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Nota! La determinazione degli insetti necessita quasi sempre di un'indicazione geografica e temporale precisa.
Invitiamo quindi gli utenti ad inserire questi dati ogni volta che viene richiesta una determinazione o viene postata una foto di un insetto. I dati forniti dagli utenti ci consentiranno anche di attribuire un valore scientifico alle segnalazioni, contribuendo a migliorare e integrare le attuali conoscenze sulla distribuzione delle specie postate.


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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 16 aprile 2009 : 10:51:17 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Classe: Hexapoda Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae Genere: Parallelomorphus Specie:Parallelomorphus laevigatus
Torre Astura, 15-4-2009. Sotto a dei rifiuti sulla sabbia quasi asciutta, ma poco distante dal limite della battigia.
Lunghezza circa 18mm.

Una volta, credo si chiamasse Scarites levigatus, ma non ci giurerei che si chiami ancora così.
luigi

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Scarites laevigatus
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elleelle
Moderatore Trasversale

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Flora e Fauna

Inserito il - 16 aprile 2009 : 10:52:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 16 aprile 2009 : 10:52:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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elleelle
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Inserito il - 16 aprile 2009 : 10:53:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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gomphus
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Inserito il - 16 aprile 2009 : 10:59:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao luigi

si chiama ancora così... però laevigatus

maurizio

quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato,
allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare

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giom
Utente Junior

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Inserito il - 16 aprile 2009 : 11:00:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Torre Astura, 15-4-2009. Sotto a dei rifiuti sulla sabbia quasi asciutta, ma poco distante dal limite della battigia.
Lunghezza circa 18mm.

Una volta, credo si chiamasse Scarites levigatus, ma non ci giurerei che si chiami ancora così.
luigi

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Ciao, non sono esperta di insetti ma c'è anche qui sulle spiagge veneziane, lo conoscevo anche io per Scarites laevigatus ora dovrebbe chiamarsi Parallelomorphus laevigatus.
Giovanna




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gomphus
Moderatore


Città: Milano
Prov.: Milano

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Inserito il - 16 aprile 2009 : 14:12:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao giovanna

in effetti alcuni autori considerano Parallelomorphus genere distinto (e quindi Parallelomorphus laevigatus), ma altri lo trattano tuttora come sottogenere di Scarites (quindi, se vogliamo essere completi, Scarites (Parallelomorphus) laevigatus)... e credo siamo ancora lontani dal trovare un accordo

dato però che la fauna eur lo chiama Parallelomorphus laevigatus, provvisoriamente (e in attesa di definire tutta la questione) lo taxo come tale

quindi il laevigatus sulle spiagge veneziane si trova ancora? credevo che nell'area dell'alto adriatico fosse estinto o quasi... RISPONDIMI SOLO SI' O NO, NON TI STO CHIEDENDO LE LOCALITA' PRECISE E NON TI CONSIGLIO DI SCRIVERLE QUI

maurizio

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giom
Utente Junior

Città: venezia-lido
Prov.: Venezia

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Inserito il - 16 aprile 2009 : 15:30:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gomphus:

ciao giovanna

in effetti alcuni autori considerano Parallelomorphus genere distinto (e quindi Parallelomorphus laevigatus), ma altri lo trattano tuttora come sottogenere di Scarites (quindi, se vogliamo essere completi, Scarites (Parallelomorphus) laevigatus)... e credo siamo ancora lontani dal trovare un accordo

dato però che la fauna eur lo chiama Parallelomorphus laevigatus, provvisoriamente (e in attesa di definire tutta la questione) lo taxo come tale

quindi il laevigatus sulle spiagge veneziane si trova ancora? credevo che nell'area dell'alto adriatico fosse estinto o quasi... RISPONDIMI SOLO SI' O NO, NON TI STO CHIEDENDO LE LOCALITA' PRECISE E NON TI CONSIGLIO DI SCRIVERLE QUI

maurizio

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Si trova ancora, per lo meno ne ho visti alcuni 2 anni fa.
ciao
Giovanna
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gabrif
Moderatore


Città: Milano

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Flora e Fauna

Inserito il - 16 aprile 2009 : 22:31:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Certo che siamo davvero alla canna del gas, naturalisticamente parlando. Ci tocca difendere l'ubicazione delle ultime località dello Scarites laevigatus come se fosse il dodo redivivo, o la foca monaca. Una volta era diffuso ovunque.
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maricaf
Utente nuovo

