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   RUSSULA
 Storia e studio del genere Russula
 Il genere Russula: pt. 4 Sottogenere Heterophyllidia
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Alessio
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Inserito il - 21 maggio 2007 : 13:06:58 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Domani parto per una breve vacanza a Praga...quindi vi posto la quarta lezione, per non farvi sentire la mia mancanza !
Con questa lezione incontriamo le prime vere difficoltà...e non soltanto per le russule: adesso ho visto che è saltata una sottosezione intera ! Ve la posto (con il file PDF corretto) al mio rientro: intanto...prendetevi il sottogenere senza le 'ilicine' !

Allegato: Il genere Russula: pt. 4 Sottogenere Heterophyllidia Genere_Russula_pt4.pdf
143,15 KB


Modificato da - vladim in Data 24 gennaio 2016 17:23:31

Alessio
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Inserito il - 21 maggio 2007 : 13:09:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
3. Sottogenere Heterophyllidia

Al sottogenere Heterophyllidia Romagnesi appartengono le specie carnose con margine del cappello non o appena scanalato, gambo tendenzialmente corto e attenuato verso la base, cappello più o meno verde o violetto, raramente brunastro, sapore dolce o sub piccante e carne inodore. Le Heterophyllidia sono distinte in due sezioni:

(4.1) sezione Virescentinae: per le entità con cappello dissociato in areole;
(4.2) sezione Heterophyllae: per quelle con rivestimento del cappello non dissociato.

4.1- Sezione Virescentinae (Singer)Singer

A questa sezione appartiene una sola specie europea: R. virescens (Schaeffer)Fries (1).
Questa specie, che cresce in associazione con diversi tipi di latifoglie, si identifica per il cappello verde, il rivestimento asciutto e vellutato, forforaceo, presto dissociato in areole via via più grossolane verso l’esterno e il gambo robusto ma fragile.
Per la distinzione con le forme verdi di R. cyanoxantha fanno fede i caratteri distintivi tra le diverse sezioni di appartenenza.

Modificato da - Alessio in data 21 maggio 2007 13:28:19
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Alessio
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Inserito il - 21 maggio 2007 : 13:12:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

4.2 - Sezione Heterophyllae Fries

Le specie della sezione Heterophyllae possono essere ulteriormente suddivise in quattro sottosezioni:

(4.2.1) sottosezione Cyanoxanthinae: entità con lamelle lardacee o almeno elastiche; sporata bianca; carne che non reagisce o reagisce debolmente al solfato di ferro;
(4.2.2) sottosezione Heterophyllae: entità con lamelle elastiche soltanto nei giovani esemplari; sapore dolce; carne più o meno imbrunente o ingiallente che reagisce in arancio vivo al solfato di ferro;
(4.2.3) sottosezione Griseinae: russule eterofille con lamelle fragili e sapore spesso leggermente piccante; sporata crema, ocra (eccezionalmente bianca o gialla);
(4.2.4) sottosezione Ilicinae: specie con lamelle più o meno fragili con sapore leggermente piccante; sporata crema, ocra, ai limiti inferiori del giallo. QUESTE SONO SALTATE IN FASE DI IMPAGINAZIONE: LE POSTERO PROSSIMAMENTE !

4.2.1 – Sottosezione Cyanoxanthinae Singer

Le Cyanoxanthinae sono russule con sporata bianca e lamelle elastiche o nettamente lardacee: accade spesso che le lamelle si incollino sotto la pressione del pollice. La reazione al solfato di ferro è inizialmente negativa, poi la carne si colora lentamente di verde grigio.

Questa sezione, probabilmente monospecifica in Europa (come la precedente), comprende diverse varietà e forme che gravitano nell’orbita della ben nota R. cyanoxantha (Schaeffer)Fries, specie ubiquitaria che cresce sia in boschi di latifoglie che di conifere.

R. cyanoxantha si riconosce per la buona taglia e carnosità, la superficie del cappello lubrificata e brillante, solitamente con pigmenti verdi e violetto, dissociati o mescolati secondo proporzioni variabili, le lamelle bianche o con riflesso crema, la carne dolce ed inodore, appena grigiastra per imbibizione e la sporata bianco puro. Gli esemplari con lamelle crema sono distinti da Marcel Bon con il nome di R. langei.

Gli esemplari con cappello screpolato areolato sono invece descritti come forma cutefracta (Cooke)Sarnari: si tratta di raccolte meteoriche dovute a piovosità intensa, frequenti su terreni argillosi.
Le forme con cappello giallo sono distinte come var. flavoviridis (Romagnesi)Sarnari; quelle con cappello inizialmente verde oliva come forma peltereaui Singer.

