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 Fenicotteri rosa : quando il troppo ti marca per sempre
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 13 novembre 2008 : 08:48:37 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia


Fenicotteri rosa : quando il troppo ti marca per sempre



Ho visto ieri a Geo e Geo un breve documentario sulla marcatura dei fenicotteri rosa.
Immaginavo che l'operazione dovesse essere abbastanza complessa e lunga ma sinceramente, credetemi, sono rimasto un po' traumatizzato dalle modalità in cui viene effettuata.
Mi rendo perfettamente conto che non essendo uno studioso del ramo, quanto io stia per affermare possa essere considerato abbastanza gratuito: pertanto prendetela solo e semplicemente come una mia osservazione che l'occhio allenato di un naturalista può aver colto seppur fugacemente, pur comprendendo le reali necessità che lo studio di questa specie richiede.

Per tutta l'estate io mi sono riguardato dall'andare a disturbare seppur minimamente la colonia di Fenicotteri rosa che esiste alla Diaccia Botrona, rimanendo sempre a debita distanza dagli esemplari adulti e non oltrepassando mai i limiti segnati sui bordi del padule. Il timore era quello di infastidire troppo gli esemplari con la mia semplice presenza, seppure a grande distanza e nonostante fossi vestito con abiti assolutamente mimetici.
E' stata una regola che mi sono imposto e che ho cercato di far rispettare a tutti coloro i quali hanno avuto contatti con me.

Il documentario di ieri, eseguito in una località italiana che non sono riuscito a cogliere (perchè mi sono trovato a seguire la trasmissione a programma già avviato) mi ha sinceramente allibito. L'impressione non è stata delle migliori. Traspariva evidente un'atmosfera di grande concitazione non solo fra gli animali ma anche tra i volontari intervenuti in grandissimo numero a partecipare all'operazione.
La sensazione è che lo stress ed il trauma subito da questi animali non sarà assolutamente facile da dimenticare in quanto la loro cattura, la misurazione dei pesi e delle dimensioni e l'inanellamento avviene in un clima che per qualche verso ricorda quello che precede la mattanza.
Attenzione....non fraintendetemi. C' è un abisso fra la mattanza e la cattura dei fenicotteri ma ....lasciatemelo dire... qualcosa in comune esiste.
Se non altro negli occhi terrorizzati di quegli animali.
La differenza importante è che alla fine non c'è il crescendo di sangue che porta all'uccisione degli esemplari catturati ma la loro liberazione. Però questo insignificante particolare, quei poveri pulli ancora non lo sanno.

Ecco perchè parlo di forte trauma determinato dalle troppe persone, dai troppi fotografi, dalle troppe parole, dai troppi suoni, dai troppi colori, dalle troppe reti, dalle troppe mani che avvolgono, che toccano, che stringono, che sollevano.....
Insomma....un po' troppo di tutto.

Scusate questo mio piccolo sfogo.
Beppe



Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta

Cleo
Utente Senior


Città: Milano
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


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Flora e Fauna

Inserito il - 13 novembre 2008 : 09:34:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non ho visto il programma (non guardo la tv) ma mi è capitata di vedere qualche foto di inanellamenti di Fenicotteri e l'impressione che ne ho ricavato è molto simile alla tua....
Lo so che si fa per conoscere meglio le loro abitudini e quindi poter effettuare migliori programmi di conservazione ma tutto ciò mi lascia una sgradevole sensazione...
Sono stata invitata più volte a partecipare alle catture per l'inanellamento che si fa a Comacchio, forse partecipare può essere utile a capire meglio... ma i dubbi rimangono.

Olivia
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Bigeye
Moderatore


Città: viterbo
Prov.: Viterbo

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 13 novembre 2008 : 10:02:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
allora... il tema è complesso ed ogni fenomeno presenta angolature e punti di vista i più vari.
non ho visto il documentario e mi esimo dal commento delle immagini non vsionate.
ci sono alcuni dati di fatto.

