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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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Alberto Gozzi
Moderatore
Città: Trento
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
26175 Messaggi Tutti i Forum |
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Alberto Gozzi
Moderatore
Città: Trento
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
26175 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 dicembre 2005 : 19:09:27
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2 dia
Onobrychis arenaria: 189,4 KB
alberto tn 1 |
Modificato da - Phobos in data 04 gennaio 2006 20:21:41 |
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Alberto Gozzi
Moderatore
Città: Trento
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
26175 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 dicembre 2005 : 19:11:05
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3 dia ed ultima
un saluto.....................alberto
Onobrychis arenaria: 175,22 KB
alberto tn 1 |
Modificato da - Phobos in data 04 gennaio 2006 20:22:11 |
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Stefania
Utente Senior
Città: Rovereto
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
2807 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 dicembre 2005 : 19:20:27
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se non sbaglio è la Onobrychis viciifolia, una bella leguminosa foraggera, chiamata comunemente Lupinella, ottima per fare miele.. ciao Stefania
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EffeCi
Utente Senior
Città: Milano
Prov.: Milano
Regione: Lombardia
2668 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 dicembre 2005 : 19:23:59
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viciaefolia.... Comunque è lei...
-------------------------------------- Dubito, ergo sum.
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bruno
Utente Senior
Città: Rovereto
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
1130 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 dicembre 2005 : 20:31:06
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Sui miei libri è indifferente. Sia Viciifolia che Viciaefolia
Bruno |
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Phobos
Utente Super
Città: Cellatica
Prov.: Brescia
Regione: Lombardia
7290 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 04 dicembre 2005 : 11:18:59
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Ciao a tutti.
Io invece, dal colore rosato con venature rosse della corolla, opterei più per l' Onobrychis arenaria, poichè, se non ricordo male, l' Onobrychis viciifolia dovrebbe avere le corolle rosse. E' un peccato che non ci siano altri elementi come ad esempio l'ambiente di crescita, però, se è stata fotografata in Trentino, direi Onobrychis arenaria subsp. arenaria.
Un ciao da phobos. |
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Stefania
Utente Senior
Città: Rovereto
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
2807 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 05 dicembre 2005 : 09:24:53
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eilà,buon giorno! l'unico mio testo che riporta l'O. arenaria sembra essere il Dalla Fior. Avete qualche immagine da postare, così la si può confrontare? pochissime le foto in internet (almeno dall'archivio immagini di google).
grazie Ciao Stefania |
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Phobos
Utente Super
Città: Cellatica
Prov.: Brescia
Regione: Lombardia
7290 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 dicembre 2005 : 22:11:04
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Ciao Stefania.
Io purtroppo non ne ho. Dovrò aspettare la primavera. Ma cosa dice il Dalla Fior riguardo al colore delle due specie in discussione o ad altri caratteri distintivi e visibili purtroppo solo dalle immagini?
Un ciao da phobos. |
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Haplophyllum
Utente Junior
Città: Padova
Prov.: Padova
Regione: Veneto
64 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 07 dicembre 2005 : 13:25:46
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Carissimi, riguardo alla Onobrychis in questione opterei anche io per la arenaria:
habitus xeromorfo; racemi non piramidali (tipico della viciifolia) ma lineari: corolla di colore pallido biancastro, con venature purpuree: venature molto accentuate sulla corolla.
Onobrychis arenaria (Kit.) DC [subsp. arenaria ?]
Per avere la certezza quasi assoluta, bisognerebbe misurare la lunghezza dei peli sul calice: 0.6-0.9 mm = O. viciifolia 0.3-0.4 mm = O. arenaria
Saluti, Haplophyllum.
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 08 dicembre 2005 : 10:17:25
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Intervengo un po' in ritardo per dare un caloroso benvenuto al forum a Corrado, Sarah
L'uomo non ha tessuto la trama della vita, è solo un filo. Qualunque cosa faccia alla trama, lo fa a se stesso. (Ted Perry, 1972). Lynkos - attraverso altri occhi. |
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Stefania
Utente Senior
Città: Rovereto
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
2807 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 08 dicembre 2005 : 21:01:38
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Ciao a tutti e benvenuto a Corrado. Si è probabile che si tratti della O. arenaria, considerando anche ciò che dice il Dalla Fior.
1. O. arenaria = infiorescenza spiciforme, già prima della fioritura allungato e sottile; fiori rosa pallido, ciascuno all'ascella di una brattea molto più breve del calice....
2. O viciaefolia infiorescenza prima della fioritura ovale e grossa, corolla rosea venata di scuro, carena lunga quanto il vessillo.
Cosa ne dite di questo esemplare? io dalla forma dell'infiorescenza a questo punto continuerei a dire viciifolia.
