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ATTENZIONE! Poiché la manipolazione dei rettili è potenzialmente dannosa e sempre causa di stress agli animali, soprattutto se operata da persone inesperte, invitiamo tutti gli utenti di questa sezione a non postare foto di esemplari 'maneggiati'. Questo tipo di foto d'ora in poi saranno rimosse.
Eventuali foto inerenti studi o indagini scientifiche possono essere postate previa autorizzazione da parte dei moderatori di sezione o degli amministratori.
Grazie a tutti per la collaborazione


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 RETTILI
 Testuggine abbandonata: Trachemys scripta elegans
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vladim
Moderatore trasversale


Città: Milano
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


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Inserito il - 10 maggio 2008 : 14:31:54 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Classe: Reptilia Ordine: Chelonii Famiglia: Emydidae Genere: Trachemys Specie:Trachemys scripta elegans
Probabilmente qualche irresponsabile se n'è stancato, e l'ha abbandonata in una roggia alla periferia SE di Milano...
Dato che su Internet è più facile trovare animali da acquario che non specie autoctone, dovrebbe trattarsi di Pseudemiys scripta elegans.
Non credo sia la prima volta che esemplari di questa specie vengano abbandonati...
Che si sappia, hanno già cominciato ad espandersi (v. pesce siluro, nutria, ecc...) o per ora restano casi sporadici che ancora non si sono riprodotti?
Grazie
Vladim
Immagine:
Testuggine abbandonata: Trachemys scripta elegans
242,78 KB

Immagine:
Testuggine abbandonata: Trachemys scripta elegans
282,62 KB


“…il signore Iddio ….condusse tutti gli animali da Adamo, per vedere con quali nomi li avrebbe chiamati, poiché il nome che egli avrebbe imposto ad ogni animale vivente, quello doveva essere il suo vero nome. Adamo dunque diede il nome ad ogni animale…”
(Genesi, 2,19-20)


Modificato da - vladim in Data 25 luglio 2019 15:14:32

roggah
Utente Senior

Città: Nuoro
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Regione: Sardegna


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Inserito il - 10 maggio 2008 : 15:45:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se non è cambiata la denominazione è una Trachemys scripta elegans.
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vladim
Moderatore trasversale


Città: Milano
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Inserito il - 10 maggio 2008 : 16:08:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non so che dire, Giuseppe...
A parte il mio refuso ("Pseudemiys" con una "i" di troppo), ho trovato
sia Pseudemys scripta elegans sia Trachemys scripta elegans
sia Pseudemys (Trachemys) scripta elegans.
Probabilmente ad un certo punto è stata spostata da un genere all'altro.
Forse gli esperti potranno chiarire la cosa.
Grazie
Vladim
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aspis
Moderatore

Città: Bari
Prov.: Bari

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Inserito il - 10 maggio 2008 : 17:42:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' stato accertato che questa specie si riproduce in Italia anche in natura, e quindi dovremmo ormai accettarla come facente parte della fauna.
Del resto così è stato anche per l'istrice, il daino, il siluro, lo scoiattolo grigio, la nutria etc. etc.
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monitarta
Utente V.I.P.

Città: Massa Marittima
Prov.: Grosseto

Regione: Toscana


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Inserito il - 10 maggio 2008 : 19:10:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
si tratta di trachemys scripta elegans.
confermo quanto detto da aspis, si è adattata molto bene ai nostri climi, si riproduce tranquillamente e sopravvive discretamente anche nelle acque più inquinate...

monica
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u / c
Utente Cancellato

Città: .


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Inserito il - 10 maggio 2008 : 19:58:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dove avete desunto i dati di riproduzione in natura?!
Ne sarei molto interessato...

In cattività si riproducono e c'è da ipotizzare che nelle nostre zone ciò avvenga anche in natura; ma non conosco nessuno che sia riuscito a documentarlo.
Da mie osservazioni dirette in luoghi dove ce ne sono a migliaia non ho mai visto degli hatchling.
Oramai le Elegans che si trovano sono tutte adulte perché è stata proibita l'importazione di esemplari di Trachemys scripta elegans privi di CITES, è abbastanza difficile trovare dei giovani esemplari in vendita.
Quindi l'eventuale rinvenimento di hatchling negli specchi d'acqua in cui sono presenti anche degli adulti sarebbe molto probabilmente da imputare a delle nascite in loco...
Ma ciò non è mai stato osservato, almeno dai dati in mia conoscenza.
Tra i tanti motivi, la quasi totalità degli esemplari sono femmine perché negli USA per ottenere della rapide schiuse le incubano ad alte temperatura con nascita di quasi sole femmine..Come gli esemplari nelle due foto che hai postato.
Pare che questa pratica a lungo andare porti alla non riproducibiltà della specie.

