La diagnosi mi è stata possibile grazie alle ottime tabelle dicotomiche dei Leucospididae d'Italia, contenute in una pubblicazione* dell'amico Guido Pagliano, che me ne aveva recentemente dato una copia.
Questa specie si distingue agevolmente dalle altre per il diffuso colore rosso del corpo che accompagna alcune macchie e fasce gialle sulla tinta di fondo nera. Anche le antenne sono di color rosso cupo.
Il primo segmento del gastro [= addome] è carenato al centro (si vede bene nella foto qui sopra)

In quest'ultima foto, presa da dietro, si nota un'altra caratteristica di questa graziosa bestiola, di cui immagino tenne conto il grande Fabricius, quando le assegnò, nel lontanissimo 1804, il nome specifico.
La terebra (diciamo, assai impropriamente, la coda, per capirci) è molto più breve rispetto alle congeneri, nelle quali, ripiegata sul dorso, raggiunge quasi il torace.