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Gyps
Utente Senior


Città: Nuoro
Prov.: Nuoro

Regione: Sardegna


1386 Messaggi
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Inserito il - 26 agosto 2008 : 20:02:07 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

E' finito il sogno di poter vedere i miei primi tre gipeti volare nelle montagne sarde.
Questo pomeriggio mi è arrivato laconico l'sms di un amico: anche Rosa 'e monte ha fatto la stessa fine degli altri due gipeti.

Tanta tanta tristezza, e tanta tanta rabbia.

Al di la di tante polemiche ciò che mi auguro dal profondo del cuore è che il progetto gipeto non si fermi, che si interrompa solo provvisoriamente la liberazione degli animali e si prosegua con un'azione di (ri)sensibilizzazione e tentativi di risoluzione alla radice del problema "veleno".

Non si deve mollare ora, soprattutto se è solo a causa dell'ignoranza di uno, o comunque pochi pastori che hanno problemi con volpi e cani randagi. La mentalità può e deve cambiare! Mollare ora significherebbe arrendersi davanti ai residui di una cultura pastorale negativa che, come ho gia scritto in un altro post, è ora di lasciarsi alle spalle.

Laura



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"per viverli nella loro totale indifferenza. Oltre c'è il disturbo. E il disturbo significherebbe una cocente imperdonabile sconfitta" [D.Ruiu "I miei rapaci"]

Modificato da - Gyps in Data 26 agosto 2008 20:37:30

orsobblu
Moderatore

Città: Camorino (Svizzera)


7289 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 agosto 2008 : 20:32:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Condivido rabbia e tristezza, anche se mi trovo a centinaia di km.
Purtroppo i progressi dell'Illuminismo non sono ancora arrivati ovunque e qua e là siamo ancora indietro di tre secoli.
Continua a credere nel progetto!

"Se sogni da solo il sogno resta un sogno, se a sognare si è tanti, allora il sogno diventa la realtà" (canzone brasiliana riportata da un amico ferroviere in occasione di uno sciopero)

Alessandro

"La découverte du monde commence dans ton jardin" (X. Moirandat)

Modificato da - orsobblu in data 26 agosto 2008 20:32:38
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Accipiter gentilis
Moderatore


Città: Olevano Romano
Prov.: Roma

Regione: Lazio


1964 Messaggi
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Inserito il - 26 agosto 2008 : 20:56:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Purtroppo il problema del veleno affonda le radici lontano, anche nella legislazione del nostro paese, quando esistevano le "specie nocive" e a mettere le polpette avvelenate non erano solo pastori, cacciatori......ma qualche signore.
I tempi cambiano ma ahimè le brutte abitudini restano;
Il dramma è sempre l'ignoranza, la non conoscenza dell'equilibrio ambientale....il non sapere che se metti il veleno per uccidere una volpe uccidi tutto e forse anche la volpe, e quella che reputi una vittoria è una sconfitta in tutti i sensi uno perché hai ucciso anche animali animali "innocenti" e due perché il posto lasciato vuoto dalla tua volpe lo occuperà presto un'altra..................
Sono anni che cerco di far capire questa cosa ai cacciatori del mio paese ma non vogliono credermi.........
Vagli a spiegare che i loro preziosi fagiani muoiono perché sono carne da macello buttata in pasto alle loro doppiette;


eppure il vento soffia ancora...

Fine del sogno
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Tetrao
Utente Senior


Città: Bormio
Prov.: Sondrio

Regione: Lombardia


2749 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 agosto 2008 : 21:12:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Guardiamo in faccia la realtà :
peggio di qualsiasi pessimistica previsione!!!

Direi su tutta la linea comunque ... dall'Ecologista al ... pastore!

