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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2348 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 agosto 2008 : 14:07:23
Classe: Gastropoda Famiglia: Helicidae Genere: Chilostoma Specie:Chilostoma cingulatum insubricum
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Questa discussione è la continuazione di quella iniziata in precedenza da Iano, ma ho preferito staccarla perché presento una forma diversa. Il Chilostoma illustrato in precedenza non può essere il vero insubricum se lo confrontiamo con le descrizioni dei vecchi testi, purtroppo molto avari di informazioni. L'unico, fra quelli consultati, che discute la cosa, il Pollonera (1890, Sulle forme del gruppo della Campylaea cingulata) commentava: "I due autori di questa specie la descrissero immediatamente dopo la loro H.frigida, ma entrambe con frasi così brevi che senza l'aiuto di autori più recenti sarebbero rimaste incomprensibili. ... A rigore queste due forme si possono considerare regolarmente costituite soltanto nell'opera di Rossmässler il quale le descrive brevemente ma le figura assai bene ed in modo perfettametne riconoscibile ... Sebbene non precisi maggiormente il luogo di abitazione ... pure la sua figura della insubrica riproduce così esattamente i caratteri della forma vivente sul Monte Baldo che non resta alcun dubbio a questo riguardo". Non so se l'argomento è convincente, ma questo è il consenso che si è formato e credo rappresenti l'opinione attuale. La figura dell'Iconographie di Rossmässler che si trova in Google è riprodotta molto male, ma mostra una forma che non somiglia molto alla chiocciola precedente; inoltre tutti gli autori concordano su dimensioni piccole: D=16.5mm per Rossmässler (?), 18mm per L.Pfeiffer, ovvero compreso fra 15 e 21 mm secondo il veronese De Betta, il più attendibile perché li avrebbe raccolti di persona. Per dare un'idea, allego la figura, catturata sullo schermo, del Tryon, che l'ha copiata dal Rossmässler.
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Con mia grande sorpresa, proprio quando mi accingevo a scendere dopo il mio secondo sopralluogo, ho trovato due esemplari (non uno di più!) di un Chilostoma nettamente distinto dagli altri, che mi sembra avere le carte in regola per essere il mitico insubricum! Le dimensioni (D: 21,6 mm, H 10,3 mm) sono leggermente superiori ai limiti del De Betta, ma ci sono altri caratteri che trovano riscontro accozzando le varie descrizioni: - la forma leggermente subangolata dell'ultimo giro (Pollonera) - il colore bianco-cenere - la colorazione bruna all'interno Mi limito a mostrarvi le fotografie, dove in effetti una differenza c'è: l'apertura ha profilo più allungato rispetto alla figura del Tryon/Rossmässler (ma lo stesso Tryon ne ha un'altra in buon accordo).
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Se questo è il vero insubricum, che cos'è la forma discussa in precedenza? Chi ha raccolto l'insubricum non può non aver notato l'altro, più grande e abbondante (almeno oggi). Come lo chiamava? Giustamente Iano pensa al secondo (sub)endemismo del Baldo: Chil.cing. frigidosum. Purtroppo non lo conosco ma Pollonera ne parla come di una forma - dalla spira elevata, simile all'Hermesianum - ristretto ad una piccola zona del M.Baldo, fra 1300 e 1600m, sul versante orientale, e sicuramente non nella zona sommitale. Se la forma non è incompatibile, non torna la località e dal disegno di Pollonera si direbbe di colore chiaro uniforme. Se invece si guarda la foto del Cossignani (es. di Rovereto), è fortemente screziato con macchie molto estese e scure! Resta un problema aperto, anzi due, perché anche questo insubricum ha qualcosa che turba i miei sonni, ma ne parlerò un'altra volta. Buone vacanze,
fern
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Modificato da - SnailBrianza in Data 13 marzo 2011 12:59:54
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Subpoto
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9027 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 agosto 2008 : 15:18:37
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Credo che l'unica via percorribile sarebbe un confronto con gli esemplari della collezione De Betta al Museo Civico di Storia Naturale di Verona. Non so se è facile la consultazione,ma vista l'importanza del lavoro che stai portando avanti dopo le ferie si potrebbe cercare una strada in tal senso. Il confronto con esemplari disegnati di terza mano lasceranno sempre adito a dubbi. C'è da considerare anche il cambiamento climatico che è avvenuto dai tempi del Roessmassler ad oggi che potrebbe aver mutato la condizioni delle popolazioni presenti all'epoca,la conchiglia è una struttura molto plastica ed è la prima ad essere modificata per un riadattamento alle mutate condizioni climatiche. Senza considerare lo spostamento degli habitat verso l'alto che potrebbero aver portato le popolazioni di quota inferiore ad occupare nuovi areali riassorbendo forme non ancora separate a livello specifico. Coraggio fern, non ti manca il da fare credo che neanche cinque vite sarebbero sufficienti.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2348 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 agosto 2008 : 16:14:16
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Non ci crederai, ma anch'io pensavo ormai di tentare di consultare qualche collezione museale, Verona in primis. Abbiamo almeno questa fortuna se penso che, come risulta dal loro sito, le vecchie collezioni del Museo di Milano (Porro, Villa, ...) sono state distrutte o disperse nell'ultima guerra! C'e' una curiosita' sulla collezione De Betta: sono due! Pochi sanno che ce n'e' una anche presso il Museo di zoologia dell'Univ. di Padova, che pero' contiene altri contributi, non so quanto separabili. Sono gia' d'accordo di passare a settembre, anche perche' e' un piccolo museo a "gestione umana". Ma il grosso dev'essere a Verona.
Sul "Chil. cing. cf. insubricum" ho dimenticato un'osservazione importante: vive nello stesso ambiente roccioso ed anzi frammisto all'altro Chilostoma cingulatum (li ho trovati a pochi metri) eppure e' una forma assai ben distinta. Vien proprio da pensare che siano specie separate! (so di spararla grossa ...)
fern |
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Subpoto
Moderatore
Città: Roma
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9027 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 agosto 2008 : 16:39:46
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La collezione di Padova è attribuita a De Betta,ed è quella su cui studiò Giovanni Canestrini per la compilazione del “Catalogo speciale delle conchiglie terrestri e fluviatili”. Prima di far riferimento al materiale di quella collezione andrebbe verificato se i cartellini sono autografi del De Betta. Per le due presunte specie gemelle sarà importante valutare se ci sono differenze di habitat o di alimentazione,difficilmente due specie simili condividono l'habitat.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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Ermanno
Moderatore
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6436 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 06 agosto 2008 : 18:35:00
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MI sembra che nel Marcuzzi ci sia qualcosa di più specifico, a riguardo della collezione De Betta. Io qualche anno fà, nei magazzini del museo di Verona, cercando materiali fossili da San Giovanni Ilarione, ho visto l'armadio con la collezione De Betta, ho sbirciato in qualche cassetto , ma quella che ho avuto modo di vedere era la parte dedicata ai bivalvi dulcicoli di tutto il mondo.
Ermanno |
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