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ATTENZIONE! A causa dello stato di grave minaccia nel quale si trovano attualmente gli anfibi, dovuta non solo all'alterazione degli habitat, ma anche alle patologie legate alla chitridiomicosi e alla possibilità che appassionati e studiosi di anfibi possano diventare vettori involontari del contagio durante le escursioni, invitiamo tutti gli utenti del forum ad avere particolare cura quando ricercano o fotografano questi animali. Considerata inoltre la delicatezza necessaria nel maneggiare gli anfibi, onde evitare emulazioni da parte di persone inesperte, che potrebbero causare danni agli animali, invitiamo gli utenti a non postare foto di esemplari tenuti in mano. Questo tipo di foto d'ora in poi saranno rimosse. Eventuali foto inerenti studi o indagini scientifiche possono essere postate previa autorizzazione da parte dei moderatori di sezione o degli amministratori.
Grazie a tutti per la collaborazione


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u / c
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Inserito il - 15 agosto 2008 : 17:35:45 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia


Modificato da - u / c in Data 15 agosto 2008 17:38:09

u / c
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Inserito il - 15 agosto 2008 : 17:36:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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Da due anni in una cantina
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Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto.
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limbarae
Moderatore


Città: Berchidda
Prov.: Olbia - Tempio

Regione: Sardegna


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Flora e Fauna

Inserito il - 15 agosto 2008 : 19:05:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma da dove arriva la leggenda dei rospi velenosi?! Anche qui il nostro povero rospo smeraldino è tacciato di emissione di sostanze urticanti. L'unica sostanza che mi rilascia quando lo prendo in mano è la pipì, ma non l'ho mai trovata urticante. E tutti giù a dire "che coraggio, ma non ti fa male?"

chi ama la natura ama se stesso
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perfect
Utente Senior

Città: Roma


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Flora e Fauna

Inserito il - 15 agosto 2008 : 19:31:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di limbarae:

Ma da dove arriva la leggenda dei rospi velenosi?! Anche qui il nostro povero rospo smeraldino è tacciato di emissione di sostanze urticanti. L'unica sostanza che mi rilascia quando lo prendo in mano è la pipì, ma non l'ho mai trovata urticante. E tutti giù a dire "che coraggio, ma non ti fa male?"

chi ama la natura ama se stesso


Come ogni "leggenda" ha un fondamento di verità anche questa lo ha. Tutti i rospi europei sono velenosi, nel senso che la cute secerne una sostanza irritante per le mucose dei mammiferi, per essere secreta l'animale deve subire un pesante stress (morso ecc...) ma prenderne in mano uno non comporta alcun tipo di problema a me no che non si decida di appliccarsi delle lenti a contatto subito dopo...
La pipì che spesso viene creduta erroneamente veleno viene rilasciata dall'animale disturbato per alleggerirsi durante la fuga.

Dario
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orsobblu
Moderatore

Città: Camorino (Svizzera)


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Flora e Fauna

Inserito il - 15 agosto 2008 : 20:04:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
"El ta pisa in di öcc!" (Ti piscia negli occhi)
Questo si diceva dei poveri anuri quando ero bambino.
Comunque il bestiolo in questione mi sembra godere di buona salute. Qui dalle mie parti è da quando, potenzialmente, poteva pisciarmi negli occhi che non ne vedo più (e non per colpa loro ).

Alessandro

"La découverte du monde commence dans ton jardin" (X. Moirandat)
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Accipiter gentilis
Moderatore


Città: Olevano Romano
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Inserito il - 15 agosto 2008 : 20:15:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di orsobblu:

"El ta pisa in di öcc!" (Ti piscia negli occhi)


confermo la diceria che si narra anche qui assieme ai pipistrelli che si attaccano ai capelli, all'ultimo nato della vipera che è il più velenoso ecc. ecc.


eppure il vento soffia ancora...