Onobrychis arenaria:
alla prossima
Stefania |
Modificato da - Phobos in data 04 gennaio 2006 20:23:35 |
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Alberto Gozzi
Moderatore
Città: Trento
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
26175 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 08 dicembre 2005 : 23:00:53
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...non so quale sia delle due...
...so solo che è stupenda...
complimenti,Stefania....................alberto
alberto tn 1 |
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Phobos
Utente Super
Città: Cellatica
Prov.: Brescia
Regione: Lombardia
7290 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 08 dicembre 2005 : 23:05:08
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Ciao a tutti.
Un benvenuto nel Forum a Haplophyllum anche da parte mia. ... e complimenti a Stefania per la sua favolosa immagine.
Un ciao da phobos. |
Modificato da - Phobos in data 08 dicembre 2005 23:07:52 |
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Alberto Gozzi
Moderatore
Città: Trento
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
26175 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 08 dicembre 2005 : 23:17:56
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...mi scuso per il ritardo...
benvenuto,Corrado nel Forum......
...e per chi non lo sa,come me del resto...
Link
ciao a tutti..................alberto
alberto tn 1 |
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Stefania
Utente Senior
Città: Rovereto
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
2807 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 09 dicembre 2005 : 08:53:14
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.. TROOOOOOPPO BUONI!!
Stefania |
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Haplophyllum
Utente Junior
Città: Padova
Prov.: Padova
Regione: Veneto
64 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 09 dicembre 2005 : 21:55:10
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E bravi... mi avete scoperto! Haplophyllum patavinum (= Ruta patavina) = Ruta padovana, è una pianta che studio (assieme ad altri amici) ormai da 15 anni qui sui colli Euganei, vicino Padova. Vi assicuro, è una specie davvero interessante, meritevole di salvaguardia in quanto presente, in Italia, esclusivamente sugli affioramenti calcarei della parte mesidionale degli Euganei. Sarebbe davvero un peccato perderla! Vi posto, per complete informazioni, l'articolo sulla Ruta padovana che il nostro gruppo ha presentato a Roma al 100° Congresso della Soc. Botanica Italiana, frutto di questi anni di studio.
Morfologia, fenologia e distribuzione di Haplophyllum patavinum (L.) G. Don fil. sui Colli Euganei.
Haplophyllum patavinum (L.) G. Don fil., (ruta padovana), specie endemica balcanica, ha una distribuzione discontinua con un ampio areale illirico che si estende dall’Albania nord-orientale alla Slovenia sud-occidentale e stazioni puntiformi relitte disgiunte nella Romania sud-occidentale e sui Colli Euganei, nel territorio padovano, dove fu per la prima volta osservata nel giugno 1722 da P.A. Micheli e G.G. Zannichelli: MICHELI chiamò questa nuova specie “Pseudo-ruta patavina” e in seguito Linneo basò la sua specie Ruta patavina sulla descrizione di Micheli.
E’ una pianta erbacea perenne, con rizomi sottili, a decorso più o meno orizzontale, dal quale originano fusticini paralleli; i fiori sono gialli, pentameri, riuniti in corimbo; le foglie sono lineari-lanceolate, semplici, bisette e trisette. Nelle stazioni euganee è spesso sterile e la sua moltiplicazione è abitualmente vegetativa, con formazione di radici e nuovi fusti a partire dal rizoma sotterraneo.
Per forma biologica la ruta padovana è ascritta alle camefite reptanti, dato che la ripresa vegetativa avviene con lo sviluppo di nuove gemme alla fine dell’inverno alla base dei fusti disseccati; tuttavia nelle stazioni più esposte si comporta come geofita rizomatosa, perdendo completamente il fusto ed emettendo nuovi fusticini dal rizoma sotterraneo. Nelle stazioni più riparate invece può mantenere vitale durante l’inverno il caule, che in primavera sviluppa nuove foglie all’apice.