Ho conservato questo interessante post:
Simone.C

Dunque! sono disponibilissimo per qualunque contatto e scambio di info; tra l'altro la mia esperienza è più legata a specie esotiche che nostrane quindi c'è solo da imparare!
La mia tesi si può dire che sia appena cominciata, e sarà anche piuttosto lunga se si considerano i tempi necessari per le varie osservazioni (in loco ed in laboratorio)!
Il discorso relativo all'incubazione artificiale di uova di rettili in cui la temperatura influisce sul sesso è in linea di principio questo e bisogna sottolineare che riguarda in grande misura i progetti di reintroduzione e di ripopolazione in natura:
a prescindere dalla temperatura di incubazione i rettili hanno un loro sesso genetico (parliamo di xx nelle femmine e di xy nei maschi, ma solo per comodità, visto che i cromosomi sessuali dei rettili presentano delle differenze);
in natura le naturali fluttuazioni di temperatura contribuiscono in alta percentuale a far si che il sesso determinato dalla temperatura corrisponda a quello genetico: in incubatrice invece si tende a mantenere costante il valore di temperatura (ovviamente non parlo di rettili in cui le fluttuaziopni di t. sono indispensabili per la schiusa delle uova) e la conseguenza è che ci si ritrova, all'interno della stessa schiusa con un discreto numero di maschi femminilizzati o di femmine virilizzate.
Il secondo caso è meno frequente, visto che la tendenza generale è quella di aumentare il numero delle femmine al fine di aumentare il numero dei riproduttori, incrementare il numero dei soggetti nati ed in alcuni casi non trovarsi a gestire troppi maschi territoriali.
Il discorso a questo punto si complica perchè bisogna vedere cosa succede volta per volta incrociando la prole ottenuta:
Incrociando un vero maschio con una vera femmina si ottiene geneticamente una sex ratio del 50%; incrociando una vera femmina con una femmina virilizzata si ottengono (sempre geneticamente) 100% femmine; viceversa, incrociando un vero maschio con un maschio femminilizzato si ottengono 25% femmine, 50 % maschi e 25% di soggetti con doppio carattere sessuale maschile yy, destinati a non svilupparsi e morire; l'ultimo caso è quello di incrocio tra maschio femminilizzato e femmina virilizzata, in cui troveremo nuovamente una sex ratio del 50 %.
Il terzo caso (quello tra l'altro più frequente in allevamento) risulta quello più grave: se a lungo termine si femminilizzano i maschi e si rilasciano in un area protetta si avrà un rapporto di 2:1 di maschi rispetto alle femmine (rapporto nel tempo destinato ad aumentare) ed un quarto di soggetti destinati a morire... nel secondo caso invece otteniamo una popolazione costituita a lungo termine solo da femmine (virilizzabili con la temperatura ma con scarsa incidenza in natura!).
Da tutto questo si deduce che nei progetti di reintroduzione è sicuramente più vantaggioso puntare su soggetti di qualità (in questo caso una qualità non in senso di salute!) piuttosto che sulla quantità, in modo da non determinare dei pericolosi cali demografici, dannosi persino per i soggetti già presenti in natura!
Spero di essermi espresso chiaramente, anche se è ancora presto e se ancora mancano i dati tecnici e statistici! (ci vorranno parecchi mesi)


Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto.

Modificato da - u / c in data 10 maggio 2008 20:02:36
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roggah
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Inserito il - 10 maggio 2008 : 20:36:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma come può la temperatura determinare il sesso dei rettili?
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u / c
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Inserito il - 10 maggio 2008 : 20:45:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
vedi

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Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto.
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roggah
Utente Senior

Città: Nuoro
Prov.: Nuoro

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Inserito il - 11 maggio 2008 : 00:40:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie!
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ninocasola43
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Inserito il - 11 maggio 2008 : 01:56:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Tartagnan:

vedi

Link

Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto.