Da due anni in una cantina

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limbarae
Moderatore


Città: Berchidda
Prov.: Olbia - Tempio

Regione: Sardegna


12842 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 15 agosto 2008 : 20:22:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di perfect:

Messaggio originario di limbarae:

Ma da dove arriva la leggenda dei rospi velenosi?! Anche qui il nostro povero rospo smeraldino è tacciato di emissione di sostanze urticanti. L'unica sostanza che mi rilascia quando lo prendo in mano è la pipì, ma non l'ho mai trovata urticante. E tutti giù a dire "che coraggio, ma non ti fa male?"

chi ama la natura ama se stesso


Come ogni "leggenda" ha un fondamento di verità anche questa lo ha. Tutti i rospi europei sono velenosi, nel senso che la cute secerne una sostanza irritante per le mucose dei mammiferi, per essere secreta l'animale deve subire un pesante stress (morso ecc...) ma prenderne in mano uno non comporta alcun tipo di problema a me no che non si decida di appliccarsi delle lenti a contatto subito dopo...
La pipì che spesso viene creduta erroneamente veleno viene rilasciata dall'animale disturbato per alleggerirsi durante la fuga.

Dario



Ecco perché non mi ha mai dato problemi. Io li prendo sempre con molta delicatezza, anche se poi loro fanno gli stuntmen (stuntfrog è più corretto) e si lanciano da altitudini indicibili (oltre 1,5 m dal suolo calcolando la mia mano quando sono in piedi) trotterellando poi allegramente come se niente fosse accaduto. Se riesco neturalmente non gli permetto di saltare, ma talvolta vi riescono. Che prese plastiche talvolta...

chi ama la natura ama se stesso
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u / c
Utente Cancellato

Città: .


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Inserito il - 15 agosto 2008 : 23:26:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di orsobblu:
[ Qui dalle mie parti è da quando, potenzialmente, poteva pisciarmi negli occhi che non ne vedo più (e non per colpa loro ).
Alessandro


Come mai?
Sono spariti?
Qui a Roma è pieno, si trovano anche nelle zone verdi in pieno centro.
Per esempio a villa Borghese.
Ieri nel fiume Imele, sempre nella Marsica (AQ), ho notato una notevole diminuzione del numero delle rane.

Tornando alla velenosità dei rospi, in tempi passati remoti, nei processi di stregoneria o in quelli di omicidio per avvelenamento , una delle prove addotte per provare la colpevolezza dell'accusato era la detenzione di rospi...
Per ricavarne il veleno..



Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto.

Modificato da - u / c in data 15 agosto 2008 23:32:01
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orsobblu
Moderatore

Città: Camorino (Svizzera)


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Flora e Fauna

Inserito il - 16 agosto 2008 : 08:56:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Tartagnan:

Messaggio originario di orsobblu:
[ Qui dalle mie parti è da quando, potenzialmente, poteva pisciarmi negli occhi che non ne vedo più (e non per colpa loro ).
Alessandro


Come mai?
Sono spariti?
[...]

Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto.



Non sono mai stati molto frequenti e ora, almeno qui dove abito, non ce ne sono più. Se ne trova qualcuno verso le zone umide del Piano di Magadino, ma non sono frequenti.
Credo che l'uso di insetticidi e la pessima abitudine (diventata di moda negli ultimi anni) di tenere i prati tra i filari di vigna come se fossero "green", non aiuta.

Alessandro

"La découverte du monde commence dans ton jardin" (X. Moirandat)
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
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Regione: Sardegna


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Flora e Fauna

Inserito il - 16 agosto 2008 : 09:04:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di orsobblu:
Non sono mai stati molto frequenti e ora, almeno qui dove abito, non ce ne sono più. Se ne trova qualcuno verso le zone umide del Piano di Magadino, ma non sono frequenti.
Credo che l'uso di insetticidi e la pessima abitudine (diventata di moda negli ultimi anni) di tenere i prati tra i filari di vigna come se fossero "green", non aiuta.


Ciao Alessandro,
non ho capito il rapporto tra inerbimento dei vigneti e scomparsa dei rospi. Siccome mi occupo saltuariamente dell'inerbimento sono veramente curioso. Puoi darmi qualche informazione in più?
In particolare le mie domande sono due, ma qualunque altra cosa possa venirti in mente mi interessa:
a) Nella tua zona l'estensione dei vigneti è così importante in percentuale di territorio da incidere sulle popolazioni della fauna selvatica?
b) Che sistema usavano prima del "green"?

