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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
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DF
Utente Junior
Città: Lecce
Prov.: Lecce
Regione: Puglia
30 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 22 novembre 2008 : 17:18:16
Classe: Gastropoda Famiglia: Hydrobiidae Genere: Salenthydrobia Specie:Salenthydrobia ferrerii
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Cari amici, grazie per i calorosi benvenuto e le attestazioni di stima espresse. Sono poco più di un appassionato che per molti anni ha campionato i macroinvertebrati (principlamente molluschi ..) della provincia di Lecce ed altre località del Sud Italia e grazie ai buoni rapporti di collaborazione con grandi esperti (del calibro di Marco Bodon e Giuseppe Manganelli -fondamentali per le anatomie e le determinazioni del materiale-) è riuscito a fare un pò di chiarezza sulla malacofauna interna del Salento. Purtroppo il sempre meno tempo a disposizione mi impedisce di praticare questo hobby quanto vorrei e sicuramente questo spazio è un modo eccellente per rivivere e condividere il piacere delle scoperte malacologiche fatte. Vi posto qualche immagine di una entità dulcicola (e di acque oligoaline) estremamente localizzata e rara che al momento appare endemica della mia area e che, studiata geneticamente qualche anno fa dall'equipe del prof. Thomas Wilke si è rivelata essere nuovo genere e nuova specie e che mi è stata dedicata (della serie il sogno di ogni appassionato!!), la Salenthydrobia ferrerii.
Vi allego una sintesi e traduzione liberamente estratta dalla pubblicazione “Salenthydrobia gen. nov. (Rissooidea: Hydrobiidae): a potential relict of the Messinian salinity crisis” , Thomas Wilke, pubblicata sul Zoological Journal of the Linnean Society, 2003, 137, 319–336.
SALENTHYDROBIA FERRERII Salenthydrobia ferrerii T.Wilke, 2003 Fam Hydrobiidae
Premessa Secondo alcuni autori, nel Messiniano (intorno a sei milioni di anni fa) l’intero Mediterraneo si sarebbe quasi completamente essiccato per la chiusura dello Stretto di Gibilterra; tale fase di chiusura, durata circa 700.000 anni, vide succedersi grandi sconvolgimenti ambientali: dapprima lo sviluppo di condizioni evaporitiche con precipitazione di sali (gesso e salgemma) in gran parte del Mediterraneo e poi la formazione di un grande lago-mare con acque dolci (tipo l'attuale Mar Caspio). Questi eventi, noti ai geologi come la Crisi di salinità del Mediterraneo del Messiniano (MSC) terminarono nel Pliocene inferiore (5,33 milioni di anni fa), allorquando fenomeni tettonici provocarono l'abbassamento della soglia di Gibilterra, ristabilendo le condizioni iniziali di mare profondo ed aperto rimettendo il mare Mediterraneo in comunicazione con l'Oceano Atlantico. L'improvvisa, e per alcuni catastrofica, riapertura delle connessioni con l'oceano ebbe come conseguenza grandi inondazioni: queste comportarono speciazioni di endemismi ed eventi radiativi su isole mediterranee di nuova formazione. Una porzione della penisola salentina è una delle terre che rimase isola dalla fine della MSC fino a circa 800.000 anni fa.
Origine della specie Studi sui pesci gobidi hanno suggerito che la scomparsa degli habitat marini durante la MSC forzò alcune specie ad adattarsi ad habitat dulcicoli, dando origine a molti endemismi dulcacquicoli odierni. Pietra di paragone per verificare le numerose speciazioni occorse durante la MSC sono i taxa dei piccoli molluschi salmastri della sottofamiglia hydrobina, organismi bentonici dalla bassa capacità di dispersione e ristretti ad una limitata zona di contatto tra acque marine e dolci. La Salenthydrobia ferrerii appare essere la sola hydrobina adattatasi ad habitat dulcacquicoli. Risulta possibile che questo adattamento sia stato la risposta ai cambiamenti ecologici indotti dalla MSC. L’area nella quale si rinviene la Salenthydrobia difatti, divenne isola e rimase tale per circa 4,5 milioni di anni: sulla scorta di tali considerazioni si ritiene che la specie si possa essere originata proprio alla fine della MSC (5,3 milioni di anni fa) con l’isolamento della penisola salentina dall’Italia continentale.