ho letto da qualche parte (mi scuso con gli amici del forum se non ho a portata di mano la fonte da cui traggo la notizia) che in base a quanto detto nell'articolo sopra citato sia stato proprio una variazione climatica che, favorendo la nascita di sole femmine o di soli maschi, abbia portato all'estinzione dei grandi rettili (generalizzati col nome di dinosauri) verso la fine del Cretaceo circa 65 milioni di anni fa.
nin
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vladim
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Inserito il - 11 maggio 2008 : 06:06:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quindi è assodato che sia una Trachemys e che
faccia ormai parte della fauna italiana.
Il fatto però che la si trovi spesso, in rete e in vecchie
pubblicazioni, indicata come Pseudemys indica che ad
un certo punto è stata "spostata" da un genere all'altro.
Devo pensare che ciò sia stato motivato da controlli "genetici" come
per la podarcis (ex lacerta) muralis?
Grazie
Vladim
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aspis
Moderatore

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Prov.: Bari

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Inserito il - 11 maggio 2008 : 07:52:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ha ha ha, Massimo, te devi aggiornà!

In effetti, anche se le prime verifiche sperimentali sulla riproduzione non assistita sembrano ridimensionare la reale portata del pericolo di un'acclimatazione stabile (Luiselli et al.,1997), la specie riesce comunque a riprodursi in Friuli Venezia Giulia (cinque siti, N. Bressi, com. pers.; Lapini et al.,1999), nel Lazio (due siti, Marangoni,2000)
In Piemonte le osservazioni effettuate hanno evidenziato, per ora, esclusivamente la deposizione (Sindaco, Di Cerbo, Ferri, 1998)
(Atlante degli anfibi e rettili d'Italia, SHI)

Questo al nord e centro Italia: figurati al sud.....
Io stesso osservo sistematicamente piccoli neonati in un laghetto di un parco cittadino: mi devo decidere a pubblicarne i dati!

Modificato da - aspis in data 11 maggio 2008 07:54:33
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roggah
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Inserito il - 11 maggio 2008 : 10:10:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di ninocasola43:
ho letto da qualche parte (mi scuso con gli amici del forum se non ho a portata di mano la fonte da cui traggo la notizia) che in base a quanto detto nell'articolo sopra citato sia stato proprio una variazione climatica che, favorendo la nascita di sole femmine o di soli maschi, abbia portato all'estinzione dei grandi rettili (generalizzati col nome di dinosauri) verso la fine del Cretaceo circa 65 milioni di anni fa.
nin


Dinosauri, ittiosauri e pterosauri potevano essere tanto più sensibili alle variazioni climatiche dei rettili loro contemporanei che sopravvissero?
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perfect
Utente Senior

Città: Roma


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Flora e Fauna

Inserito il - 11 maggio 2008 : 11:23:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di aspis:

Ha ha ha, Massimo, te devi aggiornà!

In effetti, anche se le prime verifiche sperimentali sulla riproduzione non assistita sembrano ridimensionare la reale portata del pericolo di un'acclimatazione stabile (Luiselli et al.,1997), la specie riesce comunque a riprodursi in Friuli Venezia Giulia (cinque siti, N. Bressi, com. pers.; Lapini et al.,1999), nel Lazio (due siti, Marangoni,2000)
In Piemonte le osservazioni effettuate hanno evidenziato, per ora, esclusivamente la deposizione (Sindaco, Di Cerbo, Ferri, 1998)
(Atlante degli anfibi e rettili d'Italia, SHI)

Questo al nord e centro Italia: figurati al sud.....
Io stesso osservo sistematicamente piccoli neonati in un laghetto di un parco cittadino: mi devo decidere a pubblicarne i dati!



Io ad esempio non ho mai notato giovani esemplari a Roma, ma data la mole di adulti presenti non mi stupirei. E, come afferma Tartagnan, le elegans sono tutte molto grandi.
Sarebbe interessante valutare attualmente quanto sia la frequenza di rilascio di nuovi individui da parte dei privati in un sito, per esempio marcando tutti quelli già presenti: in situazioni piccole come il laghetto di Villa Borghese sarebbe un'operazione fattibile.
Mi ricordo bene un 6 - 7 anni fa quando costruirono un laghetto nel parco sotto casa, nel giro di neanche due mesi comparvero una decina di tartarughe acquatiche di almeno tre specie diverse e tutte di dimensioni buone, oltre i 10 cm.
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u / c
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Inserito il - 11 maggio 2008 : 12:48:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di aspis:

Ha ha ha, Massimo, te devi aggiornà!