Grazie, Roberto

verum stabile cetera fumus
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Patrick_S
Utente Senior


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Regione: Switzerland


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Flora e Fauna

Inserito il - 16 agosto 2008 : 10:01:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Magari, sicuramente non saranno frequenti come una volta...

Ma ti posso assicurare che il rospo comune c'è ancora, anche se non sta passando un grande periodo, causa frammentazione da vie di comunicazione. Quando posso collaboro aiutando in primavera, ad attraversare la strada e raggiungere il sito riproduttivo.
Quà nel Luganese il rospo comune si riproduce lungo alcune rive del Ceresio, ad Origlio, a Bioggio, nel bellissimo stagno di Arosio, alcuni posti sulla piana nel comune di Vezia, a Muzzano, pian di Scairolo, Astano...dove ancora si riproducono senza aiuti (Origlio e Muzzano in parte). Inoltre è uno dei pochi anuri assieme a Rana temporaria che riesce a colonizzare le valli più interne deponendo in pozze laterali dei fiumi.
C'è ancora, anche se, se la passa meno bene rispetto ad' altri anfibi,soprattutto a causa delle strade. Rospo che è scomparso era lo smeraldino, che prima si riproduceva in pozze temporanee lungo le rive del Ceresio, e il Pelobate fuscus insubricus era segnalato nella piana del Vedeggio zona di Rivera.
Quello che c'è di positivo è che da queste parti non è stata ancora trovata la famigerata chitrodiomicosi.

Se può interessare: Link

Tiziano Maddalena è sempre disponibile anche per telefono.

Ciao!

Patrick Scimè

Modificato da - Patrick_S in data 16 agosto 2008 10:16:08
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poirino
Utente Junior

Città: poirino
Prov.: Torino

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Inserito il - 16 agosto 2008 : 12:53:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Roberto e Patrick-s, ho letto con attenzione le
vostre domante e osservazioni.
Io da circa cinque anni mi occupo nella gestione di
aree umide per la salvaguardia degli anfibi,in
particolare del Pelobate foscus, ho realizzato con
le scuole un progetto di rinaturalizzazione con
un'impianto arboreo-arbustivo.
Il progetto aveva come obbiettivo di ricreare una
vegetazione tipica (bosco planiziale).
Devo dirti attraverso i dati di monitoraggi, abbiamo
riscontrato ottimi risultati, tutte le specie animali
sono in aumento, (in particolare l'avifauna).
Per quanto riguarda gli anfibi, ho osservato che gli arbusti
sono fondamentali per la difesa.
A riguardo posso darvi molte informazioni sulle specie di
vegetali messi a dimora, sulle tecniche di pacciamatura naturali,
la gestione senza interventi di sostanze chimiche.
Naturalmente sono disponbili a tutte le persone che interessa questo genere
di attività.
Nei prossimi giorni vi decrivo l'area con immagini.
Un saluto Aldo.
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orsobblu
Moderatore

Città: Camorino (Svizzera)


7289 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 16 agosto 2008 : 13:40:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi riferisco soprattutto al Bellinzonese. Come nota Patrick, le vie di comunicazione hanno avuto e hanno il loro ruolo e qui dove abito io il territorio è stato stravolto dalle vie di comunicazione.
Per quanto riguarda l'inerbimento: prima di questa pratica, tra i filari si lasciava crescere il fieno che veniva falciato tre volte l'anno. Aveva il tempo di fiorire, di maturare, di fungere da habitat a un sacco di bestiole che poi andavano a nutrire uccelli e, perché no? rospi. Allora erano frequenti i muri a secco, nei cui interstizi trovavano rifugio ramarri, lucertole e, perché no? rospi. L'ultimo che ricordo era proprio in un muro.
Nel Bellinzonese, gran parte dei coltivi collinari sono adibiti a vigneto. Si tratta soprattutto di piccoli vigneti. I proprietari, spesso il sabato mattina, passano tra i filari con una tosaerba ottenendo l'effetto "green" di cui dicevo. Alternativamente, li vedo bardati come marziani, con un nebulizzatore sulle spalle, maschera e occhiali, mentre "trattano" le viti contro le varie possibili malattie.
non so quale sia l'impatto di tutto ciò sulla biodiversità, ma qualcosa vorrà dire: da anni non vedo più una mantide religiosa, da anni, sono scomparse le raganelle, da un po' si sono ridotte le coppie di ramarri. Luoghi dove si andava a colpo sicuro per osservare il biacco o la natrice, sono stati abbandonati. Da qualche temmpo non riesco più ad osservare né averle né stiaccini. Mi sarà anche calata un po' la vista, ma insomma...