Città: Borsea
Prov.: Rovigo

Regione: Veneto


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Inserito il - 16 aprile 2009 : 23:14:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ma..che differenza c'è tra S. laevigatus e S. terricola?non potrebbe essere il secondo?
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elleelle
Moderatore Trasversale

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Flora e Fauna

Inserito il - 16 aprile 2009 : 23:21:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi sento un verme. Non sapevo che fosse diventato raro. Un bel po' di anni fa, in un altro posto (lontano!), ne avevo raccolti una decina in 50 metri di battigia.
Scusate.
luigi


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giom
Utente Junior

Città: venezia-lido
Prov.: Venezia

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Inserito il - 17 aprile 2009 : 07:03:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di maricaf:

ma..che differenza c'è tra S. laevigatus e S. terricola?non potrebbe essere il secondo?


Ciao, non ci capisco molto ma mi aveva detto un entomologo che si distinguono a fatica da certe proporzioni del corpo. Però si differenziano per l'ecologia, il laevigatus si trova sulla spiaggia.
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giom
Utente Junior

Città: venezia-lido
Prov.: Venezia

Regione: Veneto


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Inserito il - 17 aprile 2009 : 07:05:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Mi sento un verme. Non sapevo che fosse diventato raro. Un bel po' di anni fa, in un altro posto (lontano!), ne avevo raccolti una decina in 50 metri di battigia.
Scusate.
luigi





Qui in effetti è raro, se trovo le vecchie newsletter dell'oasi Lipu di Caroman vi posso fare le scansioni degli articoli riguardanti le ricerche fatte.
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 17 aprile 2009 : 08:23:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Mi sento un verme. Non sapevo che fosse diventato raro. Un bel po' di anni fa, in un altro posto (lontano!), ne avevo raccolti una decina in 50 metri di battigia.
Scusate.
luigi


Ciao Luigi...
se ci lasciassimo aggredire dai sensi di colpa per tutto ciò che abbiamo commesso in passato dovremmo evitare di frequentare il forum e dedicarci a vita monastica, in quanto troppi ricordi affiorano alla mente. Tu ormai mi conosci un po' più più degli altri e sai abbastanza bene le vicende del mio trascorso di entomologo. Sai quanto ho sofferto per aver fatto le stesse cose di cui tu parli e per essermi deciso un bel giorno a cambiar vita: chiudere con il collezionismo nemmeno a scopo di studio per rimanere solo ad osservare. Una rinuncia che unita a quella della caccia e della pesca subacquea ha rappresentato per me una di quelle scelte importanti che mi ha fatto recuperare un minimo di quella stima che per mille motivi avevo perso di me stesso.
E quando senti che gli errori commessi si accavallano devi compiere delle scelte.

Sono trascorsi molti anni da quel momento ed ora che torno con altri occhi a cercare nei campi scopro che persino gli insetti più comuni se ne sono andati: le campagne hanno perso la ridondanza di forme di vita e solo pochi superstiti sopravvivono alla violenza che esercitiamo su di esse.

Chi fra noi è riuscito a compiere lo sforzo per accettare un percorso così in salita, non può fare a meno adesso di offrire il proprio contributo nella maniera migliore per salvaguardare la presenza dei superstiti. Contributi in parole, esempi, immagini che facciano apprezzare l'importanza della sopravvivenza anche del singolo esemplare.
E a nome di tutti gli Scarites che resistono allo scempio prepotente dell'uomo ti stringo la mano per le parole che hai trovato il coraggio di pronunciare.
Beppe


Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore.
Blaise Pascal - Pensées 1670.



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gomphus
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Prov.: Milano

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Inserito il - 17 aprile 2009 : 10:58:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao luigi

beh, non esageriamo... è vero che lo Scarites (o Parallelomorphus) laevigatus è notevolmente rarefatto rispetto a quel che era un tempo, ma lungo le coste tirreniche, sia continentali che delle isole, mi risulta ne esistano ancora popolazioni vitali (credo che sia il caso di quella che hai citato); fino a quando continueranno ad esistere è un'altra questione, ma non credo proprio che se dovessero scomparire la colpa sarebbe dei collezionisti... anche perché non è certo una specie particolarmente appetita, di quelle che vengono sistematicamente razziate dai raccoglitori per scopi che di scientifico ritengo abbiano poco o nulla, e prelievi come quelli che hai descritto, compiuti "una tantum" (chi è che andrebbe a raccoglierne una decina, e poi la volta successiva un'altra decina, e così via fino a riempirne una scatola? e per farne che?) non credo abbiano un effetto poi così drammatico sulla situazione globale

