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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Vinc52
Utente Junior
Città: Reggio Calabria
Prov.: Reggio Calabria
Regione: Calabria
72 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 22 maggio 2016 : 12:41:19
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Setia scillae (Aradas & Benoit,1876 ex G. Seguenza ms), Setia gittenbergeri (Verduin,1984) e Setia alboranensis Penas & Rolàn, 2006 sono 3 specie del genere Setia H. Adams & A. Adams,1852 accomunate da un carattere conchiliare peculiare. Nella conchiglia vista di profilo, dal lato aperturale, il labbro esterno mostra una caratteristica doppia inflessione, ad “S italica” invertita.
Questa caratteristica venne descritta nelle diagnosi originali di gittenbergeri e di alboranensis ma non vi è traccia (per lo meno esplicita) nella pur discretamente dettagliata diagnosi originale di scillae in cui il labbro e l'apertura sono così descritti: “L'apertura è ovato-circolare col margine oscuretto, e circa due quinti della totale lunghezza della conchiglia, col labbro semplice ed alquanto slargato alla base.”.
Gli AA, però, danno un disegno (Tav. V fig. 4) (fig.1) in cui il profilo del labbro esterno non è rettilineo ma presenta un'ampia estroflessione della sua porzione centrale senza che sia sicuramente apprezzabile la introflessione della porzione subsuturale dello stesso.
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Gaglini (1994) da la raffigurazione fotografica di due esemplari, con etichetta manoscritta di G. Seguenza, ex collezione Monterosato, di cui uno, ripreso lateralmente, mostra la doppia curvatura labiale (introflessione subsuturale, estroflessione mediana = “S” invertita).
Appare assai strano che un carattere conchigliare così discriminante non sia stato compiutamente descritto da Aradas & Benoit e lo stesso Monterosato (1884), fissando il nuovo genere Parvisetia, elege S. scillae a sua specie tipo, così descrivendone le caratteristiche: “Spira assai corta; apice ottuso, bocca espansa e semilunare vista di profilo; peristoma patulescente; senza perforazione nò ombelico”.
Il termine “patulescente” dovrebbe derivare dall'aggettivo latino patulus – a – um che ha significato di “ aperto, ampio, largo, esteso, (in senso figurato) accessibile a tutti, banale, volgare” e quindi con riferimento alla ampiezza del peristoma ma non al suo decorso. A meno che l'espressione “ bocca espansa e semilunare vista di profilo”non sia riferita all'apertura (“bocca”) che, in effetti non può essere apprezzata nella sua forma se la conchiglia è vista di profilo, ma al labbro esterno che la delimita che, in effetti, nella sua porzione mediana ha aspetto “semilunare”.
Un'altra caratteristica che accomuna le tre specie è la protoconca, di quasi 1,5 giri, ampia, globoso- depressa, quasi cupoliforme, con piccolo nucleo complanare.
Verduin (1984) per la sua gittenbergeri specifica l'assenza di scultura protoconcale apprezzabile a 40x, Penas & Rolàn (2006) per la loro alboranensis indicano la presenza di 4 sottili cordoncini spirali distanziati. S. scillae è considerata specie priva di scultura protoconcale non perché così descritta ma per l'assenza di dati bibliografici in tal senso.
In detriti attuali ed in sedimenti del Pleistocene medio-inferiore, infra-circalitorali, dei dintorni di RC si reperiscono esemplari di Setia (fig. 2 e 3) che, per i caratteri conchiliari, in special modo il decorso del labbro esterno, possono essere ascritti a Setia scillae ma che se ne discostano in quanto presentano la medesima scultura protoconcale di S. alboranensis, cioè 4 cordoni spirali, sottili e distanziati. Il primo, adapicale, ravvicinato alla sutura perinucleare, il secondo ed il terzo periferici al giro, più ampiamente distanti dal primo che tra loro, il quarto vicino alla sutura con il primo giro di teleconca.
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La differenza tra gli esemplari in questione e S. alboranensis è data, principalmente, dalle dimensioni conchiliari, inferiori nei primi a parità di numero di giri Gli AA di alboranensis indicano 3 giri di tele e 1,5 di protoconca mentre gli esemplari calabresi mostrano poco più di 2,5 giri di tele ed 1,5 di protoconca. S. alboranensis si mostra, inoltre, più snella mentre gli esemplari raffigurati sono un po' più “obesi” avvicinandosi al disegno di Aradas & Benoit. Infine S. alboranensis è, per quanto a mia conoscenza, segnalata solo per la località tipica (Isola di Alboran) e non per altre località mediterranee.
In conclusione è ipotizzabile che Setia scillae (Aradas & Benoit,1876 ex G. Seguenza ms), contrariamente a quanto ad oggi creduto, possega una scultura protoconcale di 4 sottili e distanziati filetti spirali ed in questo si distingua da Setia gittenbergeri (Verduin,1984) che presenta dimensioni ed habitus simili. La differenza con Setia alboranensis Penas & Rolàn, 2006 è data, sostanzialmente, dalle maggiori dimensioni di quest'ultima.
Graditissime osservazioni e critiche.
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Vincenzo Rindone |
Modificato da - Vinc52 in Data 22 maggio 2016 12:43:44
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