Le popolazioni di R. cyanoxantha con sapore più o meno piccante ed odore sgradevole sono infine descritte come var. variata (Banning)Singer.
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Alessio
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Inserito il - 21 maggio 2007 : 13:16:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
4.2.2 – Sottosezione Heterophyllae (Fries)J. Schaeffer

Le Heterophyllae rappresentano un gruppo abbastanza ben definito all’interno delle Heterophyllidia per la carne che si macchia spontaneamente di giallo bruno, l’arrossamento della carne al solfato di ferro ed il sapore interamente dolce.

R. mustelina Fries si identifica per la sporata crema, la bella taglia ed il portamento massiccio, la superficie del cappello non troppo brillante, di colore variabile da bruno fulvo a bruno miele, e la carne dura ed imbrunente. Questa specie, buon commestibile e molto redditizia per la carne soda e massiccia, è la più comune russula delle abetaie dell’arco alpino, dove cresce preferibilmente su terreni silicei.

La sporata bianca caratterizza R. heterophylla (Fries:Fries)Fries e R. vesca Fries. La prima è una specie amante dei luoghi caldi ed asciutti, facilmente riconoscibile per la taglia e la consistenza sostenuta, la superficie pileica asciutta ed opaca, raramente vellutata nella parte centrale e le lamelle densamente forcate e leggermente decorrenti all’inserzione.
R. heterophylla è conosciuta soprattutto per le forma con cappello verde: tra le varianti cromatiche ricordiamo la fo. adusta Lange nom. inval. (per gli esemplari bruni), la fo. pseudoochroleuca Romagnesi nom. inval. (cappello giallo ocra più o meno macchiato di oliva), la var. virginea ss. Melzer (cappello bianco) e la fo. laeticolor Donelli (cappello macchiato di arancio fulvo).

R. vesca è una delle prime russule a fare la sua comparsa nelle quercete calde, con crescite a partire dalla fine di aprile. A confronto con i taxa vicini, R. vesca si riconosce per il cappello di base lilacino carneo o bruno vinoso, centrato da una depressione in dolce declivio e margine assottigliato, il gambo rastremato, la tendenza a macchiarsi di giallo bruno nelle parti deteriorate ed il sapore dolce.
Le forme con cappello verde pallido sono descritte come viridata Singer (2) mentre quelle con cappello avorio crema sono state interpretate dal alcuni autori come R. lactea Fries; infine gli esemplari con cappello ocra brunastro sono stati circoscritti come var. avellanea Melzer & Zvara.
In questa specie si osserva la tendenza del rivestimento pileico a ritirarsi verso l’orlo: questo carattere, molto enfatizzato in alcuni lavori divulgativi, è in realtà incostante e quindi privo di reale significato tassonomico.
Molto simile a R. vesca dovrebbe essere R. johannis Bon, rarissima specie descritta una sola vola, distinta per il portamento più slanciato ed il sapore sub piccante.


Modificato da - Alessio in data 21 maggio 2007 13:17:32
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Alessio
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Inserito il - 21 maggio 2007 : 13:27:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
4.2.3 – Sottosezione Griseinae J. Schaeffer

La sottosezione Griseinae rappresenta uno dei gruppi più naturali ed omogenei dell’intero genere Russula. Microscopicamente molto simili (3), le entità di questa sottosezione presentano una certa variabilità nel colore del deposito sporale, carattere che viene quindi ad assumere un certo peso tassonomico.
Gli altri caratteri macroscopici utili alla distinzione delle singole specie di questo insieme sono le tinte del cappello e la reazione al solfato di ferro (4).
Visto la lunghezza ometto la chiave di determinazione (presente nel file PDF).

Una piccola nota: pur presente nelle chiavi dicotomiche, R. variegatura Romagnesi ex Bon non è poi descritta nel testo. Questa entità si caratterizzata per la sporata bianca.

Anche R. ochrospora (Nicolaj)Quadraccia è una ‘griseina’ ben identificabile per il colore del seposito sporale, che è giallo.
R. ochrospora ha una spiccata predilezione per i luoghi urbani: giardini, parchi pubblici, viali alberati; è estremamente difficile raccoglierla in zone silvatiche. Si tratta di una specie meridionale che si segnala per la notevole carnosità e robustezza, la superficie del cappello lubrificata e brillante, le colorazioni variabili (olivastre, grigio verdi, glauche, verde ardesia) e le lamelle fragili, oltre che per la sporata particolarmente cupa per le ‘griseine’.