diverso è il caso delle popolazioni dell'alto adriatico, oggi estremamente rarefatte, che in effetti non sono la stessa cosa delle altre: sono morfologicamente differenziate, con elitre fortemente striate, e in passato erano state isolate come ssp. telonensis, oggi considerato sinonimo, ma senza che (a quanto mi risulta) la cosa sia stata oggetto di alcuna verifica di tipo biomolecolare

questo potrebbe renderle a livello collezionistico più... appetibili di quanto non sia lo S. laevigatus in generale, e nel caso di popolazioni così ridotte ai minimi termini, in effetti anche prelievi limitati rischiano di costituire il colpo di grazia; e se fosse confermato che si tratta di popolazioni in qualche modo differenziate, allora la perdita sarebbe realmente irreparabile

ecco perché mi sono preoccupato di "mettere al sicuro" in qualche modo le informazioni riguardanti le popolazioni superstiti dei lidi veneziani, mentre non mi sono agitato più di tanto per la segnalazione che ha dato il via alla discussione

p.s. per marica:

il terricola è un po' più grande, ha elitre nettamente e profondamente striate (cosa che nel laevigatus si osserva appunto solo nelle popolazioni dell'alto adriatico), a lati lungamente diritti e paralleli (nel laevigatus il contorno delle elitre è sempre leggermente ma distintamente ovoidale), e infine il laevigatus si trova esclusivamente sulle spiagge marine sabbiose presso la battigia, mentre il terricola è legato a terreni umidi limoso-argillosi, non necessariamente salati, come bordi di stagni, sia retrodunali che interni, o rive di corsi d'acqua, ambienti nei quali spesso convive con Scarites (Distichus) planus

maurizio

quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato,
allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare

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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 17 aprile 2009 : 11:25:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ragazzi, vi ringrazio del sostegno morale.
Ma io mi sentivo un verme per aver rivelato il posto ora, non per aver prelevato quella decina tanti anni fa. L'età della collezione era già passata e li rimisi quasi tutti in libertà - quelli sopravvissuti - dopo un mesetto di osservazione in terrario. (forti le zuffe tra maschi! lottano come i cervi volanti!)
Comunque, la prossima volta che ho dei dubbi non comincerò il post con la località; meglio farmi tirare le orecchie perché non l'ho messa.
luigi



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giom
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Inserito il - 17 aprile 2009 : 13:48:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gomphus:

ciao luigi

beh, non esageriamo... è vero che lo Scarites (o Parallelomorphus) laevigatus è notevolmente rarefatto rispetto a quel che era un tempo, ma lungo le coste tirreniche, sia continentali che delle isole, mi risulta ne esistano ancora popolazioni vitali (credo che sia il caso di quella che hai citato); fino a quando continueranno ad esistere è un'altra questione, ma non credo proprio che se dovessero scomparire la colpa sarebbe dei collezionisti... anche perché non è certo una specie particolarmente appetita, di quelle che vengono sistematicamente razziate dai raccoglitori per scopi che di scientifico ritengo abbiano poco o nulla, e prelievi come quelli che hai descritto, compiuti "una tantum" (chi è che andrebbe a raccoglierne una decina, e poi la volta successiva un'altra decina, e così via fino a riempirne una scatola? e per farne che?) non credo abbiano un effetto poi così drammatico sulla situazione globale

diverso è il caso delle popolazioni dell'alto adriatico, oggi estremamente rarefatte, che in effetti non sono la stessa cosa delle altre: sono morfologicamente differenziate, con elitre fortemente striate, e in passato erano state isolate come ssp. telonensis, oggi considerato sinonimo, ma senza che (a quanto mi risulta) la cosa sia stata oggetto di alcuna verifica di tipo biomolecolare

questo potrebbe renderle a livello collezionistico più... appetibili di quanto non sia lo S. laevigatus in generale, e nel caso di popolazioni così ridotte ai minimi termini, in effetti anche prelievi limitati rischiano di costituire il colpo di grazia; e se fosse confermato che si tratta di popolazioni in qualche modo differenziate, allora la perdita sarebbe realmente irreparabile

ecco perché mi sono preoccupato di "mettere al sicuro" in qualche modo le informazioni riguardanti le popolazioni superstiti dei lidi veneziani, mentre non mi sono agitato più di tanto per la segnalazione che ha dato il via alla discussione