Alessandro

"La découverte du monde commence dans ton jardin" (X. Moirandat)
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


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Flora e Fauna

Inserito il - 16 agosto 2008 : 14:00:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto velocemente, in attesa delle foto di Aldo per continuare la discussione, per dire ad Alessandro che ha perfettamente ragione. La mia curiosità (non certo perplessità) era dovuta al fatto che in moltissime aree viticole (evidentemente più a sud) il passaggio è stato dal terreno lavorato (e quindi nudo) al terreno inerbito e sfalciato. In questo caso, che era quello da me conosciuto, l'inerbimento è una pratica auspicabile. Passare dal prato naturale al "green" può effettivamente essere un peggioramento !!!

Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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u / c
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Inserito il - 16 agosto 2008 : 14:34:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le pratiche che portano alla diminuzione della biodiversità sono direttamente proporzionali all'aumento della necessità dell'utilizzo dei pesticidi.
Vivo a Roma, da quando ho bandito l'utilizzo di ogni insetticida e facilitato i gechi con vari rifugi e gli uccelli con una pergola di uva fragola e una rete anti gatti ho avuto la scomparsa dei ragnetti rossi, della cicadina, la diminuzione delle zanzare tigre, degli afidi ecc.
Con grande invidia del mio vicino dell'attico che sta in continuazione a pompare insetticidi sulle sue piante..perennemente attaccate da acari, afidi, cicadine ecc

Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto.
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perfect
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Inserito il - 16 agosto 2008 : 16:59:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
I tosaerba causano un impatto notevole sulle popolazioni di anfibi, non so quantificarlo ma è sicuramente presente. Per quanto riguarda il rospo comune che da adulto in un prato non trova proprio il suo habitat ideale ma lo può utilizzare di giorno come rifugio durante i suoi spostamenti specie se l'erba è molto alta, ad essere colpiti sono soprattutto i neo metamorfosati.

Dario
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poirino
Utente Junior

Città: poirino
Prov.: Torino

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Inserito il - 16 agosto 2008 : 17:46:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Roberto, ecco come si presentava l'area vicino ad uno stagno.
L'erba veniva trinciata tre volte all'anno senza tenere conto del periodo
riproduttivo degli anfibi.
Oggi viene effettuato un intervento solo lungo un sentiero in tarda estate,
per dare un minimo di sicurezza per le attività didattiche.
Le piante sono state messe a dimora con un criterio a filare, tale criterio non si
addiceva per l'obbiettivo di rinaturalizzazione.
Qualsiasi cespuglio veniva travolto dalla gestione di "pulizia", concetto sbagliato
in un contesto di salvaguardia della biodiversità.
Con il coinvolgimento di studenti di un Istituto Agrario abbiamo progettato un
intervento di rinaturalizzazione arboreo-arbustivo per aumentare la presenza di vegetali
autoctoni ed un'azione di controllo per le specie infestanti (robinia pseudoacacia).
Il controllo di quest'ultima non è di facile realizzazione e richiede tempi lunghi per
avere dei risultati soddisfacienti.
La fornitura del materiale forestale è stato acquistato presso un vivaio con il relativo passaporto verde,necessario per rispettare le norme fitosanitarie.
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Da due anni in una cantina
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Patrick_S
Utente Senior


Città: Switzerland

Regione: Switzerland


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Flora e Fauna

Inserito il - 16 agosto 2008 : 17:52:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Gran bel lavoro! Complimenti!