-catturare e manipolare un Luì piccolo è più semplice che un Fenicottero.
-la cattura comporta un certo grado di stress individuale.
-la conservazione della natura oggi, per fortuna dico io, inizia a tutelare specie e habitat in funzione della loro distribuzione, consistenza di popolazione e peculiarità di habitat. (Dir. Uccelli e Dir. Habitat)
-lo studio della migrazione è di basilare importanza per ogni ipotesi di conservazione.
-ogni sessione di inanellamento per una flag specie come il Fenicottero è coordinata da uno o più ornitologi-inanellatori di esperienza provata.

Facendo una analisi di costi e benefici a mio avviso la bilancia pende in modo deciso per i benefici. In conservazione si opera a livello di specie o popolazione, in misura minore a livello individuale (questo fa storcere il naso talora alle posizioni animaliste più estreme), ma certamente i professionisti che inanellano operano con attenzione anche al benessere individuale.
Il clamore, il troppo, i curiosi, le camionettate di fotografi danno fastidio anche a me e se beppe focalizzava la sua critica su questa enfasi mediatica, sono piuttosto daccordo.

bye

okkione
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 13 novembre 2008 : 11:07:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono davvero felice che l'intervento qualificato di Angelo abbia messo i puntini sulle i relativamente all'opportunità o meno di effettuare questi interventi di inanellamento. Ne condivido pienamente le finalità ed il mio desiderio non è quello che debbano cessare ma semplicemente essere coordinate anche dalla presenza di uno o più etologi che potrebbe offrire tutta una serie di suggerimenti utili alla loro attuazione nella maniera meno impattante possibile per i giovani esemplari da inanellare.
L'idea che mi sono fatto io dei fenicotteri adulti è che loro siano estremamente timidi , sensibili e nervosi. Spesso scappano via perchè semplicemente un pesce della laguna salta fuori dall'acqua e fa un rumore improvviso.
Credo che l'impatto con la presenza dell'uomo debba essere ridotto al minimo possibile e svolto con modalità più rassicuranti.
Ad occhio e croce direi che non ci dovrebbero essere nè curiosi, nè fotografi, nè troupes televisive eccessivamente invadenti. E' sufficiente aver documentato l'operazione una volta e non ripetere più ulteriori inviti.
Mi è sembrato anche che il numero dei partecipanti all'operazione potesse essere esuberante rispetto alle reali necessità e che il clima fosse più quello di un'incontro annuale fra birdwatchers che di un intervento di reale necessità. Ma come ripeto sono impressioni e come tali devono rimanere.

Ringrazio Angelo per la sua ospitalità e per aver saputo cogliere con grande apertura mentale il giusto senso del mio stupore.
Ero certo che non sarebbe stato diversamente.

Beppe


Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta
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gigi58
Moderatore Trasversale


Città: Trapani
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Inserito il - 13 novembre 2008 : 11:28:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho letto con interesse questo post di Beppe perchè anche io l'altro giorno ho visto un documentario simile, si trattava di limicoli credo in Australia, venivano catturati con reti sparate da una sorta di lanciarazzi che li bloccava, alcuni sulla riva, altri in acqua. Gli studiosi dovevano fare molto in fretta in quanto quelli in acqua rischiavano di affogare. Inoltre al termine dei controlli rituali: misurazioni varie, inanellamento.. venivano rilasciati ad uno ad uno, tuttavia nei pressi si erano dati appuntamento numerosi rapaci (mi sembra di ricordare una varietà di poiane) che approfittavano abbondantemente dei uccelli appena liberati sia perchè ancora frastornati dallo stress sia perchè non più protetti dallo stormo. Inevitabilmente il mio pensiero è stato: ma è indispensabile? Non si interferisce un pò troppo con la natura?
Probabilmente i benefici superano i costi così come dice Okkione, ma qualche dubbio mi assale
Ciao Gigi

Modificato da - gigi58 in data 13 novembre 2008 11:30:13
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mukusluba
Utente Senior


Città: Lugano


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Flora e Fauna

Inserito il - 13 novembre 2008 : 12:02:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gigi58:

Ho letto con interesse questo post di Beppe perchè anche io l'altro giorno ho visto un documentario simile, si trattava di limicoli credo in Australia, venivano catturati con reti sparate da una sorta di lanciarazzi che li bloccava, alcuni sulla riva, altri in acqua. Gli studiosi dovevano fare molto in fretta in quanto quelli in acqua rischiavano di affogare. Inoltre al termine dei controlli rituali: misurazioni varie, inanellamento.. venivano rilasciati ad uno ad uno, tuttavia nei pressi si erano dati appuntamento numerosi rapaci (mi sembra di ricordare una varietà di poiane) che approfittavano abbondantemente dei uccelli appena liberati sia perchè ancora frastornati dallo stress sia perchè non più protetti dallo stormo. Inevitabilmente il mio pensiero è stato: ma è indispensabile? Non si interferisce un pò troppo con la natura?
Probabilmente i benefici superano i costi così come dice Okkione, ma qualche dubbio mi assale
Ciao Gigi


Anch'io ho visto il documentario che dici e quoto in tutto
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cmoster
Utente Junior

Città: Prato
Prov.: Prato

Regione: Toscana


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Inserito il - 13 novembre 2008 : 13:42:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho letto questo interessante post e non posso far altro che appoggiare i pensieri di Beppe...
Insieme a Lui ho fatto diversi appostamenti nella Diaccia e devo dire che i fenicotteri sono un pò come dice il detto, grandi e grossi, ma timidi e riservati... Una volta che ti vedono arrivare non si avvicinano più nella zona per un giorno, mentre tutti gli altri no, sono molto meno titubanti...

Io sono d'accordo con l'inanellamento e lo studio delle varie specie perchè solo così si può capire sempre di più la vita di tutto il contesto della natura che sta diventando sempre più vulnerabile per colpa dell'uomo... Però l'uomo, proprio perchè dotato della mente "pensante" (purtroppo molte volte non funziona), dovrebbe esercitare queste cose fondamentali rispettando gli animali... Se fossi in loro non saprei discernere i "buoni" dai "cattivi" (ovviamente metaforicamente)...

Conosco una persona che ha fatto dello studio di una determinata specie la sua vita e la studia (grazie alla tecnologia) in tutti i suoi aspetti senza recare minimo disturbo all'animale e senza nemmeno che l'animale si accorga della sua presenza, altrimenti questo potrebbe creare dei cambiamenti nel modo di vivere nell'ambiente... Posizionando delle telecamere alimentate da pannelli solari è riuscito e riesce a fare dei video interessantissimi che spiegano e ci fanno scoprire i vari atteggiamenti...
Questo vuol dire studiare e rispettare la natura, e così dovrebbero essere fatti tutti gli studi in materia..
Capisco che è impossibile mettere un anello a un fenicottero o chi per esso senza che se ne accorga, ma nemmeno far apparire questo come una "mattanza"...

Questi traumi possono cambiare il modo di vivere di un animale??
Chiedo a chi ne sa più di me in materia....

Matteo

cmoster
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 14 novembre 2008 : 08:43:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Matteo, la domanda che poni non è sicuramente tra le più facili cui poter rispondere ma appare abbastanza evidente come qualsiasi sollecitazione traumatica subita in età giovanile da ogni specie animale, uomo compreso, lasci delle tracce più o meno profonde nei modi comportamentali lungo il restante corso della vita.
Credo che dipenda unicamente dalla maniera in cui sono state vissute queste esperienze: più è intensa e marcata la scarica ormonale che accompagna queste profonde emozioni maggiori ripercussioni avrà in seguito.
L’etologo Konrad Lorenz nei suoi studi riguardo all’imprinting, cioè l’impronta che lascia il primissimo contatto materno dopo la schiusa delle uova e la nascita dei pulli, testimonia quanto gli uccelli siano dotati di recettori particolarmente sensibili ma allo stesso tempo facilmente fuorviabili, nell’individuazione della madre cui far riferimento per le loro prime necessità.
E’ chiaro che ci troviamo di fronte a creature dotate di sensibilità assolutamente fuori del comune.
Nei cani, il mantenerli lontani dalla presenza dell’uomo nel secondo mese di vita, modificherà il loro successivo atteggiamento nei suoi confronti, rendendoli aggressivi e molto poco rivolti alla socializzazione.
Nei cuccioli d’uomo le violenze subite nei primissimi anni dell’infanzia segnano profondamente il loro comportamento per tutta la vita.
Piccolo e banali esempi che nella loro drammatica testimonianza evidenziano la realtà del quotidiano.