Negli ultimi anni la pianta è stata seguita dal punto di vista sia morfologico che fenologico in alcune stazioni euganee. Si sono così rilevate delle particolarità rispetto alle precedenti diagnosi della specie. Si è notato che le dimensioni dei fusti possono essere minori o maggiori delle dimensioni riportate in letteratura (10-30 cm); questa variabilità appare legata al microambiente della pianta, dato che le dimensioni maggiori (fino a 43 cm) sono state riscontrate nelle zone a più intensa copertura erbosa, le minori (4-5 cm) nelle zone più esposte. Anche il tipo e la distribuzione delle foglie variano sia rispetto alle precedenti descrizioni, sia da stazione a stazione: la distribuzione classica, con foglie intere alla base e foglie tripartite all’apice del fusto, si rinviene, con qualche eccezione, solo sui fusti fioriferi delle varie stazioni; i fusti non fioriferi presentano invece una distribuzione molto più irregolare delle foglie, rappresentate per la maggior parte da foglie intere (le tripartite sono talora del tutto assenti). Le foglie bipartite, citate per la prima volta da DOLCHER, che le definisce rare, possono essere numerose, talora più delle tripartite, soprattutto nei fusti non fioriferi. Non è inoltre infrequente la presenza di rametti laterali, il cui sviluppo può essere precoce, e in questo caso spesso legato ala presenza di cicatrici apicali, o tardivo, dopo la fioritura; questi rametti laterali, talora anche molto numerosi, possono portare un’infiorescenza. Il monitoraggio della fenologia della pianta in alcune stazioni ha permesso di evidenziare alcuni aspetti interessanti.. La ripresa vegetativa, con lo sviluppo di nuove gemme, avviene fra fine febbraio e fine marzo; il periodo varia di anno in anno, in rapporto alle condizioni climatiche, e nelle varie stazioni, avvenendo precocemente nelle zone più riparate, a maggior copertura erbosa. Nelle stazioni più ricche si assiste inoltre alla crescita di nuovi fusticini anche nel corso della tarda primavera e dell’estate, oltre che alla formazione di nuove gemme anche sui fusti già sviluppati, con sviluppo di foglioline e rametti ascellari o di gemme basali. L’antesi inizia intorno a metà maggio, con alcune differenze da stazione a stazione. Nelle stazioni più ricche si verifica un protrarsi di sporadiche foriture, sia pure in un numero ridotto di individui, anche nel corso dell’estate (e in casi isolati anche in autunno); sono soprattutto i rametti laterali, formatisi più tardivamente, che fioriscono successivamente. Anche la maturazione e la deiscenza dei frutti presentano delle asincronie, più evidenti nell’ambito delle stazioni più estese, dove accanto a frutti all’inizio della maturazione si riscontrano capsule già mature e deiscenti. La completa maturazione e la schiusura dei frutti si verificano tuttavia in un numero ridotto di individui.
La frequente sterilità e le esigenze edafiche ed ambientali della pianta ne condizionano la localizzazione e la sopravvivenza sui Colli Euganei. Si tratta infatti di pianta termofila e calcicola, che si rinviene solo nella zona meridionale calcarea della regione collinare e si comporta come specie pioniera, insediandosi su terreni smossi, superficiali e colonizzando pendii sassosi spogli, vigneti e oliveti abbandonati, margini di strade in costruzione; lo sviluppo della vegetazione porta al suo deperimento e infine alla sua scomparsa, benché possa ricomparire nei pressi o in zone più distanti anche dopo molto tempo. Se da un lato questo spostarsi e riapparire in luoghi nuovi della pianta può indicare una capacità di adattamento favorevole alla sua sopravvivenza, d’altro lato la necessità di una continua azione di disturbo che preservi il suolo aperto che le è necessario può rappresentare anche uno svantaggio, quando questa sia legata ad attività antropiche. Non a caso le cenosi più prospere si rinvengono in zone incolte, aperte, sassose, dove il ruscellamento delle acque meteoriche sembra essere il principale fattore che smuove il terreno e impedisce lo sviluppo di altra vegetazione.
Saluti, Corrado.
"Compito della Scienza non è aprire una porta all'infinito sapere, ma porre una barriera all'infinita ignoranza." Galileo Galilei |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 dicembre 2005 : 06:48:04
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Di nuovo mi trovo rimpiangendo il fatto che non vi conoscevo quando abitavo nel Veneto, mi sa che l'avrei vissuto molto diversamente! Sarah
L'uomo non ha tessuto la trama della vita, è solo un filo. Qualunque cosa faccia alla trama, lo fa a se stesso. (Ted Perry, 1972). Lynkos - attraverso altri occhi. |
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Haplophyllum
Utente Junior
Città: Padova
Prov.: Padova
Regione: Veneto
64 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 10 dicembre 2005 : 09:40:42
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Carissima Lynkos, sono disponibile x una visita delle stazioni euganee dove cresce la Ruta padovana.
Corrado.
"Compito della Scienza non è aprire una porta all'infinito sapere, ma porre una barriera all'infinita ignoranza." Galileo Galilei |
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Alberto Gozzi
Moderatore
Città: Trento
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
26175 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 gennaio 2008 : 18:33:48
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per fortuna che ogni tanto vado indietro a studiare i fiori che ho fotografato (e che gentilmente mi avete determinato) !!!!
mi ero perso il prezioso lavoro di Corrado
un dovuto grazie..............alberto |
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