Poco conosciuta, inconfondibile sotto il microscopio per le spore di aspetto sabbiato, R. sublaevispora (Romagnesi)Romagnesi è una specie robusta e carnosa, con cappello variegato di verde oliva, violetto e bruno, gambo clavato, carne dura, pigmentata di grigio verde sotto il rivestimento del cappello, imbrunente e priva di odore e sporata crema. Piuttosto simili sono R. grisea, R. medullata e R. parazurea.

Specie non molto diffusa (5), probabilmente assente in area mediterranea, R. ionochlora Romagnesi si riconosce tra le ‘griseine’ per la taglia piccola, il rivestimento pileico violetto e verde, tra di loro mescolati in proporzioni variabili, il gambo alle volte sfumato di rosa lilacino, il sapore leggermente piccante delle lamelle, la reazione banale al solfato di ferro e la sporata pallida, verso IIa.
Le specie più simili sono R. variegatura, R. grisea, R. monspelliensis, R. parazurea.

R. stenotricha Romagnesi è una specie di taglia medio-piccola, con cappello asciutto tinteggiato di verde o di grigio verde, lamelle crema a maturità, odore insignificante e reazione al solfato di ferro relativamente energica ma comunque del tipo banale, rosa arancio (6).
Questa entità sembra essere l’anello di congiunzione tra R. grisea (le cui forme verdi sono vere e proprie sosia macroscopiche !), R. pseudoaeruginea e R. aeruginea.


R. monspelliensis Sarnari è una ‘griseina’ ben caratterizzata per il legame specifico con Cistus monspelliensis, la taglia piccola, il capello di un verde relativamente saturo e monotono, talvolta macchiato di bruno violaceo al centro, la sporata crema e l’odore di frutta misto a pelargonio.
L’habitat rende questa specie inconfondibile: le altre russule tipiche dei cisteti (R. tyrrhenica e R. cistadelpha) sono infatti molto diverse.
La varietà sejuncta (Sarnari)Sarnari si distingue macroscopicamente per il cappello dalla superficie forforosa e rimosa, oltre che per la taglia più grande.

Poco comune ma largamente diffusa, R. anatina Romagnesi si distingue dai taxa vicini per la taglia piccola o appena media, il rivestimento del cappello asciutto e vellutato, pruinoso e più o meno escoriato verso il margine, le colorazioni prevalentemente grigiastre o verde salvia, con facoltà di sfumature rosa lilacino.
La fo. subvesca Sarnari si distingue per il cappello violetto lilacino, simile a quello di R. vesca (da cui il nome).
Le specie più simili a R. anatina sono R. atroglauca, R. parazurea e R. subterfurcata Romagnesi.

Quest’ultima è una specie molto rara, ben caratterizzata nella sua descrizione originale ma critica per le successive interpretazioni.
Per il suo riconoscimento sono importanti la piccola taglia, il cappello molto pallido macchiato di grigio verde e ocra beige, con qualche punteggiatura o striatura ocra ruggine, talvolta rosso o violetto brunastro, la sporata crema e l’eventuale presenza di un anello di biforcazioni e anastomosi all’attaccatura delle lamelle.


R. galochroa (Fries)Fries, conosciuta per il territorio nazionale per una sola raccolta, si distingue per la statura modesta (diametro del cappello: fino a 60 mm), la colorazione pallidissima, con toni da rosa lilacino a grigio verde su fondo biancastro, e la sporata crema. Si tratta di una specie rarissima il cui riconoscimento non può prescindere dalla verifica microscopica (7).

Abbastanza comune nei boschi di faggio, soprattutto ma non esclusivamente su terreno calcareo, R. faustiana Sarnari si presenta come un taxon di taglia media dalle colorazioni pallide e smorte, tipicamente grigio nocciola, ocraceo cartapesta, camoscio pallido, foglia secca, su fondo pallido. In casi eccezionali si possono osservare gradazioni verde grigiastre.
Il particolare ambiente di crescita, povero di altre ‘griseine’, e la comparsa precoce (dalla metà di giugno) facilitano, unitamente alla colorazione, il riconoscimento di R. faustiana

R. pseudoaeruginea (Romagnesi)Kuyper & Vuure si distingue dalle altre ‘griseine’ per la monotonia delle colorazioni verdi, la reazione rosa arancio al solfato di ferro di normale intensità e la sporata crema chiaro (8). L’ambiente di crescita è rappresentato dai boschi di latifoglie, prevalentemente di Quercus.
Tra le ‘griseine’ verdi sono molto simili a R. pseudoaeruginea R. monspelliensis (distinta per l’associazione esclusiva con cisto), R. aeruginea (associata a betulle e conifere di montagna), R. stenotricha (distinta microscopicamente per la diversa forma dei peli del rivestimento pileico) e R. atroglauca Einhellinger.