Gli unici innocenti sono i 3 poveri Gipeti!
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Edmondo
Utente Senior


Città: Bologna

Regione: Emilia Romagna


2380 Messaggi
Fotografia Naturalistica

Inserito il - 26 agosto 2008 : 21:27:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Laura, sono molto dispiaciuto per i tuoi Gipeti.
Quando si parte con un'idea in testa, ci vogliamo illudere che entri anche nella testa di certe persone, purtroppo è tempo perso. Io ti voglio dare tutto il mio aiuto morale perchè tu possa continuare a credere nei tuoi progetti e che presto possa andare tutto per il verso giusto. Sarebbe troppo bello se ogni volta che progettiamo qualche cosa, questa vada subito a buon fine, ma non bisogna arrendersi. Bisogna lottare cara Laura, credici e non solo io ma tanti altri amici amanti della natura di sosterremo, sempre, perchè quello che tu fai per la tua splendida Sardegna è meraviglioso e sarebbe un peccato se tutto quello fatto fino adesso andasse perduto.

Ciao,
Edmondo
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Bigeye
Moderatore


Città: viterbo
Prov.: Viterbo

Regione: Lazio


6269 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 agosto 2008 : 21:42:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
mi dispiace molto per te laura, per te che ci hai messo tempo e cuore, mi dispiace per gli altri che ci hanno lavorato dal coordinamento ai volontari.

mi spiace per loro ignari e maestosissimi aeroplani uccisi dall'ignoranza, uccisi dal perenne conflitto di culture che non vogliono nè sanno comunicare, uccisi dalle contraddizioni di un popolo meraviglioso.

è una brutta botta... mi spiace molto


okkione

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Stekal
Moderatore


Città: CANTU'
Prov.: Como

Regione: Lombardia


4435 Messaggi
Fotografia Naturalistica

Inserito il - 26 agosto 2008 : 21:51:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non ci voglio credere!




Stefano
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Osprey56
Utente Senior


Città: Lodi
Prov.: Lodi

Regione: Lombardia


1031 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 agosto 2008 : 23:25:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' brutto doverlo dire...., ma qualcuno lo aveva detto che sarebbe finita così...........prima bisognerebbe evitare che tali cose succedano.
Tristi saluti, x i i poveri 3 Gipeti!
Luca

"La natura non fa niente di inutile" (Aristotele)
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Roberto Cobianchi
Utente Senior


Città: Bologna
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


4227 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 agosto 2008 : 09:00:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
e' l'ennesima sconfitta.
mi spiace

Ciao Roberto
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Cleo
Utente Senior


Città: Milano
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


1439 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 agosto 2008 : 09:32:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ne avevo parlato ieri con Laura, ma ancora oggi a leggere il post, a mente più fredda (si fa per dire) gli occhi mi si sono riempiti di lacrime di rabbia e dolore. La situazione è sicuramente complessa, ci vorrà molta pazienza per riuscire a continuare il progetto di reintroduzione ma spero tanto che si abbia la voglia di continuare. La notizia non ha avuto sui media nessuna rilevanza, so che non servirà a molto, ma nell'ottica di sensibilizzazione c'è qualcuno che ha possibilità di renderla più visibile?
Sono mortificata e sto male all'idea della morte dei tre giovani Gipeti.

Olivia
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alisea
Utente V.I.P.


Città: Brescia


322 Messaggi
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Inserito il - 27 agosto 2008 : 10:22:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
mi dispiace tanto Laura...comunque la sconfitta a una battaglia non vuol dire perdere la guerra..e noi combatteremo ancora! non ti arrendere mai
Ale
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Jurigab
Utente V.I.P.