...Io stesso osservo sistematicamente piccoli neonati in un laghetto di un parco cittadino: mi devo decidere a pubblicarne i dati!



Francesco, come ben sai tramite altri forum sono in contatto con alcune migliaia di ''tartarugari'' e non c'è stato un solo caso di osservazione di schiuse in ambiente naturale di Trachemys scripta elegans.
Come ho scritto è logico che ci siano successi riproduttivi ma non si esservata nessuna opera di colonizzazione per riproduzione in spazi naturali, al momento la diffusione è dovuta in pratica solo a continui rilasci.

Dovrò verificare i dati che segnali, dato che spesso mi sono trovato a leggere studi che dimostravano una grande approssimazione e forzatura.
Personalmente ritengo valide solo le osservazioni sulle Elegans dato il blocco delle importazioni che impedisce rilasci di piccoline, quindi se in un bacino vedrò una piccola Elegans avrò una buona certezza che sia nata lì, se vedo una hatchling di Troostii non avrò nessuna certezza ma buone possibilità che sia stata abbandonata.
Per le altre sottospecie e specie in libera vendita ho potuto verificare di persona la presenza di tartarughine di giovanissima età in siti in cui era impossibile la riproduzione (fontane in parchi cittadini a prova di fuga e deposizione), le Elegans che osservo sono tutte adulte.


Immagine:
Testuggine abbandonata: Trachemys scripta elegans
64,59 KB

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Modificato da - u / c in data 11 maggio 2008 12:49:48
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u / c
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Inserito il - 11 maggio 2008 : 12:51:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Boh, non ho dati storici...mi informerò..Ma penso che la genetica centri poco.

Messaggio originario di vladim:

Quindi è assodato che sia una Trachemys e che
faccia ormai parte della fauna italiana.
Il fatto però che la si trovi spesso, in rete e in vecchie
pubblicazioni, indicata come Pseudemys indica che ad
un certo punto è stata "spostata" da un genere all'altro.
Devo pensare che ciò sia stato motivato da controlli "genetici" come
per la podarcis (ex lacerta) muralis?
Grazie
Vladim


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u / c
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Inserito il - 11 maggio 2008 : 12:53:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di perfect:
Io ad esempio non ho mai notato giovani esemplari a Roma, ma data la mole di adulti presenti non mi stupirei. E, come afferma Tartagnan, le elegans sono tutte molto grandi.


Approfondisci e noterai che quasi tutte hanno tutte coda e unghie corte...Ovvero femmine..

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ninocasola43
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Inserito il - 13 maggio 2008 : 01:25:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di roggah:

Messaggio originario di ninocasola43:
ho letto da qualche parte (mi scuso con gli amici del forum se non ho a portata di mano la fonte da cui traggo la notizia) che in base a quanto detto nell'articolo sopra citato sia stato proprio una variazione climatica che, favorendo la nascita di sole femmine o di soli maschi, abbia portato all'estinzione dei grandi rettili (generalizzati col nome di dinosauri) verso la fine del Cretaceo circa 65 milioni di anni fa.
nin


Dinosauri, ittiosauri e pterosauri potevano essere tanto più sensibili alle variazioni climatiche dei rettili loro contemporanei che sopravvissero?

molti rettili seppelliscono le uova sotto cumuli di vegetali che, come è noto, la loro decomposizione produce energia termica che determina il sesso alla nascita. Ora l'animale, variando opportunamente lo strato decompositivo, varia la temperatura di incubazione "producendo" all'occorrenza più maschi o più femmine.
probabilmente 65 milioni di anni fa i rettili non avevano ancora messo a punto questa strategia riproduttiva e quindi era l'escursione termica naturale a decidere autonomamente il sesso del nascituro.
pensiamo ora a due specie di rettili (questo è un mio pensiero e quindi mi assumo le responsabilità delle eventuali bestialità che potrei dire) il primo con una temperatura selettiva della sessualità di 30° e l'altra di 25°.
Se l'escursione termica dell'ambiente oscillava per esempio nella stagione riproduttiva tra i 20° e i 35° la diversificazione sessuale andava bene per tutte e due le specie; se invece tale escursione variava dai 28° ai 35° per una specie nulla cambiava mentre per l'altra si creavano esistenze di monosessualità condannandola inevitabilmente all'estinzione.
ciò non si è sicuramente verificato in pochi giorni ma in periodi che, se geologicamente sono brevi, climaticamente possono essere un'enormità:ad esempio, l'ultima glaciazione che si è avuta in Europa è iniziata 80-90 mila anni fa e si è protratta fino a 60-65 mila anni fa e ancora la seconda, iniziata tra i 32-35 mila anni fa fino a circa 11.000 anni fa: il primo periodo di 30.000 anni e il secondo di 20.000 rappresentano un'inezia di fronte ai 65 milioni di anni fa quando sono scomparsi i dinosauri (un'approssimazione dell'uno per mille rappresenta un periodo di 65mila anni).
nin
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u / c
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Inserito il - 13 maggio 2008 : 14:46:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le ipotesi sulla estinzione dei dinosauri, escludendo gli uccelli che ne sono un prodotto evolutivo, sono molte e svariate.
Come sapete tutti, da tempo ha successo l'ipotesi impatto asteroide, anche se molti geologi fanno notare che il processo riduzione delle specie ed estinzione non è stato immediato e si è protratto per tempi lunghissimi.

