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Natura Mediterraneo
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ross46
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Flora e Fauna |
 Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:27:44
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Ciao.
Proverò a descrivere un evento che, vissuto nel limite costretto dei sensi, ti si dilata poi dentro quando ne realizzi il significato e la portata.
In realtà non è nulla di speciale, avviene tutti i giorni sin dalla notte dei tempi. Ma non viene percepito, o quasi mai percepito, specialmente nella nostra realtà quotidiana, dove tutto è tecnologico, digitale, artefatto, dove sono annullati i confini giorno-notte, caldo-freddo, dove il tempo scorre in fretta e le distanze sono meno distanti, dove le condizioni meteo servono per decidere del fine settimana e la pioggia è solo un fastidio in più.
Nel mese di luglio dell'anno scorso, con l'amico Giorgio, siamo saliti a Cima di Bo in valle Cervo con l'intenzione di pernottare al Bivacco Antoniotti, posto pochi metri sotto la cima.
Arriviamo nel tardo pomeriggio con la nebbia che scorre veloce risalendo i fianchi della montagna, la scarsa visibilità impedisce la vista del Bivacco che incontriamo proseguendo dopo una breve discesa. Uno stretto ballatoio con ringhiera, gradini che scendono e le rocce a ridosso della costruzione tracciano i confini del visibile, attorno e sopra non si percepiscono nient'altro che rare sfumature di grigio. Delusi prendiamo possesso del bivacco sistemando la nostra roba.
Usciamo a mangiucchiare qualcosa e vediamo che, liberata dalla nebbia una cresta si profila nel sole, come un'isola, proprio di fronte a noi. Nasce una tenue speranza subito soffocata dal continuo scorrere della nebbia che ricopre tutto. C'è vento, e la mancanza di sole accentua la sensazione di freddo che mancava durante la salita. Nell'aria solo una coltre in movimento con effetti di chiaro e scuro, ma che a tratti, impregnata dalla luce solare diffonde una luminosità senza ombre, e verso l'alto rapidi sprazzi di blu.
Una cima appena sotto di noi, si apre totalmente alla vista in uno squarcio di sole sfuggito alla massa grigio-biancastra, lasciando intuire parte dell'avvallamento sottostante. Ma dura poco, niente è stabile e velocemente tutto viene ricoperto.
Poi ci accorgiamo che queste aperture, seguendo i capricci del vento, si fanno più ampie e ravvicinate, finchè la visibilità della cresta che si diparte dalla cima e scende passandoci sopra, alle spalle del Bivacco rende nota la nostra posizione nello spazio, si vede anche un'altra cresta opposta. La nebbia si sta via via sfilando, liberando la vista a valle verso la pianura, che ci appare ancora sfumata e sotto di noi, a sinistra, l'abitato di Piedimulera.
Risaliamo sulla cima, a nord è ancora tutto un movimento di nubi, anche se lo stesso non è più casuale ma orientato verso est.
Si vede un'ammasso di nuvole premere su gli ultimi crinali e dissolversi a valle dopo averli superati, mentre altre nubi avanzano, subendo la stessa sorte in un processo senza interruzione di continuità che sembra infinito. Invece in poco più di mezz'ora tutto l'orizzonte a 360° è libero, il sole ormai basso sulla Val d'Aosta è un cerchio rosso. Gli ultimi residui di nuvole si dipanano scomparendo. Il vento cala di colpo. Tutto si immobilizza in un momento irreale.
Si è fermato il motore del mondo.
L'aria si è ulteriormente rinfrescata, anzi, fa proprio freddo. Scatto qualche foto alle montagne, con il sole sempre più basso rivelano diverse tonalità di blu che vira lentamente al nero. Il sole scompare, e solo la luminosità del cielo testimonia ancora la sua presenza nascosta dal profilo dei monti in controluce.
Un'ultimo sguardo alla pianura, illuminata nel crepuscolo da innumerevoli luci e ricoperta da una triste cappa di smog rosso-violaceo e rientriamo nel bivacco. Incapaci di attivare le luci alimentate dal pannello fotovoltaico, ci infiliamo nel sacco a pelo prima che l'oscurità ci costringa a consumare le candele.
Al mattino, il sole e la limpidezza della giornata offrono una vista stupenda in tutte le direzioni, fin dove arriva lo sguardo. Si vedono le città, si riconoscono alcune cime, si può vedere anche la Capanna Regina Margherita affacciata sulla Valsesia. Foto di rito e ci prepariamo al ritorno.
Abbiamo lasciato da poco la cima quando avvertiamo il primo alito. L'aria, fin'ora fredda e immobile, per effetto del sole inizia a spostarsi, poi sarà vento, che richiamerà l'umidità evaporata dalle risaie, ci sarà altra nebbia, altre nuvole e la ripresa di un ciclo da sempre immutabile.
Il motore si è rimesso in moto.
Più tardi, assimilando questo a tutti i venti, ho capito di avere percepito il respiro della terra.
Mi aiuto con alcune foto.
Ross
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già avanti, il diradamento inizia a scoprire il biellese
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:32:09
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apertura a sinistra del bivacco guardando la pianura |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:35:25
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il biellese quasi pulito |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:36:56
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Biella |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:39:22
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l'abitato di Piedimulera, base di partenza |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:40:44
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il Bivacco Antoniotti |
Modificato da - ross46 in data 14 novembre 2008 19:43:38 |
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:42:50
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sulla Cima di Bo |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:45:58
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la cresta che scende dal Bo sovrastando il Bivacco |
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il retro del Bivacco |
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:49:52
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dalla cima il biellese è libero |
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:51:25
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mentre sulla Val d'Aosta persistono le nubi |
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le nubi sono spinte dal vento verso est |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:56:53
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sembrano non finire mai |
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ma dietro se ne formano sempre meno |
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 19:59:40
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poi la calma |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 20:01:07
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e l'immobilità del tramonto |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 20:03:33
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il biellese nel sole del mattino |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 20:05:37
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fine biellese, inizio val d'Aosta |
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ross46
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 20:07:39
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sullo sfondo la val d'Aosta |
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