Città: Palermo

Regione: Sicilia


101 Messaggi
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Inserito il - 27 agosto 2008 : 14:07:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questa notizia mi riempie di tristezza e rabbia.
Purtroppo progetti di questo tipo, per poter essere vincenti, richiedono un grandissimo sforzo volto all'informazione e alla sensibilizzazione delle comunità locali che devono essere i primi custodi delle loro ricchezze. Forse è da qui che si dovrebbe ripartire, prima di fare altre vittime.
Ciao

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Modificato da - Jurigab in data 27 agosto 2008 14:12:26
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Icaro
Utente Junior


Città: Cagliari
Prov.: Cagliari

Regione: Sardegna


26 Messaggi
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Inserito il - 29 settembre 2008 : 21:12:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Edmondo
Utente Senior


Città: Bologna

Regione: Emilia Romagna


2380 Messaggi
Fotografia Naturalistica

Inserito il - 03 ottobre 2008 : 22:25:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Conoscendo la storia dei tre gipeti, ho seguito con molta attenzione il documentario trasmesso ieri pomeriggio da Geo su Rai3.
Il naturalista Francesco Pedretti ha introdotto e chiarito tanti punti, aiutato anche da Carlo Murgia, Responsabile Scientifico del Progetto Gipeti.
Mi è piaciuta moltissimo una frase detta all'inizio del filmato e cioè che ci riproveranno il prossimo anno a reintrodurre i gipeti in quella zona.

Io ho sempre avuto molto rispetto per tutto il popolo sardo, compresi i pastori.
Se è successo quello che è successo non li si può condannare se, cercando di difendere il loro bestiame dai cani randagi, usano il metodo dei bocconi avvelenati. Bisognerebbe sapere se i pastori o anche altre persone erano al corrente di queste introduzioni, forse è esattamente così. E poi chi dice che siano stati i pastori ad avvelenarli?
Di qua parte il problema per le future introduzioni, sperando che gli organizzatori avvisino i più per tempo, affinchè certi usi dei bocconi vengano bloccati per sempre. Posso immaginare che l'informazione su vasta scala porterebbe all'aumento delle spese, ma credo che questo sia il primo passo da fare.
Chi ha visto il documentario avrà di sicuro notato la moltitudine di persone che c'erano durante la festa; i bambini che hanno fatto la gara per dargli un nome; l'evidente allegria che manifestavano per l'eccezionale evento e tutto il contorno che una tale occasione può creare.

Al di là di cosa ognuno di noi possa pensare sulle reintroduzioni, io credo che il progetto debba andare avanti, tenendo per insegnamento l'insuccesso avuto quest'anno.
Non si può tradire tutta quella gente che si è vista nel filmato e non dare soddisfazione a tutti gli addetti ai lavori.

Se ci dovessimo fermare al primo insuccesso...............!!!!!

Edmondo
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Tetrao
Utente Senior


Città: Bormio
Prov.: Sondrio

Regione: Lombardia


2749 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 03 ottobre 2008 : 23:05:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Caro Edmondo,capisco il tuo pensiero,ma ci sono troppi "se" nel tuo discorso!

Prima iniziamo a toglerne qualc'uno e poi si vedrà!
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limbarae
Moderatore


Città: Berchidda
Prov.: Olbia - Tempio

Regione: Sardegna


12842 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 03 ottobre 2008 : 23:25:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Icaro:

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Mi sono letto tutta questa massiccia dose di informazioni e voglio dire la mia, proprio perché io sono uno di quei sardi che plaudono alle azioni volte a favore dell'ambiente, ma che si rende conto di un certo "ritardo" che si manifesta proprio nelle circostanze più importanti.
Per prima cosa, ciò che dice Tetrao è importante. Questi benedetti (antifrasi) cani randagi sono frutto di sconsiderati abbandoni da parte dei sardi, non certo colpa di nessun altro. Quei maledetti bocconi, l'ho visto con i miei occhi, non guardano al cane randagio, al mio cane morto in quella maniera solo perché ne ha trovato uno casualmente, nè ad una volpe che non ho potuto aiutare e che sbavava e si contorceva agonizzante davanti ai miei occhi. La cultura del "boccone" è atavica in quest'isola, per il topo come per lo storno.
I poveri gipeti sono stati inseriti in un contesto ancora immaturo. Io non ho sentito molto clamore sul progetto e sospetto che molti altri, anche meno interessati di me all'argomento ne abbiano sentito ancora meno. Il clamore c'è stato dopo la loro morte, purtroppo anche politicizzato (i soliti str..zi).
Ma torniamo alle reintroduzioni: come si può pretendere di reintrodurre i grandi mammiferi in aree diverse da quelle dove sono conservate ad oggi se molta gente, non solo pastori, non solo gente ignorante, non aspetta altro che nuove prede da bracconare. Dice bene Gyps quando usa il termine "trogloditi", perché molti non meritano appellativo migliore. Sul Limbara hanno reintrodotto i daini. Nel 2000 alcuni sono fuoriusciti dal recinto e io ne ho trovati 3 morti in pochi mesi (non certo perché fuori non trovassero da mangiare). I mufloni li hanno reintrodotti, ma non ne è sopravvissuto uno. Figuriamoci rischiare spostamenti di cervi in zone del genere. Ci rimane solo il cinghiale che prolifera incredibilmente, ma non è più sus scrofa meridionalis, imbastardito da introduzioni (queste sì veramente dannose) di entità alloctone a scopi venatorii.
Sono tra quelli che vedono nella pastorizia in Sardegna uno dei peggiori freni allo sviluppo, soprattutto ambientale, una chiusura da parte di alcuni elementi radicali che portano al muro contro muro se si serca di parlare di cambiamento. Esistono solo quelle pecore che producono sempre meno, costano sempre più, ma sono tastardamente considerate ancora l'ancora di salvezza. E intanto, le aquile sopravvivono grazie ai cinghialetti, alle lepri ed alle volpi, ma devono stare attente agli agnelli. Le martore sono bocconate come le volpi, e posso raccontarvi di quando mio padre era bambino. Gli ultimi grifoni venivano uccisi a bastonate dai pastori e dai ragazzi quando, appesantiti dal troppo mangiare, non riuscivano a scappare dalle carcasse di pecore presso cui si abbuffavano. C'è ancora gente che pensa che un grifone uccida la pecora. E quel che è peggio è che c'è ignoranza, anche tra i colti.
I gipeti li ho visti in Corsica, non è poi così lontana, la definiscono l'isola sorella della Sardegna. Ma c'è un abisso.
Spero che il discorso così ignominosamente decaduto quest'estate venga ripreso con raddoppiato vigore, con più accortezza e rinnovata sensibilizzazione, anche se di tempo dovrà passarne ancora prima di vedere il lume della ragione superare il 60% delle menti sardeper ciò che concerne la sensibilità ambientale tutta.

"strada diritta e core in fronte"
Michel Fabrikant (1912-1989)
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Edmondo
Utente Senior


Città: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 03 ottobre 2008 : 23:29:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lo so, ci vorrebbe la bacchetta magica, ma avendo a che fare con tante persone, non si può pretendere di fare centro al primo colpo, tantomeno togliere aspettative e speranze a chi ha delle buone idee e s'impegna per attuarle.
Io sono sempre stato del parere che molto spesso due persone non vanno d'accordo, figuriamoci quando si è in tanti.
Dipendesse da me, i "se" li avrei già tolti tutti.

Edmondo
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italianbirder
Utente Senior


Città: Gorino
Prov.: Ferrara

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 04 ottobre 2008 : 21:51:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io credo che questa del rilascio dei Gipeti sia una squisita operazione politica. Sapevano bene (gli addetti ai lavori) come sarebbe andata a finire. Mi viene in mente il film "Leoni per agnelli" dove si vedono neri e portoricani mandati al massacro sulle montagne dell'Afghanistan. Così come in America (nel film) si vedevano poi i politici alla TV così anche da noi abbiamo visto le passerelle dei soliti noti (che ci dicono che non è finita qui...).