Ecco perché mi domando se una cattura collettiva di quelle dimensioni, con quell’impiego pesante di mezzi e di presenze umane, non possa lasciare un segno talmente profondo da trasformare un domani quei pulli in degli adulti così poco fiduciosi nei confronti dell’uomo al punto da isolarsi sempre di più per la nidificazione ed a renderla quindi sempre più improbabile o difficoltosa, vista l’incessante antropizzazione dei pochi luoghi disponibili a tale scopo.

E’ stato fatta questa considerazione nel calcolo dei pro e dei contro, mi domando?
Una domanda che mi sorge spontanea perché chi non ha mai avvicinato i fenicotteri rosa non si rende ben conto di quanto essi possano essere timidi e poco propensi a tollerare la presenza umana seppure a grandissima distanza.
Comprendo benissimo che la presenza di un etologo in mezzo ad un gruppo di ornitologi inanellatori creerebbe qualche piccolo scompenso a causa della diversità di vedute ma forse un lavoro d'equipe appena un po'più coordinato ed armonizzato in riferimento a quegli quegli aspetti cui accennavo, potrebbe essere possibile.

Beppe



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cmoster
Utente Junior

Città: Prato
Prov.: Prato

Regione: Toscana


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Inserito il - 14 novembre 2008 : 10:35:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Beppe è proprio come la penso io...
Ma allora perchè non possono usare tecniche meno invasive?
Non penso che non ce ne siano, i felini non penso che vengano addormentati solo per il fatto della loro pericolosità! No?

Io non sono un esperto e quindi sono il più ignorante in materia e sicuramente vedo le cose più facili di quello che sono, ma la domanda nasce spontanea....

Matteo

cmoster
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Fabribor
Utente Senior


Città: Savarna
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 10:47:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi aggiungo all'interessante discussione portando il mio contributo direttamente dal "campo".

Da anni partecipo all'inanellamento dei Fenicotteri a Comacchio.
Quest'anno ho partecipato anche all'attività analoga svolta a Cagliari.

Le perplessità circa la necessità o meno di effettuare un certo tipo di ricerche e monitoraggio, è del tutto legittima.

La mia risposta è in linea con quella di Angelo. Va valutato, come sempre, il rapporto esistente fra i benefici derivanti dall'attività e il costo (ovviamente non economico in questo caso) dello sforzo.

Il discorso sarebbe veramente ampio e complesso e ognuno potrebbe portare esperienze in cui si procede ad un'azione nonostante il rischio di arrecare danno ingente troppo elevato, oppure il beneficio è risibile anche in presenza di danno modesto.

Mi attengo quindi allo specifico caso dell'inanellamento dei Fenicotteri cercando di andare per punti e tranquillizzare sulla serietà e opportunità di fare questo tipo di marcaggio.