Grazie per le notizie interessanti! Infatti ho sentito spesso dire che è una specie endemica delle nostre spiagge. Non posto gli articoli che potrebbero contenere qualche informazione sui luoghi dei ritrovamenti. Per fortuna negli anni passati ne ho visti più di qualcuno, spero di rivederli quest'anno.
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gomphus
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Inserito il - 17 aprile 2009 : 14:32:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao ragazzi

vediamo di riordinare un attimo le idee...

prima di tutto, la località (vedi le discussioni che abbiamo portato avanti tempo fa) è fondamentale per qualunque reperto scientifico, sia esso "fisico" o fotografico; magari nei casi dubbi si può evitare di specificare con troppa precisione i dettagli, e limitarsi al comune, ma non possiamo ritornare al punto di partenza e rimetterci ogni volta a chiedere "potresti indicare dove e quando ecc."; l'alternativa sarebbe di chiedere preventivamente a un esperto "c'è niente di male a indicare la località di questo"... e mi sembra evidente che non è un'ipotesi praticabile

per giovanna: beh, se si tratta di articoli pubblicati, probabilmente a questo punto tanto vale postarli, tanto se qualcuno con cattive intenzioni è interessato, con questi elementi le località se le trova da solo... e visto che parli di un'oasi LIPU, se si tratta di popolazioni viventi all'interno dell'oasi dovrebbero cmq pensarci i responsabili della medesima ad evitare prelevamenti non appropriati

maurizio

quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 17 aprile 2009 : 15:35:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' chiarissimo, Maurizio. Non voglio incentivare la trascuratezza sui dati.
Ho detto solo "la prossima volta che ho dei dubbi"; e, questa volta, dato che non sono un novellino, i dubbi mi sarebbero dovuti venire.
Tutto OK.
luigi


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gabrif
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Inserito il - 17 aprile 2009 : 21:27:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
1) Elleelle, non intendevo far venire sensi di colpa a nessuno. Qualche esemplare in più o in meno non influisce sullo stato di salute di una popolazione, tranne quando è VERAMENTE già sull'orlo dell'estinzione.
2) Tanto, purtroppo per ambienti come le spiagge, le rive dei fiumi etc., la loro sorte è comunque segnata lo stesso. Guardatevi bene la foto d'ambiente della spiaggia -per modo di dire- di Torre Astura che c'è nell'altra discussione Link . Dopodiche, vi allego un'immagine di trent'anni fa. Lo Scarites laevigatus c'è ancora, l'Eurynebria complanata anche, ma per quanto, dopo che la sabbia sarà finita??
Immagine:
Scarites laevigatus
47,87 KB
Saluti,
Gabriele
P.S. chiudo con una citazione che mi sembra appropriata: l'epitaffio di Vigna Taglianti sull'UNICA popolazione EUROPEA, ora estinta, di Lophyridia lunulata, una Cicindela: "La località, dove fu ancora recentemente raccolta [...], fu totalmente trasformata, con la costruzione del campo da calcio". (da "Arthropoda di Lampedusa, Linosa e Pantelleria", Il Naturalista siciliano). "Così va la vita" (questa invece di Kurt Vonnegut, Babe il maialino, e credo molti altri).
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maricaf
Utente nuovo

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Inserito il - 17 aprile 2009 : 21:37:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gomphus:

ciao luigi

p.s. per marica:

il terricola è un po' più grande, ha elitre nettamente e profondamente striate (cosa che nel laevigatus si osserva appunto solo nelle popolazioni dell'alto adriatico), a lati lungamente diritti e paralleli (nel laevigatus il contorno delle elitre è sempre leggermente ma distintamente ovoidale), e infine il laevigatus si trova esclusivamente sulle spiagge marine sabbiose presso la battigia, mentre il terricola è legato a terreni umidi limoso-argillosi, non necessariamente salati, come bordi di stagni, sia retrodunali che interni, o rive di corsi d'acqua, ambienti nei quali spesso convive con Scarites (Distichus) planus

maurizio



Grazie mille per la spiegazione!In effetti il S. terricola l'avevo identificato in una zona di retroduna quindi...tutto torna!
Marica
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