MP
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«Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità »
Gustavo Rol
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Icaro
Utente Junior


Città: Cagliari
Prov.: Cagliari

Regione: Sardegna


26 Messaggi
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Inserito il - 10 ottobre 2008 : 19:21:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao a tutti,
solo ora scopro che in questo topic qualche buon “naturnauta” ha iniziato a discutere del progetto gipeto e problemi annessi.
Limbarae, hai introdotto perfettamente alcuni dei problemi della gestione della fauna in Sardegna, e ai quali anch’io mi riferivo nel mio primissimo messaggio inserito sul topic “Progetto Gipeto” linkato sopra.
Un problema fondamentale, per esempio, è quello della non applicazione della Legge 157 del ’92 (“Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”), che invece trova piena applicazione in più della metà delle Regioni italiane, le più “illuminate”, compresa quella del buon Edmondo, e fra le quali spicca la Toscana.
L’applicazione di questa legge, oltre che offrire numerosi posti di lavoro a persone con varie competenze tecniche e scientifiche, risolverebbe, o almeno, limiterebbe numerosi altri problemi, come il bracconaggio, la cattiva gestione della caccia, le difficoltà di conservazione, ridurrebbe i danni da fauna selvatica alle attività produttive e all’uomo (incidenti stradali), e alimenterebbe una coscienza più profonda della risorsa faunistica.
Se prima di tutto non si risolvono questi problemi basilari che affliggono l’ambiente naturale, ma anche quello socio-economico di una Regione, come si può pensare di effettuare reintroduzioni come quella del gipeto?
Si parla tanto di sensibilizzazione. Certo, questa è importantissima, ma chi come me si occupa di gestione della fauna sa bene che un programma di reintroduzione non è fatto solo di sensibilizzazione. Occorre fare un piano di fattibilità; analizzare prima di tutto se i fattori che hanno causato l’estinzione della specie esistono ancora o se ve ne sono di nuovi; eseguire uno studio accurato dell’ambiente, anche di quello sociale. Nel caso del gipeto, in Sardegna mancano ancora tutti i presupposti necessari per la sua reintroduzione, quindi non capisco perché si voglia ritentare l’anno prossimo. E’ come iniziare a costruire una casa dal tetto, sperperando risorse importanti, che possono essere utilizzate in modo più utile, per risolvere quei problemi primari.
Io per ora non sono a favore del progetto gipeto proprio per questi motivi, anche se mi piacerebbe vederlo volare nuovamente nei cieli sardi, e questa rinuncia dovrebbero farla anche gli addetti ai lavori del progetto.
Poi, per rispondere pure a ciò che dice Tetrao sui cani randagi
Una sola cosa,ti chiedo,dato che parli di popolo sardo,ma i cani randagi chi ve li ha portati ,i turisti della Costa Smeralda,noi del continente?!

è chiaro che quei cani sono sardi. Non sono stati portati e nemmeno hanno avuto origine per ‘generazione spontanea’. Non ho capito il significato della tua osservazione, Tetrao. I cani randagi ci sono quasi dappertutto in Italia, solo che i loro effetti si fanno sentire laddove esistono determinate attività umane, come la pastorizia, che entrano in conflitto con la loro presenza. Se pensi che in Sardegna è presente un terzo del patrimonio ovino nazionale, capisci subito che qui i cani randagi inferociti fanno più danni che altrove. E le ASL e i Comuni non possono o non riescono ad arginare il problema.
Limbarae tu dici questo
...La cultura del "boccone" è atavica in quest'isola, per il topo come per lo storno...
...Gli ultimi grifoni venivano uccisi a bastonate dai pastori e dai ragazzi quando, appesantiti dal troppo mangiare, non riuscivano a scappare dalle carcasse di pecore presso cui si abbuffavano...
...Sono tra quelli che vedono nella pastorizia in Sardegna uno dei peggiori freni allo sviluppo, soprattutto ambientale, una chiusura da parte di alcuni elementi radicali che portano al muro contro muro se si serca di parlare di cambiamento...