- Per ciascun sito di nidificazione l'attività è coordinata da persone di assoluta e provata esperienza e competenza riguardo alla biologia della specie. Nel caso italiano il coordinamento a livello nazionale è dell'ex-INFS (ora ISPRA) nella persona di Nicola Baccetti, il quale è sempre presente anche sul campo per dirigere le operazioni
- La colonia viene costantemente osservata nei periodi precedenti affinché il momento del marcaggio avvenga in un preciso momento dell'età dei pulcini e gli spostamenti dell'"asilo" vengono seguiti per settimane in modo da decidere la strategia di cattura ottimale
- Lo studio degli spostamenti migratori attraverso il marcaggio, per una specie osservabile a distanza (cioè senza più necessità di ricatturarli per rilevare i dati) come il fenicottero è di certo fondamentale per le misure di conservazione di questa specie e degli habitat che frequenta
- L'operazione viene svolta da tante persone proprio per ridurre al minimo la durata della cattura e i tempi del marcaggio
- Tutte le persone hanno un ruolo preciso che viene istruito durante una sessione apposita in cui viene spiegata la strategia, si affidano i ruoli, si assegnano i capisquadra, vengono spiegati gli errori da non fare, e le azioni efficaci
- Dalla prima colonizzazione dei fenicotteri a comacchio avvenuta nel 2000 con poche coppie, l'inanellamento è stato effettuato e la colonia è cresciuta sempre arrivando ad oggi ad un assestamento di circa 1500 coppie che si stanno ulteriormente diffondendo in laguna veneta
- La metodologia è standardizzata e condivisa in tutte le colonie (Camargue, Cagliari, Comacchio, Delta Ebro e le altre colonie spagnole, ecc..) ed ereditata dalla Camargue che ospita i fenicotteri da molti decenni e che ha dato inizio allo schema di marcaggio
- Tutto è realizzato con la massima attenzione: dalle dimensioni e caratteristiche del recinto in cui vengono mantenuti i fenicotteri in "attesa" del loro turno; ai percorsi delle squadre di cattura attraverso la salina per tenere compatto l'asilo; al numero di tavoli di inanellamento e numero di "portatori" dei fenicotteri che li devono maneggiare in una certa maniera, verificata sicura per l'incolumità degli stessi; alle metodologie di rilascio.

Ci sarebbe ovviamente molto altro da aggiungere.
Spero di aver fornito qualche informazioni in più per questa attività specifica, che non vuole negare la presenza di uno stress provocato agli animali (che comunque se valutato correttamente, può essere contenuto entro ampi limiti di resistenza da parte degli animali, che registreranno l'esperienza più o meno in questi termini: "attenzione, l'uomo è pericoloso e caccia in gruppo, meglio tenere una certa distanza e tenerlo sott'occhio").
Senz'altro in passato saranno stati fatti anche degli errori per arrivare a questo grado di organizzazione, che oggi consente di raccogliere una quantità di informazioni (le letture degli anelli colorati) che possono essere usate per la gestione.
Durante le operazioni di inanellamento si colgono anche occasioni di prelievo (non invasivo) di materiale biologico al fine di valutare eventuali problemi sanitari, effettuare indagini genetiche, monitorare livelli di contaminazione da sostanze tossiche.

Concludo aggiungendo che tutti i tentativi di avvicinare le colonie di fenicotteri nel periodo riproduttivo da parte di chi non ha completa consapevolezza e conoscenza delle abitudini e della sensibilità di questa specie, mette a serio rischio l'intera annata riproduttiva. Parlo principalmente di fotografia (solitamente la zona di nidificazione è chiusa al pubblico) e di voli a bassa quota in cui l'obiettivo è proprio farli volare per godersi la scena (purtroppo di moda ancorché vietati).



Fabribor.
Gli uccellini nel vento non si fanno mai male, hanno ali più grandi di me... [F.De Gregori]
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vespa90ss
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 12:29:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Fabrizio per la tua testimonianza che in qualche modo è rassicurante rispetto a quanto quelle immagini abbiano potuto riferire. Immagini che ho seguito con grandissima attenzione con un occhio che non è propriamente quello di un profano, dopo aver trascorso un'intera estate in prossimità dei loro luoghi di frequentazione seguendone i movimenti a grandissima distanza dai punti di osservazione consentiti. Distanze da cui è assolutamente impensabile riuscire nemmeno ad intravedere i pulcini ma solamente gli adulti "al pascolo" ed i loro voli.
Spero che nella mente di questi pulcini rimanga impressa un'esperienza meno traumatizzante di quella che traspariva dai loro movimenti e dai loro sguardi.
E spero anche che il numero N. al quadrato delle coppie nidificanti in più Italia non dipenda dal numero N. al cubo che non possono farlo più in Senegal o nei luoghi dove fino ad oggi loro hanno sempre nidificato.
Qualsiasi ulteriore contributo alla conoscenza di questa specie è molto gradito e ti ringrazio insieme ad Angelo per l'attenzione che state prestando all'argomento.

Beppe


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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 14 novembre 2008 : 15:02:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io ho visto la stessa trasmissione vista da Beppe, e sono rimasto anch'io piuttosto perplesso.
Mi ha ricordato certe tecniche di pesca in Polinesia, dove decine di persone camminano fianco a fianco in acqua per spingere i pesci verso la rete.