Località di rinvenimento, ecologia ed habitat Cavità carsiche e canali oligoalini e dulcicoli lungo le coste orientali ed occidentali della penisola salentina (provincia di Lecce). La specie, poco frequente e molto localizzata, appare preferire substrati rocciosi e finora è stata rinvenuta nel bacino dell’Idume (locus typicus) -Torre Chianca, Lecce- in alcune risorgenze dell'area di Porto Cesareo, Lecce.
Caratteristiche anatomiche discretive Rispetto ad altre specie esistenti di Hydrobiidae, la specie si caratterizza per le peculiarità del pene e del complesso della borsa copulatice. Il pene è largo con una ampia base, risulta privo di appendici ed ha una parte terminale corta ed affusolata che è provvista di una distinta papilla peniale. Il dotto peniale è debolmente undulato nella parte basale e media e risulta dritto nella parte distale. La borsa copulatrice risulta larga ed a forma di martello; il suo dotto è più lungo della borsa stessa. Il ricettacolo seminale è elongato e più corto della borsa. Il numero totale delle anse (giri) della porzione pigmentata dell’ovidotto è relativamente costante (2-2,5). ...tralascio tutte le altre descrizioni anatomiche (chi desiderasse maggiori informazioni può contattarmi in un secondo momento via mail per la copia originale dell'articolo -non disponibile integralmente sul web in quanto di una rivista -) Tutti siti di rinvenimento (dove, si ribadisce, la specie è estremamente localizzata) sono fortemente antropizzati d oggetto di sconsiderati sversamenti (liquidi e solidi) -nonostante uno sia anche dichiarato parco regionale!- e temo che la specie sia in regressione in quanto meno competitiva rispetto anche ad altre Hydrobiidae simpatriche (V. ventrosa, P. antipodarum, ecc.), la specie ha un nicchio anche abbastanza variabile e la popolazione di alcune risogenze dell'area di Porto Cesareo presenta nicchi nani ed aberranti (il nicchio assomiglia ad una Belgrandia !!!). Insomma una specie già inserita nella check list ma meritevole di ulteriori studi e tutele in quanto rappresenta ad oggi l'elemento di maggiore interesse dlla malacofauna salentina (che annovera altri enedemiti, ma a diffusione più ampia). Eccovi qualche immagine.
Da Torre Chianca (Locus typicus)
Immagine: 31,96 KB
L'evoluzione che porta dall'ameba all'uomo sembra essere evidentemente un progresso per i filosofi ma si ignora se l'ameba sia d'accordo o no con questa opinione. (Bertrand Russell) DF
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Modificato da - Subpoto in Data 05 aprile 2009 18:06:48
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DF
Utente Junior
Città: Lecce
Prov.: Lecce
Regione: Puglia
30 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 22 novembre 2008 : 17:25:12
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Popolazione aberrante da Torre Castiglione
Immagine: 18,16 KB
L'evoluzione che porta dall'ameba all'uomo sembra essere evidentemente un progresso per i filosofi ma si ignora se l'ameba sia d'accordo o no con questa opinione. (Bertrand Russell) DF |
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DF
Utente Junior
Città: Lecce
Prov.: Lecce
Regione: Puglia
30 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 22 novembre 2008 : 17:26:14
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Esemplari molto grandi da Porto Cesareo
Immagine: 29,72 KB
L'evoluzione che porta dall'ameba all'uomo sembra essere evidentemente un progresso per i filosofi ma si ignora se l'ameba sia d'accordo o no con questa opinione. (Bertrand Russell) DF |
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garagolo
Moderatore
Città: Cerretti di Santa Maria A Monte
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
3491 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 22 novembre 2008 : 18:03:20
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Grazie per averci presentata questa interessantissima specie, adesso nella checklist la specie sarà degnamente illustrata. Ciao
Ale |
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Subpoto
Moderatore
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
9027 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 23 novembre 2008 : 00:04:46
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Mi sono permesso di accorpare i primi tre post senza modificarli per ragioni tecniche,se verrà applicata la galleria di immagini a cui sta lavorando Ben anche a questa sezione la foto di questa specie non sarebbe stata inserita non essendo nel post taxato. Complimenti per la presentazione di questa specie,è veramente un pezzo della nostra storia geologica. Conoscenza e protezione sono i motivi principali che guidano le nostre azioni sul forum,una specie può essere protetta solo se è conosciuta. Speriamo che gli amministratori pubblici dimostrino nel futuro una maggiore sensibilità nella protezione di specie così importanti e così a rischio di estinzione. Si potrebbe richiedere al prof. Giusti che ha già fatto inserire altre specie nella lista rossa di occuparsi anche di questa specie.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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