La cultura dei bocconi avvelenati, così come il bracconaggio o l’uccisione dei grifoni, non sono appannaggio esclusivo della Sardegna, oggi come in passato, perciò cerchiamo di evitare di trasmettere un messaggio di questo tipo, perché è questo che sembra venir fuori.
La pastorizia, oggettivamente, e non soggettivamente, non può essere considerata un freno allo sviluppo, in quanto rappresenta gran parte della produzione zootecnica regionale e dell’Italia, che è il secondo Paese al mondo per produzione di latte ovino (teniamo pure conto che migliaia di pastori in continente sono sardi).
Vogliamo rinunciare al pecorino sardo o romano per reintrodurre il gipeto?
Si possono avere sia i gipeti che i pastori, ma con le azioni giuste e i tempi giusti.

Spero che sempre più numerosi parteciperete a questa discussione.

Ciao a tutti!
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italianbirder
Utente Senior


Città: Gorino
Prov.: Ferrara

Regione: Emilia Romagna


818 Messaggi
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Inserito il - 11 ottobre 2008 : 19:47:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Icaro:


(...) Se prima di tutto non si risolvono questi problemi basilari che affliggono l’ambiente naturale, ma anche quello socio-economico di una Regione, come si può pensare di effettuare reintroduzioni come quella del gipeto?
Si parla tanto di sensibilizzazione. Certo, questa è importantissima, ma chi come me si occupa di gestione della fauna sa bene che un programma di reintroduzione non è fatto solo di sensibilizzazione. Occorre fare un piano di fattibilità; analizzare prima di tutto se i fattori che hanno causato l’estinzione della specie esistono ancora o se ve ne sono di nuovi; eseguire uno studio accurato dell’ambiente, anche di quello sociale. Nel caso del gipeto, in Sardegna mancano ancora tutti i presupposti necessari per la sua reintroduzione, quindi non capisco perché si voglia ritentare l’anno prossimo. E’ come iniziare a costruire una casa dal tetto, sperperando risorse importanti, che possono essere utilizzate in modo più utile, per risolvere quei problemi primari.
Io per ora non sono a favore del progetto gipeto proprio per questi motivi, anche se mi piacerebbe vederlo volare nuovamente nei cieli sardi, e questa rinuncia dovrebbero farla anche gli addetti ai lavori del progetto.


Ottimissime osservazioni ! Credo che sapessero bene che stavano mandando i Gipeti al massacro, esattamente per le motivazioni che hai espresso tu. Ma ho qualche dubbio che a loro non interessi veramente la sorte del Gipeto: non è che così vogliono dimostrare che "l'uomo è cattivo" ?. Ora se vogliamo dar credito a quello che hai scritto tu, bisognerebbe, a bocce ferme, riflettere sul fatto, che lorsignori sono corresponsabili dell'eliminazione degli animali (cha hanno mandato al massacro). Ma quello a cui puntano è, probabilmente, una nuova passerella mediatica, da una parte, e dall'altra inculcare nelle persone sensibili un po' di "odio" per l'uomo isolano. Speriamo però che il tutto si trasformi in un boomerang e che si ritorca loro contro...



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Modificato da - italianbirder in data 11 ottobre 2008 19:53:28
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 11 ottobre 2008 : 20:00:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Apprendo inorridito ora questa notizia. Prima di fare un intervento simile di reintroduzione bisogna prima sensibilizzare la popolazione alla presenza di un animale che sta all'apice della catena alimentare. Vedete quanta ostilità trovano anche il lupo e l'orso.

Il gipeto alpino mi sembra goda di buona salute. Speriamo che la sua presenza sia di buon esempio in altre zone (Sardegna, ma anche altre), per dimostrare l'utilità ecologica di questa specie



Alessandro PD


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