A dire la verità, però, l'atteggiamento dei giovani fenicotteri non mi sembrava particolarmente terrorizzato: si ritiravano "abbastanza" ordinatamente senza scene di panico estremo.

Credo che i giovani, proprio come strategia difensiva, siano meno reattivi degli adulti di fronte ad un possibile predatore che si avvicina, proprio perché, da parte loro, tentare la fuga sarebbe inutile e tanto vale starsene buoni.

Le perplessità restano, e mi auguro che, nella fattispecie, non abbiano ripetuto più volte la scena in funzione della ripresa televisiva.
Comunque, l'aria che avevano quegli uccelli non mi faceva disperare che potessero superare il trauma in modo abbastanza indolore.

Ciao

Luigi



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vespa90ss
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 16:06:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Diciamo che il momento della "raccolta" è stato il meno traumatico, Luigi: ma una volta radunati in gruppo, quel sentirsi costretti, in trappola, senza possibilità di fuga ed attendere d'essere presi uno alla volta con cadenza ossessionante e maneggiati a lungo e passati di mano in mano fra più persone non venirmi a dire che non può essere un trauma perchè mi faresti passare non solo da bugiardo ma anche da visionario.
So benissimo che non è questa la tua intenzione ma solo un modo di percepire la realtà un po' discosto dal mio. Forse risiede soltanto qui la chiave di questo complesso equivoco che forse vede distanti e separati, etologi da ornitologi.
Beppe


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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 14 novembre 2008 : 20:30:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma io sono rimasto sorpreso come te, Beppe, e mi sono chiesto se valesse la pena di fare tanto macello.
La mia è solo una speranza; da un lato, mi auguro che non fossero sprovveduti, e magari hanno agito più goffamente per facilitare le riprese televisive; dall'altro, penso che, effettivamente, i traumi subiti in età giovanile, potrebbero essere dimenticati.
I branchi di giovani fenicotteri sono molto predati: anche i predatori meno agguerriti (Capovaccai, sciacalli ecc...), fanno man bassa; quindi, forse, sono traumi scontati.

Ti confermo che, anche a me, quel branco di gente che sguazzava nell'acqua bassa non mi ha dato l'impressione di naturalisti; sembrava piuttosto "Giochi senza frontiere".

Ciao

Luigi



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gigi58
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Inserito il - 14 novembre 2008 : 20:39:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono convinto che probabilmente il tutto rappresenta il male minore, ma dalle descrizioni di Beppe, dalle immagini che ho visto nell'altro documentario e dalle stesse parole di Fabrizio mi sembra di poter dedurre che si ci sono a capo delle operazioni gente qualificata e competente, ma visto la mole di lavoro si integra con "manovalanza" entusiasta ma un pò "rustica"
Ciao Gigi
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vespa90ss
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Inserito il - 15 novembre 2008 : 20:16:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Gigi...troppa manipolazione. Troppa. Troppe mani, troppe braccia.
Gli animali selvatici se si sentono sollevati dal suolo, presi, avvinti, stretti fra due forti braccia, si sentono morti. Finiti. Prova ad entrare un attimo nel loro stato d'animo. Nel loro bagaglio d'informazione la cattura corrisponde a morte certa. Al terrore dell'essere divorato vivo.
Immagina un allevamento di tacchini dove ad un certo punto li cominciano a rincorrere, prendere uno per uno, se li mettono sotto il braccio tenendogli ben ferme le lunghe zampe e li portano nel luogo dove passeranno di mano in mano per tutta una serie di misurazioni, pesature, campionature e inanellamento in mezzo a decine di persone che parlano e si scambiano informazioni ed ordini.
Ed ora mi rivolgo a voi, uomini che avete eseguito questo compito ingrato ma necessario: se non esistono più margini per eseguire qualche miglioria o se non è possibile davvero fare diversamente, dimenticate queste mie parole e scusatemi per l'interferenza nel vostro lavoro.
Anch'io voglio il bene dei fenicotteri rosa.
Beppe


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