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Nota! La determinazione degli insetti necessita quasi sempre di un'indicazione geografica e temporale precisa.
Invitiamo quindi gli utenti ad inserire questi dati ogni volta che viene richiesta una determinazione o viene postata una foto di un insetto. I dati forniti dagli utenti ci consentiranno anche di attribuire un valore scientifico alle segnalazioni, contribuendo a migliorare e integrare le attuali conoscenze sulla distribuzione delle specie postate.


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 INSETTI
 Pterigoti atteri o fortemente brachitteri
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Akis bacarozzo
Utente V.I.P.

Città: Bologna
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 10 dicembre 2008 : 12:00:26 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ieri sera pensavo agli insetti pterigoti i cui adulti hanno ali molto ridotte o assenti (normalmente, non a causa di incidenti). Mi chiedevo: ce ne sono in tutti gli ordini?
Probabilmente no, ad esempio non mi risulta che esistano Odonati senza ali.
Che dire degli Efemerotteri? Molti hanno il secondo paio ridotto o assente, ma il primo paio c'è sempre, credo. O no?
Ho dubbi anche su Neurotteri, Plecotteri e Tricotteri.
Nel caso degli altri ordini, direi che tutti possono vantare specie, sessi o caste senza ali.

Come si può spiegare l'atterismo secondario dal punto di vista evolutivo? In molti casi si tratta di specie parassite o che vivono all'interno di gallerie, per le quali le ali sono inutili o di intralcio. Altre volte si tratta di insetti grossi, che avrebbero comunque difficoltà a volare. Oppure si può trattare di femmine, quando la dispersione dipende dai maschi. Ci sono altre spiegazioni?

Silvia

gomphus
Moderatore


Città: Milano
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


10487 Messaggi
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Inserito il - 10 dicembre 2008 : 14:02:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Classe: Hexapoda Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
ciao silvia

preciso subito che i plecotteri hanno diverse specie brachittere (in senso lato), nei due sessi o in uno solo (almeno in alcuni casi, è il maschio!); non saprei al momento se ce ne siano di veramente "atteri", o se al più siano "microtteri" o "subatteri"

a parte ciò, la perdita delle ali è una condizione frequente in popolazioni per le quali lo spostarsi in volo comporta un'elevata probabilità di finire in aree che non offrono condizioni idonee alla sopravvivenza, ad esempio popolazioni di piccole isole, o di cime montuose; sembra anche che le basse temperature favoriscano la perdita delle ali (così ad esempio sono brachitteri (maschi) o subatteri (femmine) i mecotteri del genere Boreus), forse perché in queste condizioni il costo energetico del raggiungimento di una temperatura interna sufficiente a consentire il volo tende a divenire troppo elevato

più in generale, nei coleotteri (che si possono considerare "brachitteri" in senso lato quando hanno ali membranose regredite, anche se le ali anteriori, cioè le elitre, sono normalmente sviluppate, dato che la loro presenza non ha niente a che vedere con il volo) sembra che la perdita delle ali si verifichi abitualmente in popolazioni che abitano aree a condizioni stabili, i cui componenti non hanno occasione (né necessità) di rifondare continuamente nuove popolazioni; in particolare nei carabidi, che sono stati molto studiati da questo punto di vista, popolazioni isolate e stabili tendono a evolvere anche in breve tempo dal tipo originario macrottero, attraverso il tipo pteridimorfico (cioè con coesistenza di individui macrotteri o brachitteri) a quello brachittero; popolazioni di aree con caratteristiche miste tendono a presentarsi con individui macrotteri negli habitat instabili e con individui nella totalità, o quasi, brachitteri in quelli stabili, se gli habitat instabili scompaiono o comunque le popolazioni che li abitavano si estinguono, la forma brachittera si stabilizza in modo solitamente irreversibile

maurizio

quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato,
allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare


Modificato da - gomphus in data 10 dicembre 2008 14:04:29
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Akis bacarozzo
Utente V.I.P.

Città: Bologna
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 10 dicembre 2008 : 16:35:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Classe: Hexapoda Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
Grazie, Maurizio.
E' vero, mi ero scordata delle isole. E' un discorso che vale anche per le piante.
Forse anche la riproduzione per partenogenesi può favorire la perdita delle ali, in quelle specie in cui servirebbero più che altro per andare a cercare un partner.

Silvia
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MarcoU
Utente Senior


Città: Codevigo
Prov.: Padova

Regione: Veneto


697 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 10 dicembre 2008 : 19:04:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Classe: Hexapoda Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
Mi inserisco, circoscrivendo la domanda posta da Silvia:

Fenomeni di ali non funzionali sono diffusi anche presso taxa che non sono legati ad ambienti sotterranei, fenomeni di parassitismo, ambienti stabili. Spesso si tratta di atterismo sessualmente dimorfico: sono attere solo le femmine. Cito ad esempio molte specie di Psychidae, molti geometridi e limantridi, mantidi del genere Ameles, eccetera.

Ammesso che il mantenimento della condizione alata nel maschio può essere spiegata come un meccanismo che garantisce il rimescolamento genico, e che l'atterismo della femmina può essere letto come una condizione sviluppata "per risparmio" da parte di forme dove le femmine già da prima non usavano più le ali... quale può essere il meccanismo che rende vantaggioso limitare la capacità di dispersione di specie che non abitano ambienti stabili, come le mantidi, legate ai prati?

Conoscete qualche lavoro che affronti in modo speficico questi temi?
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Xylobistus
Utente Junior


Città: Siena


98 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 06 gennaio 2009 : 15:26:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Classe: Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
Introduco un'altro spunto riguardo tale argomento che ha creato un po' di scompiglio nello scenario dell'evoluzione delle ali negli insetti: generalmente si parla di riduzione delle ali ecc. ma possono rigenerarsi a partire da pterigoti del tutto atteri? Questo modello è stato proposto per l'ordine Phasmatodea, il cui rappresentante più ancestrale è un bizzarro fasmide completamente attero (Timema)... le ali sarebbero ricomparse indipendentemente in vari gruppi nel corso dell'evoluzione dei fasmidi, producendo poi taxa con svariati livelli di sviluppo delle ali, incluso l'atterismo!!!
Riporto un pdf del lavoro:

Link
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Eopteryx
Utente Senior

Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Inserito il - 06 gennaio 2009 : 15:58:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Classe: Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
eheheheh Però il "trucco" c'è... In realtà le ali sono scomparse ma i geni regolatori dello sviluppo delle ali sono rimasti e sono stati "riutilizzati" per fare qualcosaltro, salvo poi riesumare la loro funzione originale...

Luis Dollo ("l'evoluzione è irreversibile") può riposare in pace almeno per un altro pò...

Grazie Marco per l'interessante articolo

"Verità irrazionalmente difese possono essere più dannose di errori ragionati"
Thomas Henry Huxley
Ciao, Pippo
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Paris
Moderatore


Città: Sondrio
Prov.: Sondrio

Regione: Lombardia


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Flora e Fauna

Inserito il - 15 gennaio 2009 : 23:00:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Classe: Hexapoda Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
Mario Bezzi, il più grande ditterologo di tutti i tempi, ha condotto uno studio magistrale sull'isola glaciale Marinelli, vale a dire la zona che emerge dai ghiacci eterni ove sorge il Rifugio omonimo, in alta Valmalenco (SO). Qui si dedicò allo studio della riduzione alare nei ditteri delle zone nivali e ne trasse una monografia che spiega l'evoluzione (che è poi una involuzione) senza scomodarsi ad andare alle Galapagos.





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"La vita è l'arte dell'incontro" (Vinicius De Moraes)
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