Per esempio qui c'è un'altra ipotesi

Link

Comunque per tornare all'ipotesi ''effetto serra'' nel corso della mia vita ho letto più volte di studi che imputavano l'estinzione a questo o a quel problema e guarda caso ogni volta coincideva con il catastrofismo di moda al momento.
Ho letto di estinzioni imputabili a un virus tipo Hiv-Aids, tipo la ''Spagnola'', la Sars, al buco dell'ozono, a glaciazioni, a extraterresti, piogge acide ecc...
Mi chiedo tra 5 anni di cosa si scriverà sulla stampa dell'estinzione?!

Di elettrosmog o polveri sottili?!

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ninocasola43
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Inserito il - 14 maggio 2008 : 02:01:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
carissimo Max Tartagnan di ipotesi sulle estinzioni dei grandi rettili ne vengono fuori tutti i giorni come funghi e quello che è piu triste è che, come facevi notare, seguono le mode del momento (effetto serra=variazioni climatiche=riduzione nascite dell'uno o dell'altro sesso=estinzione della specie).
siccome il 10 maggio hai postato quel messaggio che parlava dell'influenza della temperatura sulla determinazione del sesso dei rettili (e qui gradirei sapere se ciò vale per tutti i rettili o solo per alcuni generi o specie), l'11 maggio mi sono intrufolato nel discorso sottolineando che la conoscenza di questo evento era alla base dell'ipotesi appunto dell'estinzione.
se vuoi sapere poi fra cinque anni su cosa sarà basata la teoria dell'estinzione dei grandi rettili, cerca di indagare e venire a conoscenza delle future mode. Ogni tanto mi sembra giusto riderci sopra.
con stima e simpatia
nin
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u / c
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Inserito il - 14 maggio 2008 : 10:49:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'Effetto Serra causato dal rilascio del CO2 è diventato un comodo refrain giornalistico per concludere in bellezza un articolo.
Orami ogni volta che lo sento tirare in ballo mi viene l'orticaria...
E spesso mi chiedo se la cosa non sia voluta e montata ad arte...

Per esempio, mesi fa lessi una bella boiata inglese, l'articolo fu ripreso acriticamente anche dalla stampa italiana.....

Un giornalista descriveva con allarme che una allevatrice inglese di tartarughe era costretta a far fare il letargo in frigorifero alle sue bestie perché il famigerato Effetto Serra aveva alterato le condizioni climatiche invernali con temperature troppo alte per una naturale ibernazione....

L'ibernazione in frigo è semplicemente una pratica adotatta in tutti quei paesi in cui gli inverni troppo freddi impediscono un letargo all'aperto oppure adottato per specie come le T.horsfieldii che compiono letarghi lunghi 8 mesi...

vedere Highfield Link


Casomai il Surriscaldamento Globale renderebbe non più necessario il letargo in frigo nei paesi nordici...

Invertendo l'ordine dei fattori in questo caso il risultato cambia....

Aggiungo che il frigo era pieno di splendidi esemplari palesemente di cattura....
Sembravano T. graeca dell'area libanese-siriaca..
Mi chiedo come ne sia giunta in possesso....

L'ibernazione in frigo è talmente comune che l'incubatrice che ho comprato in Germania ha un inverter con cui può refrigerare a 5° per essere utilizzata come frigo da letargo.

vedere:

Link

Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto.

Modificato da - u / c in data 14 maggio 2008 11:05:17
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