Patrick Scimè
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poirino
Utente Junior

Città: poirino
Prov.: Torino

Regione: Italy


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Inserito il - 16 agosto 2008 : 18:11:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ecco come si presentava l'area nel settembre 2005:
Immagine:
Da due anni in una cantina
126,83 KB
Come si può notare si incomincia a intravedere le giovani pianticelle.
I dati incominciano a fornirci un aumento degli insetti!
Proseguo la descrizione nei prossimi mesaggi.
Saluti Aldo
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


4877 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 16 agosto 2008 : 22:05:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Tartagnan:
Le pratiche che portano alla diminuzione della biodiversità sono direttamente proporzionali all'aumento della necessità dell'utilizzo dei pesticidi.
Vivo a Roma, da quando ho bandito l'utilizzo di ogni insetticida e facilitato i gechi con vari rifugi e gli uccelli con una pergola di uva fragola e una rete anti gatti ho avuto la scomparsa dei ragnetti rossi, della cicadina, la diminuzione delle zanzare tigre, degli afidi ecc.
Con grande invidia del mio vicino dell'attico che sta in continuazione a pompare insetticidi sulle sue piante..perennemente attaccate da acari, afidi, cicadine ecc


Hai perfettamente ragione, con due piccole precisazioni.

La biodiversità va gestita non solo aumentata. Lo hai fatto anche tu con la rete anti-gatti !

Se tu sei a piano terra (come credo di aver capito) hai una situazione enormemente più favorevole, per il controllo degli insetti dannosi del tuo vicino dell'attico. Perché nell'attico arrivano molto più facilmente i parassiti dei loro limitatori naturali. Quando mia moglie ha una pianta infestata da cocciniglie (e sto al secondo piano), gli faccio portare il vaso nel giardino condominiale e la pianta viene "ripulita" nel giro di poche settimane. Quindi il tuo vicino farebbe bene a rassegnarsi.

Ciao Roberto


verum stabile cetera fumus
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


4877 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 16 agosto 2008 : 22:24:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di poirino:
... Come si può notare si incomincia a intravedere le giovani pianticelle.
I dati incominciano a fornirci un aumento degli insetti!
Proseguo la descrizione nei prossimi mesaggi.


Fantastico !

Alcune brevi considerazioni, proprio per capire e scambiarci qualche opinione (io vedo le cose dal versante "insetti").

Il vostro è un intervento fantastico (come ho già detto), ma la cosa eccezionale sarebbe riuscire a diffondere alcune pratiche conservative all'interno delle aziende agrarie circostanti. Diffondere quelle che nella gestione biologica delle aziende si chiamano infrastrutture ecologiche (siepi, fossi, &c). Il caso che ci segnalava Alessandro è particolarmente istruttivo. Non c'è una ragione al mondo perché persone che curano una vigna per diletto debbano passare il sabato mattina "bardati come marziani, con un nebulizzatore sulle spalle, maschera e occhiali, mentre "trattano" le viti contro le varie possibili malattie". Ne va prima di tutto della loro salute, ma nessuno insegna agli agricoltori del "week end" tecniche alternative ecocompatibili (termine che non mi piace ma compreso dai più). Più difficile è la gestione biologica di grandi aziende produttive.

Attenzione nel vostro intervento a non lasciare insediare troppo il bosco. Voglio dire che se gli anfibi sono favoriti da una situazione di alberi a macchie, cespugli e prati, ogni tanto dovrete tagliare qualche albero altrimenti avrete un bel bosco fitto ma meno anfibi.
Tecnicamente si direbbe che se la specie da proteggere ama una delle prime fasi della successione ecologica, non potete far arrivare l'ecosistema vicino al climax altrimenti fate sparire la specie.

Ma avete così tante risorse da poter combattere la Robinia? Certo che non la dovete favorire, ma ormai è specie arborea con tutto il proprio corredo di fitofagi, che portano a loro volta predatori e parassitoidi; in più è fortemente nettarifera e favorisce gli imenotteri impollinatori; in più è Leguminosa ed ha un'ottima funzione sulla fertilità naturale del suolo.
Insomma non la pianterei mai in un'oasi, ma non ci sprecherei tempo per combatterla più di tanto. Basta eliminare le giovani piante.

Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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