Quest’ultima è una specie comune nei boschi di betulla dell’arco alpino il cui identikit comprende la piccola taglia, il cappello prevalentemente glauco olivastro, talvolta quasi nero al disco, la sporata crema e la carne dolce.
R. betulae Bidaud, citata da Sarnari nella chiave dicotomica della sottosezione (qui omessa) ma poi non descritta, si distingue sul piano microscopico.

La capostipite delle ‘griseine’, R. grisea Persoon:Fries si riconosce per la sporata crema, le belle colorazioni violetto lilacino o più specificatamente bluastro (relativamente poco frequente è la sovrapposizione di toni verdi), la reazione arancio vivo al solfato di ferro e la carne rosa violacea sotto il rivestimento del cappello e nelle parti erose; anche le lamelle, soprattutto dopo abbondanti piogge, possono presentare lo stesso pigmento sul bordo.
L’ambiente di crescita è rappresentato dai boschi di latifoglie dove può essere confusa, oltre che con altre ‘griseine’, con R. cyanoxantha, entità questa a sporata bianca.

Specie piuttosto comune nelle regioni subalpine, rara nel centro Italia, R. medullata Romagnesi si segnala per la taglia media e la buona carnosità, il rivestimento pileico brillante, la gradazione giallo pallida delle lamelle mature e le colorazioni generalmente pallide, su toni grigio verde, anche completamente stinte nelle raccolte praticole e soltanto raramente screziate di violetto lilacino.

A differenza della precedente, assente in area mediterranea, R. galochroides Sarnari è una specie tipica di questo ambiente dove cresce generalmente in prossimità dell’erica arborea; nel suo habitat questa russula risulta inconfondibile per la taglia piccola, la colorazione di fondo avorio biancastro, con sfumature grigio verdi più o meno percettibili, il portamento tarchiato, il sapore leggermente piccante ed il pallore delle lamelle.

L’ultima specie della sottosezione Griseinae, R. parazurea Schaeffer è un taxon acidofilo e sabulicolo, di un eclettismo micorrizico insolito per il gruppo: cresce infatti sia nelle pinete costiere che nelle abetaie di alta montagna, oltre che sotto querce, betulle e noccioli ! Questa specie si individua per le colorazioni scure, da grigio verde a olivastro bistro, fino a verde bronzeo, verde nerastro, qualche volta con toni violetti.










Modificato da - Alessio in data 21 maggio 2007 13:30:30
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Alessio
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Inserito il - 21 maggio 2007 : 13:33:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
al solito...dimenticavo le note !

(1)Recentemente lo specialista belga Burt Buyck ha criticato l’isolamento di R. virescens in una apposita sezione, giudicando le differenze tra la sezione Virescentinae e la sezione Heterophyllae di scarso valore tassonomico (Bull. Soc. Myco. Fr., 120, 1-4: 400. 2004).
(2)Le possibilità di confusioni tra le forme verdi di R. vesca e R. heterophylla sono escluse dalle dimensioni sporali: la prima ha spore che raggiungono 8 x 6 µm, la seconda spore non oltrepassanti 7 x 5,6 µm.
(3)Tutte le specie hanno spore prive di tacca amiloide e di taglia quasi sempre compresa tra 6,5-8,5 x 5-6,5 µm, basidi slanciati, pileocistidi unicellulari, peli voluminosi ed articolati con pigmento granulare.
(4)Microscopicamente hanno importanza tassonomica i caratteri sporali e lo spessore e la forma delle ife della pileipellis.
(5)Sarnari la conosce soltanto per alcune raccolte appenniniche sotto faggio (Passo del Lagastrello; RE) e per quelle del Monte Bedolé (Trentino).
(6)Microscopicamente hanno un grande significato tassonomico le spore con creste poco e niente ramificate ed i peli della pileipellis non più larghi di 3,5-4,5 µm.
(7)Le spore hanno una ornamentazione a verruche subisolate o debolmente cestate; il rivestimento pileico presenta peli con articoli basali corti e notevolmente rigonfi.
(8)E per gli elementi microscopici citati nella chiave.

La discrepanza tra la numerazione delle note nel post e quelle nel file PDF è dovuto alla presenza di due note nella chiave dicotomica qui omessa.
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