hanno un nome ed altre no,dai caratteri morfologici ed anatomici non sono distinguibili una dall'altra.
Solo con una capillare revisione genetica si potrà fare un po' di luce sulle relazioni esistenti tra le varie popolazioni di Chilostoma cingulata.
La segnalazione nell'appennino reggiano comunque è molto importante,se non sbaglio non dovrebbe essere calcareo.
Se vill ce lo conferma potrebbe essere una spiegazione di come questa specie ha colonizzato anche zone più meridionali in assenza di continuità di rocce calcaree.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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vill
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Inserito il - 23 maggio 2009 : 15:30:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Sandro,
l'appennino reggiano presenta vaste zone di rocce arenarie, calcaree, gessi messiniani e triassici, quest'ultimi inseriti nel parco nazionale appennino tosco emiliano. Gli esemplari in oggetto li ho trovati in zone dove la presenza di rocce calcaree è costituita da grosse bancate isolate contornate da marne incoerenti, dove è presente in modo cospicuo anche C. planospira.
NOTA: nel post precedente ho dimenticato di indicare che il colore del mollusco e grigio scuro/nero.
Viller
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 26 novembre 2009 : 14:35:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi spiace dare una delusione a Subpoto, ma par di capire che Cianfanelli le considera anconae, "sottospecie" che a differenza della altre "colonizza ... affioramenti di roccia arenaria". Ciao,

fern
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Subpoto
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Inserito il - 26 novembre 2009 : 15:33:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nessun problema,la sottospecie è stata regolarmente descritta.
Costituendo C. cingulatum tutte popolazioni isolate, anche se a breve distanza, ognuna un po' diversa in qualche carattere, potremmo istituire una sottospecie per ogni popolazione.
A questo punto la domanda è: ciò ha un senso finché non conosciamo la reale diversità tra queste popolazioni?
Unico risultato che si potrebbe ottenere è quello di rendere incomprensibile la sistematica.



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Sandro
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 30 novembre 2009 : 18:12:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho controllato il K.L.Pfeiffer (su cui si basa sostanzialmente la checklist) ed ho scoperto che anche lui considera anconae le forme dell'Appennino Reggiano e Modenese, di cui e' a conoscenza. Perche' per la checklist non sono inquadrate a livello sottospecifico? Forse perche' Pfeiffer la butta li' senza molta convinzione "non sono poi cosi' lontane dalla anconae topotipica per cui le si puo' raggruppare sotto lo stesso nome" (rendo a memoria). Il problema e' che l'autore dichiara di non aver potuto cercare sul campo le forme appenniniche e si basa solo su letteratura ed esemplari del museo Senckenberg, peraltro ben fornito.
fern
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Subpoto
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Inserito il - 30 novembre 2009 : 18:28:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Abbiamo visto abbondantemente in queste specie poco mobili che ogni popolazione è diversa dall'altra per qualche particolare,quello che ci sfugge è la reale diversità tra una popolazione e l'altra.
Essendoci una separazione reale tra una popolazione e l'altra si potrebbe istituire una sottospecie per ogni popolazione, ma questo ci aiuterebbe a chiarire i problemi?



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Sandro
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 30 novembre 2009 : 20:46:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Checche' se ne dica, gli esemplari mostrati da Vill mi sembrano molto simili alla anconae topotipica, sia nelle foto del Pfeiffer che in
questo bel post. Nella suddivisione di K.L.Pfeiffer, carrarense raggruppa tutte le forme delle Alpi Apuane e anconae le forme della cresta centro-settentrionale dell'Appennino. A naso non mi sembra un atteggiamento divisionista e non capisco il discorso sulla sottospecie per ogni monte: al contrario, rispondendo alla domanda
ma questo ci aiuterebbe a chiarire i problemi?
direi che questo schema offre un quadro d'insieme a mio parere interessante, per quanto forse (probabilmente) contestabile su molti particolari.
fern
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vill
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Inserito il - 01 dicembre 2009 : 11:48:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao,

ho scritto a Cianfanelli, speriamo che risponda.

Viller
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Subpoto
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Inserito il - 01 dicembre 2009 : 16:10:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Rispondendo a fern cercherò di chiarire la situazione di Chilostoma cingulatum in Appennino.
Le sottospecie descritte non hanno nessun senso logico,per questo ho sempre sostenuto che una sottospecie dovrebbe essere collegata ad un areale definito.
Chilostoma (Chilostoma) cingulatum philippii (Kobelt, 1905) è segnalato su un'area piuttosto ampia, dal Matese(CB)-(CE),Gole di Celano(AQ) Monti Reatini(RI) Gualdo Tadino(PG),al'interno dell'areale di questa sottospecie troviamo Chilostoma (Chilostoma) cingulatum nicatis (Costa, 1836) sulla Maiella (TE), Chilostoma (Chilostoma) cingulatum infernale (Hesse, 1931) (AP) ed infine poco più a nord Chilostoma (Chilostoma) cingulatum sentinense (Piersanti, 1933) (AN),risalendo ancora troviamo le forme riferibili a Chilostoma (Chilostoma) cingulatum anconae (Gentiluomo, 1868).
Inermezzate a queste popolazioni ve ne sono molte altre non segnalate e senza nome ognuna diversa per piccole caratteristiche dalle altre.
Il quadro che appare è che all'interno di philippii appaiono delle enclavi (nicatis e infernale) ed una popolazione subito sulla continuazione dei calcari di Gualdo Tadino(sentinense).
Questo ampia introduzione per chiarire la situazione geografica della specie che nelle varie località non presenta differenze tali da poter essere divisi se per disavventura gli esemplari si mischiano.
Più a nord separati da un tratto di Appennino acalcareo compaiono le forme di cui stiamo discutendo attribuibili a Chilostoma (Chilostoma) cingulatum anconae (Gentiluomo, 1868).
Non sono contrario alle sottospecie per principio ma solamente a quelle vaghe in cui non sono chiari i caratteri distintivi e la distribuzione,penso che l'ICZN dovrebbe inserire delle norme più restrittive per la descrizione delle sottospecie.





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Sandro
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 02 dicembre 2009 : 20:10:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie per le spiegazioni. Non conoscendo la zona la mia unica guida e' il lavoro del Pfeiffer (1951) pur sempre alla base della checklist per questo gruppo. Sono andato a leggermi come l'autore distingue queste "sottospecie" e dopo la faticaccia mi permetto di riassumere quel che ho capito:
fra nicatis e philippii le differenze conchigliari sono piccole (direi minime, ma per lui importanti) le differenze maggiori sono pero' nell'apparato genitale (ma 1 su 3 popolazioni di philippii indagate non quadra) e nella conformazione della radula.
infernale si distinguerebbe da nicatis soltanto per l'apparato genitale. Gli studi anatomici sono quelli di Hesse.
In questo quadro mi sembrava che anconae rappresentasse un caso particolarmente chiaro: abbastanza caratterizzata come conchiglia e con areale ragionevolmente definito.
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